Guerrino Tramonti. La magia del colore
Dal 18 Novembre 2012 al 06 Gennaio 2013
Faenza | Ravenna
Luogo: Mic - Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
Indirizzo: viale Baccarini 19
Orari: da martedì a venerdì 10-13.30; sabato, domenica e festivi 10-17.30
Enti promotori:
- Comune di Faenza
- Comune di Teramo
- Comune di Castelli
- Comitato Organizzatore mostre ceramiche antiche e moderne del comune di Teramo
- Istituto Statale d'Arte "F.A. Grue"
- Rotary di Faenza
- Rotary di Teramo
Costo del biglietto: intero 8 euro, ridotto 5 euro, pacchetto famiglia 12 euro
Telefono per informazioni: +39 0546 697311
E-Mail info: info@micfaenza.org
Sito ufficiale: http://www.micfaenza.org/
“Guerrino Tramonti. La magia del colore”, la retrospettiva antologica dedicata al ceramista faentino Guerrino Tramonti che per un anno (da settembre 2011 al luglio 2012) ha fatto il giro del Giappone, toccando i principali Musei e partendo dal Museo Nazionale d'Arte Moderna di Tokyo, passando dall'Hagi Uragami Museum, dall'Otani Memorial Art Museum di Nishinomiya per arrivare al Seto City Art Museum, dal 18 novembre 2012 al 6 gennaio 2013 sarà esposta al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza.
A vent'anni dalla scomparsa del maestro faentino, saranno in mostra circa 150 lavori rappresentativi della sua poetica, tra sculture, dipinti e ceramiche che esprimono il talento e la visione del mondo di uno dei protagonisti della ceramica del Novecento. Nel suo stile eclettico e nell'ispirazione profonda che anima ogni sua opera, afferma Josune Ruiz de Infante, nel testo critico del catalogo: “l'apprezzamento della materia e la sua espressione nell'arte trovano riscontro nell'universo di forme espressive che ne esaltano le qualità; fondamentali sono pure la ritualizzazione dei gesti quotidiani, l'interesse per la grafica e per il gesto calligrafico. (…) D'altra parte, la smisurata passione per il decorativismo dell'oggetto, sconfinante nell'ambiente architettonico, oltre alla predilezione di tinte piatte e squillanti che definiscono il disegno sintetico della sua pittura, potrebbero avvicinare le immagini più tipiche del ceramista all'estetica Superflat”.
L'antologica di Guerrino Tramonti farà da cornice al monumentale soffitto, denominato “Terzo Cielo di Castelli”, che sarà esposto per la prima volta a Faenza. Quest'opera collettiva risalente al periodo in cui l'artista dirigeva la Scuola d'Arte di Castelli d'Abruzzo (dal 1953 al 1958) fu diretta da Guerrino Tramonti e da lui ideata assieme ai maestri emilano-romagnoli Serafino Mattucci e Arrigo Visani. Il “Terzo Cielo” è un omaggio della ceramica contemporanea al seicentesco soffitto maiolicato della Chiesa di San Donato a Castelli, conosciuta come “Sistina della ceramica”; fu realizzato dai tre artisti, con la collaborazione degli studenti della scuola, nell'estate del 1954, per essere esposto alla Decima Triennale di Milano, nella sezione dedicata agli Istituti d'Arte.
La retrospettiva è un'occasione per esplorare l'opera omnia del grande ceramista faentino di cui il periodo iniziale, degli anni '30 e '40, è rappresentato dalle sculture in terracotta di influenza martiniana. Mentre l'opera degli anni Cinquanta è contrassegnata dalla ceramica smaltata con colori vivaci e intensi, che servono a delineare immagini nitide e poetiche di ascendenza picassiana, come quelle del Premio Faenza del 1952 con Antonio Scordia. Nel 1953 Tramonti inventa, proprio a Castelli, tra i laboratori della scuola e quelli dell'industria ceramica la Spica, diretta dall'imprenditore faentino Potito Randi, la tecnica dell'invetriatura a grosso spessore che contraddistingue i suoi lavori più originali e con la quale vince nuovamente il Premio Faenza nel 1955.
