Doppiosogno - Daniela Balsamo. Anomalie / Rori Palazzo. Metabole
Dal 05 Gennaio 2023 al 29 Gennaio 2023
Palermo
Luogo: Riso - Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo
Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 365
Curatori: Giulia Ingarao
Telefono per informazioni: +39 091 587717
E-Mail info: museo.arte.riso@regione.sicilia.it
Sito ufficiale: http://www.museoartecontemporanea.it
Riso. Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo presenta il progetto espositivo Doppiosogno, ideato da ruber.contemporanea.
Due mostre individuali delle artiste Daniela Balsamo e Rori Palazzo che, a partire dall’intreccio speculare di sogno e realtà, icasticamente raccontato da Arthur Schnitzler, tracciano due percorsi espositivi che si muovono su binari paralleli. Il tema dominante, sviluppato in modo personale da entrambe le artiste, è proprio la rappresentazione inverosimile del reale, attraverso metamorfosi, effetti stranianti e immagini oniriche tanto presenti da sembrare reali. Una ricerca che risponde alla condizione effimera del momento storico che viviamo, nel quale il sogno si sostituisce alla vita reale, il confine tra scienza e mito diventa sempre più sottile e la condizione stessa dell’umanità si muove nell’incertezza.
Anomalie di Daniela Balsamo e Metabole di Rori Palazzo sono variazioni di uno stesso tema che acquista significato e forma spesso antitetici nella ricerca delle artiste. Si tratta di due mostre autonome che si sviluppano contemporaneamente in spazi espositivi distinti collocati nei due piani di Palazzo Belmonte Riso.
Rori Palazzo. Metabole
Gettare lo sguardo oltre, μεταβάλλω, ovvero mutamento, trasferimento, variazione. Le fotografie di Rori Palazzo sono metabole del reale che raccontano ciò che non possiamo vedere ma che nel prendere forma sollecitano il desiderio di ambiguità e svelamento. Le composizioni immaginifiche messe in scena nei suoi tableaux photographiques appaiono radicate in un rigore estetico che ci consente di indugiare nel dettaglio di ciò che è rappresentato per andare oltre il limite della forma e accogliere la narrazione simbolica propria del mito.
I corpi dal volto trasfigurato e le figure femminili miste rimandano ad un immaginario mitologico ampio – Circe, Sibylla, Atena, Acanto, Proserpina, Dafne -, assunto come linguaggio in grado di indagare i valori chiave dell’esistenza, la complessità della condizione umana, il dramma psicologico dei ruoli e delle identità sessuali, la possibile trasmutazione in altro.
Il percorso espositivo presentato è un viaggio iniziatico che dall’origine – serie Metabole Alfa – passa attraverso le opere esposte nella seconda sala, intitolata Odòs, ovvero strada/cammino, per giungere alla morte avendo fatto esperienza del senso di perdita e negazione. Nell’ultima sala- serie Metabole Omega -, dopo una lotta con il corpo e i suoi limiti, la figura velata di bianco ritorna all’origine, appare in croce dentro una casa di velo che la avvolge come cavità amniotica. Il bianco che chiude il percorso diventa varco, luce: si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime (La trasfigurazione, Marco, 9, v. 16).
Al centro della ricerca di queste ultime serie realizzate da Rori Palazzo tra il 2021 e il 2022 vi è il corpo femminile che assume forme e funzioni diverse attraverso la prospettiva di sguardo: è contenitore, luogo di metamorfosi, specchio dell’orrore, possibilità di cambiamento. L’identità è indagata attraverso il corpo sul quale l’artista proietta angosce, ricordi e desiderio di riscatto. L’assenza poi si sostituisce alla memoria e appende ad un filo sottile l’immagine di ciò che è stato, mentre una mano accarezza le lacrime e un’alta, più violenta, strappa i veli (dal testo critico di Giulia Ingarao).
Daniela Balsamo. Anomalie
È un mondo che va oltre il nostro presente quello che Daniela Balsamo mette in scena in questo viaggio attraverso il tempo, in un futuro possibile e immaginifico. La natura mostra la sua potenza e la sua forza rigeneratrice mentre la figura umana sembra progressivamente scomparire.
