Cristian Chironi. Open
Dal 31 Gennaio 2014 al 02 Marzo 2014
Nuoro
Luogo: MAN - Museo d'Arte Provincia di Nuoro
Indirizzo: via Sebastiano Satta 27
Orari: da martedì a domenica 10-13/ 15-20
Costo del biglietto: intero € 3, ridotto € 2 (dai 18 ai 25 anni), gratuito under 18 e over 60 e ultime domeniche del mese
Telefono per informazioni: +39 0784 252110
E-Mail info: nuoro.museoman@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.museoman.it
“Cristian Chironi. Open” è un progetto del Museo MAN di Nuoro in collaborazione con la Fondation Le Corbusier di Parigi. Incentrato sull’analisi di problematiche di carattere comunicativo e sociale in relazione alla contaminazione dei linguaggi, il progetto prevede la realizzazione di una mostra al Museo MAN di Nuoro, dal titolo Broken English, lo sviluppo di un secondo progetto espositivo, My house is a Le Corbusier, da realizzarsi nell'autunno del 2014, e la pubblicazione di un libro, edito da NERO, a integrazione e documentazione delle due diverse esperienze.
OPEN #1: Broken English
“Broken English” è il titolo della mostra di Cristian Chironi al Museo MAN. Il termine indica le varianti incerte della lingua inglese, terminologie mal strutturate perlopiù coniate da soggetti non di madrelingua. Varianti che, all’interno del progetto, da semplici elementi del linguaggio diventano immagini, oggetti, suoni, video, testi, installazioni e azioni declinate in un percorso espositivo multidisciplinare che integra problematiche linguistiche (comunicazione, contaminazione, dis-identità) con quesiti di carattere socio-economico. Il progetto scaturisce dall’emersione di alcune domande fondamentali: Una società che possiede diverse lingue, dunque diverse forme di espressione, è più o meno forte, più o meno ricca, di una società che ne possiede una soltanto? È ipotizzabile l’esistenza al mondo di una sola lingua, di un solo mercato, di una sola moneta?
Oltre che dall’individuazione di una serie di episodi linguistici significativi, l’esposizione al Museo Man muove dalla rilettura di una figura importante per la Sardegna del XIX secolo: l’ingegnere gallese Banjamin Piercy, che realizzò la prima linea ferroviaria dell’isola. Visse a lungo in Sardegna, dove arrivò a possedere varie tenute, tra cui Villa Piercy, immersa in un magnifico parco all’inglese al centro della Sardegna, che abitò con la sua famiglia. Nel parco, insieme a specie autoctone, vivono ancora oggi piante di diversa provenienza: l’abete greco, l’abete del Caucaso, l’abete di Spagna, il cedro dell’Himalaya. Oltre alle piante, Piercy importò dall’estero anche animali per migliorare la razza suina, ovina e caprina locale, ogni volta creando nuovi incroci più resistenti e redditizi. Nel quadro del progetto, la vicenda di Piercy assume importanza per la sua capacità di innescare processi virtuosi di creazione di nuovi soggetti identitari, nati dall’incontro tra caratteristiche, usanze e conoscenze inglesi e sarde. A fare da sfondo l’idea che non nella purezza, bensì nell’intreccio, nell’incontro – di culture, di lingue, di usanze, di mestieri, di tecniche – si possano cogliere i semi della vita e sviluppare i potenziali.
OPEN #2: My house is a Le Corbusier
“My house is a Le Corbusier” è il titolo della seconda mostra di Cristian Chironi all’interno del programma “Open”. Il progetto, da realizzarsi nell’autunno del 2014, trae spunto da un fatto realmente accaduto a Orani (NU), paese di origine di Chironi. Nei primi anni Settanta l'artista Costantino Nivola, amico di Le Corbusier e suo collaboratore, giunse a Orani con in mano il progetto di una casa realizzato dal grande architetto per il nipote di Costantino, Daniele Nivola (di mestiere muratore), come regalo di nozze. La storia della modificazione del progetto da parte di Daniele – ignaro della fama dell’architetto e insensibile alle raccomandazioni dello zio artista circa la necessità di eseguire pedissequamente le indicazioni del progetto – è un esempio singolare di contaminazione, di mistura di linguaggi architettonici popolari, spontanei, e di linguaggi colti. Daniele infatti non rispettò le volontà di Nivola, piegando il progetto di Le Corbusier alle proprie esigenze. "E dae uve intravo chi non juchiat ne jannas e ne portellos” (ma da dove entravo che non aveva ne porte ne finestre ?)". Pare sia stata questa la risposta alle proteste di Costantino.
Partendo dall’analisi delle dinamiche relazionali che hanno determinato l’episodio e dallo studio degli esiti architettonici della casa di Orani, sviluppata applicando un pensiero critico funzionale ai principi modernisti di Le Corbusier, il progetto di Chironi nuovamente intreccia riflessioni su aspetti linguistici fondativi e sulle conseguenti implicazioni socio-economiche.
Cristian Chironi (1974) è artista e performer. Ha esposto in musei e gallerie, sia in Italia che all'estero, tra cui PAC Ferrara, Macro Pelanda Roma; Museum of Modern and Contemporary Art Rijeka; Marca - Museo d'arte di Catanzaro; Tongji University in Shanghai; Tokyo University of the Arts Competition Yokohama; Akbank Sanat and Istanbul Bilgi University Istanbul; Galleria Comunale di Monfalcone, Appetite Gallery Buenos Aires; Art Biennale Praga. Molti i festival di Performig Arts a cui ha partecipato: LE FAR° Festival des arts vivants Nyon; Burning Ice Kaai Theater/studio’s Bruxel; CORPUS.Arte in azione Museo Madre Napoli; Le soirées nomades de la Fondation Cartier Paris; Les urbaines Festival des créations émergentes Lausanne; Trama Fundacao Serralves Porto; Festival Internazionale della performance Trento; Mirfestival Atene; transACTION Munchen; Uovo performing arts festival Milan; Plateaux Festival Frankfurt; Oltrarno Atelier Festival Cango Florence; Living Room Xing/Raum Bologna.
