Fotografia Europea 2015. Effetto Terra
Dal 15 Maggio 2015 al 26 Luglio 2015
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: sedi varie
Enti promotori:
- Comune di Reggio Emilia
Telefono per informazioni: +39 0522 456249
E-Mail info: info@fotografiaeuropea.it
Sito ufficiale: http://www.fotografiaeuropea.it
Sarà un'edizione speciale per Fotografia Europea. La manifestazione di Reggio Emilia compie dieci anni e per celebrare questo importante compleanno propone una reinterpretazione delle tematiche di Expo 2015, l'Esposizione Universale di Milano, attraverso un'articolata e coinvolgente riflessione sul rapporto tra uomo e natura. Fotografi e curatori sono stati invitati a esplorare ambiti d'indagine legati alla rappresentazione del pianeta, alla salvaguardia dell'ambiente, alle ricchezze del territorio, ai nuovi equilibri che si instaurano tra le ragioni della Terra e l'intervento umano, fino al dinamico rapporto tra uomo, natura e tecnologia. Il risultato è Effetto Terra, un filo conduttore che lega le mostre, le installazioni e tutti gli altri eventi che compongono il programma del festival.
Anche quest'anno Fotografia Europea segue un approccio libero, interdisciplinare, coinvolgendo molteplici linguaggi tra loro diversi attorno al nucleo centrale delle grandi mostre fotografiche. I percorsi sono spesso anticonvenzionali e ricchi di sorprese, grazie alla fantasia, al talento e al genio di maestri italiani e internazionali: la dialettica tra uomo e natura – tema portante della manifestazione – viene esplorata attraverso punti di vista inediti, come quello delle lumache di campagna in Gastropoda del catalano Joan Fontcuberta, o raccontando il restauro incompiuto di una Fiat 500 Topolino in Unfinished Father dell'olandese Erik Kessels, ma anche in un alternarsi di esplorazioni individuali (la panoramica sulle luci artificiali in Ersatz Lights case study #1 east west di Olivo Barbieri) o nello sfaccettato caleidoscopio di imponenti esposizioni collettive (No Man Nature, a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini). Sguardi puntati dalla Terra verso il cielo (e viceversa), esplorando le nostre città, il progresso scientifico e il rapporto con la natura, ricostruendo il passato e rivelando il futuro, completano un programma espositivo ricco di suggestioni e riflessioni.
Le giornate inaugurali aprano la rassegna nel weekend dal 15 al 17 maggio, con un fitto calendario di incontri con gli artisti, conferenze, proiezioni, workshop, visite guidate e spettacoli. Ospite della sezione Host è quest'anno l'agenzia olandese NOOR, mentre la serata d'apertura è affidata a uno dei dj italiani più famosi nel mondo, Benny Benassi, impegnato in un set completamente inedito di musica e video mapping dedicato al tema della fragilità della natura e del nostro pianeta. La facciata del Teatro Valli, diventa superficie e scenario per un esperimento di video proiezione animato dalle sonorizzazioni del Dj reggiano. Le immagini sono di Guy Laliberté (storico fondatore del Cinque du Soleil) primo artista nello spazio, dalla cui insolita prospettiva ha tratto queste immagini straordinarie. Una “missione sociale e poetica” per sostenere ONE DROP,un progetto per sensibilizzare il mondo sui temi dell’emergenza idrica (venerdì 15 maggio, ore 21.30, Piazza Martiri del 7 luglio).
