Ettore de Conciliis. Spazi di quiete, paesaggi e land art

Ettore de Conciliis, Colore ambra nella campagna romana

 

Dal 24 Maggio 2018 al 26 Agosto 2018

Napoli

Luogo: Cappella Palatina del Maschio Angioino

Indirizzo: via Vittorio Emanuele III

Curatori: Marco Di Capua, Filomena Maria Sardella

Enti promotori:

  • Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura e al Turismo
  • Il Cigno GG Edizioni

E-Mail info: redazione@ilcigno.org



«Si tratta di una presentazione di mie opere degli ultimi vent’anni soprattutto, e come di consueto, riguardanti i temi di natura e paesaggio che, allo stesso tempo include l'“altro paesaggio”, ovvero quello della land art. Si tratta di un’“arte territoriale” che viene presentata in un’ampia documentazione fotografica. Paesaggi dipinti e land art, due esempi diversi di trattare la natura». 

Questa l’introduzione del maestro Ettore de Conciliis alla sua mostra Spazi di quiete, paesaggi e land art – voluta dal Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo, organizzata da Il Cigno GG Edizioni e curata da Marco Di Capua e Filomena Maria Sardella – che sarà inaugurata a Napoli il prossimo 24 maggio alle ore 18.30 all’interno del Maschio Angioino. Per l’occasione saranno anche esposte le foto di Luigi Nifosì del Memoriale di Portella della Ginestra, opera di land art realizzata dallo stesso de Conciliis in ricordo della strage del primo maggio 1947 perpetrata dal bandito Giuliano in Sicilia.

Ettore de Conciliis, nato ad Avellino nel 1941, diventa celebre nel 1965 per aver realizzato il Murale della pace nella chiesa di San Francesco ad Avellino: alle spalle dell'altare di una chiesa cattolica fu posto un affresco in cui, attorno alla figura di san Francesco, compaiono da un lato immagini di guerra e di distruzione, dall'altro di pace e di giustizia sociale. Accogliendo il rivoluzionario messaggio di pace e fratellanza di Papa Giovanni XXIII de Conciliis rappresenta, uno accanto all’altro, John Kennedy, Mao Tse Tung, Cesare Pavese, Guido Dorso, Pier Paolo Pasolini, Fidel Castro, Pablo Picasso, Carlo Levi, Alberto Moravia e altri. Il fare artistico di de Conciliis colpisce per la sua multidimensionalità. Può essere considerato un laico che sa muoversi in contesti religiosi e che, con le sue opere, mette insieme impegno civile, paesaggio, natura.

«Lo vedo come un pittore romantico, e non sono sufficientemente disincantato per negare questo», il commento di Marco Di Capua sull’artista campano. «Mi piace, e mi riconosco, quando stacca frasi così: ‘Per me è interessante dipingere un albero in fiore nella più bella luce che ciascuno può immaginarsi: e non provare la gioia e il piacere di un ecologista entusiasta, ma essere triste una volta la cosa compiuta’».

Il messaggio artistico di de Conciliis colpisce per la sua tenacia nel dipingere con metodologia tradizionale affrontando, con tematiche apparentemente classiche e romantiche, la contemporaneità e la maturità della bellezza. La compostezza formale dei suoi quadri introduce subito una geometria euclidea, fatta di equilibrio e di solennità, da molti definite "classiche". I suoi alberi, le sue strade, i suoi specchi d´acqua evocano la serenità, la calma e l´indifferenza della natura verso le cose umane. Per questo motivo può essere considerato un laico che sa muoversi in contesti religiosi e che, con le sue opere, mette insieme impegno civile, paesaggio, natura. Lavora con i gialli del sole, il verde degli alberi, l'azzurro dei fiumi e del cielo, il rosso dei papaveri, il bianco delle case.

«Dinanzi all’opera di Ettore de Conciliis avviene che l’artista diventi taumaturgo dell’immagine e ne trasmetta, con i segni, le emozioni provocate dalla sua resa artistica, in particolare riferite al ritratto del paesaggio, una maniera armoniosa e acquetante che riedita in qualche maniera l’opera di Claude Monet», afferma Filomena Maria Sardella, co-curatrice insieme a Di Capua della mostra al Maschio angioino. 

Importante anche la testimonianza dello storico dell’arte Claudio Strinati che descrive così l’artista: «de Conciliis da un lato è stato ed è un maestro fortemente impegnato in chiave politica, dall’altro è un paesaggista che sembra completamente immerso nelle sue opere pittoriche in una sorta di laico misticismo, in comunione totale con una Natura avvertita come l’approdo sicuro al Bene e al Bello come fu già per gli antichi». 

E un’altra descrizione emblematica del Maestro campano arriva da Sergej O. Androsov, Direttore del Dipartimento dell’Arte Figurativa dell’Europa Occidentale dell'Ermitage di San Pietroburgo. «Nel panorama degli artisti contemporanei italiani Ettore de Conciliis occupa indubbiamente un posto di rilievo per via della varietà e dell’alto livello delle sue opere, oltre che per la loro impostazione concettuale. Talvolta può addirittura nascere l’impressione che esse siano il frutto di due personalità distinte, tanto possono differire le une dalle altre».

Saranno venti le opere esposte del Maestro de Conciliis, tra cui un dittico e un trittico monumentali, e dodici le immagini del fotografo siciliano Luigi Nifosì. 

Paolo Signorelli

Inaugurazione 24 maggio h 18.30

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