MARIO MARIOTTI
Mario Mariotti
Dal 09 Ottobre 2011 al 30 Aprile 2012
Prato
Luogo: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Indirizzo: Viale della Repubblica, 277
Orari: tutti i giorni 10-19. Chiuso il martedì
Costo del biglietto: ingresso libero
Dal 9 ottobre 2011 al 30 aprile 2012 il Centro per l'arte contemporanea
Luigi Pecci di Prato presenta la prima mostra dedicata a Mario Mariotti in
un museo.
Il progetto, curato da Stefano Pezzato, si è sviluppato attraverso la
ricognizione dei materiali raccolti nell'archivio riordinato da Francesca
Mariotti, figlia dell'artista, che include numerose opere e oggetti,
documenti e immagini originali, pubblicazioni e recensioni, reperti e
memorie esaustivi di un'attività intensa quanto poliedrica, svolta
prevalentemente
a Firenze.
In seguito alla cessione della "bottega" di Mariotti in via Toscanella a
Santo Spirito da parte dei suoi eredi, l'archivio è stato trasferito a
Prato alla fine del 2010, confermando il ruolo di Museo regionale toscano
per l'arte contemporanea svolto dal Centro Pecci. La retrospettiva ed il
volume monografico che l'accompagna, realizzati dal Centro Pecci,
costituiscono il riconoscimento di una personalità artistica fra le più
vivaci e straordinarie, aperta e fuori dagli schemi, degli ultimi decenni
in Toscana.
L'esposizione di una consistente selezione di opere e materiali d'archivio
nello spazio solitamente dedicato ai progetti d'artista indica la volontà
di affermare che, nello spirito della sua brillante ricerca ideativa e
creativa e nella costante azione di recupero e ricostruzione di sua figlia
Francesca, il lavoro di Mariotti è vivo. L'intero percorso operativo di
Mariotti, oltre che in mostra, sarà documentato in un ricco volume
monografico pubblicato dal Centro Luigi Pecci, con testi del curatore,
interventi e progetti originali dell’artista, un vasto repertorio critico e
iconografico.
Biografia dell’artista
Mario Mariotti
È nato a Montespertoli (Firenze) nel 1936 ed è morto a Firenze nel 1997 a
sessant'anni, quaranta dei quali spesi ad inventare immagini e proporre
realizzazioni tese ad allargare i confini della pratica artistica, a
reinterpretare e aggiornare le radici culturali di una città, Firenze,
considerata per eccellenza "la città dell'arte", di cui è stato insieme
sincero promotore e sottile dissacratore, stimolando situazioni partecipate
e progettando grandi eventi collettivi, "giocando" ininterrottamente con
l'arte e con la vita, la propria e quella dei
tanti con cui abitualmente collaborava.
Autore magmatico, sperimentatore assiduo di linguaggi visivi (a partire
dal disegno, sua vera passione e autentica matrice artistica fiorentina,
passando per la scenografia e la grafica, la pubblicità e l'editoria, la
proiezione fotografica, la pittura, la scultura, l'installazione, l'azione
pubblica, l'intervento estemporaneo), è stato animatore instancabile di un
intero quartiere, Santo Spirito a Firenze, di cui ha incarnato l'anima
popolare e l'abilità artigianale, l'ironia corrosiva e l'indole alla sfida,
l'identità poetica e l'identificazione quotidiana con l'arte, rappresentata
nella forma scenica e nell'azione organizzata della festa di piazza.
