Federica Gonnelli. Liquefaziòne
Dal 11 Dicembre 2021 al 17 Gennaio 2022
Prato
Luogo: InCUBOAzione
Indirizzo: Via Delle Fonti 480
Orari: 11 e 12 dicembre 2021 dalle 16 alle 20; dal 13 dicembre al 17 gennaio 2022 su appuntamento
E-Mail info: info@federicagonnelli.it
Nello specifico del progetto "LIQUEFAZIÓNE", ciò che interessa Federica è l’uso comune del termine liquefazióne a partire dal riferimento - o sarebbe meglio dire pretesto - alla ritualità religiosa, ma non solo. La riflessione è ampliata, ponendosi spesso in antitesi al saggio “La scomparsa dei riti - una topologia del presente”, di Byung-Chul Han, Edizioni Nottetempo, Milano 2021. Il rito, la ritualità e gli oggetti ad essa collegati hanno la funzione di mezzo di contrasto attraverso il quale guardare più nettamente il nostro quotidiano e mettere in luce più chiaramente il nostro presente, come afferma nell’avvertenza Byung-Chul Han, ma nell’ambito del progetto “Liquefazióne” tutto questo avviene in negativo, per assenza, per mancanza di un rito, di una ritualità e di conseguenza di un simbolo che ne è alla base.
“Liquefazióne” è in senso più ampio il dissolvimento, lo straniamento, la delocalizzazione, l’alterazione di un simbolo che diventa qualcosa di altro. “Liquefazióne” travalica ciò che sembra - non è ciò che sembra; la profonda frattura tra queste due possibilità dell’essere non permette alcun riconoscimento, perché non possiamo conoscere gli elementi presentati come già noti. Han cita un brano de “L’attualità del bello”, di Gadamer per il quale riconoscere non è vedere qualcosa per la prima volta e neppure in un susseguirsi di visioni. Il riconoscimento, avviene quando, al di là di una prima presa di coscienza, l’osservatore eleva ciò che osserva a ideale, modello, simbolo e riferimento al quale rapportarsi. In ogni opera dell’artista il tempo del vedere per la prima volta si prolunga e di conseguenza il momento del riconoscimento è posticipato sempre più avanti, acquistando una centralità in quanto processo di conoscenza, ogni percorso riconoscitivo e interpretativo finisce per supporne un altro, così che non possa mai dirsi completamente esaurita la lettura. Il senso dell'opera viene così a trovarsi nel tempo che precede il riconoscimento, nella stratificazione di trasparenze e deve lasciarsi attraversare.
Byung-Chul Han critica l’eccessiva ricerca di trasparenza della nostra società, cultura e arti, paragonandola alla pornografia, perché affine alla sovrapproduzione e causa della mancanza di mistero, ambiguità e segreti. La comunicazione, il linguaggio, le immagini sono trasparenti e pornografici quando sono appiattiti da uno scambio accelerato di informazioni. Nell’opera di Federica la sovrapposizione in profondità di trasparenze permette di aggirare la trasparenza contemporanea stessa e di avvicinarsi alle sfocature proprie della poesia. Le poesie come scrive Han: “non contengono una verità finale; esse giocano con le sfocature, non consentono una lettura pornografica, la messa a fuoco pornografica. Le poesie si oppongono alla produzione di senso”, così come nell’opera dell’artista il percorso interpretativo non può dirsi mai concluso.
