(Come) Achille_The worst way in the worst place. Il modo peggiore sul terreno peggiore.

(Come) Achille

 

Dal 17 Maggio 2014 al 06 Luglio 2014

Trevi | Perugia

Luogo: Galleria Cinica

Indirizzo: Palazzo Lucarini Contemporary, Via Beato Placido Riccardi

Orari: Dal giovedì alla domenica 15.30 - 18.30

Curatori: Carla Capodimonti

Enti promotori:

  • Maurizio Coccia
  • Mara Predicatori

Telefono per informazioni: 0742 381021

E-Mail info: info@palazzolucarini.it

Sito ufficiale: http://www.galleriacinica.wordpress.com


Il terzo appuntamento della stagione 2014 della programmazione riservata ai giovani artisti e giovani curatori di Palazzo Lucarini Contemporary di Trevi apre le porte all’artista (Come) Achille con la personale dal titolo The worst way in the worst place. Il modo peggiore sul terreno peggiore, a cura di Carla Capodimonti.

Dopo le prime nove mostre che hanno visto come protagonisti Diego Petroso, Diego Miguel Mirabella e Mauro Vitturini, cloro cloro cloro & lelimane, Melissa Giacchi, Francesco Ciavaglioli, Nicole Voltan, Amedeo Abello e Cinzia Delnevo, Lara Pacilio e Aurélien Mauplot, prosegue la programmazione di Galleria Cinica, progetto ideato da Maurizio Coccia e Mara Predicatori per Palazzo Lucarini Contemporary (Trevi, PG) - ex Flash Art Museum, con la personale di (Come) Achille dal titolo The worst way in the worst place. Il modo peggiore sul terreno peggiore, a cura di Carla Capodimonti.

(Come) Achille propone un lavoro fortemente autoironico, aspetto percepibile in tutta la sua produzione artistica, che riflette un approccio autocritico nella quotidianità.
The worst way in the worst place. Il modo peggiore sul terreno peggiore, titolo del video dal quale prende nome l’intera mostra, è una dichiarazione d’intenti. L’artista si mette “a nudo” facendo la cosa che odia di più nel luogo meno adatto possibile. Egli si espone sul “terreno” dell’arte nel modo peggiore, cosciente pertanto dei propri limiti.
Da ciò prende forma l’intero lavoro - presentato a Galleria Cinica - che si sviluppa nello spazio, per l’occasione contenitore o incubatore di un’opera in divenire. Un lavoro di arte condivisa che riflette sul mondo dell’arte stessa, ovvero un sistema che l’artista percepisce ad appannaggio di pochi.
 
Tramite la condivisione e la comunicazione postale, che crea un feed-back tra mittente e destinatario, nasce e si estende il progetto Be my Peggy/Piggy: un circuito comunicativo che mette in contatto persone provenienti da varie parti del globo tramite la condivisione di conoscenza, intendendo quest’ultima come “bene comune”. Lo scopo del lavoro è esclusivamente sociale; la rete si sviluppa e prende forma grazie alla risposta dei destinatari, i quali diventano mecenati di un pensiero e prendono coscienza di informazioni a loro precedentemente note o meno.
L’artista si pone contro i massimi sistemi dell’arte, la quale, poiché patrimonio universale, non dovrebbe essere così lontana dall’uomo.

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