Rimangono memorabili le sue "imprese" spettacolari nello spazio urbano, in
ambito pubblico o di vita quotidiana, ideate e organizzate personalmente e
quindi condivise collettivamente: la proiezione del NO a caratteri cubitali
sulla Cupola del Duomo di Firenze in occasione del referendum sul divorzio
(maggio 1974); la simulazione del ritrovamento di un disegno di Leonardo in
via Toscanella a Firenze e la costruzione del gioco/bicchierata della Dama
di Bacco (1979) oggi conservato a Vinci; la proiezione di centinaia di
progetti sulla facciata spoglia della chiesa di Santo Spirito (Piazza della
Palla, estate 1980); la stesa dei Panni di artisti contemporanei alle
finestre di Santo Spirito sul tema allegorico del fuoco (Fire-nze, 21
settembre 1985); la rievocazione pirotecnica per il bicentenario della
Rivoluzione francese sulle sponde dell'Arno (Arnò 89, 14 luglio 1989); la
messinscena di proiezioni, interventi e performance al chiaro di luna a
Casa Malaparte a Capri (Cena verde, 7 settembre 1990); l'esposizione
"fluida" di frammenti d'arte contemporanea sull'Arno davanti agli Uffizi
(Polittico di San Giovanni, il 24 giugno 1991); la rappresentazione
allegorica in forma di balletto dell'ultimo giorno di vita di Lorenzo Il
Magnifico (Giuliano. Una morte fiorentina, giugno 1992; replicata al Joyce
Theatre di New York nell'ottobre 1992 e nel contesto di "Fabbrica Europa" a
Firenze nell'ottobre 1994); l'esposizione all'ex Stazione Leopolda di
Firenze di un'intera quadreria d'arte contemporanea messa letteralmente Al
muro! (ottobre 1995).
Unanimemente Mariotti è considerato "il pittore delle mani", trasformate
in figure fantastiche di Animani (1980) e Umani (1982), riproposte in
varianti continue fino a Giochi di mano (1992) e all'immagine simbolo
Diladdarno (1994), diffuse in tutto il mondo attraverso fotografie, libri,
pubblicità e video che gli hanno valso numerosi premi nazionali
ed internazionali.
Operando "sempre ai margini dello specifico artistico e delle
istituzioni", come ha sottolineato la critica Lara-Vinca Masini, Mariotti
ha inoltre realizzato il Libro circolare (1968) conservato alla Biblioteca
nazionale centrale di Firenze, considerato "il libro assoluto, indefinibile
e infinito... illeggibile e pur contenente, insieme, tutti i libri del
mondo", e un Teatro (1973-1984) immaginario ma reale, di cui ha venduto
virtualmente i posti al prezzo praticato da un vero teatro, il Comunale di
Firenze. Ha composto le copertine per le fortunate collane Il Castoro di
letteratura (1967-1984) e cinema (1974-1986); ha ideato manifesti e
cataloghi d'arte fra cui quello della retrospettiva di Henry Moore al Forte
Belvedere di Firenze (estate 1972); ha concepito immagini guida, fra
l'altro, per i convegni internazionali di critica d'arte svolti a
Montecatini Terme (Critica 0, 1978 e Critica 1984, 1984), come pure il logo
e la mostra d'apertura del ristorante italiano Mezzaluna a New York (1984)
a cui hanno partecipato 77 artisti fiorentini invitati dallo stesso
Mariotti.
È stato quindi autore di mostre personali alla Galleria Schema di Firenze
(1973 e 1978), alla Galleria La Bertesca di Genova (1975), alla Galleria
Primo Piano di Roma (1979), alla Galleria Vivita di Firenze (1986),
all'Espace Mailly di Perpignan (1994), ma soprattutto è stato uno dei
fondatori e animatori di Zona (1974-1984), il centro d'arte autogestito da
un collettivo di artisti che per un decennio ha promosso e documentato le
ricerche della neoavanguardia artistica fiorentina ponendola in contatto e
a confronto con quelle coeve a
livello nazionale ed internazionale.
L'azione di riscoperta dell'attività di Mario Mariotti proposta dal museo
pratese sarà affiancata da una serie di servizi didattici, ludici, di
informazione e documentazione.
Nei fine settimana saranno attivati al museo laboratori didattici
specifici, ideati dallo stesso Mariotti e adesso coordinati da sua figlia
Francesca, rivolti a tutti ma soprattutto a quanti vogliano provare a
"mettersi in gioco" e trasformare le proprie mani in stupefacenti strumenti
d'immaginazione con semplici colori ad acqua facilmente lavabili.
Nei fine settimana al museo saranno effettuate anche visite guidate alla
mostra.
Presso il bookshop del museo saranno disponibili pubblicazioni storiche ed
edizioni speciali realizzate dall'artista e sarà distribuita un'inedita
mappa "sulle tracce di Mario Mariotti a Firenze", collegata ad un apposito
servizio di visite guidate su prenotazione nel capoluogo toscano.
