Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri

© Civita Sicilia - Giacomo D'Aguanno | Antonino Leto, Saline di Trapani, 1881 ca. Olio su tela, 50,3×84 cm. Palermo, Galleria d'Arte Moderna

 

Dal 13 Ottobre 2018 al 10 Febbraio 2019

Palermo

Luogo: Galleria d’Arte Moderna

Indirizzo: via Sant'Anna 21

Orari: dal martedì alla domenica ore 9.30-18.30. Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima

Curatori: Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca, Antonella Purpura, Gioacchino Barbera

Enti promotori:

  • Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura
  • Galleria d’Arte Moderna E. Restivo

Costo del biglietto: Intero € 10, Ridotto € 7 per gruppi (minimo 15 persone), visitatori tra i 19 e i 25 anni, maggiori di 65 anni, titolari di apposite convenzioni. Gratuito per visitatori fino ai 18 anni, scolaresche, 1 accompagnatore per classe, visitatori diversamente abili con accompagnatore, studenti dell’Accademia Belle Arti di Palermo, giornalisti (iscritti all’Albo o accreditati), soci ICOM, guide turistiche. Cumulativo Mostra+Museo € 12

Telefono per informazioni: +39 091.8431605

E-Mail info: info@gampalermo.it

Sito ufficiale: http://https://www.gampalermo.it



A oltre dieci anni dalla memorabile rassegna dedicata a Francesco Lojacono che ha rappresentato una svolta decisiva per la valorizzazione della pittura dell’Ottocento in Sicilia, con la mostra dedicata ad Antonio Leto (Monreale 1844 – Capri 1913), che sarà aperta al pubblico nella Galleria d’Arte Moderna di Palermo dal 13 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019, si intende restituire la statura europea che gli compete anche all’altro grande protagonista della pittura in Sicilia. 
Appartenenti alla stessa generazione - Leto è sei anni più giovane di Lojacono - i due pittori hanno avuto una vicenda analoga, entrambi affermatisi come interpreti di una straordinaria visione mediterranea del paesaggio, declinato in uno stile che si è confrontato, dai Macchiaioli agli Impressionisti, con i grandi movimenti moderni europei.

Curata da Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca, Antonella Purpura e Gioacchino Barbera, la mostra“Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri” è promossa dal Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura, dalla Galleria d’Arte Moderna E. Restivo, in occasione di Palermo Capitale della Cultura 2018. L’organizzazione è affidata a Civita. Il Catalogo è edito da Silvana Editoriale
 
Con circa 100 opere, la mostra sarà la grande occasione per riconsiderare Leto, nel suo articolato percorso artistico, che lo ha visto formarsi innanzitutto a Napoli, dove si recò nel 1864, attratto dalla pittura di Giuseppe De Nittis e dalle proposte della "Scuola di Resina" che, sulla scorta della lezione macchiaiola divulgata da Adriano Cecioni, sosteneva una resa naturalistica svincolata dal descrittivismo analitico di Filippo Palizzi. Vincendo il “Pensionato Artistico” Leto si trasferisce prima a Roma nel 1875 e poi a Firenze, tra il 1876 e il 1878, dove collabora con la Galleria Pisaniche diventa il maggior acquirente della produzione di quegli anni. 
Il soggiorno a Parigi è decisivo per l’affermazione sul mercato internazionale e, invitato dal mercante Goupil, vi si trasferisce nel 1879.  Di questo periodo rimane la suggestione dei bellissimi dipinti con scene di vita parigina come Vecchia Parigi(già collezione Società Edison), BougivaleLe bois de Boulogne, espressioni accattivanti dei nuovi gusti della clientela borghese.  
Uno dei momenti fondamentali e più appassionanti della mostra, anche dal punto di vista storico, sarà la ricostruzione dell’eccezionale rapporto tra Leto e la famiglia Florio, che sono stati i suoi maggiori mecenati. Questo consentirà di vedere in una nuova e speciale prospettiva la mitica epoca della Palermo Liberty o modernista e riflettere sulla complessità – attraverso opportuni confronti - di capolavori come La mattanza a Favignana, uno dei dipinti più intensi del nostro Ottocento che, nella sua coinvolgente dimensione epica, rimanda alle pagine de I Malavoglia di Verga.
Una particolare attenzione sarà riservata anche alla consacrazione nazionale del pittore attraverso gli acquisti da parte della casa reale e dello stato. Verrà riconsiderata in ogni sua fase, attraverso l’esposizione degli straordinari studi preparatori, la complessa e appassionante genesi di un altro suo capolavoro I funari di Torre del Greco che venne presentato all’ Esposizione Nazionale di Roma del 1883, oggetto di acquisizione pubblica per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

In quest’opera, messa a confronto con il dipinto di analogo soggetto, realizzato da Gioacchino Toma un anno prima, troviamo una dimensione epica determinata dalla rappresentazione e dalla riflessione sul mondo del lavoro nell’Italia postunitaria.
Sarà ricostruita una parte della produzione presentata alle Biennali di Venezia, in particolare quelle del 1910 e del 1924 che lo consacravano definitivamente a livello internazionale e lo inserivano nel circuito del collezionismo più prestigioso. La sua fama in questo ambito è legata soprattutto a paesaggi con vedute di Capri e per la prima volta sarà presentato uno dei capolavori di Leto, Dietro la piccola marina a Capri, originariamente acquistato dal principe Costantino di Grecia alla IX Biennale di Venezia.
Capri fu il luogo dove amò ritirarsi definitivamente a partire dal 1890 con una scelta artistica e di vita condivisa con altri protagonisti della pittura moderna tra Otto e Novecento.  Nel 1892 fonda il “Circolo Artistico” di Capri, insieme ad Augusto Lovatti, Bernardo Hay ed altri artisti, che scelgono come sede delle loro mostre l’Hotel Quisisana. In quest’isola ispiratrice delle sue creazioni dove consuma l’ultima stagione della sua vita, Leto salda una pittura più densa e corposa, a macchia, dai forti contrasti di ombre e luci, come si evince dalle opere Veduta dal giardino dall’Hotel PaganoI Faraglioni a Capri, entrambe concesse dalla Galleria Ricci-Oddi di Piacenza.
Leto ha saputo rendere, con uno stile davvero personale, l’atmosfera e la luce uniche di quell’isola incantata che, in quegli anni di transizione del secolo, anche attraverso la pittura, stava entrando nell’immaginario universale.
  
 

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