Giulia Piscitelli. Una Nuvola Come Tappeto
Dal 26 Ottobre 2024 al 25 Gennaio 2025
Napoli
Luogo: Museo del Tesoro di San Gennaro
Indirizzo: Via Duomo 149
Orari: tutti i giorni dalle 9.30 alle 18. Ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura
Sito ufficiale: http://www.tesorosangennaro.it
Sabato 26 ottobre 2024 apre al Museo del Tesoro di San Gennaro di Napoli la mostra di Giulia Piscitelli Una Nuvola Come Tappeto visitabile fino al 25 gennaio 2025.
L’esposizione è allestita lungo l’intero percorso museale. Dalla Cappella barocca attraversando le Sacrestie e proseguendo nelle sale del museo dove sono custoditi i preziosi doni offerti nei secoli a San Gennaro, la mostra propone tre gruppi di lavori insieme ad un omaggio al Santo Patrono, esposto per la prima volta in assoluto, che rivelano prospettive comuni: l’incontro tra il reale e il divino, quello tra tradizione e contemporaneità, infine tra passato e presente, ma anche l’espressione artistica intesa come messaggio di riflessione sociale e politica tanto più urgente e necessaria in un momento storico di scontri tra popoli, culture e religioni come il nostro.
A presentare la mostra insieme all’artista venerdì 25 ottobre sono intervenuti Mons. Vincenzo De Gregorio, Abate Prelato della Real Cappella del Tesorodi San Gennaro, Riccardo Carafa D’Andria, Vice Presidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, Girolamo Carignani di Novoli, Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, Francesca Ummarino, Direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, Ilaria D’Uva, CEO D’Uva srl, Stefano Chiodi, storico e critico d’arte, Università Roma Tre e Giangi Fonti, direttore della Galleria Fonti di Napoli.
Accompagna la mostra il catalogo pubblicato da D’Uva in italiano e inglese, introdotto da un testo di Erri De Luca ripreso dal suo libro Una Nuvola Come Tappeto (Feltrinelli, 1991), cui sono ispirati il titolo dell’esposizione e uno dei lavori presentati. La pubblicazione raccoglie l’intervento dello storico e critico d’arte Stefano Chiodi, insieme ai testidi Mons. Vincenzo De Gregorio Abate della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro e Francesca Ummarino direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, corredato dalle fotografie di Amedeo Benestante. Si ringrazia la Galleria Fonti di Napoli.
«L’esposizione che il museo del Tesoro accoglie ci riporta ai gesti che esprimono una fede. Dall’antico Israele è l’inchino che viene fatto alla Torah, il rotolo della Legge mosaica. Dal Cristianesimo delle origini sono le braccia aperte in gesto confidente filiale verso il Padre. Dall’Islamismo la prostrazione che piega la fronte fino al suolo per essere “muslim” - sottomesso - all’onnipotenza di Allah. L’arte di ogni tempo interpreta e comunica con il linguaggio dell’immaginazione, colori e forme per esprimere l’inesprimibile dell’oltre», Mons. Vincenzo De Gregorio Abate della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro.
L’installazione Una Nuvola Come Tappeto accoglie il visitatore a partire dalla Real Cappella e consiste in 21 inginocchiatoi cattolici, arredi lignei liturgici allestiti lungo l’intero percorso di visita come “filo conduttore” dell’esposizione. Realizzati sul modello di un inginocchiatoio presente nel Duomo di Napoli, sono interamente rivestiti da coloratissimi tessuti di tappeti per la preghiera musulmana. Il titolo dell’opera è tratto dal testo di Erri De Luca, che traduce dall'ebraico il versetto 39 del Salmo 105 «dove si canta Dio che guida gli Ebrei nel deserto». Un lavoro che unisce le tre religioni monoteiste in un’unica opera, un singolo oggetto appartenente alla tradizione religiosa, che oggi arriva per la prima volta in Italia, precedentemente presentato al Kunstmuseum di Lucerna nel 2019.
Nella Sacrestia al centro della sala è esposto il secondo lavoro dal titolo Planeta (220 x 180(x2) cm). Realizzata con tessuto kevlar in colore giallo oro, ricavato da un giubbotto antiproiettile, l’opera è composta da oltre cento pezzi cuciti insieme che definiscono una forma ellittica con un esplicito riferimento alla veste liturgica di una planeta sacerdotale.
