SUPERSTUDIO/backstage
Superstudio
Dal 09 Ottobre 2011 al 26 Febbraio 2012
Prato
Luogo: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Indirizzo: Viale della Repubblica 277
Orari: tutti i giorni 10-19. Chiuso il martedì
Curatori: Stefano Pezzato, Cristiano Toraldo di Francia
Costo del biglietto: ingresso libero
Dal 9 ottobre 2011 al 26 febbraio 2012 il Centro per l'arte contemporanea
Luigi Pecci di Prato presenta la mostra SUPERSTUDIO/backstage a cura di
Stefano Pezzato e Cristiano Toraldo di Francia.
La mostra documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978,
proseguendo l'azione di recupero e valorizzazione della storica esperienza
dell'architettura radicale fiorentina, già sviluppata dal Centro Pecci -
nel suo ruolo di Museo regionale toscano per l'arte contemporanea -
attraverso acquisizioni di opere e documenti o progetti espositivi come le
recenti proposte di Invito al viaggio al Museo Pecci Milano che hanno
incluso, fra gli altri, alcuni progetti di Superstudio.
La nuova esposizione, allestita nello Spazio CID/Arti visive, presenta una
serie di immagini fotografiche scelte dall’archivio Toraldo di Francia, con
le quali si documenta un'attività di ricerca che ha dilatato i confini
dell'architettura per comprendere altre pratiche artistiche, intendendo il
progetto non solo come opera tesa alla risoluzione di problemi, ma come
strumento di investigazione e conoscenza.
Insieme alle numerose fotografie, saranno esposti anche oggetti della
serie Istogrammi (1969), litografie, lampade originali, pubblicazioni e
film di Superstudio; sarà inoltre riproposto il modello della prima mostra
congiunta di Superstudio e Archizoom Superarchitettura (1966/2002),
realizzato in occasione della rassegna regionale Continuità in Toscana:
1945-2000 e oggi appartenente alla collezione del museo pratese, e la
ricostruzione di Supersuperficie (1971/2011), il microambiente originale
realizzato per la mostra Italy: The New Domestic Lanscape al MoMA di New
York, che è stata presentata in anteprima al Museo Pecci Milano la scorsa
primavera.
Biografia dell’artista
Superstudio fu fondato a Firenze nel 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano
Toraldo di Francia, ai quali si aggiunsero Roberto Magris dal 1967, Gian
Piero Frassinelli dal 1968, Alessandro Magris dal 1970 e Alessandro Poli
nel 1970-1972. Nell'arco di un decennio essi svilupparono un'articolata
ricerca per immagini, a partire dalla Superarchitettura (1966-68) proposta
"come strumento di interpretazione e descrizione della realtà" (Toraldo di
Francia). Sperimentarono quindi una visualizzazione progressiva di "idee di
architettura non fisica" (Adolfo Natalini), tra le quali compaiono: la
generazione automatica "non figurativa" di un sistema quantitativo di
"diagrammi tridimensionali non-continui" (Istogrammi di architettura,
1969); l'elaborazione di un modello architettonico di urbanizzazione totale
(Monumento continuo, 1969-70); l'applicazione spaziale degli effetti
illusionistici degli specchi (Architettura riflessa, 1970); l'estensione
utopica dell'architettura
Nello spazio astrale (Architettura Interplanetaria, 1971)
Nelle visioni di 12 Città Ideali (1971) Superstudio formulò le
"premonizioni della rinascita mistica dell'urbanesimo", a cui fece eco nel
1972 la pubblicazione de Le città invisibili di Italo Calvino; concepì
inoltre la "parabola letteraria" di cinque Atti fondamentali incentrati sui
temi rituali di Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte (1971-73)
interpretati come "presupposti necessari a una rifondazione filosofica e
antropologica dell'architettura della città” (Roberto Gargiani).
Il progetto di Supersuperficie, presentato al MoMA di New York nel 1972,
giunse quindi a prefigurare "un modello alternativo di vita sulla terra",
attraverso quella che Toraldo di Francia ha definito come "un'altra visione
limite: una nuova realtà, che persi i suoi connotati solido-meccanici,
oggettuali, di architetture come supporti tridimensionali di vita, si
distribuisce su una griglia neutra, virtuale, di flussi di informazione e
di energia come supporto di una organizzazione debole del territorio.
