I Pittori dal cuore sacro. Da Ivan Rabuzin a Bonaria Manca
Ivan Rabuzin, Paesaggio invernale, olio su tela, 51x66 cm, 1971
Dal 3 August 2015 al 31 December 2015
Gualdo Tadino | Perugia
Luogo: Chiesa Monumentale di San Francesco
Indirizzo: corso Italia
Orari: tutti i giorni 10-13 / 15-19
Curatori: Vittorio Sgarbi
Enti promotori:
- Polo Museale e Comune di Gualdo Tadino
- con il patrocinio della Regione Umbria
Telefono per informazioni: +39 075 9142445
E-Mail info: info@roccaflea.com
Sito ufficiale: http://www.roccaflea.com
Vittorio Sgarbi torna a meravigliare l’Italia con la mostra accolta in Umbria, a Gualdo Tadino, dal 3 agosto al 31 dicembre, nella Chiesa Monumentale di San Francesco, dal titolo I Pittori dal cuore sacro. Da Ivan Rabuzin a Bonaria Manca, con la Direzione artistica di Catia Monacelli. Il progetto è promosso dal Polo Museale e dal Comune di Gualdo Tadino, con il patrocinio della Regione Umbria.
L'esposizione, a cura del noto critico d’arte, presenta al grande pubblico una selezione di venticinque artisti, nel segno di un’arte, quella primitiva, che alla ragione preferisce l'istinto e alle regole il linguaggio universale dell'emozione, per un totale di 75 opere provenienti dall’Italia e da diversi paesi del mondo - Francia, Uruguay, Portogallo, Olanda, Serbia, Germania, Slovacchia e Croazia - quali prestigiose espressioni dell’arte ingenua. Il progetto espositivo si suddivide in due sezioni, la prima è dedicata ai maestri storicizzati, padri e detentori, ognuno a suo modo della naivitè, quella cifra stilistica candida ed ingenua, al di fuori di qualsiasi schema intellettuale e di approccio formale all’arte; l’altra, invece, si concentra sull’attualità, analizzando il variegato universo espressivo dell’arte primitiva contemporanea, sia in Italia che all’estero.
Il viaggio prende avvio dalla Croazia, culla dell’arte istintiva, con i maestri Ivan Rabuzin, il poeta dei giganteschi fiori carnosi, Jvan Generalić, rappresentante della nota scuola di Hlebine e i suoi racconti rurali e di paese, Mijo Kovačić, il pittore del vetro e Matija Skurjeni, con il mondo immaginifico ispirato dai racconti popolari, per continuare - toccando alcune regioni della nostra penisola italiana – con l’emiliano Enrico Benassi, il calabrese Francesco Maiolo, approdato da anni a Piossasco dalla sua Nardo di Pace e il siciliano Restivo. Diciotto, invece, gli artisti contemporanei che tutti insieme tessono le trame della meravigliosa e immediata avventura poetica dell’arte popolare. Si parte da Bonaria Manca, la novantenne artista-pastora di origine sarda trapiantata a Tuscania, recentemente ritratta nel film documentario “L’isola di Bonaria” di Luigi Simone Veneziano, prodotto da Marco Mottolese da un’idea di Jo Lattari, per attraversare i mondi fantastici, candidi, colorati e istintivi degli artisti italiani e stranieri che popolano la singolare e coinvolgente esposizione: Manuel Castro, Rosana De Paula Cessac, Elina Damiani, Fouschy Valérie Descat, Domenico Gallizzi, Nataša Knjazovic, Lucilla Mafucci, Sylvie Marcel, Vincenzo Martini, Cesare Novi, Luigi Pillitu, Gianni Pontiroli, Annemiek Knols de Rooij, Drago Terzic, Olaf Ulbricht, Guido Vedovato e Giuliano Zoppi.
L'esposizione, a cura del noto critico d’arte, presenta al grande pubblico una selezione di venticinque artisti, nel segno di un’arte, quella primitiva, che alla ragione preferisce l'istinto e alle regole il linguaggio universale dell'emozione, per un totale di 75 opere provenienti dall’Italia e da diversi paesi del mondo - Francia, Uruguay, Portogallo, Olanda, Serbia, Germania, Slovacchia e Croazia - quali prestigiose espressioni dell’arte ingenua. Il progetto espositivo si suddivide in due sezioni, la prima è dedicata ai maestri storicizzati, padri e detentori, ognuno a suo modo della naivitè, quella cifra stilistica candida ed ingenua, al di fuori di qualsiasi schema intellettuale e di approccio formale all’arte; l’altra, invece, si concentra sull’attualità, analizzando il variegato universo espressivo dell’arte primitiva contemporanea, sia in Italia che all’estero.
Il viaggio prende avvio dalla Croazia, culla dell’arte istintiva, con i maestri Ivan Rabuzin, il poeta dei giganteschi fiori carnosi, Jvan Generalić, rappresentante della nota scuola di Hlebine e i suoi racconti rurali e di paese, Mijo Kovačić, il pittore del vetro e Matija Skurjeni, con il mondo immaginifico ispirato dai racconti popolari, per continuare - toccando alcune regioni della nostra penisola italiana – con l’emiliano Enrico Benassi, il calabrese Francesco Maiolo, approdato da anni a Piossasco dalla sua Nardo di Pace e il siciliano Restivo. Diciotto, invece, gli artisti contemporanei che tutti insieme tessono le trame della meravigliosa e immediata avventura poetica dell’arte popolare. Si parte da Bonaria Manca, la novantenne artista-pastora di origine sarda trapiantata a Tuscania, recentemente ritratta nel film documentario “L’isola di Bonaria” di Luigi Simone Veneziano, prodotto da Marco Mottolese da un’idea di Jo Lattari, per attraversare i mondi fantastici, candidi, colorati e istintivi degli artisti italiani e stranieri che popolano la singolare e coinvolgente esposizione: Manuel Castro, Rosana De Paula Cessac, Elina Damiani, Fouschy Valérie Descat, Domenico Gallizzi, Nataša Knjazovic, Lucilla Mafucci, Sylvie Marcel, Vincenzo Martini, Cesare Novi, Luigi Pillitu, Gianni Pontiroli, Annemiek Knols de Rooij, Drago Terzic, Olaf Ulbricht, Guido Vedovato e Giuliano Zoppi.
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chiesa monumentale di san francesco
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cesare novi
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luigi pillitu
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