MAURO STACCIOLI. Museo archivio
Dal 20 Gennaio 2024 al 20 Gennaio 2024
Volterra | Pisa
Luogo: Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena
Indirizzo: Via Flacco 2
Orari: ore 12.30
Sabato 20 gennaio 2024, si inaugura a Volterra MAURO STACCIOLI. museo archivio, che trova dimora permanente negli ambienti dell'Ex-Oratorio del Crocifisso, all'interno del complesso del Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena, messo a disposizione dalla Fondazione Cassa Risparmio di Volterra che ha promosso l’iniziativa.
Prende così forma il risultato degli ultimi quattro anni di lavoro dell'Associazione Archivio Mauro Staccioli e dell'imponente progetto di digitalizzazione effettuato dalla Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la Storia dell’Arte con sede a Roma, tramite il suo Digital Humanities Lab e la sua Fototeca.
Spiccano nella navata dell’Ex-Oratorio del Crocifisso circa quaranta maquettes, fra le molte realizzate negli anni da Staccioli per studio, verifica e presentazione delle sue sculture, ambientate all'interno di luoghi urbani o in contesti naturali, in cui una stringente proiezione architettonica si coniuga a una poetica visione utopica.
L'esposizione di questo nucleo di progetti plastici è affiancata da un touch screen interattivo appositamente progettato per risalire, attraverso documenti d'archivio, schizzi, disegni preparatori, fotomontaggi progettuali digitalizzati, alle grandi sculture realizzate dall'artista in Italia e all'estero.
Negli spazi dell'Ex-Oratorio, inoltre, trova nuova sede anche l'archivio cartaceo dell'artista, composto da appunti, disegni, progetti, documenti, fotografie e cataloghi che, grazie a questa nuova collocazione e al database realizzato dalla Bibliotheca Hertziana, permetterà agli studiosi un accesso più semplice ai documenti e la possibilità di approfondire gli studi sull'artista.
Come scrive Maria Laura Gelmini in Mauro Staccioli, All’origine del fare, «Mauro Staccioli lavora seguendo un procedimento peculiare che risponde all’esigenza fondante del suo pensiero: leggere il luogo alla luce della storia e lasciare un segno indicativo sulla scorta di questa lettura. Una scelta consapevole si va definendo nell’artista alla fine degli anni ’60: politicamente impegnato, sente l’arte come una risposta doverosa all’esserci, un lavoro partecipe del dibattito. La sua sensibilità all’ambiente storico-sociale emerge a Volterra nel 1972: il luogo, lo spazio urbano, l’edificio, la natura, hanno una propria storia, un proprio respiro, recano le impronte di vicende antiche o di situazioni socio-ambientali. Pochi anni dopo, Staccioli darà alla sua mostra nel castello di Vigevano (1977) il titolo emblematico di Lettura di un ambiente. L’artista ‘legge’ il sito prima di porvi un segno, commisurato non soltanto allo spazio, ma alla presenza dell’uomo.
Un lavoro intenso e invisibile precede la scultura di Staccioli, perfetta sintesi poetica di ritmo e misura in relazione con il luogo. I materiali raccolti nello studio-archivio in 40 anni di lavoro, nel testimoniare un’attività intensa, offrono le chiavi di lettura del suo percorso ideativo. […] Un percorso intellettuale complesso, molto vicino a quello di un architetto: sin dal primo contatto con il luogo, la sua storia, le sue tracce, fissati in una campagna fotografica, annotati nei taccuini, documenti essenziali per le considerazioni d’impatto e le prime forme ideate in situ. A questo punto l’immaginazione dell’artista può librarsi a partire da un terreno progettuale ben definito, il più possibile fedele alla realtà storico-ambientale del luogo. […]»
Prende così forma il risultato degli ultimi quattro anni di lavoro dell'Associazione Archivio Mauro Staccioli e dell'imponente progetto di digitalizzazione effettuato dalla Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la Storia dell’Arte con sede a Roma, tramite il suo Digital Humanities Lab e la sua Fototeca.
Spiccano nella navata dell’Ex-Oratorio del Crocifisso circa quaranta maquettes, fra le molte realizzate negli anni da Staccioli per studio, verifica e presentazione delle sue sculture, ambientate all'interno di luoghi urbani o in contesti naturali, in cui una stringente proiezione architettonica si coniuga a una poetica visione utopica.
L'esposizione di questo nucleo di progetti plastici è affiancata da un touch screen interattivo appositamente progettato per risalire, attraverso documenti d'archivio, schizzi, disegni preparatori, fotomontaggi progettuali digitalizzati, alle grandi sculture realizzate dall'artista in Italia e all'estero.
Negli spazi dell'Ex-Oratorio, inoltre, trova nuova sede anche l'archivio cartaceo dell'artista, composto da appunti, disegni, progetti, documenti, fotografie e cataloghi che, grazie a questa nuova collocazione e al database realizzato dalla Bibliotheca Hertziana, permetterà agli studiosi un accesso più semplice ai documenti e la possibilità di approfondire gli studi sull'artista.
Come scrive Maria Laura Gelmini in Mauro Staccioli, All’origine del fare, «Mauro Staccioli lavora seguendo un procedimento peculiare che risponde all’esigenza fondante del suo pensiero: leggere il luogo alla luce della storia e lasciare un segno indicativo sulla scorta di questa lettura. Una scelta consapevole si va definendo nell’artista alla fine degli anni ’60: politicamente impegnato, sente l’arte come una risposta doverosa all’esserci, un lavoro partecipe del dibattito. La sua sensibilità all’ambiente storico-sociale emerge a Volterra nel 1972: il luogo, lo spazio urbano, l’edificio, la natura, hanno una propria storia, un proprio respiro, recano le impronte di vicende antiche o di situazioni socio-ambientali. Pochi anni dopo, Staccioli darà alla sua mostra nel castello di Vigevano (1977) il titolo emblematico di Lettura di un ambiente. L’artista ‘legge’ il sito prima di porvi un segno, commisurato non soltanto allo spazio, ma alla presenza dell’uomo.
Un lavoro intenso e invisibile precede la scultura di Staccioli, perfetta sintesi poetica di ritmo e misura in relazione con il luogo. I materiali raccolti nello studio-archivio in 40 anni di lavoro, nel testimoniare un’attività intensa, offrono le chiavi di lettura del suo percorso ideativo. […] Un percorso intellettuale complesso, molto vicino a quello di un architetto: sin dal primo contatto con il luogo, la sua storia, le sue tracce, fissati in una campagna fotografica, annotati nei taccuini, documenti essenziali per le considerazioni d’impatto e le prime forme ideate in situ. A questo punto l’immaginazione dell’artista può librarsi a partire da un terreno progettuale ben definito, il più possibile fedele alla realtà storico-ambientale del luogo. […]»
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