I riti di passaggio, rites de passage, strutturano la vita come le stagioni. Chi varca una soglia conclude una fase della vita ed entra in una nuova. Le soglie, come passaggi, ritmano, articolano e raccontano proprio lo spazio e il tempo, rendono possibile una profonda esperienza dell'ordine. Sono, le soglie, passaggi temporalmente intensi, che oggi vengono abbattuti a favore di una comunicazione e di una produzione accelerate, prive di fratture. In tal modo c'impoveriamo di spazio e di tempo: nel tentativo di produrre più spazio e più tempo, finiamo per perderli. Essi perdono il linguaggio e ammutoliscono. Le soglie parlano. Le soglie trasformano. Oltre la soglia c'è l'Altro, l'Estraneo. Senza la fantasia della soglia, senza la magia della soglia, esiste solo l'inferno dell'Eguale. Il globale viene eretto mediante un inesorabile smantellamento delle soglie e dei passaggi. Le informazioni e le merci preferiscono un mondo senza soglie. La liscezza che non oppone resistenza accelera la loro circolazione. Oggi i passaggi temporalmente intensi si disintegrano divenendo transiti rapidi, link continui e clic senza fine. Byung-Chul Han,
"La scomparsa dei riti - una topologia del presente", Edizioni Nottetempo, Milano 2021
Inaugurazione Sabato 11 dicembre 2021, ore 16
“Liquefazióne” è in senso più ampio il dissolvimento, lo straniamento, la delocalizzazione, l’alterazione di un simbolo che diventa qualcosa di altro. “Liquefazióne” travalica ciò che sembra - non è ciò che sembra; la profonda frattura tra queste due possibilità dell’essere non permette alcun riconoscimento, perché non possiamo conoscere gli elementi presentati come già noti. Han cita un brano de “L’attualità del bello”, di Gadamer per il quale riconoscere non è vedere qualcosa per la prima volta e neppure in un susseguirsi di visioni. Il riconoscimento, avviene quando, al di là di una prima presa di coscienza, l’osservatore eleva ciò che osserva a ideale, modello, simbolo e riferimento al quale rapportarsi. In ogni opera dell’artista il tempo del vedere per la prima volta si prolunga e di conseguenza il momento del riconoscimento è posticipato sempre più avanti, acquistando una centralità in quanto processo di conoscenza, ogni percorso riconoscitivo e interpretativo finisce per supporne un altro, così che non possa mai dirsi completamente esaurita la lettura. Il senso dell'opera viene così a trovarsi nel tempo che precede il riconoscimento, nella stratificazione di trasparenze e deve lasciarsi attraversare.
Byung-Chul Han critica l’eccessiva ricerca di trasparenza della nostra società, cultura e arti, paragonandola alla pornografia, perché affine alla sovrapproduzione e causa della mancanza di mistero, ambiguità e segreti. La comunicazione, il linguaggio, le immagini sono trasparenti e pornografici quando sono appiattiti da uno scambio accelerato di informazioni. Nell’opera di Federica la sovrapposizione in profondità di trasparenze permette di aggirare la trasparenza contemporanea stessa e di avvicinarsi alle sfocature proprie della poesia. Le poesie come scrive Han: “non contengono una verità finale; esse giocano con le sfocature, non consentono una lettura pornografica, la messa a fuoco pornografica. Le poesie si oppongono alla produzione di senso”, così come nell’opera dell’artista il percorso interpretativo non può dirsi mai concluso.
I riti di passaggio, rites de passage, strutturano la vita come le stagioni. Chi varca una soglia conclude una fase della vita ed entra in una nuova. Le soglie, come passaggi, ritmano, articolano e raccontano proprio lo spazio e il tempo, rendono possibile una profonda esperienza dell'ordine. Sono, le soglie, passaggi temporalmente intensi, che oggi vengono abbattuti a favore di una comunicazione e di una produzione accelerate, prive di fratture. In tal modo c'impoveriamo di spazio e di tempo: nel tentativo di produrre più spazio e più tempo, finiamo per perderli. Essi perdono il linguaggio e ammutoliscono. Le soglie parlano. Le soglie trasformano. Oltre la soglia c'è l'Altro, l'Estraneo. Senza la fantasia della soglia, senza la magia della soglia, esiste solo l'inferno dell'Eguale. Il globale viene eretto mediante un inesorabile smantellamento delle soglie e dei passaggi. Le informazioni e le merci preferiscono un mondo senza soglie. La liscezza che non oppone resistenza accelera la loro circolazione. Oggi i passaggi temporalmente intensi si disintegrano divenendo transiti rapidi, link continui e clic senza fine. Byung-Chul Han,
"La scomparsa dei riti - una topologia del presente", Edizioni Nottetempo, Milano 2021
Inaugurazione Sabato 11 dicembre 2021, ore 16
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