Anna Santinello. Il pensiero forte (grovigli e grida)

Anna Santinello. Il pensiero forte (grovigli e grida), Spazio per le arti contemporanee del Broletto, Pavia

 

Dal 28 Febbraio 2015 al 22 Marzo 2015

Pavia

Luogo: Spazio per le arti contemporanee del Broletto

Indirizzo: piazza della Vittoria

Orari: da giovedì a domenica 16-19

Enti promotori:

  • Settore Cultura - Comune di Pavia

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0382.399424

E-Mail info: chiara.argenteri@comune.pv.it


Apprezzata da Giovanni Testori, che nel 1991 diceva di lei: “Nella fantasia della Santinello v’è qualcosa della florealità preistorica: dunque qualcosa di fortemente crudele e cannibalico che, proprio nel momento della sua massima e gioiosa bellezza, dischiude qualcosa d’altrettanto fortemente luttuoso e cemiteriale”. Definita da altri la “Louise Bourgeois italiana”, perché come la grande artista franco‐americana ha un senso fortissimo del corpo e della sofferenza che esso può esprimere, Anna Santinello (Padova, classe 1937) è protagonista di Il pensiero forte (grovigli e grida), la personale che inaugura sabato 28 febbraio 2015, ore 18, nello Spazio per le arti contemporanee del Broletto di Pavia. La mostra (organizzata dal Settore Cultura del Comune di Pavia) presenta, fino al 22 marzo 2015, una interessante selezione di opere dell’artista, a rivelare la sua poetica e il suo rapporto tutto particolare con il filo d’acciaio.  
Siamo lieti di ospitare Il pensiero forte (grovigli e grida), la personale dedicata ad Anna Santinello. Pittrice e scultrice di fama internazionale, è stata presente con sue opere in numerose mostre e musei del mondo; nel 2005 ha partecipato alla BIAB – Biennale Internazionale d'Arte di Pechino e ad Open 2005, nell'ambito del Festival del Cinema di Venezia Lido; il 2011 la vede protagonista alla 54a Biennale di Venezia – Padiglione Italia – negli spazi delle Tese delle Vergini all'Arsenale, a cura di Vittorio Sgarbi. I suoi lavori, realizzati intrecciando fili metallici, denunciano il dolore, l'abbandono e la violenza subita dalle donne in una società che l’artista definisce in costante decadimento e rivolta più all'apparire che all'essere. Per questo, oltre a costituire un appuntamento di grande prestigio dal punto di vista artistico, l’esposizione di Anna Santinello rappresenta anche un importante momento di riflessione pubblica su queste dolorose tematiche, dichiara Giacomo Galazzo, Assessore alla Cultura del Comune di Pavia. 
I lavori di Anna Santinello sono grovigli di filo metallico, un materiale molto caro all’artista, di cui si serve per intrecciare corpi umani, tanti fili che tessono una forma (un arabesco filiforme). Si tratta di figure spesso dilaniate, incomplete, private di un arto, ridotte a un semplice busto, un volto, un seno, un piede: un mondo fatto a pezzi, dove il metallo introduce una nota dissonante con la ruvidezza dell'acciaio intrecciato a mano. Le mie opere – dice l’artista – nascono dall’incontenibile impulso di manipolare, scavare, ferire e creare nuovamente. Realizzo le mie sculture utilizzando fili di metalli di spessori diversi. Li intreccio senza seguire un progetto
L’interesse di Anna Santinello si spinge verso temi molto forti, tra i quali emerge quello della “donna violata”. Sono almeno venticinque anni – spiega – che sviluppo questo tema, e continuo a sentirlo molto vicino. Dalle prime opere che modellavo con il filo in forma di corpi umani e che poi ricoprivo di tela grezza. Ben presto mi resi conto che era molto più incisivo lo “scheletro” rispetto all’opera finita con il rivestimento tessile esterno. Decisi così di portare a vista il metallo. E tolsi tutto l’involucro. Erano più espressivi i fili scoperti! Capii anche che il barocco “spontaneo” che stava dentro l’intreccio dei fili andava mitigato dall’asciuttezza di forme scultoree sintetiche, essenziali, quasi primordiali nella loro evidenza di archetipo, modellate vigorosamente senza mai indulgere nel dettaglio descrittivo. Nulla più di una forma semplice, ma fortemente evocativa, può essere efficace nel comunicare messaggi carichi di drammaticità e nel toccare le corde dell’inconscio. Tali opere divennero così l’esito figurativo di un percorso molto personale, assai lontano da qualsiasi impostazione accademica, immediatamente riconducibile a un’unica, inconfondibile cifra stilistica.  

