Giuseppe Pirozzi. Rudera. Sculture in terracotta 2007-2017
Dal 13 Ottobre 2017 al 13 Gennaio 2018
Napoli
Luogo: Castel Sant’Elmo
Indirizzo: via Tito Angelini, 22
Orari: 9.30-17.00 (ultimo ingresso ore 16.15) – martedì mostra chiusa
Curatori: Enrico Crispolti
Enti promotori:
- MiBACT - Polo Museale della Campania
Costo del biglietto: Ingresso al Castello: 5,00 €
Telefono per informazioni: +39 081 2294 449
E-Mail info: pm-cam.santelmo@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.polomusealecampania.beniculturali.it
Venerdì 13 ottobre, alle ore 17,00, al Museo Novecento a Napoli a Castel Sant’Elmo, sarà inaugurata la mostra di sculture di Giuseppe Pirozzi Rudera a cura di Enrico Crispolti.
Il titolo dell’esposizione è tratto dalla poesia Rudera, composta da Michele Sovente per la scultura di Giuseppe Pirozzi. La mostra si articola in tre spazi diversi del Castel Sant’Elmo: nel Museo è presentata una selezione di opere in bronzo che testimonia le fasi principali del percorso di ricerca artistica dello scultore, dagli esordi degli anni Cinquanta a oggi. La piccola chiesa di Sant’Erasmo – che per la prima volta si aggiunge agli spazi espositivi – accoglie venticinque sculture in terracotta, in gran parte inedite, realizzate dall’artista nell’ultimo decennio. Infine, nella sagrestia della chiesa si trova l’istallazione Preghiere, costituita da cento formelle in terracotta ingobbiata, plasmate con continuità rituale dallo scultore negli ultimi quattro anni e allestite a parete come opera unica.
Il curatore Enrico Crispolti definisce le opere esposte: «Marchingegni immaginativi, nei quali con grande disinvoltura e maestria plastica, Pirozzi propone come delle occasioni di divagazione inventiva, offerte con un garbo quasi di “capriccio” appunto plastico settecentesco. In cui la componente ludico immaginativa, attraverso un riscontro sincretico di possibili ricordi e suggestioni, si fa occasione di circostanziata, plausibile, provazione plastica. Occasioni d’immaginare allusivamente, in una gamma assai ampia di invenzioni, combinazioni, soluzioni, il cui senso credo risieda tutto nell’offerta, molto svariata, d’un possibile repertorio di sapienti provocazioni plastiche combinatoriamente appunto allusive. Raramente tuttavia insinuandovisi un accento monitoriamente drammatico. […] Mentre nell’adiacente sacrestia, Pirozzi propone un’installazione ambientale costituita dall’allestimento compattato su un’unica parete di cento piccole formelle […] La vivacità della cui breve ma evocativamente e direi umoralmente intensa e svariatissima invenzione, sia iconico-plastica che di caratterizzazione cromatica, in piccole superfici dunque variopinte ciascuna diversa e a suo modo spiazzante, costituisce, quasi attraverso un fitto regolare insieme di immaginifici, misteriosamente allusivi ex-voto, un insieme a suo modo unico, e al tempo stesso d’un di volta in volta sfogliabile insieme di pagine tanto uniche quanto complessivamente, come qui appunto, memorialmente connettibili» (Per il sincretismo iconico memoriale di Pirozzi, inoltrandosi nel Duemila, estratto, 2017).
Giuseppe Pirozzi
Con la frequenza, nel 1954, del corso di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ha inizio l’attività artistica di Giuseppe Pirozzi con opere di scultura e grafica. Da allora espone in numerosissime rassegne d’arte nazionali e internazionali ottenendo prestigiosi premi e riconoscimenti della critica. Nel contempo tiene mostre personali in gallerie e musei in Italia e all’estero. Presta inoltre la propria opera per interventi d'architettura e arredo urbano e, quale vincitore di concorsi nazionali per opere d’arte, realizza numerosi interventi monumentali presso edifici e spazi pubblici. Le sue sculture si trovano oggi in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Dall’inizio degli anni Sessanta la sua attività artistica figura in molteplici pubblicazioni storico-artistiche e alla sua opera si interessano tra i maggiori critici d’arte italiani, tra cui Lea Vergine, Luciano Caramel, Enrico Crispolti, Giuseppe Appella, Vitaliano Corbi, Raffaello Causa, Luigi Carluccio, Massimo Bignardi. Dal 1964 al 2001 insegna all’Accademia di Belle Arti di Napoli e dal 2000 è insignito del titolo di Accademico Scultore dell’Accademia Nazionale di San Luca. Attualmente vive e lavora a Napoli.
La collezione permanente del museo Novecento a Napoli include due opere dell’artista: Figura in movimento (1956) e Venerato ricordo (1966).
Catalogo edito da Editalfa, testi di Anna Imponente, Anna Maria Romano, Enrico Crispolti, Gabriele Frasca, Ugo Vuoso, Claudia Borrelli, Francesca Pirozzi.
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