Giuseppe Adamo. Something
![Giuseppe Adamo, Senza titolo, 2015. Acrilico su tela, cm. 200x150. Palermo, RizzutoGallery Giuseppe Adamo, Senza titolo, 2015. Acrilico su tela, cm. 200x150. Palermo, RizzutoGallery](http://www.arte.it/foto/600x450/d0/55383-giuseppe-adamo-senza-titolo-2015-acrilico-su-tela-200x150cm.jpg)
Giuseppe Adamo, Senza titolo, 2015. Acrilico su tela, cm. 200x150. Palermo, RizzutoGallery
Dal 17 Novembre 2016 al 17 Dicembre 2016
Palermo
Luogo: RizzutoGallery
Indirizzo: via Monte Cuccio 30
Orari: da martedì a sabato su appuntamento
Curatori: Helga Marsala
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 091 7795443
E-Mail info: rizzutogallery@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.rizzutogallery.com
Sarà inaugurata giovedì 17 novembre 2016, ore 19, alla RizzutoGallery, Something, mostra personale di Giuseppe Adamo, a cura di Helga Marsala.
Prima personale per Giuseppe Adamo negli spazi della Galleria Rizzuto. Una tappa che arriva dopo oltre un anno di collaborazione, tra fiere e progetti outdoor. Un momento di riflessione intorno al lavoro più recente dell’artista, frutto di una paziente sperimentazione sulla superficie, i processi di astrazione e la natura dell’immagine, ma anche la presentazione di alcuni nuovi spunti, in una perenne ricerca formale e di senso intorno alla pittura stessa. In mostra una serie di opere su tela di diverse dimensioni, in cui si definisce una dinamica tutta personale tra dissoluzione e ricerca della forma, tra profondità e piano, tra sguardo ravvicinato e osservazione a volo d’uccello, tra paesaggio e dettaglio.
Stratificazioni, soglie, passaggi, velature, conducono alla definizione di immagini astratte, che però lasciano intravedere accenni di forme e di oggetti, o anche solo frammenti dall’aspetto organico. La pittura si dà così per graffi, trasparenze, incisioni, crepe, residui emersi o segni sommersi, sempre indefiniti e mutevoli.
Dal testo del curatore: “Something, titolo ripreso da una traccia dell’album Musick to Play in the Dark dei Coil, ha in sé tutta la vaghezza, l’indeterminatezza, l’apertura radicale di queste immagini che si danno sul precipizio e che continuano a mutare. Rincorrendo la forma ma perdendola fatalmente. Nel loop aereo del brano la parola “qualcosa” si ripete all’infinito, tra folate di vento, crepitii, ronzii, suoni siderali, evocando una qualche germinazione ancestrale. Materia bruta, tra apocalisse e palingenesi. Proprio come nelle pazienti strutture armoniche di Adamo, qui cavernose e chiaroscurali, lì risolte in luminescenze omogenee, sempre sul punto di implodere oppure di rigenerarsi in nuove tessiture. Una pittura cangiante, germinale. Che ha a che fare con l’origine (delle cose, della scrittura, dei segni, dell’immagine stessa) e con la sua natura ineffabile. Qualcosa che si dà e che si nega. Che si compie e si dissolve daccapo”.
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