Biasucci Longobardi

Biasucci Longobardi, CasaMadre Arte Contemporanea, Napoli
Dal 08 Gennaio 2015 al 27 Febbraio 2015
Napoli
Luogo: CasaMadre Arte Contemporanea - Palazz Partanna
Indirizzo: piazza dei Martiri 58
Orari: su appuntamento
Telefono per prevendita: +39 335 8149531
Telefono per informazioni: +39 081 19360591
E-Mail info: info@lacasamadre.it
Sito ufficiale: http://www.lacasamadre.it
Che cosa tiene insieme Antonio Biasiucci e Nino Longobardi? Nonostante la cittadinanza condivisa, i due presentano linguaggi e storie e propongono concetti e immagini a prima vista irriducibili, non omologabili a una visione del mondo comune. L'origine casertana non impedisce a Biasiucci di essere a pieno titolo, come Longobardi, un abitante dell'immaginario napoletano. Ma, per l'appunto, non è Napoli il legame che li espone qui a una prima esperienza di dialogo tra opposti.
Niente che sia antropologico e la totale assenza di colore: ecco le prime coordinate di un rapporto artistico che viene analizzato non per ciò che i linguaggi della pittura o della fotografia dicono o mostrano, ma per ciò che fanno e per come lo fanno.
Il linguaggio pittorico di Longobardi è scarno, composto di bianchi e di grigi, quasi consunto dal trascorrere del tempo. Tratta spesso la morte e i suoi resti fisici, ma non si scompone nella rappresentazione dell’evento. Il nero profondo è per biasiucci l'inizio e la fine del processo di figurazione cui la rappresentazione fotografica tende per natura di linguaggio. Anche nel suo caso però il risultato dell'immagine non si presenta formalizzandosi, bensì quasi come un passaggio del vivente, preso nell'incertezza della transizione del doppio senso tra animato e inanimato.
La zona frequentata da Longobardi e da Biasiucci è un luogo di indecisione in cui si osserva l'apparire dell'umano come l'eterno ritorno di un'ipotesi necessaria, in alcuni casi suggestiva.
Il risultato finale per Longobardi è un’opera che è tanto lineare quanto materica, di una materia essiccata, condensata e che sembra essersi prodotta direttamente dal proprio modello. Così come nei calchi di Pompei, la forma umana appare riempiendo i vuoti che i corpi stessi hanno lasciato sciogliendosi nella materia incandescente.
Per Biasiucci questa volta alle prese anche con il ritratto, le sembianze dei visi, come quelle dei crani, delle pietre, dei pani e ora delle mozzarelle, sono fluttuazioni che vagano tra il nero e la luce e quando vengono in primo piano appaiono come sporgenze di un interno insondabile.
La materia bianca e quella nera di longobardi e Biasiucci condividono il medesimo destino ontologico, riempiendo di possibilità espressive, cioè di materie e di forme nude, le cavità vuote del realismo.
Niente che sia antropologico e la totale assenza di colore: ecco le prime coordinate di un rapporto artistico che viene analizzato non per ciò che i linguaggi della pittura o della fotografia dicono o mostrano, ma per ciò che fanno e per come lo fanno.
Il linguaggio pittorico di Longobardi è scarno, composto di bianchi e di grigi, quasi consunto dal trascorrere del tempo. Tratta spesso la morte e i suoi resti fisici, ma non si scompone nella rappresentazione dell’evento. Il nero profondo è per biasiucci l'inizio e la fine del processo di figurazione cui la rappresentazione fotografica tende per natura di linguaggio. Anche nel suo caso però il risultato dell'immagine non si presenta formalizzandosi, bensì quasi come un passaggio del vivente, preso nell'incertezza della transizione del doppio senso tra animato e inanimato.
La zona frequentata da Longobardi e da Biasiucci è un luogo di indecisione in cui si osserva l'apparire dell'umano come l'eterno ritorno di un'ipotesi necessaria, in alcuni casi suggestiva.
Il risultato finale per Longobardi è un’opera che è tanto lineare quanto materica, di una materia essiccata, condensata e che sembra essersi prodotta direttamente dal proprio modello. Così come nei calchi di Pompei, la forma umana appare riempiendo i vuoti che i corpi stessi hanno lasciato sciogliendosi nella materia incandescente.
Per Biasiucci questa volta alle prese anche con il ritratto, le sembianze dei visi, come quelle dei crani, delle pietre, dei pani e ora delle mozzarelle, sono fluttuazioni che vagano tra il nero e la luce e quando vengono in primo piano appaiono come sporgenze di un interno insondabile.
La materia bianca e quella nera di longobardi e Biasiucci condividono il medesimo destino ontologico, riempiendo di possibilità espressive, cioè di materie e di forme nude, le cavità vuote del realismo.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
antonio biasiucci ·
nino longobardi ·
casamadre arte contemporanea palazzo partanna ·
casamadre arte contemporanea palazz partanna
COMMENTI

-
Dal 27 marzo 2025 al 27 luglio 2025 Milano | Pirelli HangarBicocca
Yukinori Yanagi. Icarus
-
Dal 27 marzo 2025 al 30 giugno 2025 Bologna | Museo Civico Archeologico
CHE GUEVARA tú y todos
-
Dal 27 marzo 2025 al 20 luglio 2025 Firenze | Villa Bardini
Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti
-
Dal 25 marzo 2025 al 24 agosto 2025 Brescia | Museo di Santa Giulia
Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022
-
Dal 22 marzo 2025 al 20 luglio 2025 Ferrara | Palazzo dei Diamanti
Alphonse Mucha / Giovanni Boldini
-
Dal 22 marzo 2025 al 08 giugno 2025 Venezia | Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Raoul Schultz. Opere 1953-1970