Sol LeWitt. L'artista e i suoi artisti

Sol LeWitt, Progressions in square, 2005

 

Dal 15 Dicembre 2012 al 01 Aprile 2013

Napoli

Luogo: Museo Madre

Indirizzo: via Settembrini 79

Orari: da lunedì a sabato 10.30-19.30; domenica 10-23; chiuso martedì

Curatori: Adachiara Zevi

Enti promotori:

  • Fondazione Donnaregina
  • Regione Campania

Costo del biglietto: intero euro 7, ridotto euro 3.50

Telefono per informazioni: +39 081 19313016

E-Mail info: info@museomadre.it

Sito ufficiale: http://www.museomadre.it


Dal 14 dicembre 2012 all’1 aprile 2013 il Museo MADRE di Napoli ospita la mostra “Sol LeWitt. L’artista e i suoi artisti”, a cura di Adachiara Zevi. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Donnaregina e sostenuta dalla Regione Campania, è in parte frutto della partnership con il Centre ? Pompidou di Metz e con la LeWitt Collection di Chester, Connecticut. 
Dopo Napoli, dove è esposta per la prima volta in Europa, la collezione di Sol LeWitt sarà allestita a Metz dal 19 aprile al 29 luglio 2013.

La mostra è il primo omaggio museale italiano reso a questo grande protagonista dell’arte contemporanea internazionale (LeWitt nasce a Hartford, Connecticut nel 1928) dalla sua scomparsa nel 2007 a New York, a 78 anni. Come suggerisce il titolo, l’esposizione intende mostrare il carattere polimorfo e variegato dell’attività artistica di LeWitt. 
A differenza di un’antologica organizzata secondo rigidi criteri cronologici, la mostra di Napoli illustra con originalità un percorso artistico di quasi 50 anni suddividendolo in tre sezioni, corrispondenti ad altrettanti nuclei tematici, con opere inedite progettate dall’artista e realizzate oggi dai suoi assistenti, con opere mai esposte al pubblico precedentemente, con opere infine di altri artisti ma collezionate da LeWitt. 

La prima sezione, completamente inedita, è costituita da cinque wall drawings (disegni murali) selezionati in collaborazione con la LeWitt Collection appositamente per lo spazio del MADRE, progettati dall’artista nel 2007 e mai eseguiti precedentemente. Sono “Scribbles”, l’ultimo ciclo cui si è dedicato LeWitt. Adottano la matita nera dei primi wall drawings degli anni ’70 ma, diversamente da allora, non per rendere il disegno “il più bidimensionale possibile” ma, agli antipodi, per distaccarlo dalla parete nel modo più illusionistico attraverso matasse di segni più o meno densi e chiaroscurati. Come stabilito nel prontuario dei wall drawings redatto da LeWitt nel 1970, il progetto dell’opera è appannaggio dell’artista mentre la sua realizzazione è affidata agli assistenti che, pur seguendo scrupolosamente le sue istruzioni, rendono ogni disegno diverso dall’altro. Per la mostra di Napoli, un disegnatore specializzato inviato dalla LeWitt Collection, coadiuvato da giovani assistenti locali, è al lavoro da tempo sulle pareti del museo. 

La seconda sezione della mostra consiste di 47 opere di LeWitt appartenenti prevalentemente a collezioni napoletane: disegni, guaches e le sculture che coprono un arco temporale dagli esordi nel ’68 ai giorni nostri. Nel 1975, con la mostra alla Modern Art Agency di Lucio Amelio, inizia l’assidua frequentazione della città partenopea da parte dell’artista, che crescerà nel corso degli anni ’80 quando si trasferirà con la famiglia a vivere per alcuni anni in Italia, a Spoleto. La moglie Carol Androccio è del resto originaria di Praiano e la sua casa natale ospita oggi esemplari straordinari di wall drawings e una scultura che sarà esposta in mostra. Oltre che nelle collezioni private, le opere di LeWitt sono visibili a Napoli nel Museo di Capodimonte, nel Museo Madre, nella stazione della Metropolitana Materdei, alla Città della Scienza e nella Fondazione Morra Greco. 

La terza sezione, infine, frutto della collaborazione con il Centre ? Pompidou di Metz, espone 95 opere, ovvero una parte rilevante della collezione privata di Sol LeWitt. 
Collezionare opere di altri artisti non è mai stato per LeWitt un hobby o una attività di secondo piano, ma un impegno a tempo pieno, esattamente come disegnare, progettare i wall drawings, realizzare le strutture tridimensionali. 
Iniziata nel 1960, la collezione, custodita oggi presso la Fondazione di Chester, annovera circa 4000 pezzi: frutto di scambi con artisti, con galleristi, soprattutto di acquisti. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un artista dal rigore proverbiale, minimalista, astrattista e teorico dell’arte concettuale, la sua collezione è onnivora, a 360 gradi, e include artisti di tutti i paesi e di tutte le tendenze, dai compagni di strada minimalisti e concettuali, sia europei sia statunitensi, agli artisti pop, neo?espressionisti, della Transavanguardia. Consistente è anche il nucleo di opere di artisti italiani, da Boetti a Merz, da Kounellis a Paolini, da Salvo a Chia a Tirelli; colleghi e amici frequentati nel corso delle lunghe e regolari permanenze dell’artista nel nostro paese. La collezione consente di ripercorrere l’intera storia dell’arte internazionale dal secondo dopoguerra attraverso l’occhio acuto, sensibile e generoso di un suo grande protagonista. 

Il percorso espositivo all’interno del Museo MADRE cerca allo stesso tempo di distinguere e di fondere i tre diversi momenti della vita artistica e personale di LeWitt. 

Accompagna la mostra il volume di Adachiara Zevi “L’Italia nei wall drawings di Sol LeWitt", pubblicato da Electa. Il volume, il cui lavoro di ricerca ha contribuito al progetto della mostra al MADRE, è il catalogo generale di tutti i wall drawings realizzati dall’artista in Italia dal 1969 fino a oggi, letti attraverso il filtro dell’influenza, riconosciuta dallo stesso LeWitt, dell’arte e degli artisti italiani sul suo lavoro. Il libro contiene anche l’intervista inedita rilasciata da LeWitt all’autrice nel 2006, la sua ultima intervista.

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