Severino Salvemini. Jazz Frames
Dal 16 Gennaio 2022 al 06 Febbraio 2022
Piacenza
Luogo: Galleria Biffi Arte
Indirizzo: Via Chiapponi 39
Orari: Lunedì : CHIUSO Martedì : 10:30 – 12:30 / 15:30 – 19:30 Mercoledì : 10:30 – 12:30 / 15:30 – 19:30 Giovedì : 10:30 – 12:30 Venerdì : 10:30 – 12:30 / 15:30 – 19:30 Sabato : 10:30 – 12:30 / 15:30 – 19:30 Domenica : 15:00 – 19:00
Telefono per informazioni: +39 0523 324902
E-Mail info: galleria@biffiarte.it
Sito ufficiale: http://biffiarte.it
Questa mostra è frutto di una tripla contaminazione: la musica jazz, l’acquerello e il framing. Tre ingredienti, in parte tra loro anche contradditori.
Innanzitutto i miei musicisti preferiti – non certo la storia della musica jazz – incluso qualche artista eterodosso, che magari farà arricciare il naso ai puristi (“Carosone, ma che c’entra?”). Una musica imperfetta, un po’ sghemba e sporca, con scarti di lato e un mix di swing e di saudade.
Poi l’acquerello, con l’acqua che scappa da tutte le parti e i contorni che non trattengono, ma con le tinte su tinte più dolci e aggraziate possibili.
La terza dimensione è la prospettiva, il frame, l’inquadratura. Un taglio fotografico che mette sotto controllo i primi due aspetti, un po’ anarchici. Il frame che struttura, che spiazza, che rende i personaggi protagonisti unici.
Ecco, questa mostra in filigrana sono io: un perenne tentativo di controllare razionalmente ciò che deve essere lasciato andare. Una battaglia continua tra il rischio di errare e il desiderio di non sbagliare, convinto però che la vita sia troppo corta per essere vissuta solo con la testa e non invece anche con la pancia. Che evitare l’imperfezione sia un po’ evitare la piena esistenza.
Se poi, soffermandovi su questi ritratti, sentirete in sottofondo delle note e magari vi metterete a fischiettare, a battere il ritmo con il piede e a muovere la gamba, vuol dire che sarò riuscito nel mio intento.
Severino Salvemini, Economista e professore ordinario all’Università Bocconi ha insegnato in atenei italiani e stranieri e scritto molti volumi in tema di organizzazione aziendale. Editorialista del Corriere della Sera su temi economici, curioso “sconfinatore” in ambiti non suoi si diletta a realizzare acquarelli. Le sue opere sono state pubblicate in Prego, farsi riconoscere al citofono (Skira, 2014), Fantasmi urbani (Skira, 2018) e Ruggine (Associazione CAF, 2020).
Innanzitutto i miei musicisti preferiti – non certo la storia della musica jazz – incluso qualche artista eterodosso, che magari farà arricciare il naso ai puristi (“Carosone, ma che c’entra?”). Una musica imperfetta, un po’ sghemba e sporca, con scarti di lato e un mix di swing e di saudade.
Poi l’acquerello, con l’acqua che scappa da tutte le parti e i contorni che non trattengono, ma con le tinte su tinte più dolci e aggraziate possibili.
La terza dimensione è la prospettiva, il frame, l’inquadratura. Un taglio fotografico che mette sotto controllo i primi due aspetti, un po’ anarchici. Il frame che struttura, che spiazza, che rende i personaggi protagonisti unici.
Ecco, questa mostra in filigrana sono io: un perenne tentativo di controllare razionalmente ciò che deve essere lasciato andare. Una battaglia continua tra il rischio di errare e il desiderio di non sbagliare, convinto però che la vita sia troppo corta per essere vissuta solo con la testa e non invece anche con la pancia. Che evitare l’imperfezione sia un po’ evitare la piena esistenza.
Se poi, soffermandovi su questi ritratti, sentirete in sottofondo delle note e magari vi metterete a fischiettare, a battere il ritmo con il piede e a muovere la gamba, vuol dire che sarò riuscito nel mio intento.
Severino Salvemini, Economista e professore ordinario all’Università Bocconi ha insegnato in atenei italiani e stranieri e scritto molti volumi in tema di organizzazione aziendale. Editorialista del Corriere della Sera su temi economici, curioso “sconfinatore” in ambiti non suoi si diletta a realizzare acquarelli. Le sue opere sono state pubblicate in Prego, farsi riconoscere al citofono (Skira, 2014), Fantasmi urbani (Skira, 2018) e Ruggine (Associazione CAF, 2020).
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