Nel 2015 si rinnova Speciale diciottoventicinque (curato da Alessandro Bartoli, Fabio Boni, Fabrizio Cicconi e Laura Sassi), progetto dedicato ai giovani appassionati di fotografia. Rafforzando lo stretto rapporto di simbiosi che lega Fotografia Europea a Reggio Emilia, la decima edizione del festival coinvolge nuovi spazi cittadini (come il rinascimentale Palazzo da Mosto, aperto in via straordinaria per ospitare la collettiva No Man Nature) e ha attivato nuove collaborazioni (come quella con l'Arcispedale Santa Maria Nuova, che per celebrare il suo cinquantesimo compleanno diventa partner e protagonista della produzione fotografica di Alessandra Calò Fotoscopia), in aggiunta alle location tradizionali della manifestazione (Chiostri di San Pietro, Chiostri di San Domenico, Palazzo dei Musei, Galleria Parmeggiani, Spazio Gerra, Sinagoga, Biblioteca Panizzi, Museo dei Cappuccini). Nelle giornate inaugurali, la mappa di Fotografia Europea è poi arricchita dagli oltre 200 luoghi che ospitano il Circuito OFF della manifestazione, con mostre, incontri e installazioni, trasformando la città in un'unica pulsante esposizione. Fotografia Europea è inoltre parte del programma di WE A.RE \ Reggio Emilia per Expo 2015, il progetto territoriale che accompagnerà l'Esposizione Universale di Milano con l'intento di promuovere il sistema Reggio Emilia e valorizzare le eccellenze di innovazione e produttive del territorio e le sue ricchezze storiche, artistiche e culturali. In quest'ambito, negli opening days di Fotografia Europea viene inaugurata la mostra NOI – Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane al Palazzo dei Musei (sabato 16 maggio, ore 24).
Organizzata dal Comune di Reggio Emilia, da quest'anno Fotografia Europea si avvale di un comitato scientifico costituito da Elio Grazioli e Walter Guadagnini (già abituali curatori della manifestazione) e da Diane Dufour (direttrice del prestigioso spazio parigino Le Bal), a cui è stato affidato il compito di selezionare le proposte espositive ricevute lo scorso autunno in una call pubblica. Per la natura speciale di questa edizione e per il legame con Expo 2015, il periodo d'apertura delle mostre è prolungato fino al 26 luglio 2015.
IL CONCEPT – EFFETTO TERRA
In concomitanza con Expo 2015, che invita a riflettere sulla salute del pianeta (territorio, cibo, radici, energia), Fotografia Europea si interroga sul rapporto tra uomo e natura, guardando non solo alla funzione di rappresentazione e documento della fotografia, quanto anche all’ambizione di originalità, rinnovamento, peculiarità. Con la consapevolezza di come mezzi, modi e iconografie siano cambiate enormemente negli ultimi decenni, e con essi gli immaginari e le riflessioni. Un primo aspetto riguarda la rappresentazione del pianeta. Quale nuova geografia ci consegna oggi la fotografia? Esiste ancora una contrapposizione tra natura e artificio, tra memoria e novità, tra tradizione e futuro? Nuovi luoghi, modi di rappresentare, immaginari e manipolazioni aprono non solo inedite prospettive ma anche una diversa considerazione del passato. A seconda della prospettiva che si adotta, dalla più interna alla più vertiginosamente esterna, cambia evidentemente il modo di sentire e di considerare. Quanto indecifrabili ci appaiono certe immagini prodotte dalla scienza e dalla tecnica, nel microscopico più infigurabile, nelle scoperte di invisibili lontananze o nel più incredibile immenso al di là di ogni nostra immaginazione; quanto lontano dal reale ci possono portare le rielaborazioni e invenzioni che la tecnologia permette oggi sull’immagine stessa; quanto vicino possiamo arrivare attraverso le simulazioni più precise e accurate.Mentre si denunciano i conflitti e si documentano le catastrofi, si cercano anche nuovi equilibri tra le ragioni della natura e l'intervento umano. L’arte non si limita a rappresentare, ma spesso sente di dover agire per innescare un cambiamento: dall'impegno a raffigurare il mondo e i suoi problemi, passa all'ideazione e realizzazione di interventi sul territorio e nelle comunità. È l'arte pubblica, che dell’immagine fa un uso attivo, performativo, spesso usando le nuove tecnologie in modo costruttivo e condiviso. Le tensioni si sono acuite, le problematiche si sono complicate: se da un lato si cercano equilibrio e interrelazione, rimane forte il rischio che ognuno vada per la propria strada, in una deriva che è anche dell'Immaginario (non più) collettivo. Esiste sia una natura che precede l’uomo – potente, sublime, ma anche vergine e calma – sia un uomo senza natura, grazie a tecnologie tanto avanzate da essere estranee alle immagini della natura. Le mostre della decima edizione di Fotografia Europea esplorano questi temi, rispetto ai quali la fotografia ha ancora un ruolo: di efficacia, ma anche di riflessione.
