La leggenda di David Bowie in cento scatti. Heroes - Bowie by Sukita

© Masayoshi Sukita | David Bowie by Masayoshi Sukita

 

Dal 28 Maggio 2021 al 31 Luglio 2021

Palermo

Luogo: Palazzo Sant'Elia

Indirizzo: Via Maqueda 81

Orari: dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 18 (ultimo ingresso alle 17); venerdì fino alle 20 (ultimo ingresso alle 19); sabato e domenica dalle 11 alle 14 e dalle 17 alle 21

Curatori: Ono Arte Contemporanea

Enti promotori:

  • OEO Firenze Art
  • Le Nozze di Figaro | Fondazione Sant’Elia
  • Patrocinio di
  • Comune di Palermo
  • Città Metropolitana di Palermo

Costo del biglietto: intero 8 euro, ridotto 6 euro, 4 euro per le scuole, gratuito fino a 6 anni. Biglietti in vendita a Palazzo Sant’Elia e on line su Vivaticket

Telefono per informazioni: +39 091 2712061

Sito ufficiale: http://www.fondazionesantelia.it


“We can be Heroes, just for one day”
David Bowie | 1981

Aprile 1977, David Bowie e Iggy Pop sono appena giunti a Tokyo per promuovere The Idiot: Masayoshi Sukita conosce già Bowie da cinque anni, da quando, folgorato da un manifesto di “The Man Who Sold The World”, è riuscito ad entrare in contatto con il Duca Bianco avviando così un rapporto che sarebbe durato fino alla morte del cantante. 1977 quindi: durante un day off, Sukita chiede a Bowie e Iggy Pop di posare per lui in una breve session fotografica. In appena due ore, Sukita scatta 6 rullini e realizza anche la fotografia che non sapeva sarebbe poi divenuta la celebre copertina dell’album “Heroes”. In seguito aggiungerà anche altri scatti dei due artisti in giro per Tokyo, o durante la festa di compleanno di Iggy. Restano le uniche foto che documentano l’amicizia di due persone autentiche, sopravvissuti a loro stessi e al mondo attorno a loro: Bowie ed Iggy in jeans e giubbotto di pelle, t-shirt e camicia, senza trucco, leggeri.
 
E’ soltanto una delle tante storie che balzano fuori dalle pareti di Palazzo Sant’Elia, dove venerdì 28 maggio riaprirà al pubblico – dopo la forzata chiusura dovuta alla pandemia - “Heroes. Bowie by Sukita” la mostra che racconta proprio la lunga amicizia tra Bowie e il fotografo giapponese. Un’esposizione immersiva, in cui gli scatti straordinari si trovano a loro agio sulle pareti del palazzo nobiliare: come se l’universo visionario di Bowie, che Sukita ha saputo interpretare da esteta raffinato, si distende morbidamente tra affreschi e dorature, sulle note di pezzi che hanno fatto la storia del rock. 

“La riapertura delle esposizioni di Palazzo Sant’Elia ha il sapore della speranza verso il futuro – spiega il sovrintendente Antonio Ticali - Abbiamo ritenuto opportuno prolungare la mostra “Heroes. Bowie by Sukita”, rinviando l’inaugurazione dei nuovi appuntamenti culturali, per continuare a regalare un’esperienza coinvolgente, in cui foto e musica raccontano il mito. I nuovi orari della mostra che coprono l’intera settimana, ed in particolare, le aperture serali da venerdì alla domenica, sono state concepite per venire incontro al pubblico che, dopo un lungo periodo di chiusure, vorrà attardarsi, magari anche a Rosaelia, il nuovo spazio ristorazione interno a Palazzo Sant’Elia. La decisione di aprire la mostra il lunedì è poi un gesto di attenzione e supporto ad alberghi e B&B che chiedono proposte culturali a inizio settimana, per offrire ai turisti spunti per soggiorni più lunghi di un semplice weekend”.

Promossa e organizzata da OEO Firenze Art e Le Nozze di Figaro con Fondazione Sant’Elia, la mostra è a cura di Ono Arte Contemporanea, con il patrocinio del Comune di Palermo e della Città Metropolitana di Palermo. Comunicazione MLC.
 
HEROES | Bowie by Sukita
E’ una retrospettiva dedicata al quarantennale rapporto professionale e personale tra una delle più importanti icone della cultura popolare contemporanea, e il maestro giapponese Masayoshi Sukita, probabilmente il più importante fotografo con il quale David Bowie abbia mai lavorato. Palazzo Sant’Elia ospita oltre 100 ritratti, alcuni in anteprima nazionale, per ripercorre un sodalizio forte, durato anni ed innumerevoli session, in giro per il mondo, in studio e in strada. Per la prima volta la mostra è accompagnata da un’installazione video immersiva che permette al visitatore di tuffarsi nel mondo di Bowie e Sukita.
 
Il rapporto di collaborazione tra i due nasce nel 1972: il giovane fotografo giapponese arriva a Londra per immortalare Marc Bolan e i T-Rex e, sebbene ignori chi sia David Bowie, decide di andare ad un suo concerto perché irresistibilmente attratto dal manifesto che lo promuoveva e lo raffigurava  con una gamba alzata, su sfondo nero. Di quel momento Sukita ricorda: “Vedere David Bowie sul palco mi ha aperto gli occhi sul suo genio creativo. In quella circostanza osservai Bowie esibirsi con LouReed ed era davvero potente… Bowie era diverso dalle altre rock star, aveva qualcosa di speciale che dovevo assolutamente catturare con la mia macchina fotografica”. Sukita riesce ad incontrare Bowie di persona grazie all’aiuto dell’amica e stylistYasuko [Yakko] Takahashi, e ottiene uno shooting. Bowie è folgorato dallo stile di Sukita e, sebbene il servizio proceda nel completo silenzio a causa della barriera linguistica, tra i due scatta qualcosa, un comune sentire basato sulla continua ricerca artistica che porta alla nascita di una relazione professionale e umana che sarebbe durata fino alla scomparsa di Bowie, nel 2016.
 
Negli anni Bowie e Sukita lavorano assieme in quasi tutte le occasioni in cui il primo si trovava in Giappone o in cui il fotografo si trova negli Stati Uniti, ma ai servizi posati in studio seguono presto session fotografiche più familiari e personali, come ad esempio quella realizzata a Kyoto nel 1980, in giornate di pura vacanza. Il rapporto che si era instaurato tra i due, ha permesso la nascita di alcune delle immagini più famose di David Bowie ma scoprono anche la sua natura più autentica. Esempio di ciò è indubbiamente uno scatto del 1989, dal titolo KI, che in giapponese significa contemporaneamente sia “anima” che “aria”: Bowie immerso nell’ascolto di un disco di Sakamoto, fissa l’obiettivo aprendosi completamente al fotografo come mai successo prima.

Il catalogo della mostra è edito da OEOFirenze.

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