OPEN #1: Broken English
“Broken English” è il titolo della mostra di Cristian Chironi al Museo MAN. Il termine indica le varianti incerte della lingua inglese, terminologie mal strutturate perlopiù coniate da soggetti non di madrelingua. Varianti che, all’interno del progetto, da semplici elementi del linguaggio diventano immagini, oggetti, suoni, video, testi, installazioni e azioni declinate in un percorso espositivo multidisciplinare che integra problematiche linguistiche (comunicazione, contaminazione, dis-identità) con quesiti di carattere socio-economico. Il progetto scaturisce dall’emersione di alcune domande fondamentali: Una società che possiede diverse lingue, dunque diverse forme di espressione, è più o meno forte, più o meno ricca, di una società che ne possiede una soltanto? È ipotizzabile l’esistenza al mondo di una sola lingua, di un solo mercato, di una sola moneta?
Oltre che dall’individuazione di una serie di episodi linguistici significativi, l’esposizione al Museo Man muove dalla rilettura di una figura importante per la Sardegna del XIX secolo: l’ingegnere gallese Banjamin Piercy, che realizzò la prima linea ferroviaria dell’isola. Visse a lungo in Sardegna, dove arrivò a possedere varie tenute, tra cui Villa Piercy, immersa in un magnifico parco all’inglese al centro della Sardegna, che abitò con la sua famiglia. Nel parco, insieme a specie autoctone, vivono ancora oggi piante di diversa provenienza: l’abete greco, l’abete del Caucaso, l’abete di Spagna, il cedro dell’Himalaya. Oltre alle piante, Piercy importò dall’estero anche animali per migliorare la razza suina, ovina e caprina locale, ogni volta creando nuovi incroci più resistenti e redditizi. Nel quadro del progetto, la vicenda di Piercy assume importanza per la sua capacità di innescare processi virtuosi di creazione di nuovi soggetti identitari, nati dall’incontro tra caratteristiche, usanze e conoscenze inglesi e sarde. A fare da sfondo l’idea che non nella purezza, bensì nell’intreccio, nell’incontro – di culture, di lingue, di usanze, di mestieri, di tecniche – si possano cogliere i semi della vita e sviluppare i potenziali.
OPEN #2: My house is a Le Corbusier
“My house is a Le Corbusier” è il titolo della seconda mostra di Cristian Chironi all’interno del programma “Open”. Il progetto, da realizzarsi nell’autunno del 2014, trae spunto da un fatto realmente accaduto a Orani (NU), paese di origine di Chironi. Nei primi anni Settanta l'artista Costantino Nivola, amico di Le Corbusier e suo collaboratore, giunse a Orani con in mano il progetto di una casa realizzato dal grande architetto per il nipote di Costantino, Daniele Nivola (di mestiere muratore), come regalo di nozze. La storia della modificazione del progetto da parte di Daniele – ignaro della fama dell’architetto e insensibile alle raccomandazioni dello zio artista circa la necessità di eseguire pedissequamente le indicazioni del progetto – è un esempio singolare di contaminazione, di mistura di linguaggi architettonici popolari, spontanei, e di linguaggi colti. Daniele infatti non rispettò le volontà di Nivola, piegando il progetto di Le Corbusier alle proprie esigenze. "E dae uve intravo chi non juchiat ne jannas e ne portellos” (ma da dove entravo che non aveva ne porte ne finestre ?)". Pare sia stata questa la risposta alle proteste di Costantino.
Partendo dall’analisi delle dinamiche relazionali che hanno determinato l’episodio e dallo studio degli esiti architettonici della casa di Orani, sviluppata applicando un pensiero critico funzionale ai principi modernisti di Le Corbusier, il progetto di Chironi nuovamente intreccia riflessioni su aspetti linguistici fondativi e sulle conseguenti implicazioni socio-economiche.
Cristian Chironi (1974) è artista e performer. Ha esposto in musei e gallerie, sia in Italia che all'estero, tra cui PAC Ferrara, Macro Pelanda Roma; Museum of Modern and Contemporary Art Rijeka; Marca - Museo d'arte di Catanzaro; Tongji University in Shanghai; Tokyo University of the Arts Competition Yokohama; Akbank Sanat and Istanbul Bilgi University Istanbul; Galleria Comunale di Monfalcone, Appetite Gallery Buenos Aires; Art Biennale Praga. Molti i festival di Performig Arts a cui ha partecipato: LE FAR° Festival des arts vivants Nyon; Burning Ice Kaai Theater/studio’s Bruxel; CORPUS.Arte in azione Museo Madre Napoli; Le soirées nomades de la Fondation Cartier Paris; Les urbaines Festival des créations émergentes Lausanne; Trama Fundacao Serralves Porto; Festival Internazionale della performance Trento; Mirfestival Atene; transACTION Munchen; Uovo performing arts festival Milan; Plateaux Festival Frankfurt; Oltrarno Atelier Festival Cango Florence; Living Room Xing/Raum Bologna.
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