Latitudine 34-40 2014
Dal 08 Maggio 2014 al 25 Maggio 2014
Napoli
Luogo: Villa di Donato
Indirizzo: piazza S. Eframo
Curatori: Cynthia Penna
Enti promotori:
- Consolato Generale degli Stati Uniti d'America
Telefono per informazioni: +39 081 660216
E-Mail info: info@art1307.com
Sito ufficiale: http://www.art1307.com
La seconda edizione di “Latitudine 34-40” che vede la partecipazione dell' Istituto Culturale Italiano, ART 1307 con sede a Napoli con l' Associazione Americana "LA Artcore" di Los Angeles, patrocinato del Consolato Generale degli Stati Uniti d'America, ospiterà, negli spazi di Villa di Donato a Napoli, i lavori di tre artisti americani ed uno giapponese, impegnati in un fitto programma di 10 giorni che si articolerà tra: letture, incontri, laboratori, anche con artisti locali per un profondo scambio di esperienze, idee e progetti sull'arte.
Nobu Kano, Echo Lew, Raksha Parek, Susan Sinori, questi gli artisti in mostra, dall’ 8 maggio al 25 maggio.
L’ appuntamento con il vernissage, curato da Cynthia Penna Simonelli, è per l’8 Maggio dalle ore 19, nella splendida cornice di Villa di Donato a Napoli. La mostra sarà visitabile solo su appuntamento ( ingresso libero) fino al 25 maggio prossimo.In occasione dell’inaugurazione della mostra, l’8 sera, sarà possibile assistere ad una performance dell’artista Echo Lew.
Nobu Kano: artista giapponese, lavora ed espone da tempo a Los Angeles presso la LA Artcore. Le sue opere sono disegni e collage su carta che rimandano alle grandi composizioni futuriste del primo ‘900: la velocità, la forza, e la potenza di queste masse architettoniche in perenne movimento sembrano provenire da “altri” mondi e dirigersi in un altrove ancor più sconosciuto. A metà tra progetti di architettura e macchinari fantastici come quelli progettati da Leonardo, sembrano quasi disvelarsi dal nulla e riscomparire nel nulla nella frazione di un secondo. La forma geometrica regna indiscussa, frammista a pochi tocchi di colore che emergono da bianchi e neri decisi e che accrescono il senso di potenza e movimento.
Echo Lew: originario di Taiwan, ma americano di adozione, passa dal disegno a china su carta, alla fotografia elaborata in fase di scatto. La sua opera nasce da una danza eseguita durante una fase di meditazione buddhista con musiche da lui stesso scelte; la danza avviene innanzi alla macchina fotografica con obiettivo aperto a tempi lunghi e con l’uso di candele che servono ad imprimere la pellicola di fasci di luce. Il risultato è quello di un’atmosfera fluttuante che trasmigra nel sogno; il senso del movimento della danza viene perfettamente reso in queste forme che rimandano al volo delle libellule o al volo di corpi senza peso e senza gravità.
Raksha Parek: le sue opere e le sue strutture tridimensionali indagano la storia delle “vie dello zucchero” che, al pari di quelle della seta, sono state segno di civiltà e di commerci, ma anche di schiavitù e soprusi.
Lo zucchero di canna non raffinato viene usato come colore pittorico, per immersione o per apposizione con pennelli come un vero colore acrilico.
La stoffa di cotone viene scelta, al pari dello zucchero, per rimarcare la storia che ha contraddistinto la sua terra di origine, il Sud Africa, in termini di produzione, raccolta e commercio di questo prodotto e per ricordare per sempre la triste storia ad esso connessa di schiavitù che l’Africa ha subito per tanti secoli.
Susan Sironi: lo scavo del libro, anzi la sua totale rielaborazione sono l’anima portante dell’arte della Sironi.