Partendo dall’ipotesi del pianeta reso omogeneo attraverso una rete di
energia e di informazioni, si ipotizzava un processo riduttivo per
l’architettura ed un diverso controllo dell’ambiente senza il necessario
impiego di sistemi tridimensionali”.
La successiva partecipazione al progetto di Global Tools, che nel 1973
raccolse il lavoro di vari gruppi e singoli architetti sotto l'etichetta di
"architettura radicale" (suggerita da Germano Celant, che aveva dato il
nome anche al movimento dell'Arte Povera, e indicata dalla rivista
"Casabella" diretta da Alessandro Mendini), determinò di fatto la
conclusione di quella stessa esperienza.
"Quando si producevano i progetti e le immagini, gli scritti e gli oggetti
dell'architettura radicale, l'architettura radicale non esisteva. Ora che
questa etichetta esiste, l'architettura radicale non esiste più. In altre
parole non si trattava di un ennesimo movimento o scuola con caratteri
omogenei ben definiti, ma di una serie di situazioni, intenzioni,
comportamenti” (Superstudio)
Seguirono i progetti La moglie di Lot, incentrato sulla riproduzione di
forme geometriche elementari, e La coscienza di Zeno, che documenta la
cultura materiale della civiltà contadina. Entrambi furono presentati alla
Biennale di Venezia del 1978 e, in proposito, Lara-Vinca Masini scrisse che
"i due lavori in mostra potrebbero essere letti in contrapposizione: da una
parte una critica pessimistica sui meccanismi e sui destini
dell'architettura, dall'altra un'analisi ottimistica per una rifondazione
della progettazione, costruzione ed uso attraverso la creatività
collettiva. I due lavori non devono esser letti in contrapposizione o
contraddizione: insieme rappresentano dialetticamente i nostri tentativi di
comprendere per modificare”.
In occasione dell'esposizione SUPERSTUDIO/backstage al Centro Pecci di
Prato è prevista la pubblicazione per le Edizioni Quodlibet di un nuovo
volume monografico dedicato a Superstudio, che includerà tutti i loro testi
e un repertorio iconografico aggiornato.
Luigi Pecci di Prato presenta la mostra SUPERSTUDIO/backstage a cura di
Stefano Pezzato e Cristiano Toraldo di Francia.
La mostra documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978,
proseguendo l'azione di recupero e valorizzazione della storica esperienza
dell'architettura radicale fiorentina, già sviluppata dal Centro Pecci -
nel suo ruolo di Museo regionale toscano per l'arte contemporanea -
attraverso acquisizioni di opere e documenti o progetti espositivi come le
recenti proposte di Invito al viaggio al Museo Pecci Milano che hanno
incluso, fra gli altri, alcuni progetti di Superstudio.
La nuova esposizione, allestita nello Spazio CID/Arti visive, presenta una
serie di immagini fotografiche scelte dall’archivio Toraldo di Francia, con
le quali si documenta un'attività di ricerca che ha dilatato i confini
dell'architettura per comprendere altre pratiche artistiche, intendendo il
progetto non solo come opera tesa alla risoluzione di problemi, ma come
strumento di investigazione e conoscenza.
Insieme alle numerose fotografie, saranno esposti anche oggetti della
serie Istogrammi (1969), litografie, lampade originali, pubblicazioni e
film di Superstudio; sarà inoltre riproposto il modello della prima mostra
congiunta di Superstudio e Archizoom Superarchitettura (1966/2002),
realizzato in occasione della rassegna regionale Continuità in Toscana:
1945-2000 e oggi appartenente alla collezione del museo pratese, e la
ricostruzione di Supersuperficie (1971/2011), il microambiente originale
realizzato per la mostra Italy: The New Domestic Lanscape al MoMA di New
York, che è stata presentata in anteprima al Museo Pecci Milano la scorsa
primavera.
