Carlo Maria Mariani nel XXI secolo
Dal 29 Settembre 2013 al 01 Dicembre 2013
Foligno | Perugia
Luogo: CIAC - Centro Italiano Arte Contemporanea
Indirizzo: via del Campanile 13
Orari: venerdi, sabato e domenica 10-13/ 15.30-19
Curatori: Carlo Maria Mariani, Italo Tomassoni, Carol Lane
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 89415532/ 02 80401645
E-Mail info: lucia@luciacrespi.it
Sito ufficiale: http://www.centroitalianoartecontemporanea.com
Il 28 settembre 2013, alle 18,30, viene inaugurata al Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno una importante mostra personale di Carlo Maria Mariani con 24 straordinari lavori dell’artista in gran parte mai esposti in Italia.
Carlo Maria Mariani è nato a Roma nel 1931 dove ha frequentato l'Accademia di Belle Arti. Vive e lavora a New York dalle fine degli anni ’80.
La mostra è curata da Italo Tomassoni, dall’artista stesso e da Carol Lane, curatrice di tutto il lavoro di Carlo Maria Mariani; le opere selezionate sono state realizzate tra il 1989 e il 2011, molte delle quali dipinte a New York e alcune delle quali esposte nella importante personale tenutasi a New York nel 2011 a cura di David Ebony con il contributo di Italo Tomassoni, Roberto Pincus Wittend e Carol Lane.
Nel sito dell'artista troviamo una breve ma illuminante descrizione del suo lavoro firmata dal critico David Ebony di Art in America: "Mariani è un pittore concettuale. Il suo lavoro è una meditazione sulla perfezione e sull'armonia - passate, presenti, future. Non è per lui sufficiente presentare al mondo uno sguardo della propria visione privata. Offre invece un modo alternativo di pensare, utilizzabile da tutti coloro che cercano rifugio dalla mediocrità e dal cinismo indotti dai mass-media...Egli utilizza la sua incredibile maestria per trattare i più avanzati quesiti estetici di oggi. Il suo lavoro tratta temi complessi inclusi la riconciliazione del passato col presente, della memoria con la perdita e della vita con la morte...Nel suo lavoro, Mariani colpisce per una accentuata consapevolezza e per una maggiore comprensione delle dimensioni, non solo dello spazio, ma anche del tempo".
A queste parole fanno eco quelle di Italo Tomassoni, curatore della mostra: "Alla fine degli Anni Settanta, la pittura italiana fa registrare una critica della modernità condotta da artisti lontani dai percorsi del Nuovo. A lato della deriva postmoderna essi tornano a interrogare la pittura, i suoi misteri e le sue finzioni sublimi. Carlo Maria Mariani è stato il primo a indicare il senso di questo percorso parallelo e distante a quello tracciato dal sistema dell’arte dominante nel suo tempo. Concentrato sul disegno e sulla pittura, ha iniziato in solitudine una trasfigurazione del reale fondata sulla bellezza della classicità e sulla perfezione della forma".
"Il tempo come forma - prosegue Tomassoni - è la grande novità della pittura di Carlo Maria Mariani, in contrasto con la modernità che ha celebrato in primo luogo lo spazio. Il suo tempo appartiene a un idioma di cui non ci si può appropriare se non come qualcosa che elude ciò che lo abita. Rovesciando la clessidra del tempo non per un revirement della storia ma per una rifondazione della pittura, Carlo Maria Mariani ha ripensato il mistero del dipingere, la tecnica della rappresentazione presente per millenni e improvvisamente inabissatasi nel secolo XX°, i limiti della mimesi e l’autonomia dell’arte, riportando lo sguardo sul senso della figurazione dopo un secolo di progressivo abbandono della identificazione omeomorfica. Carlo Maria Mariani scava nelle immagini il segreto del Classico per carpire da quel fondamento la verità nascosta dell’arte".
Carlo Maria Mariani è nato a Roma nel 1931 dove ha frequentato l'Accademia di Belle Arti. Vive e lavora a New York dalle fine degli anni ’80.
La mostra è curata da Italo Tomassoni, dall’artista stesso e da Carol Lane, curatrice di tutto il lavoro di Carlo Maria Mariani; le opere selezionate sono state realizzate tra il 1989 e il 2011, molte delle quali dipinte a New York e alcune delle quali esposte nella importante personale tenutasi a New York nel 2011 a cura di David Ebony con il contributo di Italo Tomassoni, Roberto Pincus Wittend e Carol Lane.
Nel sito dell'artista troviamo una breve ma illuminante descrizione del suo lavoro firmata dal critico David Ebony di Art in America: "Mariani è un pittore concettuale. Il suo lavoro è una meditazione sulla perfezione e sull'armonia - passate, presenti, future. Non è per lui sufficiente presentare al mondo uno sguardo della propria visione privata. Offre invece un modo alternativo di pensare, utilizzabile da tutti coloro che cercano rifugio dalla mediocrità e dal cinismo indotti dai mass-media...Egli utilizza la sua incredibile maestria per trattare i più avanzati quesiti estetici di oggi. Il suo lavoro tratta temi complessi inclusi la riconciliazione del passato col presente, della memoria con la perdita e della vita con la morte...Nel suo lavoro, Mariani colpisce per una accentuata consapevolezza e per una maggiore comprensione delle dimensioni, non solo dello spazio, ma anche del tempo".
A queste parole fanno eco quelle di Italo Tomassoni, curatore della mostra: "Alla fine degli Anni Settanta, la pittura italiana fa registrare una critica della modernità condotta da artisti lontani dai percorsi del Nuovo. A lato della deriva postmoderna essi tornano a interrogare la pittura, i suoi misteri e le sue finzioni sublimi. Carlo Maria Mariani è stato il primo a indicare il senso di questo percorso parallelo e distante a quello tracciato dal sistema dell’arte dominante nel suo tempo. Concentrato sul disegno e sulla pittura, ha iniziato in solitudine una trasfigurazione del reale fondata sulla bellezza della classicità e sulla perfezione della forma".
"Il tempo come forma - prosegue Tomassoni - è la grande novità della pittura di Carlo Maria Mariani, in contrasto con la modernità che ha celebrato in primo luogo lo spazio. Il suo tempo appartiene a un idioma di cui non ci si può appropriare se non come qualcosa che elude ciò che lo abita. Rovesciando la clessidra del tempo non per un revirement della storia ma per una rifondazione della pittura, Carlo Maria Mariani ha ripensato il mistero del dipingere, la tecnica della rappresentazione presente per millenni e improvvisamente inabissatasi nel secolo XX°, i limiti della mimesi e l’autonomia dell’arte, riportando lo sguardo sul senso della figurazione dopo un secolo di progressivo abbandono della identificazione omeomorfica. Carlo Maria Mariani scava nelle immagini il segreto del Classico per carpire da quel fondamento la verità nascosta dell’arte".
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