La deframmentazione delle pagine del libro concepita fin dall’inizio dell’opera per un preciso scopo rielaborativo/estetico; le migliaia di pezzetti di carta oscillano tra accumulazione e puzzle ricompositivo in un alternanza rigorosa di azione. Una nuova scrittura creativa (questa veramente tale!), che rimanda alla funzione del tempo, alla successione temporale degli eventi e dei ricordi.
Una scansione temporale di eventi che partono dalla originaria elaborazione della storia contenuta nel libro e si susseguono trasformandosi in una nuova “edizione” del libro stesso, ovvero in una nuova e altra storia.
Cynthia Penna
Nobu Kano, Echo Lew, Raksha Parek, Susan Sinori, questi gli artisti in mostra, dall’ 8 maggio al 25 maggio.
L’ appuntamento con il vernissage, curato da Cynthia Penna Simonelli, è per l’8 Maggio dalle ore 19, nella splendida cornice di Villa di Donato a Napoli. La mostra sarà visitabile solo su appuntamento ( ingresso libero) fino al 25 maggio prossimo.In occasione dell’inaugurazione della mostra, l’8 sera, sarà possibile assistere ad una performance dell’artista Echo Lew.
Nobu Kano: artista giapponese, lavora ed espone da tempo a Los Angeles presso la LA Artcore. Le sue opere sono disegni e collage su carta che rimandano alle grandi composizioni futuriste del primo ‘900: la velocità, la forza, e la potenza di queste masse architettoniche in perenne movimento sembrano provenire da “altri” mondi e dirigersi in un altrove ancor più sconosciuto. A metà tra progetti di architettura e macchinari fantastici come quelli progettati da Leonardo, sembrano quasi disvelarsi dal nulla e riscomparire nel nulla nella frazione di un secondo. La forma geometrica regna indiscussa, frammista a pochi tocchi di colore che emergono da bianchi e neri decisi e che accrescono il senso di potenza e movimento.
Echo Lew: originario di Taiwan, ma americano di adozione, passa dal disegno a china su carta, alla fotografia elaborata in fase di scatto. La sua opera nasce da una danza eseguita durante una fase di meditazione buddhista con musiche da lui stesso scelte; la danza avviene innanzi alla macchina fotografica con obiettivo aperto a tempi lunghi e con l’uso di candele che servono ad imprimere la pellicola di fasci di luce. Il risultato è quello di un’atmosfera fluttuante che trasmigra nel sogno; il senso del movimento della danza viene perfettamente reso in queste forme che rimandano al volo delle libellule o al volo di corpi senza peso e senza gravità.
Raksha Parek: le sue opere e le sue strutture tridimensionali indagano la storia delle “vie dello zucchero” che, al pari di quelle della seta, sono state segno di civiltà e di commerci, ma anche di schiavitù e soprusi.
Lo zucchero di canna non raffinato viene usato come colore pittorico, per immersione o per apposizione con pennelli come un vero colore acrilico.
La stoffa di cotone viene scelta, al pari dello zucchero, per rimarcare la storia che ha contraddistinto la sua terra di origine, il Sud Africa, in termini di produzione, raccolta e commercio di questo prodotto e per ricordare per sempre la triste storia ad esso connessa di schiavitù che l’Africa ha subito per tanti secoli.
Susan Sironi: lo scavo del libro, anzi la sua totale rielaborazione sono l’anima portante dell’arte della Sironi.
La deframmentazione delle pagine del libro concepita fin dall’inizio dell’opera per un preciso scopo rielaborativo/estetico; le migliaia di pezzetti di carta oscillano tra accumulazione e puzzle ricompositivo in un alternanza rigorosa di azione. Una nuova scrittura creativa (questa veramente tale!), che rimanda alla funzione del tempo, alla successione temporale degli eventi e dei ricordi.
Una scansione temporale di eventi che partono dalla originaria elaborazione della storia contenuta nel libro e si susseguono trasformandosi in una nuova “edizione” del libro stesso, ovvero in una nuova e altra storia.
Cynthia Penna
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