Nell'ambito della prossima edizione de "Lo schermo dell'arte. Film
Festival", in programma dal 21 al 24 novembre 2011 al Cinema Odeon di
Firenze, a cura di Silvia Lucchesi, sarà inoltre proposto uno speciale
"omaggio a Mario Mariotti" in video.
Luigi Pecci di Prato presenta la prima mostra dedicata a Mario Mariotti in
un museo.
Il progetto, curato da Stefano Pezzato, si è sviluppato attraverso la
ricognizione dei materiali raccolti nell'archivio riordinato da Francesca
Mariotti, figlia dell'artista, che include numerose opere e oggetti,
documenti e immagini originali, pubblicazioni e recensioni, reperti e
memorie esaustivi di un'attività intensa quanto poliedrica, svolta
prevalentemente
a Firenze.
In seguito alla cessione della "bottega" di Mariotti in via Toscanella a
Santo Spirito da parte dei suoi eredi, l'archivio è stato trasferito a
Prato alla fine del 2010, confermando il ruolo di Museo regionale toscano
per l'arte contemporanea svolto dal Centro Pecci. La retrospettiva ed il
volume monografico che l'accompagna, realizzati dal Centro Pecci,
costituiscono il riconoscimento di una personalità artistica fra le più
vivaci e straordinarie, aperta e fuori dagli schemi, degli ultimi decenni
in Toscana.
L'esposizione di una consistente selezione di opere e materiali d'archivio
nello spazio solitamente dedicato ai progetti d'artista indica la volontà
di affermare che, nello spirito della sua brillante ricerca ideativa e
creativa e nella costante azione di recupero e ricostruzione di sua figlia
Francesca, il lavoro di Mariotti è vivo. L'intero percorso operativo di
Mariotti, oltre che in mostra, sarà documentato in un ricco volume
monografico pubblicato dal Centro Luigi Pecci, con testi del curatore,
interventi e progetti originali dell’artista, un vasto repertorio critico e
iconografico.
Biografia dell’artista
Mario Mariotti
È nato a Montespertoli (Firenze) nel 1936 ed è morto a Firenze nel 1997 a
sessant'anni, quaranta dei quali spesi ad inventare immagini e proporre
realizzazioni tese ad allargare i confini della pratica artistica, a
reinterpretare e aggiornare le radici culturali di una città, Firenze,
considerata per eccellenza "la città dell'arte", di cui è stato insieme
sincero promotore e sottile dissacratore, stimolando situazioni partecipate
e progettando grandi eventi collettivi, "giocando" ininterrottamente con
l'arte e con la vita, la propria e quella dei
tanti con cui abitualmente collaborava.
Autore magmatico, sperimentatore assiduo di linguaggi visivi (a partire
dal disegno, sua vera passione e autentica matrice artistica fiorentina,
passando per la scenografia e la grafica, la pubblicità e l'editoria, la
proiezione fotografica, la pittura, la scultura, l'installazione, l'azione
pubblica, l'intervento estemporaneo), è stato animatore instancabile di un
intero quartiere, Santo Spirito a Firenze, di cui ha incarnato l'anima
popolare e l'abilità artigianale, l'ironia corrosiva e l'indole alla sfida,
l'identità poetica e l'identificazione quotidiana con l'arte, rappresentata
nella forma scenica e nell'azione organizzata della festa di piazza.
Rimangono memorabili le sue "imprese" spettacolari nello spazio urbano, in
ambito pubblico o di vita quotidiana, ideate e organizzate personalmente e
quindi condivise collettivamente: la proiezione del NO a caratteri cubitali
sulla Cupola del Duomo di Firenze in occasione del referendum sul divorzio
(maggio 1974); la simulazione del ritrovamento di un disegno di Leonardo in
via Toscanella a Firenze e la costruzione del gioco/bicchierata della Dama
di Bacco (1979) oggi conservato a Vinci; la proiezione di centinaia di
progetti sulla facciata spoglia della chiesa di Santo Spirito (Piazza della
Palla, estate 1980); la stesa dei Panni di artisti contemporanei alle
finestre di Santo Spirito sul tema allegorico del fuoco (Fire-nze, 21
settembre 1985); la rievocazione pirotecnica per il bicentenario della
Rivoluzione francese sulle sponde dell'Arno (Arnò 89, 14 luglio 1989); la
messinscena di proiezioni, interventi e performance al chiaro di luna a
Casa Malaparte a Capri (Cena verde, 7 settembre 1990); l'esposizione
"fluida" di frammenti d'arte contemporanea sull'Arno davanti agli Uffizi
(Polittico di San Giovanni, il 24 giugno 1991); la rappresentazione
allegorica in forma di balletto dell'ultimo giorno di vita di Lorenzo Il
Magnifico (Giuliano. Una morte fiorentina, giugno 1992; replicata al Joyce
Theatre di New York nell'ottobre 1992 e nel contesto di "Fabbrica Europa" a
Firenze nell'ottobre 1994); l'esposizione all'ex Stazione Leopolda di
Firenze di un'intera quadreria d'arte contemporanea messa letteralmente Al
muro! (ottobre 1995).