L’oro torna nuovamente nel lavoro delle aureole sulle mappe che l’artista definisce «campi ecologici (eco-field) dell’animo», frutto di una ricerca sulla connessione tra terra e cielo, tra reale e divino. La proporzione reale è fornita dalle scale di riduzione delle carte geografiche usate come supporto dell’opera, mentre la proporzione divina è fornita dalle scale di riduzione stabilite dall’artista, di opere d’arte storiche scelte per le mappe selezionate. L’artista riproduce sulle mappe soltanto le aureole delle figure rappresentate nelle opere antiche, realizzando dei cerchi con la tecnica della foglia oro come le originali, sovrapponendole alle carte geografiche. Così i protagonisti delle opere di Giulia Piscitelli vengono rappresentati nell’assenza dei loro corpi, nella loro condizione aurea. Ma ancora, la posizione dei cerchi d’oro, potrebbe ricordare le postazioni di un attacco militare, o all’inverso, anche un paesaggio pieno di risorse ancora da esplorare. L’aureola è un elemento iconografico utilizzato da tempo remoto, e non soltanto nella storia cristiana, come dimostrato dall'esempio proveniente dalla città di Palmira in Siria, con le tre divinità Baalshamin, Aglibol e Malakbel.
Il percorso della mostra termina con l’opera dal titolo Naso (1997-2024) esposta per la prima volta in assoluto: un “omaggio a San Gennaro” nel luogo a lui dedicato. Un naso realizzato in gesso dorato che svela un’antica leggenda e, nello stesso tempo, raffigura il naso stesso dell’artista in una versione modellata e ingrandita, derivata da un autoritratto realizzato dopo un doloroso incidente, una sorta di ex voto dedicato al Santo Patrono.
L’antica leggenda legata al busto marmoreo di San Gennaro, custodito nel convento dei Cappuccini di Pozzuoli, narra un atto vandalico dei corsari saraceni che, con un colpo di scimitarra, ne tagliarono il naso. I fedeli ordinarono a vari scultori un nuovo naso ma nessuno di quelli proposti riuscì ad attaccarsi al viso mutilo. Intanto, numerosi pescatori si trovarono più volte nelle reti un pezzo di marmo dalla forma strana che, scambiato per un semplice sasso veniva rigettato in mare. Fu uno di loro a riconoscere in quella pietra la forma di un naso e la portò in chiesa dove, secondo la leggenda, il sasso volò dalle mani del pescatore per tornare al suo posto originale.
«Sospese tra disincanto e istinto di rinnovamento, tra sacro e volgare, tra consumo e preservazione, le opere di Giulia Piscitelli scuotono la nostra pigrizia di spettatori: ci rammentano la cieca persistenza delle cose e l’illusione della durata. È il vecchio paradosso dell’arte: ci insegna a evadere e ci spiega che sfuggire è in ogni caso impossibile», sono le parole del critico d’arte Stefano Chiodi, dal testo del catalogo della mostra.
Giulia Piscitelli è nata a Napoli nel 1965 dove vive e lavora.
Tra le principali mostre personali, 2023 Pittura Muta, Galleria Fonti, Napoli, 2020 Nella Società, in Gesellschaft, curata da Fanni Fetzer, Kunstmuseum Luzern, Lucerne, 2019 Anime, curata da Rita Selvaggio, Museo Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno, Italia, 2016 Live the Dream, Galleria Fonti, Napoli, 2015 Wide Rule, Kayne Griffin Corcoran, Los Angeles CA, 2013 Intermedium, curata da Andrea Viliani, Eugenio Viola, Museo MADRE, Napoli, 2011 Contested Zones, curata da Fiona Parry, CUBITT Gallery, Londra, Rischi minori, curata da Stefano Chiodi, Fondazione Giuliani, Roma, 2010 Beige, Fondazione Morra Greco, Napoli.
Tra le principali mostre collettive nel 2024 Lagos Biennal, Refuge, curata da Kathryn Weir e Folokunle Oshun, Lagos, Nigeria, 2022 Bellezza e Terrore, luoghi di colonialismo e fascismo curata da Kathryn Weir Museo MADRE Napoli 2021 così fan tutti opera della collezione di Ernesto Esposito a cura di Marianna Agliottone, Villa Campolieto Ercolano, 2018 Secret of the Landscape, Frith Street Gallery, curata da Rita Selvaggio Londra, 2017 Documenta 14 studio 14, Atene, 2015 Sleepless – The bed in history and contemporary art 21er Haus, Wien, curata da Mario Codognato, 2011 Illumination 54th Mostra Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, curata da Bice Curiger, Venezia, 2010 Strange Comfort (Afforded by the profession) a cura di Adam Szymczyk e Salvatore Lacagnina, Kunsthalle Basel, 2009 Barock, a cura di E. Cicelyn e M. Codognato Museo MADRE Napoli, 2008 When things cast no shadow-5th Berlin Biennial for Contemporary Art, a cura di Adam Szymczyk e Elena Filipovic, Berlino, 50 Lune di Saturno, a cura di Daniel Birnbaum, T2 Torino Triennale.