LE MOSTRE
1. UOMO / NATURA
Anche le lumache di campagna possono essere fonte d'ispirazione. Così è stato per Joan Fontcuberta, il grande artista catalano che al Palazzo dei Musei presenta due mostre frutto di un lavoro che l’artista ha svolto nei mesi scorsi presso gli stessi Musei. Si tratta di una nuova edizione di Gastropoda un progetto sul ciclo vitale delle immagini, sulla trasformazione e sul decadimento. L'idea nasce dall'osservazione di un fatto curioso: la sorte degli inviti recapitati nella cassetta della posta di Fontcuberta, destinati a essere distrutti dalla voracità delle lumache nelle settimane in cui l'artista è in trasferta. “Significa che anche le immagini, come tutti gli organismi viventi, nascono, si sviluppano, fanno il loro corso, per poi decadere e morire”, spiega Fontcuberta, fotografo ma anche saggista, critico, giornalista, Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia, oggetto di retrospettive al MoMA di New York e all'Art Institute di Chicago, con opere esposte al Metropolitan di New York e al Centre Georges Pompidou di Parigi. Inoltre Fontcuberta suggerisce un percorso nelle collezioni naturalistiche dei musei: Fauna Secreta. Carta bianca nella collezione di Lazzaro Spallanzani basato sulle suggestioni di alcune sue presunte scoperte tra gli archivi del Museo. Un modo diverso per inserire tra le meraviglie della natura interventi di riflessione artistica, nel continuo rimando fra vero e falso che caratterizza la sua poetica. Se la natura è al centro della riflessione di Fontcuberta, l'uomo è il protagonista di Unfinished Father di Erik Kessels. Un progetto toccante, dedicato al padre, appassionato restauratore di Fiat 500 Topolino e colpito pochi anni fa da un ictus. Quella Topolino incompiuta diventa l'oggetto dell'esposizione, nonché il simbolo di un uomo che – come la macchina – rimarrà non finito. Trasportata negli spazi della Sinagoga, l'automobile viene esposta assieme alle fotografie che documentano le fasi del restauro. Amara contrapposizione agli happy end dei film, diversi da una realtà in cui a un certo punto ogni cosa si interrompe brutalmente. Il direttore creativo dell'agenzia KesselsKramer di Amsterdam, Erik Kessels presenta, sempre negli spazi della Sinagoga, anche un altro progetto: La Topolino a Reggio Emilia per il quale sono stati invitati a partecipare i cittadini di Reggio Emilia con le proprie immagini di Fiat Topolino, ritrovate negli album di famiglia. E per l’occasione anche la città ha aperto il suo album grazie alla preziosa collaborazione della Fototeca della Biblioteca Panizzi: un nucleo di 12 fotografie si aggiunge al racconto della Topolino con scorci sulla città.
2. NATURA SENZA L'UOMO / UOMO SENZA LA NATURA
Curata da Elio Grazioli e Walter Guadagnini, No Man Nature è una grande mostra collettiva, straordinaria fin dalla location: gli storici ed eleganti spazi di Palazzo da Mosto, concessi dalla Fondazione Manodori. L'esposizione raccoglie le opere di quattordici artisti (Darren Almond,Enrico Bedolo, Ricardo Cases, Pierluigi Fresia, Stephen Gill, Mishka Henner, Ange Leccia e Dominique Gonzalez-Foerster, Amedeo Martegani, Richard Mosse, Thomas Ruff, Batia Suter, Carlo Valsecchi, Helmut Völter), che spingono il pubblico a interrogarsi su temi e questioni legate al filo conduttore della manifestazione: Effetto Terra. Spesso dominate dall'euforia della tecnica, le immagini propongono in particolare due ipotetici scenari, opposti ma dai comuni connotati apocalittici: come si configura la natura senza l'uomo? E quale potrebbe essere un mondo in cui l'uomo rinuncia alla natura? Altre domande e riflessioni scaturiscono da un radicale cambiamento di prospettiva: lo sguardo verso il cielo. Il firmamento e il modo in cui l'uomo lo ha osservato e fotografato sono al centro di Le cose che si vedono in cielo. A cura di Ilaria Campioli, allestita nei cinquecenteschi Chiostri di San Pietro, la mostra indaga il rapporto fra uomo e universo – fin dall'antichità stimolo di confronto e serbatoio di cosmogonie. Proprio quando da luoghi sempre più remoti arrivano immagini sempre più dettagliate gli artisti sentono l’esigenza di riappropriarsi di questo spazio dell’immaginazione. Gli artisti in mostra si confrontano con gli archetipi delle immagini del cosmo reinventandole, scardinandole e portandoci a riflettere su come la visione della natura sia fortemente condizionata dalla nostra memoria visiva, accumulata nel corso degli anni. L'esposizione è basata su una selezione di recenti pubblicazioni editoriali, a conferma dell'attenzione che il festival dedica al formato del libro fotografico (già protagonista nel 2014 della mostra Senza meta. Il libro come pensiero fotografico).
