Michela Tobiolo. SEI TU ° LA MINIERA
Dal 31 Agosto 2017 al 31 Agosto 2017
Spoleto | Perugia
Luogo: Madonna del Pozzo
Indirizzo: Porta Monterone 6
Enti promotori:
- STUDIO A'87 - in collaborazione con Palazzo Collicola Arti Visive
- Con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Spoleto
Michela Tobiolo (Marino, 1980) www.michelatobiolo.com Diplomata presso l’ Accademia di Belle Arti di Roma, discutendo una Tesi dal titolo “Arte come Magia”, nel 2006, crede nel valore metamorfico e salvifico dell’ Arte. La sua ricerca parte dalle ferite e limitazioni umane ed utilizza il simbolo per muoversi all’ interno di uno spazio sacro, ancestrale e scenico con l’auspicio di una riconnessione individuale e collettiva con la natura e di un ascolto intimo del sé e dell’altro da sé. Pittura, video, installazione, sperimentazioni sonore, fino ad arrivare ad atti rituali e condivisi; fusione di codici e linguaggi diversificati, sono spesso caratterizzati da uno sguardo alla cultura popolare, al mondo infantile e alla favola come archetipo. La parola, con il suo potere taumaturgico accompagna il processo di consapevolezza e metamorfosi. La carta, la stoffa, la terra, il gesso, file multimediali, compagni instancabili di ogni sperimentazione dell’ artista, restano vivi e respirano, lasciandosi plasmare e lasciando che la ricerca si perda per meglio ritrovarsi; pelle, corteccia, tessuto o dimensione altra, vestono la forma di un alfabeto intimo ed emozionale.
Vincitrice nel 2016 di un concorso indetto dalla Fondazione PescarAbruzzo che ha acquisito una sua opera, ha esposto sul territorio italiano ed estero in varie collettive, tra queste la XVIII Biennale di Penne e Nocciano-Dall’Idea all’Azione (2) Il video come evoluzione dinamica del segno presso il Museo di Arte Moderna e Contemporanea MaMec Penne (PE), 2015, a cura di Antonio Zimarino e Martina Lolli; INCODEC ricerche regionali di videoarte: MU.SP.A.C. – Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea, 2015 |Spazio Inangolo, Penne, 2014, a cura di Ivan D’Alberto, Giovanni Paolo Maria De Cerchio, Martina Lolli, Martina Sconci e Alessandra Arnò e la London Biennale tenutasi a Roma, nel Maggio 2016, e curata da David Medalla e Adam Nankervis.
SEI TU ° LA MINIERA azione rituale e condivisa SEI TU ° LA MINIERA come monito e come promessa di rinnovata riconciliazione E’ un viaggio di scoperta, di tensione a qualcosa di alto seppure in direzione discendente. E’ un viaggio in compagnia di qualcun’ altro e qualcos’altro che forse ci abita. E’ tumulto e prigionia, è desiderio ma anche paura. E’ dolore e consolazione. E’ la possibilità percepita e chissà, forse, questa volta vissuta. E’ sentire il proprio corpo e seguirne la mappatura; è l’ istinto ritrovato, è l’ animalità. E’ l’ Auspicio di una riconnessione al nucleo centrale intatto, quel luogo dell’ essere ancor prima dell’ essere. E’ ierofania della materia, sacralizzazione della sostanza; è tornare alla natura.
MATRICE Oggetto rituale e poetico, Reliquia dell’ amore universale o “Ex voto all’ Umanità, all’ Animalità ed alla Madre Terra” divinità, alla quale l’ uomo non può che inchinarsi tornando alla sua radice ed alla sua ancestrale connessione con il selvaggio.
Il progetto “Opus & Light” di Studio A’87 prevede interventi di artisti contemporanei nello spazio della chiesetta Madonna del Pozzo presso Porta Monterone a Spoleto, ingresso sud della Città medievale, sull’antico tracciato della Via Flaminia: installazione di un’opera a confronto con la specificità del luogo.
Bernardino Campilio da Spoleto è l’autore dell’affresco della Madonna del Pozzo datato 1493 (parete di fondo, restaurato nel 2000 da Mariella Farinelli): “La combinazione degli elementi stilistici, ornamentali e grafici consente di attribuire questo trittico murale (Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Pietro martire patrono di Spoleto) a Bernardino Campilio da Spoleto, artista estroso di cui si sa che oltre a dipingere si dilettava anche di poesia e di musica (suonava cetra e liuto). Era nativo di Lenano, nei pressi di Campello, località da cui prese il nome latinizzato “Campilius”, e lasciò opere in tutto lo Spoletino, nella Valnerina meridionale e nel Piceno. Fu in contatto con Pier Matteo d’Amelia all’epoca del polittico di Terni (1483). L’influenza del maestro amerino si palesa nel san Giovanni Battista del presente affresco e nel medesimo santo del trittico di Arrone oggi ridotto alla sola predella firmata e datata 1487 (oggetto di prossima pubblicazione). Può considerarsi l’ultimo pittore autoctono spoletino prima dell’avvento di Giovanni Spagna e di Jacopo Siculo, seguaci e divulgatori rispettivamente del Perugino e di Raffaello” (Romano Cordella).
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