L’esposizione è allestita lungo l’intero percorso museale. Dalla Cappella barocca attraversando le Sacrestie e proseguendo nelle sale del museo dove sono custoditi i preziosi doni offerti nei secoli a San Gennaro, la mostra propone tre gruppi di lavori insieme ad un omaggio al Santo Patrono, esposto per la prima volta in assoluto, che rivelano prospettive comuni: l’incontro tra il reale e il divino, quello tra tradizione e contemporaneità, infine tra passato e presente, ma anche l’espressione artistica intesa come messaggio di riflessione sociale e politica tanto più urgente e necessaria in un momento storico di scontri tra popoli, culture e religioni come il nostro.
A presentare la mostra insieme all’artista venerdì 25 ottobre sono intervenuti Mons. Vincenzo De Gregorio, Abate Prelato della Real Cappella del Tesorodi San Gennaro, Riccardo Carafa D’Andria, Vice Presidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, Girolamo Carignani di Novoli, Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, Francesca Ummarino, Direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, Ilaria D’Uva, CEO D’Uva srl, Stefano Chiodi, storico e critico d’arte, Università Roma Tre e Giangi Fonti, direttore della Galleria Fonti di Napoli.
Accompagna la mostra il catalogo pubblicato da D’Uva in italiano e inglese, introdotto da un testo di Erri De Luca ripreso dal suo libro Una Nuvola Come Tappeto (Feltrinelli, 1991), cui sono ispirati il titolo dell’esposizione e uno dei lavori presentati. La pubblicazione raccoglie l’intervento dello storico e critico d’arte Stefano Chiodi, insieme ai testidi Mons. Vincenzo De Gregorio Abate della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro e Francesca Ummarino direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, corredato dalle fotografie di Amedeo Benestante. Si ringrazia la Galleria Fonti di Napoli.
«L’esposizione che il museo del Tesoro accoglie ci riporta ai gesti che esprimono una fede. Dall’antico Israele è l’inchino che viene fatto alla Torah, il rotolo della Legge mosaica. Dal Cristianesimo delle origini sono le braccia aperte in gesto confidente filiale verso il Padre. Dall’Islamismo la prostrazione che piega la fronte fino al suolo per essere “muslim” - sottomesso - all’onnipotenza di Allah. L’arte di ogni tempo interpreta e comunica con il linguaggio dell’immaginazione, colori e forme per esprimere l’inesprimibile dell’oltre», Mons. Vincenzo De Gregorio Abate della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro.
L’installazione Una Nuvola Come Tappeto accoglie il visitatore a partire dalla Real Cappella e consiste in 21 inginocchiatoi cattolici, arredi lignei liturgici allestiti lungo l’intero percorso di visita come “filo conduttore” dell’esposizione. Realizzati sul modello di un inginocchiatoio presente nel Duomo di Napoli, sono interamente rivestiti da coloratissimi tessuti di tappeti per la preghiera musulmana. Il titolo dell’opera è tratto dal testo di Erri De Luca, che traduce dall'ebraico il versetto 39 del Salmo 105 «dove si canta Dio che guida gli Ebrei nel deserto». Un lavoro che unisce le tre religioni monoteiste in un’unica opera, un singolo oggetto appartenente alla tradizione religiosa, che oggi arriva per la prima volta in Italia, precedentemente presentato al Kunstmuseum di Lucerna nel 2019.
Nella Sacrestia al centro della sala è esposto il secondo lavoro dal titolo Planeta (220 x 180(x2) cm). Realizzata con tessuto kevlar in colore giallo oro, ricavato da un giubbotto antiproiettile, l’opera è composta da oltre cento pezzi cuciti insieme che definiscono una forma ellittica con un esplicito riferimento alla veste liturgica di una planeta sacerdotale.
L’oro torna nuovamente nel lavoro delle aureole sulle mappe che l’artista definisce «campi ecologici (eco-field) dell’animo», frutto di una ricerca sulla connessione tra terra e cielo, tra reale e divino. La proporzione reale è fornita dalle scale di riduzione delle carte geografiche usate come supporto dell’opera, mentre la proporzione divina è fornita dalle scale di riduzione stabilite dall’artista, di opere d’arte storiche scelte per le mappe selezionate. L’artista riproduce sulle mappe soltanto le aureole delle figure rappresentate nelle opere antiche, realizzando dei cerchi con la tecnica della foglia oro come le originali, sovrapponendole alle carte geografiche. Così i protagonisti delle opere di Giulia Piscitelli vengono rappresentati nell’assenza dei loro corpi, nella loro condizione aurea. Ma ancora, la posizione dei cerchi d’oro, potrebbe ricordare le postazioni di un attacco militare, o all’inverso, anche un paesaggio pieno di risorse ancora da esplorare. L’aureola è un elemento iconografico utilizzato da tempo remoto, e non soltanto nella storia cristiana, come dimostrato dall'esempio proveniente dalla città di Palmira in Siria, con le tre divinità Baalshamin, Aglibol e Malakbel.