Unanimemente Mariotti è considerato "il pittore delle mani", trasformate
in figure fantastiche di Animani (1980) e Umani (1982), riproposte in
varianti continue fino a Giochi di mano (1992) e all'immagine simbolo
Diladdarno (1994), diffuse in tutto il mondo attraverso fotografie, libri,
pubblicità e video che gli hanno valso numerosi premi nazionali
ed internazionali.
Operando "sempre ai margini dello specifico artistico e delle
istituzioni", come ha sottolineato la critica Lara-Vinca Masini, Mariotti
ha inoltre realizzato il Libro circolare (1968) conservato alla Biblioteca
nazionale centrale di Firenze, considerato "il libro assoluto, indefinibile
e infinito... illeggibile e pur contenente, insieme, tutti i libri del
mondo", e un Teatro (1973-1984) immaginario ma reale, di cui ha venduto
virtualmente i posti al prezzo praticato da un vero teatro, il Comunale di
Firenze. Ha composto le copertine per le fortunate collane Il Castoro di
letteratura (1967-1984) e cinema (1974-1986); ha ideato manifesti e
cataloghi d'arte fra cui quello della retrospettiva di Henry Moore al Forte
Belvedere di Firenze (estate 1972); ha concepito immagini guida, fra
l'altro, per i convegni internazionali di critica d'arte svolti a
Montecatini Terme (Critica 0, 1978 e Critica 1984, 1984), come pure il logo
e la mostra d'apertura del ristorante italiano Mezzaluna a New York (1984)
a cui hanno partecipato 77 artisti fiorentini invitati dallo stesso
Mariotti.
È stato quindi autore di mostre personali alla Galleria Schema di Firenze
(1973 e 1978), alla Galleria La Bertesca di Genova (1975), alla Galleria
Primo Piano di Roma (1979), alla Galleria Vivita di Firenze (1986),
all'Espace Mailly di Perpignan (1994), ma soprattutto è stato uno dei
fondatori e animatori di Zona (1974-1984), il centro d'arte autogestito da
un collettivo di artisti che per un decennio ha promosso e documentato le
ricerche della neoavanguardia artistica fiorentina ponendola in contatto e
a confronto con quelle coeve a
livello nazionale ed internazionale.
L'azione di riscoperta dell'attività di Mario Mariotti proposta dal museo
pratese sarà affiancata da una serie di servizi didattici, ludici, di
informazione e documentazione.
Nei fine settimana saranno attivati al museo laboratori didattici
specifici, ideati dallo stesso Mariotti e adesso coordinati da sua figlia
Francesca, rivolti a tutti ma soprattutto a quanti vogliano provare a
"mettersi in gioco" e trasformare le proprie mani in stupefacenti strumenti
d'immaginazione con semplici colori ad acqua facilmente lavabili.
Nei fine settimana al museo saranno effettuate anche visite guidate alla
mostra.
Presso il bookshop del museo saranno disponibili pubblicazioni storiche ed
edizioni speciali realizzate dall'artista e sarà distribuita un'inedita
mappa "sulle tracce di Mario Mariotti a Firenze", collegata ad un apposito
servizio di visite guidate su prenotazione nel capoluogo toscano.
Nell'ambito della prossima edizione de "Lo schermo dell'arte. Film
Festival", in programma dal 21 al 24 novembre 2011 al Cinema Odeon di
Firenze, a cura di Silvia Lucchesi, sarà inoltre proposto uno speciale
"omaggio a Mario Mariotti" in video.
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