In un processo inesorabile prende possesso prima dei manufatti umani trasformandoli, li conforma a sé stessa, si insinua negli spazi costruiti dall’uomo e ci si ambienta come un camaleonte assume le forme e i colori in cui si trova. Non è l’arte a imitare la natura, ma la natura a imitare l’arte per farla sua, definitivamente.
Ne scaturiscono le anomalie, irregolarità, difformità dalla regola e della struttura. I soggetti che l’artista rappresenta sembrano apparentemente usuali: raffigurazioni di oggetti, scorci, spazi umani che a ben guardare rivelano delle bizzarrie in stridente contrasto con la normalità.
Sculture barocche in cui insetti e piccoli animali si mimetizzano tra putti e ghirlande, fiori mostruosi e magnifici dentro vasi impalpabili si accompagnano a primordiali forme fluttuanti, e ancora vermi e molluschi irrompono anche sopra tavole imbandite. Comincia così l’invasione della natura, che sempre più prende campo fino ad occupare gli spazi umani: i luoghi rassicuranti e ormai disabitati che conosciamo, diventano lande e antri; l’acqua invade, gli uccelli occupano le case e fanno festa, agenti atmosferici si manifestano dentro ambienti chiusi e apparentemente tranquillizzanti. L’angoscia di un processo che sempre più temiamo in cui la natura può ingoiare tutto rivelando la nostra piccolezza, lascia il posto allo stupore di quello che la natura, terribile e meravigliosa può fare. Nascono paesaggi inediti in cui esseri marini e terrestri si fondono creando foreste rigogliose e conturbanti, dove convivono vulcani e forme vegetali aliene.
La pittura ad olio è materica e luminosa e allo stesso tempo precisa e attenta al dettaglio; nella rappresentazione di oggetti barocchi e di ambienti eleganti e raffinati, si respirano atmosfere intrise di decadentismo simbolista, mentre le nature morte guardano alla pittura di genere, al gusto di indugiare nel particolare. Nei paesaggi, invece, la tavolozza cromatica diventa sempre più connotata, gli accostamenti si fanno più forti e a volte quasi acidi: si diffonde una condizione di sospensione artificiale in cui forme e colori assumono un tono psichedelico.
In queste opere Daniela Balsamo materializza la minaccia di una natura che avanza ineluttabile mentre l’umano scompare, in un processo metamorfico in cui nulla si distrugge, ma la vita si trasforma ricreandosi incessantemente in forme sovraumane e strabilianti (dal testo critico di Caterina Spina).
Opening 5.01.2023 ore 18.30 – Museo Riso, Ala nuova II piano
Due mostre individuali delle artiste Daniela Balsamo e Rori Palazzo che, a partire dall’intreccio speculare di sogno e realtà, icasticamente raccontato da Arthur Schnitzler, tracciano due percorsi espositivi che si muovono su binari paralleli. Il tema dominante, sviluppato in modo personale da entrambe le artiste, è proprio la rappresentazione inverosimile del reale, attraverso metamorfosi, effetti stranianti e immagini oniriche tanto presenti da sembrare reali. Una ricerca che risponde alla condizione effimera del momento storico che viviamo, nel quale il sogno si sostituisce alla vita reale, il confine tra scienza e mito diventa sempre più sottile e la condizione stessa dell’umanità si muove nell’incertezza.
Anomalie di Daniela Balsamo e Metabole di Rori Palazzo sono variazioni di uno stesso tema che acquista significato e forma spesso antitetici nella ricerca delle artiste. Si tratta di due mostre autonome che si sviluppano contemporaneamente in spazi espositivi distinti collocati nei due piani di Palazzo Belmonte Riso.
Rori Palazzo. Metabole
Gettare lo sguardo oltre, μεταβάλλω, ovvero mutamento, trasferimento, variazione. Le fotografie di Rori Palazzo sono metabole del reale che raccontano ciò che non possiamo vedere ma che nel prendere forma sollecitano il desiderio di ambiguità e svelamento. Le composizioni immaginifiche messe in scena nei suoi tableaux photographiques appaiono radicate in un rigore estetico che ci consente di indugiare nel dettaglio di ciò che è rappresentato per andare oltre il limite della forma e accogliere la narrazione simbolica propria del mito.
I corpi dal volto trasfigurato e le figure femminili miste rimandano ad un immaginario mitologico ampio – Circe, Sibylla, Atena, Acanto, Proserpina, Dafne -, assunto come linguaggio in grado di indagare i valori chiave dell’esistenza, la complessità della condizione umana, il dramma psicologico dei ruoli e delle identità sessuali, la possibile trasmutazione in altro.
