Andrea De Ranieri. Sacred – mind your thinking

Andrea De Ranieri, Opera dal ciclo 'Maschere'
Dal 13 November 2021 al 13 December 2021
Pisa
Luogo: Cittadella
Indirizzo: Lungarno Ranieri Simonelli 14-16
Orari: giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 19.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Curatori: Selina Fanteria
Costo del biglietto: ingresso gratuito, riservato a muniti di Green Pass
La maschera come totem, come simbolo dell’uomo e scudo di protezione e strumento di liberazione al tempo stesso: perché è solo indossando una maschera che possiamo mostrarci al mondo ed essere liberi di essere noi stessi. Indaga sull’identità, tra reale e virtuale, tra immagine percepita e comunicata, Sacred – mind your thinking, mostra personale di Andrea De Ranieri, allestita alla Cittadella di Pisa, con il patrocinio del Comune di Pisa.
L’opening è in programma sabato 13 novembre alle ore 17.
Una trentina le opere raccolte nel percorso a cura di Selina Fanteria, tra sculture astratte e arte figurativa, realizzate nel corso dell’intera carriera di Andrea De Ranieri. Tra queste, il ciclo Maschere, nato durante il lockdown del 2020, a partire da una sorta di esperimento sociale avviato dall’artista.
“Nell’impossibilità di dipingere con modelli dal vivo – racconta De Ranieri – ho creato una serie di maschere con delle buste di carta per uso alimentare e le spedite per posta ad alcune persone che hanno deciso di prendere parte al progetto. In base alla propria interpretazione della maschera – prosegue – ciascuno si è scattato una foto. In quegli scatti ho trovato i miei modelli a cui ho cambiato solo lo fondo, quasi sempre un motivo grafico che contribuisce a far risaltare i soggetti e dare loro tridimensionalità”. La tecnica – un trattamento a cera in diversi passaggi – catalizza l’attenzione sugli occhi dei soggetti, che bucano la tela con i loro sguardi, arrivando dritto all’osservatore. Si crea così un dialogo diretto e profondo, proprio grazie alla mediazione della maschera.
“Ho notato come le persone, coperte dal filtro della maschera riescano a liberarsi e a tirare fuori lati nascosti del proprio essere. A volte una maschera ci costringe a fingere di essere qualcosa che non siamo e altre volte ci rende incredibilmente liberi e autentici”, dichiara l’artista.
La mostra raccoglie anche una serie di particolari sculture, realizzate con diversi materiali trattati in modo sperimentale, tra cui cemento, ferro e resina, raffiguranti un uomo stilizzato in colori vivaci, anch’esso con il volto coperto. Gli Zuki di De Ranieri sono simboli di un’umanità ingabbiata tra il desiderio di apparire e quello di nascondersi, tra immagine virtuale raccontata sui social e personalità reale, più difficile da esprimere. Ne emerge un’analisi ironica, irriverente e non impegnata del nostro tempo, che porta a riflettere sul nostro rapporto con la nostra identità più profonda.
La mostra è organizzata in collaborazione con C.R.A. (Centro Raccolta Arti) e FUL magazine.
Andrea de Ranieri nasce a Pisa nel 1975. Segue una formazione versatile, dall’architettura al design, dalla scultura alla pittura. La sua è una ricerca incentrata sull’uso della materia e sulla sua resa pittorica. L’impiego del cemento, della cera e della pece, lavorati in modi diversi, producono un duplice effetto: la diversità dei materiali rendono i quadri densi e profondi, le pennellate intrecciate intervengono con il colore ad esaltare la materia. Gli smalti entrano nella profondità della cera, creando un insieme solo apparentemente caotico ma che rimanda un senso di solidità e chiarezza minimalista. I colori predominanti della sua tavolozza sono tutte le sfumature del blu, del nero e del bianco, con occasionali pennellate di toni accesi come il giallo, il verde e l’arancio. Talvolta inserisce anche elementi in metallo, che, paradossalmente, vanno ad alleggerire l’insieme densamente pittorico.
Quadri, dove dal cemento liquido e pastoso emergono le campiture di colore piatto, di cere e di oli, con le applicazioni di metallo a racchiuderle o a esaltarle, o con parole e lettere del suo particolare alfabeto artistico. Ma anche le sculture di metallo e smalto: alcune geometriche e lineari, cubi e parallelepipedi vuoti che, sembrano sfidare la legge di gravità, colti in apparente precario equilibrio; altre dalle forme rotonde e articolate, sfere colorate che si arrampicano nello spazio a formare figure dinamiche che ricordano grossi bruchi o giochi di bimbi, divertenti e oniriche. www.andreaderanieri.com
L’opening è in programma sabato 13 novembre alle ore 17.