Durante il percorso espositivo possono essere ammirate le ceramiche che rendevano particolarmente orgoglioso Tramonti: le sue “porcellane” ispirate ai materiali e alle tecniche della ceramica di Cina, Corea e Giappone, frutto delle sue ricerche “alchemiche” degli anni Sessanta. Ma anche l'opera pittorica dell'artista è rappresentata da diversi dipinti ad olio del “periodo veneziano” eseguiti tra il 1945 e il 1948, caratterizzati dall'estetica post-metafisica, mentre la seconda fase della sua pittura è delineata da numerosi dipinti “materici” in olio su tavola realizzati tra la fine degli anni Sessanta e il 1992.
“Nell'antologica faentina - afferma Josune Ruiz de Infante - è possibile cogliere la connessione tra le immagini del ‘Terzo cielo’ e l'opera figurativa di Tramonti dopo il 1954, soprattutto nell'impianto compositivo e iconografico dei suoi coloratissimi vassoi, sui quali definiva uno sfondo rettangolare dove adagiava una sospesa paratassi di emblemi appartenenti al repertorio d'immagini più volte rielaborato (il pesce, la “zeppa”, il gatto, i gemelli, il pesce in graticola, la bottiglia di selz, la tavola imbandita, la lisca di pesce, i profili di donna e molti altri motivi di derivazione astratta). La stessa impaginazione dei disegni e la stessa gioiosa policromia comparivano anche nei dipinti ad olio della maturità, dove spuntavano pure lettere e scritte più o meno criptate, memori dei soffitti di Castelli.”
La mostra inaugura sabato 17 novembre alle 17.30 ed è organizzata in collaborazione con la Fondazione Guerrino Tramonti, con il patrocinio del Comune di Faenza, del Comune di Teramo, del Comune di Castelli, del Comitato Organizzatore mostre ceramiche antiche e moderne del comune di Teramo, dell'Istituto Statale d'Arte "F.A. Grue" per la ceramica di Castelli, del Rotary di Faenza e del Rotary di Teramo.
In occasione della grande retrospettiva giapponese è stato pubblicato un catalogo presentato da Masahiro Karasawa, curatore della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Tokyo, con un saggio critico di Josune Ruiz de Infante, curatrice dell'archivio della Fondazione Tramonti. La pubblicazione sulla mostra faentina mette in evidenza il lavoro di Tramonti a Castelli con il saggio critico di J. Ruiz de Infante, mentre il ruolo della Scuole d'Arte nella Triennale è trattato nel saggio critico di Maria Selene Sconci, responsabile del settore dipinti, ceramiche e tessili di Palazzo Venezia di Roma.
A vent'anni dalla scomparsa del maestro faentino, saranno in mostra circa 150 lavori rappresentativi della sua poetica, tra sculture, dipinti e ceramiche che esprimono il talento e la visione del mondo di uno dei protagonisti della ceramica del Novecento. Nel suo stile eclettico e nell'ispirazione profonda che anima ogni sua opera, afferma Josune Ruiz de Infante, nel testo critico del catalogo: “l'apprezzamento della materia e la sua espressione nell'arte trovano riscontro nell'universo di forme espressive che ne esaltano le qualità; fondamentali sono pure la ritualizzazione dei gesti quotidiani, l'interesse per la grafica e per il gesto calligrafico. (…) D'altra parte, la smisurata passione per il decorativismo dell'oggetto, sconfinante nell'ambiente architettonico, oltre alla predilezione di tinte piatte e squillanti che definiscono il disegno sintetico della sua pittura, potrebbero avvicinare le immagini più tipiche del ceramista all'estetica Superflat”.