3. REINVENTARE IL MONDO
199 fotografie a colori, raccolte in un arco di trent'anni, compongono il mosaico di Ersatz Lights. Case study #1 east west, la mostra di Olivo Barbieri allestita ai Chiostri di San Pietro, con il coordinamento scientifico di Laura Gasparini, prodotta dalla Biblioteca Panizzi in collaborazione con Regione Emilia Romagna, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Azienda Speciale Villa Manin – Udine e accompagnata dal catalogo pubblicato dall'editore tedesco Hatje Cantz. Con “ersatz lights” si intende tutto ciò che abbiamo inventato per sostituire l'illuminazione naturale: surrogati artificiali della luce solare che diventano elemento chiave delle immagini, permettendoci di scoprire aspetti inediti del reale. La mostra spazia tra megalopoli d'Oriente, periferie europee, paesaggi urbani e rurali italiani, mettendo in risalto il linguaggio di un autore che è sempre riuscito a personalizzare i suoi scatti attraverso il lavoro sulla messa a fuoco, sul bilanciamento cromatico, su tecniche inedite e innovative.
La “reinvenzione” del mondo passa anche attraverso le ricerche del celebre Charles Darwin che, dopo aver circumnavigato il globo sul veliero “Beagle”, scrisse L’origine della specie (1859). Un omaggio a questo grande scienziato, e a suo nonno Erasmus Darwin, arriva dal lavoro del giovane fotografo ungherese Ákos Czigány che con la mostra In viaggio con Darwin, a cura di Gigliola Foschi (Galleria Parmeggiani), riproduce in griglie le pagine, lasciate in bianco, delle prime edizioni dei libri scritti dai Darwin e che lui ha recuperato su internet. Da lontano queste pagine assomigliano a un quadro astratto ma da vicino raccontano le tracce lasciate dal tempo. Sono molti gli appuntamenti del festival in cui le nuove tecnologie diventano elementi chiave del racconto e del linguaggio fotografico. Tra questi c'è Cluster | New Jersey Counties di Daniele Lisi, la mostra ai Chiostri di San Domenico in cui le geometrie delle Meadowlands – area del New Jersey bonificata quasi un secolo fa e trasformata in zona residenziale – caratterizzano immagini satellitari prelevate da Internet per poi trasformarsi in “Spazio Vissuto” nel secondo capito del suo lavoro, in cui quelli stessi luoghi sono ritratti nelle ore notturne. Più astratta e giocata sull'illuminazione, quasi a chiudere il cerchio aperto dalle ersatz lights, è Blank di Luca Gilli: allestita ai Chiostri di San Pietro, una raccolta di immagini in cui la luce non si accende in opposizione al buio ma si diffonde quasi in eccesso, venendo a sconvolgere (reinventare) la percezione di forme, materiali e volumi degli oggetti rappresentati.4. RINARRARE L'UOMO Le storie dell'uomo possono essere raccontate attraverso le sue invenzioni, anche quelle più controverse. Combinando materiale esistente (prodotto a scopi educativi e promozionali) e video e fotografie realizzate da lui stesso, lo svizzero Jules Spinatsch ha composto una riflessione per immagini sulla tecnologia nucleare, dalla Guerra Fredda a oggi. Il risultato è Asynchronous, la mostra a cura di Daniele De Luigi, presso i Chiostri di San Domenico. Attorno a materiale di repertorio, in particolare gruppi di fotografie e documenti rinvenuti tra il 2009 e il 2010, è costruito anche Found Photos in Detroit, il progetto di Arianna Arcara e Luca Santese, sempre in esposizione ai Chiostri di San Domenico. Co-fondatori del Gruppo Cesura, i due giovani artisti raccontano la decadenza e l'abbandono della metropoli americana non limitandosi a una fotografia del presente ma ricostruendone il percorso e le dinamiche.
