Vito Palladino. L’identità nell’Arte globale
Dal 24 Novembre 2016 al 12 Dicembre 2016
Potenza
Luogo: Pinacoteca provinciale
Indirizzo: via Lazio 18
Enti promotori:
- Regione Basilicata
- Provincia di Potenza
- Comune di Potenza
“L’identità nell’Arte globale” è il titolo della mostra personale dell’artista Vito Palladino esposta nella Pinacoteca provinciale di Potenza dal 24 novembre al 12 dicembre.
Il vernissage è in programma per giovedì (24 novembre) alle ore 17,30 e prevede i saluti di Angela Costabile, Dirigente dell’Ufficio Cultura e Biblioteca della Provincia di Potenza; Roberto Falotico, Assessore all’Istruzione, Cultura e Turismo del Comune di Potenza; Nicola Valluzzi, Presidente della Provincia di Potenza.
Interverranno: Oreste Lo Pomo, poeta e giornalista Rai Basilicata; Francesco Ruggiero, art director; don Vitantonio Telesca, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Potenza, Muro Lucano e Marsiconuovo; Carmensita Bellettieri, giornalista; Maria Nicole Terlizzese, critica d’arte.
Coordina la giornalista Cristiana Lopomo. Prevista la proiezione delle operazioni di video art realizzate da Palladino e intitolate “Cattedrale di Chatres”; “Giornata d'artista – galleria Iris Clert”; “Omaggio a Pierre Restany”; “Il ricongiungimento dei sé - Tour Eiffel”; “Io sto giocando al gioco dell'arte”; “Arte allo specchio”. Infine, una performance di poesie di Carmine Donnola, come omaggio a tutti i presenti. L’evento, in collaborazione con Filomedia, è patrocinato da Regione Basilicata, Provincia e Comune di Potenza, Federart.
La mostra è articolata in tre sezioni. Nella prima sala assemblaggi, tecniche miste e installazioni dell’artista impegnato nella dimensione dell’arte immateriale, identificativa della sua ricerca. Nella seconda i 15 “specchi d’autore” realizzati ‘a quattro mani’ da Palladino insieme ad artisti lucani che brillano sul panorama dell’arte contemporanea in Basilicata e non solo. Si tratta di Lucia Bonelli, Michele Cancro, Michele Danzi, Gaetano Dimatteo, Franco Di Pede, Anna Faraone, Irene Grieco, Donato Linzalata, Pierluigi Lo Monte, Antonio Masini, Antonietta Montemurro, Giulio Orioli, Rocchina Sivolella, Maria Grazia Tarulli, Dino Ventura: tutti artisti e amici di Palladino convolti in un’inedita operazione di arte partecipata, certamente d’impatto. Nella terza sala, infine, stampe, terrecotte, manufatti in legno, acrilici e riproduzioni su carta e su vetro per dare testimonianza, tra l’altro, delle performance contemporanee e coinvolgenti condotte nell’ambito dell’Associazione culturale Art&venti2012 di cui Palladino è Presidente, nel segno della pacifica integrazione tra i popoli e del complesso rapporto tra identità e globalità.
“La voglia di sorprendere e di depistare gli appartiene, viaggiare dalla sua terra, la Basilicata, alla terra dei Maia, al loro Calendario e poi spostarsi nei geroglifici di tracce dipinte, segnate che si stendono o si ammassano come contorte spade degli antichi samurai, importandoli da giapponesi suggestioni”: è quanto scrive nel testo della mostra Italo Moscati. Il critico milanese, scrittore e autore, sceneggiatore e regista e, tra l’altro, già presidente del Centro d’Arte Contemporanea di Prato, ha conosciuto Palladino quando insegnava all’Accademia d’Arte di Roma, nei primi anni Duemila e lo considera tra i suoi allievi “più vivaci e smaniosi”. “ Maia, ovunque; le spade contorte dei samurai invisibili trovano gli occhi puliti di un giovane artista a caccia di se stesso, di emozioni da condividere con spontaneità e fantasia. L’artista, colui che crea, si sente svincolato e procede nella sua via, senza smarrirsi, lasciandosi guidare da un dentro e un fuori - di sentimenti e ritmi interiori - che diventa percorso personale, con originalità e proposte, segnali liberi e liberati. Vito, negli anni, è andato da solo, come non poteva non essere; curioso, pronto a tutto, capace di selezionare e di sottoporcelo. Con intensità - conclude Moscati - calore, intelligenza, apertura”.
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