L'antologica di Guerrino Tramonti farà da cornice al monumentale soffitto, denominato “Terzo Cielo di Castelli”, che sarà esposto per la prima volta a Faenza. Quest'opera collettiva risalente al periodo in cui l'artista dirigeva la Scuola d'Arte di Castelli d'Abruzzo (dal 1953 al 1958) fu diretta da Guerrino Tramonti e da lui ideata assieme ai maestri emilano-romagnoli Serafino Mattucci e Arrigo Visani. Il “Terzo Cielo” è un omaggio della ceramica contemporanea al seicentesco soffitto maiolicato della Chiesa di San Donato a Castelli, conosciuta come “Sistina della ceramica”; fu realizzato dai tre artisti, con la collaborazione degli studenti della scuola, nell'estate del 1954, per essere esposto alla Decima Triennale di Milano, nella sezione dedicata agli Istituti d'Arte.
La retrospettiva è un'occasione per esplorare l'opera omnia del grande ceramista faentino di cui il periodo iniziale, degli anni '30 e '40, è rappresentato dalle sculture in terracotta di influenza martiniana. Mentre l'opera degli anni Cinquanta è contrassegnata dalla ceramica smaltata con colori vivaci e intensi, che servono a delineare immagini nitide e poetiche di ascendenza picassiana, come quelle del Premio Faenza del 1952 con Antonio Scordia. Nel 1953 Tramonti inventa, proprio a Castelli, tra i laboratori della scuola e quelli dell'industria ceramica la Spica, diretta dall'imprenditore faentino Potito Randi, la tecnica dell'invetriatura a grosso spessore che contraddistingue i suoi lavori più originali e con la quale vince nuovamente il Premio Faenza nel 1955.
Durante il percorso espositivo possono essere ammirate le ceramiche che rendevano particolarmente orgoglioso Tramonti: le sue “porcellane” ispirate ai materiali e alle tecniche della ceramica di Cina, Corea e Giappone, frutto delle sue ricerche “alchemiche” degli anni Sessanta. Ma anche l'opera pittorica dell'artista è rappresentata da diversi dipinti ad olio del “periodo veneziano” eseguiti tra il 1945 e il 1948, caratterizzati dall'estetica post-metafisica, mentre la seconda fase della sua pittura è delineata da numerosi dipinti “materici” in olio su tavola realizzati tra la fine degli anni Sessanta e il 1992.
“Nell'antologica faentina - afferma Josune Ruiz de Infante - è possibile cogliere la connessione tra le immagini del ‘Terzo cielo’ e l'opera figurativa di Tramonti dopo il 1954, soprattutto nell'impianto compositivo e iconografico dei suoi coloratissimi vassoi, sui quali definiva uno sfondo rettangolare dove adagiava una sospesa paratassi di emblemi appartenenti al repertorio d'immagini più volte rielaborato (il pesce, la “zeppa”, il gatto, i gemelli, il pesce in graticola, la bottiglia di selz, la tavola imbandita, la lisca di pesce, i profili di donna e molti altri motivi di derivazione astratta). La stessa impaginazione dei disegni e la stessa gioiosa policromia comparivano anche nei dipinti ad olio della maturità, dove spuntavano pure lettere e scritte più o meno criptate, memori dei soffitti di Castelli.”
La mostra inaugura sabato 17 novembre alle 17.30 ed è organizzata in collaborazione con la Fondazione Guerrino Tramonti, con il patrocinio del Comune di Faenza, del Comune di Teramo, del Comune di Castelli, del Comitato Organizzatore mostre ceramiche antiche e moderne del comune di Teramo, dell'Istituto Statale d'Arte "F.A. Grue" per la ceramica di Castelli, del Rotary di Faenza e del Rotary di Teramo.
In occasione della grande retrospettiva giapponese è stato pubblicato un catalogo presentato da Masahiro Karasawa, curatore della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Tokyo, con un saggio critico di Josune Ruiz de Infante, curatrice dell'archivio della Fondazione Tramonti. La pubblicazione sulla mostra faentina mette in evidenza il lavoro di Tramonti a Castelli con il saggio critico di J. Ruiz de Infante, mentre il ruolo della Scuole d'Arte nella Triennale è trattato nel saggio critico di Maria Selene Sconci, responsabile del settore dipinti, ceramiche e tessili di Palazzo Venezia di Roma.
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