Simone Forti. Senza fretta

© Simone Forti / The Box, LA and Galleria Raffaella Cortese, Milano | Simone Forti, A Sculpture, 1961/2015. Fabricated sculpture, 24 x 7 3/4 x 12 inches I Ph. Fredrik Nilsen Studi

 

Dal 19 Giugno 2021 al 29 Agosto 2021

Prato

Luogo: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato

Indirizzo: Viale della Repubblica 277

Curatori: Luca Lo Pinto e Elena Magini

Telefono per informazioni: +39 0574 5317

E-Mail info: info@centropecci.it

Sito ufficiale: http://www.centropecci.it


Artista internazionale, figura chiave nello sviluppo della performance dalla fine degli anni Cinquanta a oggi, Simone Forti emigrò a Los Angeles, con la sua famiglia originaria di Prato, nel 1938.
A lei e alla sua opera seminale, dal 19 giugno al 29 agosto 2021 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci dedica la prima grande mostra in un museo italiano: Senza fretta a cura di Luca Lo Pinto ed Elena Magini. Senza fretta è stata concepita come un grande paesaggio, con uno speciale display progettato in stretta collaborazione con l’artista che mostra l'evoluzione naturale del suo lavoro con uno sguardo politico e personale al tempo stesso.
 
A partire dagli anni Sessanta Simone Forti ha portato avanti un lavoro pionieristico e sperimentale, che si fonda sull’esperienza del corpo come mezzo di conoscenza. La sua opera si è declinata attraverso una vasta gamma di media diversi, dalla pittura al disegno, dal video al suono,tuttavia l’espressione fisica praticata attraverso la danza, e in particolare la capacità di improvvisazione del corpo, costituisce la chiave fondamentale del suo lavoro. 
 
La mostraoffre un focus sule News Animations, una serie di opere che l’artista sviluppa dalla metà degli anni Ottanta in cui analizza la relazione tra linguaggio, movimento e fisicità, partendo dalle notizie sui quotidiani. Le News Animations sono performance in cui Forti incarna gli eventi delle news attraverso movimento e improvvisazione: la percezione delle notizie sui giornali viene mediata ed esplorata in termini di pressione, peso e bilanciamento, proprio come il linguaggio dei quotidiani si appropria di terminologie proprie delle dinamiche fisiche.
 
In mostra i video delle performance– quelle già concepite per essere riprese – sono messi in stretta relazione con un gruppo di disegni appartenenti alla stessa serie, che raccontano la metodologia interdisciplinare dell’artista nello sviluppare i suoi progetti; in questi disegni il gioco sul linguaggio, che nella performance va di pari passo all’uso del corpo e alla voce, si formalizza in una scrittura scarna, fatta di giochi di parole, figure appena abbozzate e avvicendamenti linguistici.
 
In Senza Fretta le parole e il linguaggio costituiscono una parte fondamentale, espressa oltre che dai disegni anche da una composizione audio, una sorta di colonna sonora della mostra che accompagna il visitatore negli spazi del museo. Questa traccia è composta da un collage inedito di audio diversi che coniuga brani in cui l’artista canta canzoni popolari, interagisce con strumenti fatti a mano, legge brani dal suo libro The Bear in The Mirror: una collezione di storie, prosa, poemi, disegni, foto, lettere, appunti e memorie. Un’opera che vuole generare sonorità molteplici, che risentono delle sperimentazioni e delle collaborazioni condotte durante gli anni con musicisti e compositori come Charlemagne Palestine, Peter Van Riper, La Monte Young e altri.
 
Ogni settimana la mostra ospiterà anche alcune performance storiche dell’artista come Scramble, Sleepwalkers/Zoo Mantras, Song of the Vowels, Cloths e, per la prima volta in occasione di questa mostra, Rollers, movimento primario parte del vocabolario dell’artista presentata qui come opera completa, e una versione di News Animation realizzata da Sarah Swenson, storica collaboratrice dell’artista.
Concludono il percorso i Bag Drawings, un nucleo di disegni inediti concepiti durante il lockdown della primavera 2020: una serie in cui l’artista ha lavorato sulle buste della spesa, come espressione diretta di un’emotività legata al quotidiano e al familiare.
 
La mostra è l’occasione per presentare anche il catalogo Simone Forti. News Animations, un reference book sulle azioni performative delle News Animations.Il libro raccoglie per la prima volta le trascrizioni delle performance accompagnate da disegni e fotografie per approfondire, in modo scientifico e suggestivo, la ricerca intrapresa dall’artista sul linguaggio e sulla parola attraverso il corpo e il movimento. Il libro, parte della collana del Centro Pecci, è edito dalla casa editrice NERO Editions.
 
Sponsor tecnico: EPSON
 
Si ringrazia Margaritelli Spa - Listone Giordano, Tessilfibre Spa, Fil.pa 1974 Snc per il contributo art bonus.
 
Simone Forti è un’artista nota a livello internazionale, figura chiave nello sviluppo della performance dalla fine degli anni Cinquanta a oggi. Nata a Firenze nel 1935, Forti emigrò con la sua famiglia a Los Angeles nel 1938. Nel 1955 iniziò a ballare con Anna Halprin, che stava conducendo un lavoro pionieristico sull'improvvisazione nella danza. Dopo aver collaborato per quattro anni con Halprin nella San Francisco Bay Area, Forti si è trasferita a New York dove ha studiato composizione al Merce Cunningham Studio con il musicologo Robert Dunn. Qui ha incontrato e ha iniziato a lavorare con coreografi come Trisha Brown, Yvonne Rainer e Steve Paxton. Nella primavera del 1961, Forti ha presentato un'intera serata di piece inedite chiamata Dance Constructions at Yoko Ono's Studio. Le Dance Contructions si sono rivelati lavori estremamente influenti sia nel campo della danza che delle arti visive. La radicalità dell’opera di Simone Forti risiede infatti nella condivisione di affinità concettuali con le pratiche artistiche minimaliste dei primi anni '60. Sebbene la sua influenza sulla danza postmoderna sia stata ampiamente riconosciuta, i suoi contributi al minimalismo e al concettualismo sono stati spesso trascurati. Negli anni Forti è tornata all'improvvisazione, includendo ampie collaborazioni con musicisti come Charlemagne Palestine e Peter Van Riper. Dall'inizio degli anni '80 l’artista ha praticato una forma di performance in cui il movimento e il linguaggio si intrecciano spontaneamente, le News Animations. Il lavoro di Simone Forti è stato esposto in luoghi come il Museum of Contemporary Art di Los Angeles; Il Museo del Louvre, Parigi; il Danspace, New York. Ha tenuto mostre personali al Kunstmuseum di Bonn, in Germania, nonché la sua prima retrospettiva al Museum der Moderne, Salisburgo, nel 2014. Le opere di Forti sono nelle collezioni del MoMA, New York; dello Stedelijk Museum, del Whitney Museum of American Art, solo per citare alcuni musei internazionali.
 
 

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