Monica Marioni. Fame!
Dal 17 Settembre 2015 al 27 Settembre 2015
Napoli
Luogo: PAN | Palazzo delle arti Napoli
Indirizzo: via dei Mille 60
Orari: dalle ore 9,30 alle ore 19,30; domenica dalle ore 9,30 alle 14,30; chiuso martedì
Curatori: Igor Zanti
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli
Telefono per informazioni: +39 329 9423343
E-Mail info: marioni@monicamarioni.com
Sito ufficiale: http://www.monicamarioni.com
Aprirà al pubblico il 17 settembre la mostra FAME! progetto espositivo site specific di Monica Marioni per PAN | Palazzo delle arti Napoli, promosso dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli.
Il progetto giungerà a Napoli dopo l’allestimento milanese di Museo Fondazione Luciana Matalon, previsto per agosto. Per la sua natura itinerante e site specific FAME! sarà presentato nella città partenopea con un allestimento profondamente mutato, al punto da risultare inedito.
FAME! è un'esposizione unica che nasce dalla capacità di Monica Marioni di mettersi in gioco sorprendendo, innovando e sperimentando. FAME!evidenzia il lato oscuro del nutrirsi nel pianeta, riportando l’attenzione sui disturbi e le nevrosi legate al cibo e per estensione ad ogni altro tipo di appetito che sperimentiamo quotidianamente, per il successo, il denaro, il sesso e così via.
FAME! nasce dalla conoscenza diretta dell’artista di alcune di queste nevrosi: di cosa ho fame? è la semplice domanda da porsi; di che cosa si ha davvero fame? Qual è il vero bisogno?
Nessuno mangia per soddisfare semplicemente la fame biologica, spesso si assume cibo in maniera incontrollata indipendentemente dal senso di fame e da quello di sazietà. Come dire, mescoliamo emozioni e cibo, e usiamo quest'ultimo per far fronte alle emozioni.
Può essere complicato guardare alle nostre emozioni per quelle che sono (tristezza, paura, contrarietà, delusione, rabbia) e riuscire ad esprimerle, ma non essendo chiari e onesti verso sé stessi si rischia di innescare circoli viziosi.
Questa “psicoplasticità”, ovvero l’esprimere la stessa sofferenza psichica con comportamenti solo apparentemente diversi, ma che riconoscono la stessa dinamica di fondo, si articola negli appetiti più diversi, fame di giustizia, d’amore, di sesso, di successo.
Perché tanta gente cerca disperatamente il cosiddetto "posto al sole"? Perché cercare di diventare "qualcuno"? Ricerca legittima, se compiuta onestamente e coi propri meriti, ma non si fa nulla senza una motivazione, conscia o inconscia che sia. Ricercare certi ruoli di "prestigio" può far sentire appagati, perché si ricevono quegli apprezzamenti tanto cercati e soprattutto perché si è al centro dell'attenzione: se poi in realtà gli apprezzamenti siano finti e dovuti al ruolo e non alla persona, alla sua identità profonda, poco importa. Si continua così, a cercare “carezze” nella vita nei modi in cui esse sono state vissute nell'infanzia. Quante persone sono disposte a tutto per un minimo di riconoscimento?
Autori come Franz Kafka e Knut Hamsun hanno creato personaggi in cui la fame o il digiuno si autorappresentano nel momento stesso in cui soddisfano o tendono a soddisfare un bisogno di espressione: la fame è insieme oggetto e soggetto di rappresentazione, ossia è ciò che viene messo in scena e ciò che permette di allestire quella stessa scena, di rappresentare.
La mostra occupa gli spazi Atrio e Foyer di palazzo Roccella e si articola in opere visive ed un’installazione: la forza ed il potere simbolico dei quadri infatti trova dialogo con gli elementi installativi secondo una logica di verticalità, un moto ascendente che partendo dal terreno, luogo della concreta durezza dei freddi numeri, sale lungo le pareti verso una forma visiva di sublimazione della pena.
Monica Marioni torna a Napoli a nove anni di distanza dal suo debutto espositivo avvenuto proprio nella città partenopea, nell’ambito di una collettiva allestita presso palazzo Crispi. Da allora ha esposto con continuità in Italia ed all’estero, lavorando con nomi quali Vittorio Sgarbi, Oliver Orest Tschirky, Ivan Quaroni.
In ogni sua forma, l'attenzione artistica di Marioni è sempre concentrata sulla figura umana, che rappresenta con una vasta e varia gamma espressiva: nudi asciutti e taglienti; donne intense, altere, sicure di se; ritratti ed autoritratti di un profondo spessore psicologico; scene quotidiane rese surreali che chiamano l'osservatore ad assumere quasi una posizione di interprete psicoanalitico.