Il percorso della mostra termina con l’opera dal titolo Naso (1997-2024) esposta per la prima volta in assoluto: un “omaggio a San Gennaro” nel luogo a lui dedicato. Un naso realizzato in gesso dorato che svela un’antica leggenda e, nello stesso tempo, raffigura il naso stesso dell’artista in una versione modellata e ingrandita, derivata da un autoritratto realizzato dopo un doloroso incidente, una sorta di ex voto dedicato al Santo Patrono.
L’antica leggenda legata al busto marmoreo di San Gennaro, custodito nel convento dei Cappuccini di Pozzuoli, narra un atto vandalico dei corsari saraceni che, con un colpo di scimitarra, ne tagliarono il naso. I fedeli ordinarono a vari scultori un nuovo naso ma nessuno di quelli proposti riuscì ad attaccarsi al viso mutilo. Intanto, numerosi pescatori si trovarono più volte nelle reti un pezzo di marmo dalla forma strana che, scambiato per un semplice sasso veniva rigettato in mare. Fu uno di loro a riconoscere in quella pietra la forma di un naso e la portò in chiesa dove, secondo la leggenda, il sasso volò dalle mani del pescatore per tornare al suo posto originale.
«Sospese tra disincanto e istinto di rinnovamento, tra sacro e volgare, tra consumo e preservazione, le opere di Giulia Piscitelli scuotono la nostra pigrizia di spettatori: ci rammentano la cieca persistenza delle cose e l’illusione della durata. È il vecchio paradosso dell’arte: ci insegna a evadere e ci spiega che sfuggire è in ogni caso impossibile», sono le parole del critico d’arte Stefano Chiodi, dal testo del catalogo della mostra.
Giulia Piscitelli è nata a Napoli nel 1965 dove vive e lavora.
Tra le principali mostre personali, 2023 Pittura Muta, Galleria Fonti, Napoli, 2020 Nella Società, in Gesellschaft, curata da Fanni Fetzer, Kunstmuseum Luzern, Lucerne, 2019 Anime, curata da Rita Selvaggio, Museo Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno, Italia, 2016 Live the Dream, Galleria Fonti, Napoli, 2015 Wide Rule, Kayne Griffin Corcoran, Los Angeles CA, 2013 Intermedium, curata da Andrea Viliani, Eugenio Viola, Museo MADRE, Napoli, 2011 Contested Zones, curata da Fiona Parry, CUBITT Gallery, Londra, Rischi minori, curata da Stefano Chiodi, Fondazione Giuliani, Roma, 2010 Beige, Fondazione Morra Greco, Napoli.
Tra le principali mostre collettive nel 2024 Lagos Biennal, Refuge, curata da Kathryn Weir e Folokunle Oshun, Lagos, Nigeria, 2022 Bellezza e Terrore, luoghi di colonialismo e fascismo curata da Kathryn Weir Museo MADRE Napoli 2021 così fan tutti opera della collezione di Ernesto Esposito a cura di Marianna Agliottone, Villa Campolieto Ercolano, 2018 Secret of the Landscape, Frith Street Gallery, curata da Rita Selvaggio Londra, 2017 Documenta 14 studio 14, Atene, 2015 Sleepless – The bed in history and contemporary art 21er Haus, Wien, curata da Mario Codognato, 2011 Illumination 54th Mostra Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, curata da Bice Curiger, Venezia, 2010 Strange Comfort (Afforded by the profession) a cura di Adam Szymczyk e Salvatore Lacagnina, Kunsthalle Basel, 2009 Barock, a cura di E. Cicelyn e M. Codognato Museo MADRE Napoli, 2008 When things cast no shadow-5th Berlin Biennial for Contemporary Art, a cura di Adam Szymczyk e Elena Filipovic, Berlino, 50 Lune di Saturno, a cura di Daniel Birnbaum, T2 Torino Triennale.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 18 dicembre 2024 al 18 dicembre 2024
Venezia | Museo Correr
L’impronta di Andrea Mantegna. UN DIPINTO RISCOPERTO DEL MUSEO CORRER DI VENEZIA
-
Dal 14 dicembre 2024 al 02 marzo 2025
Palermo | Palazzo Abatellis
Attraversamenti. Il Trionfo della morte, Guernica e Crocifissione di Guttuso
-
Dal 12 dicembre 2024 al 23 febbraio 2025
Roma | Palazzo Altemps
Gabriele Basilico. Roma
-
Dal 13 dicembre 2024 al 31 agosto 2025
Roma | Museo dell'Ara Pacis
Franco Fontana. Retrospective
-
Dal 13 dicembre 2024 al 09 marzo 2025
Milano | Fabbrica del Vapore
Tim Burton's Labyrinth
-
Dal 13 dicembre 2024 al 06 aprile 2025
Senigallia | Palazzo del Duca
La Camera Oscura di Giacomelli