Il percorso espositivo presentato è un viaggio iniziatico che dall’origine – serie Metabole Alfa – passa attraverso le opere esposte nella seconda sala, intitolata Odòs, ovvero strada/cammino, per giungere alla morte avendo fatto esperienza del senso di perdita e negazione. Nell’ultima sala- serie Metabole Omega -, dopo una lotta con il corpo e i suoi limiti, la figura velata di bianco ritorna all’origine, appare in croce dentro una casa di velo che la avvolge come cavità amniotica. Il bianco che chiude il percorso diventa varco, luce: si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime (La trasfigurazione, Marco, 9, v. 16).
Al centro della ricerca di queste ultime serie realizzate da Rori Palazzo tra il 2021 e il 2022 vi è il corpo femminile che assume forme e funzioni diverse attraverso la prospettiva di sguardo: è contenitore, luogo di metamorfosi, specchio dell’orrore, possibilità di cambiamento. L’identità è indagata attraverso il corpo sul quale l’artista proietta angosce, ricordi e desiderio di riscatto. L’assenza poi si sostituisce alla memoria e appende ad un filo sottile l’immagine di ciò che è stato, mentre una mano accarezza le lacrime e un’alta, più violenta, strappa i veli (dal testo critico di Giulia Ingarao).
Daniela Balsamo. Anomalie
È un mondo che va oltre il nostro presente quello che Daniela Balsamo mette in scena in questo viaggio attraverso il tempo, in un futuro possibile e immaginifico. La natura mostra la sua potenza e la sua forza rigeneratrice mentre la figura umana sembra progressivamente scomparire.
In un processo inesorabile prende possesso prima dei manufatti umani trasformandoli, li conforma a sé stessa, si insinua negli spazi costruiti dall’uomo e ci si ambienta come un camaleonte assume le forme e i colori in cui si trova. Non è l’arte a imitare la natura, ma la natura a imitare l’arte per farla sua, definitivamente.
Ne scaturiscono le anomalie, irregolarità, difformità dalla regola e della struttura. I soggetti che l’artista rappresenta sembrano apparentemente usuali: raffigurazioni di oggetti, scorci, spazi umani che a ben guardare rivelano delle bizzarrie in stridente contrasto con la normalità.
Sculture barocche in cui insetti e piccoli animali si mimetizzano tra putti e ghirlande, fiori mostruosi e magnifici dentro vasi impalpabili si accompagnano a primordiali forme fluttuanti, e ancora vermi e molluschi irrompono anche sopra tavole imbandite. Comincia così l’invasione della natura, che sempre più prende campo fino ad occupare gli spazi umani: i luoghi rassicuranti e ormai disabitati che conosciamo, diventano lande e antri; l’acqua invade, gli uccelli occupano le case e fanno festa, agenti atmosferici si manifestano dentro ambienti chiusi e apparentemente tranquillizzanti. L’angoscia di un processo che sempre più temiamo in cui la natura può ingoiare tutto rivelando la nostra piccolezza, lascia il posto allo stupore di quello che la natura, terribile e meravigliosa può fare. Nascono paesaggi inediti in cui esseri marini e terrestri si fondono creando foreste rigogliose e conturbanti, dove convivono vulcani e forme vegetali aliene.
La pittura ad olio è materica e luminosa e allo stesso tempo precisa e attenta al dettaglio; nella rappresentazione di oggetti barocchi e di ambienti eleganti e raffinati, si respirano atmosfere intrise di decadentismo simbolista, mentre le nature morte guardano alla pittura di genere, al gusto di indugiare nel particolare. Nei paesaggi, invece, la tavolozza cromatica diventa sempre più connotata, gli accostamenti si fanno più forti e a volte quasi acidi: si diffonde una condizione di sospensione artificiale in cui forme e colori assumono un tono psichedelico.
In queste opere Daniela Balsamo materializza la minaccia di una natura che avanza ineluttabile mentre l’umano scompare, in un processo metamorfico in cui nulla si distrugge, ma la vita si trasforma ricreandosi incessantemente in forme sovraumane e strabilianti (dal testo critico di Caterina Spina).
Opening 5.01.2023 ore 18.30 – Museo Riso, Ala nuova II piano
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