Nata a Padova nel 1937, Anna Santinello si è diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano città dove attualmente vive e lavora.
Sempre alla ricerca di stimoli creativi nelle più diverse realtà sociali, ha fatto frequenti viaggi all’estero con prolungate permanenze, in particolare a Parigi, dove ha vissuto per un paio d’anni in un piccolo “studio” nel Marais arricchendo il suo bagaglio culturale grazie alla frequentazione di ambienti artistici ed a quella particolare atmosfera che solo a Parigi si respira.
E in Giappone, dove con l’opportunità di amicizie personali, si è potuta inserire in un normale ambito familiare a Tokyo assimilando culture e tradizioni nel modo più diretto.
E’ stata fortemente attratta dalla filosofia Zen, così diversa dalla cultura occidentale . Oltre ai luoghi più significativi, ha visitato con larga disponibilità temporale templi buddisti e scintoisti, dove i monaci rastrellano continuamente i loro giardini pettinando persino il vuoto con un senso del sacro. 
Sicuramente questo suo vissuto ha influenzato la sua ricerca artistica e più in particolare la sua scultura, alla quale è giunta dopo una lunga, esaltante e tormentata esperienza pittorica attraverso la quale ha cercato di dare nuova vita anche a materiali poveri di recupero, già attraversati dal dolore di esistenze precedenti.
All’inizio l’intreccio di fili metallici (preferibilmente di recupero) cuciti tra loro, costituiva l’ossatura delle sue prime sculture: erano lo scheletro che veniva poi ricoperto da tela di lino sulla quale poneva ceneri e pigmenti.
In seguito l’esigenza di trovare una forma più essenziale l’ha portata a liberare i fili da quest’involucro, rendendoli protagonisti e conquistando la libertà del fare! 
Pittrice e scultrice ha presentato le proprie opere in occasione di numerose mostre personali e collettive in affermate Gallerie in Italia e all'estero. Nel 1991 Giovanni Testori ha presentato in catalogo una sua personale alla Compagnia del Disegno di Milano, nel 1993 ha esposto alla Galleria InterArt di Monaco (Germania), nel 1995 con il Comune di Padova, allo Spazio Ex Macello, presentata in catalogo da Maurizio Cecchetti, nel 2000 al Castello Sforzesco di Milano con catalogo monografico presentato da Marco Vallora e Rossana Bossaglia, nel 2004 al Credito Valtellinese di Sondrio, presentata in catalogo da Rino Bertini,  nel 2006 con il Comune di Sogliano al Rubicone,
presentata in catalogo da Marisa Zattini, Bruno Ceccobelli e Gabriella Baldissera,  nel 2008 al Palazzo della Permanente di Milano, presentata in catalogo da Jean Blanchaert e nel 2010/2011 alla Compagnia del Disegno presentata in catalogo da Stefano Crespi. Nel 2011 all'Arengario di Monza  a cura di Dario Porta  con la presentazione di Alfonso Di Lio e Silvia Vegetti Finzi e alla Vecchiato   
Art Galleries presentata in catalogo da Silvia Vegetti Finzi e Gabriella Baldissera 
Ha partecipato inoltre a importanti manifestazioni a livello nazionale e internazionale, è stata invitata alla Biennale di Milano nel 1993 (Museo della Permanente), alla Biennale de l'Art de la Fibre del 2002 (Museo dipartimentale di Beauveais – Oise), alla BIAB – Biennale Internazionale d'Arte di Pechino del 2005, a Open 2005 nell'ambito del Festival del Cinema di Venezia Lido, curatori Paolo de Grandis, Vincenzo Sanfo, Marisa Vescovo e Chang Tzong-zung, al Museo Liu Hai Su Shanghai nel 2008, al Museo Ca' Pesaro di Venezia nel 2007 e nel 2009, alla Triennale di Poznan nel 2009, al Concorso “Sculture nella Città” promosso dal Comune di Milano nel 2009, alla Casa dei Carraresi di Treviso nel 1997 in occasione della mostra “Ritratti a Giovanni Testori” a cura di Marco Goldin e  nel 2011 con la mostra “Donna e Musa” a cura della Galleria Polin.
Ancora nel 2011 alla 54a Biennale di Venezia – Padiglione Italia –  negli spazi delle Tese delle Vergini all'Arsenale a cura di Vittorio Sgarbi (presentata da Silvia Vegetti Finzi) e  nel 2012 alla Biennale di Brabant – Tilburg (Olanda)  con la Van Loon Galleries ed altre ancora.
Premio della Provincia di Milano per il suo impegno contro la violenza  sulle donne.
Finalista al Premio Internazionale di Scultura “Terre Moretti” a Brescia con la presentazione di Luciano Caramel nel 2005. Ha partecipato alla rassegna Internazionale Premio Sulmona nel 1999 e nel 2005. Invitata nel 2001 alla rassegna d'Arte per lo spazio sacro “Pulchra Ecclesia”, Montichiari, a cura di Domenico Montalto e Mauro Corradini.
Membro di alcune commissioni artistiche tra cui quella del Museo della Permanente di Milano del 1998/1999 e 2000/2001.
Tra i molti critici che si sono occupati del suo lavoro figurano: Giovanni Testori, Marco Vallora, Tommaso Trini, Luciano Caramel, Rossana Bossaglia, Philippe Daverio, Giorgio di Genova, Enzo Fabiani, Alberto Veca, Valerio Dehò, Pierre Restany, Maurizio Cecchetti, Stefano Crespi, Domenico Montalto, Mario Pancera, Fulvio Panzeri, Alessandra Quattordio, Giorgio Seveso, Flavio Arenzi, Marisa Zattini.
Molte sue opere di scultura e pittura denunciano il dolore, l'abbandono e la violenza subita da tante donne in questa società in costante decadimento e rivolta più all'apparire  che all'essere.

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