FAME! è il frutto di un percorso anzitutto autobiografico, è l’articolare in forme universali un bisogno personale di Monica Marioni, frutto della profonda esperienza di una fame creativa così profonda e strutturale da richiedere dissimulazione. Come in chi mastichi qualcosa che permetta di ingannare la fame, tale inquietudine viene parzialmente acquietata nel creare un immaginario altro da quello dell’io reale. L’affabulazione narrativa diventa nell’artista un inventare che porta avanti la fabula a partire da una cronica assenza di sazietà e di cibo.
Il progetto giungerà a Napoli dopo l’allestimento milanese di Museo Fondazione Luciana Matalon, previsto per agosto. Per la sua natura itinerante e site specific FAME! sarà presentato nella città partenopea con un allestimento profondamente mutato, al punto da risultare inedito.
FAME! è un'esposizione unica che nasce dalla capacità di Monica Marioni di mettersi in gioco sorprendendo, innovando e sperimentando. FAME!evidenzia il lato oscuro del nutrirsi nel pianeta, riportando l’attenzione sui disturbi e le nevrosi legate al cibo e per estensione ad ogni altro tipo di appetito che sperimentiamo quotidianamente, per il successo, il denaro, il sesso e così via.
FAME! nasce dalla conoscenza diretta dell’artista di alcune di queste nevrosi: di cosa ho fame? è la semplice domanda da porsi; di che cosa si ha davvero fame? Qual è il vero bisogno?
Nessuno mangia per soddisfare semplicemente la fame biologica, spesso si assume cibo in maniera incontrollata indipendentemente dal senso di fame e da quello di sazietà. Come dire, mescoliamo emozioni e cibo, e usiamo quest'ultimo per far fronte alle emozioni.
Può essere complicato guardare alle nostre emozioni per quelle che sono (tristezza, paura, contrarietà, delusione, rabbia) e riuscire ad esprimerle, ma non essendo chiari e onesti verso sé stessi si rischia di innescare circoli viziosi.
Questa “psicoplasticità”, ovvero l’esprimere la stessa sofferenza psichica con comportamenti solo apparentemente diversi, ma che riconoscono la stessa dinamica di fondo, si articola negli appetiti più diversi, fame di giustizia, d’amore, di sesso, di successo.
Perché tanta gente cerca disperatamente il cosiddetto "posto al sole"? Perché cercare di diventare "qualcuno"? Ricerca legittima, se compiuta onestamente e coi propri meriti, ma non si fa nulla senza una motivazione, conscia o inconscia che sia. Ricercare certi ruoli di "prestigio" può far sentire appagati, perché si ricevono quegli apprezzamenti tanto cercati e soprattutto perché si è al centro dell'attenzione: se poi in realtà gli apprezzamenti siano finti e dovuti al ruolo e non alla persona, alla sua identità profonda, poco importa. Si continua così, a cercare “carezze” nella vita nei modi in cui esse sono state vissute nell'infanzia. Quante persone sono disposte a tutto per un minimo di riconoscimento?
Autori come Franz Kafka e Knut Hamsun hanno creato personaggi in cui la fame o il digiuno si autorappresentano nel momento stesso in cui soddisfano o tendono a soddisfare un bisogno di espressione: la fame è insieme oggetto e soggetto di rappresentazione, ossia è ciò che viene messo in scena e ciò che permette di allestire quella stessa scena, di rappresentare.
La mostra occupa gli spazi Atrio e Foyer di palazzo Roccella e si articola in opere visive ed un’installazione: la forza ed il potere simbolico dei quadri infatti trova dialogo con gli elementi installativi secondo una logica di verticalità, un moto ascendente che partendo dal terreno, luogo della concreta durezza dei freddi numeri, sale lungo le pareti verso una forma visiva di sublimazione della pena.
Monica Marioni torna a Napoli a nove anni di distanza dal suo debutto espositivo avvenuto proprio nella città partenopea, nell’ambito di una collettiva allestita presso palazzo Crispi. Da allora ha esposto con continuità in Italia ed all’estero, lavorando con nomi quali Vittorio Sgarbi, Oliver Orest Tschirky, Ivan Quaroni.
In ogni sua forma, l'attenzione artistica di Marioni è sempre concentrata sulla figura umana, che rappresenta con una vasta e varia gamma espressiva: nudi asciutti e taglienti; donne intense, altere, sicure di se; ritratti ed autoritratti di un profondo spessore psicologico; scene quotidiane rese surreali che chiamano l'osservatore ad assumere quasi una posizione di interprete psicoanalitico.
FAME! è il frutto di un percorso anzitutto autobiografico, è l’articolare in forme universali un bisogno personale di Monica Marioni, frutto della profonda esperienza di una fame creativa così profonda e strutturale da richiedere dissimulazione. Come in chi mastichi qualcosa che permetta di ingannare la fame, tale inquietudine viene parzialmente acquietata nel creare un immaginario altro da quello dell’io reale. L’affabulazione narrativa diventa nell’artista un inventare che porta avanti la fabula a partire da una cronica assenza di sazietà e di cibo.
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