Biografia dell’artista
Superstudio fu fondato a Firenze nel 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano
Toraldo di Francia, ai quali si aggiunsero Roberto Magris dal 1967, Gian
Piero Frassinelli dal 1968, Alessandro Magris dal 1970 e Alessandro Poli
nel 1970-1972. Nell'arco di un decennio essi svilupparono un'articolata
ricerca per immagini, a partire dalla Superarchitettura (1966-68) proposta
"come strumento di interpretazione e descrizione della realtà" (Toraldo di
Francia). Sperimentarono quindi una visualizzazione progressiva di "idee di
architettura non fisica" (Adolfo Natalini), tra le quali compaiono: la
generazione automatica "non figurativa" di un sistema quantitativo di
"diagrammi tridimensionali non-continui" (Istogrammi di architettura,
1969); l'elaborazione di un modello architettonico di urbanizzazione totale
(Monumento continuo, 1969-70); l'applicazione spaziale degli effetti
illusionistici degli specchi (Architettura riflessa, 1970); l'estensione
utopica dell'architettura
Nello spazio astrale (Architettura Interplanetaria, 1971)
Nelle visioni di 12 Città Ideali (1971) Superstudio formulò le
"premonizioni della rinascita mistica dell'urbanesimo", a cui fece eco nel
1972 la pubblicazione de Le città invisibili di Italo Calvino; concepì
inoltre la "parabola letteraria" di cinque Atti fondamentali incentrati sui
temi rituali di Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte (1971-73)
interpretati come "presupposti necessari a una rifondazione filosofica e
antropologica dell'architettura della città” (Roberto Gargiani).
Il progetto di Supersuperficie, presentato al MoMA di New York nel 1972,
giunse quindi a prefigurare "un modello alternativo di vita sulla terra",
attraverso quella che Toraldo di Francia ha definito come "un'altra visione
limite: una nuova realtà, che persi i suoi connotati solido-meccanici,
oggettuali, di architetture come supporti tridimensionali di vita, si
distribuisce su una griglia neutra, virtuale, di flussi di informazione e
di energia come supporto di una organizzazione debole del territorio.
Partendo dall’ipotesi del pianeta reso omogeneo attraverso una rete di
energia e di informazioni, si ipotizzava un processo riduttivo per
l’architettura ed un diverso controllo dell’ambiente senza il necessario
impiego di sistemi tridimensionali”.
La successiva partecipazione al progetto di Global Tools, che nel 1973
raccolse il lavoro di vari gruppi e singoli architetti sotto l'etichetta di
"architettura radicale" (suggerita da Germano Celant, che aveva dato il
nome anche al movimento dell'Arte Povera, e indicata dalla rivista
"Casabella" diretta da Alessandro Mendini), determinò di fatto la
conclusione di quella stessa esperienza.
"Quando si producevano i progetti e le immagini, gli scritti e gli oggetti
dell'architettura radicale, l'architettura radicale non esisteva. Ora che
questa etichetta esiste, l'architettura radicale non esiste più. In altre
parole non si trattava di un ennesimo movimento o scuola con caratteri
omogenei ben definiti, ma di una serie di situazioni, intenzioni,
comportamenti” (Superstudio)
Seguirono i progetti La moglie di Lot, incentrato sulla riproduzione di
forme geometriche elementari, e La coscienza di Zeno, che documenta la
cultura materiale della civiltà contadina. Entrambi furono presentati alla
Biennale di Venezia del 1978 e, in proposito, Lara-Vinca Masini scrisse che
"i due lavori in mostra potrebbero essere letti in contrapposizione: da una
parte una critica pessimistica sui meccanismi e sui destini
dell'architettura, dall'altra un'analisi ottimistica per una rifondazione
della progettazione, costruzione ed uso attraverso la creatività
collettiva. I due lavori non devono esser letti in contrapposizione o
contraddizione: insieme rappresentano dialetticamente i nostri tentativi di
comprendere per modificare”.
In occasione dell'esposizione SUPERSTUDIO/backstage al Centro Pecci di
Prato è prevista la pubblicazione per le Edizioni Quodlibet di un nuovo
volume monografico dedicato a Superstudio, che includerà tutti i loro testi
e un repertorio iconografico aggiornato.
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