Una trentina le opere raccolte nel percorso a cura di Selina Fanteria, tra sculture astratte e arte figurativa, realizzate nel corso dell’intera carriera di Andrea De Ranieri. Tra queste, il ciclo Maschere, nato durante il lockdown del 2020, a partire da una sorta di esperimento sociale avviato dall’artista.
“Nell’impossibilità di dipingere con modelli dal vivo – racconta De Ranieri – ho creato una serie di maschere con delle buste di carta per uso alimentare e le spedite per posta ad alcune persone che hanno deciso di prendere parte al progetto. In base alla propria interpretazione della maschera – prosegue – ciascuno si è scattato una foto. In quegli scatti ho trovato i miei modelli a cui ho cambiato solo lo fondo, quasi sempre un motivo grafico che contribuisce a far risaltare i soggetti e dare loro tridimensionalità”. La tecnica – un trattamento a cera in diversi passaggi – catalizza l’attenzione sugli occhi dei soggetti, che bucano la tela con i loro sguardi, arrivando dritto all’osservatore. Si crea così un dialogo diretto e profondo, proprio grazie alla mediazione della maschera.
“Ho notato come le persone, coperte dal filtro della maschera riescano a liberarsi e a tirare fuori lati nascosti del proprio essere. A volte una maschera ci costringe a fingere di essere qualcosa che non siamo e altre volte ci rende incredibilmente liberi e autentici”, dichiara l’artista.
La mostra raccoglie anche una serie di particolari sculture, realizzate con diversi materiali trattati in modo sperimentale, tra cui cemento, ferro e resina, raffiguranti un uomo stilizzato in colori vivaci, anch’esso con il volto coperto. Gli Zuki di De Ranieri sono simboli di un’umanità ingabbiata tra il desiderio di apparire e quello di nascondersi, tra immagine virtuale raccontata sui social e personalità reale, più difficile da esprimere. Ne emerge un’analisi ironica, irriverente e non impegnata del nostro tempo, che porta a riflettere sul nostro rapporto con la nostra identità più profonda.
La mostra è organizzata in collaborazione con C.R.A. (Centro Raccolta Arti) e FUL magazine.
Andrea de Ranieri nasce a Pisa nel 1975. Segue una formazione versatile, dall’architettura al design, dalla scultura alla pittura. La sua è una ricerca incentrata sull’uso della materia e sulla sua resa pittorica. L’impiego del cemento, della cera e della pece, lavorati in modi diversi, producono un duplice effetto: la diversità dei materiali rendono i quadri densi e profondi, le pennellate intrecciate intervengono con il colore ad esaltare la materia. Gli smalti entrano nella profondità della cera, creando un insieme solo apparentemente caotico ma che rimanda un senso di solidità e chiarezza minimalista. I colori predominanti della sua tavolozza sono tutte le sfumature del blu, del nero e del bianco, con occasionali pennellate di toni accesi come il giallo, il verde e l’arancio. Talvolta inserisce anche elementi in metallo, che, paradossalmente, vanno ad alleggerire l’insieme densamente pittorico.
Quadri, dove dal cemento liquido e pastoso emergono le campiture di colore piatto, di cere e di oli, con le applicazioni di metallo a racchiuderle o a esaltarle, o con parole e lettere del suo particolare alfabeto artistico. Ma anche le sculture di metallo e smalto: alcune geometriche e lineari, cubi e parallelepipedi vuoti che, sembrano sfidare la legge di gravità, colti in apparente precario equilibrio; altre dalle forme rotonde e articolate, sfere colorate che si arrampicano nello spazio a formare figure dinamiche che ricordano grossi bruchi o giochi di bimbi, divertenti e oniriche. www.andreaderanieri.com
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 18 October 2025 al 18 January 2026 Ravenna | MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna
Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera
-
Dal 19 October 2025 al 27 November 2025 Roma | MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Chris Soal. Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology
-
Dal 17 October 2025 al 15 February 2026 Torino | Fondazione Accorsi Ometto
Da Fontana a Crippa a Tancredi. La formidabile avventura del Movimento spazialista
-
Dal 17 October 2025 al 22 February 2026 Roma | Musei Capitolini Centrale Montemartini
Maria Barosso, artista e archeologa nella Roma in trasformazione
-
Dal 17 October 2025 al 1 February 2026 Roma | Palazzo Cipolla Museo del Corso - Polo Museale
Dalí. Rivoluzione e Tradizione
-
Dal 15 October 2025 al 18 January 2026 Roma | Castel Sant’Angelo
Roma e l’invenzione del cinema. Dalle origini al cinema d’autore 1905-1960