Un altro luogo, ben più vicino nel tempo e nello spazio, è il protagonista di Fotoscopia, progetto di Alessandra Calò, a cura di Irene Russo, realizzato per Fotografia Europea in collaborazione con l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Un'indagine fotografica che racconta i primi cinquant'anni di vita dell'ospedale, trasformandolo da teatro di visite ed esami a oggetto stesso destinato a essere visitato ed esaminato dal pubblico del festival, nell'esposizione ospitata nella Galleria Parmeggiani. Inoltre, in occasione di questo importante anniversario, tutti i dipendenti del Santa Maria Nuova sono stati invitati a raccontare con il proprio sguardo l’ospedale. L’obiettivo è quello di dar vita a una narrazione per immagini e le foto più rappresentative saranno esposte nella mostra Sguardi sul Santa Maria Nuova (Galleria Parmeggiani).
Non ha invece raggiunto il mezzo secolo, ma si è purtroppo fermata a soli 37 anni, la vita di Sergio Romagnoli, il professore di scienze naturali e geografia, naturalista e appassionato di fotografia ucciso nel 1994 – in circostanze ancora non chiarite – nell'isola africana di Sao Tomè. Curata da Alessandro Calabrese e Milo Montelli e allestita ai Chiostri di San Domenico, A Drop in the Ocean restituisce alla memoria il lavoro di Romagnoli tra gli anni Settanta e Ottanta. Trasversale e soggetto a mutazioni impreviste e imprevedibili, il percorso di Fotografia Europea si muove liberamente sull'asse del tempo e dello spazio. In Herculaneum (a cura di Massimo Mussini, Museo dei Cappuccini), Marcello Grassi conduce i visitatori alla scoperta della città romana sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Immagini di un mito rinnovato, ma anche monito di un futuro che potrebbe tornare a farsi minaccioso e invito alla riflessione sull'umiltà e la precarietà dell'uomo di fronte alla storia (e alla natura). Lo spazio, e in particolare la soglia intesa come luogo di passaggio e metamorfosi, è invece il punto di partenza di St()ma, un progetto multimediale che racconta i temi del cambiamento e della mutazione attraverso l'intreccio della musica composta da Cristiano Calcagnile e le immagini realizzate da Bruno Pulici.
Un'esperienza innovativa che potrà essere sperimentata ai Chiostri di San Domenico. Il racconto dell'uomo si fonde infine con quello della natura in Speciale diciottoventicinque, appuntamento ormai tradizionale di Fotografia Europea, rivolto ai ragazzi tra 18 e 25 anni. Suddivisi in quattro gruppi, oltre ottanta ragazzi presentano ai Chiostri di San Pietro i loro lavori, tutti legati al tema centrale della manifestazione: Effetto Terra. Attraverso le immagini scattate dai giovani fotografi si sviluppano quattro sezioni: La terra e le storie, La terra e l'uomo, La terra e il cibo e La terra e la terra. Itinerari d'indagine che non risultano isolati, bensì sempre intrecciati tra loro, grazie al coordinamento dei tutor/fotografi professionisti Alessandro Bartoli, Fabio Boni, Fabrizio Cicconi e Laura Sassi. Le immagini con un originale allestimento saranno ospitate inoltre nella galleria I Petali.
5. INVESTIGARE IL MONDO
Dopo le precedenti esposizioni dedicate alla Swinging London di Philip Townsend, al glamour di Mick Rock, alla Manchester di Kevin Cummins e al punk-rock dei CCCP, lo Spazio Gerra si conferma osservatorio specializzato nell'esplorazione tra musica e immagini. E lo chiamano jazz, il progetto proposto per la decima edizione di Fotografia Europea, è incentrato su un genere che affonda le proprie radici nel blues, scandito dai ritmi della terra e del lavoro. Ma l'obiettivo non è puntato verso l'America bensì su un particolare momento storico del nostro Paese, il decennio a cavallo del 1960, quando i big internazionali spopolavano nei club di Milano e fioriva una generazione di straordinari musicisti italiani. Le immagini – con video, grafiche, percorsi sonori e una sezione sul jazz a Reggio Emilia – provengono dagli archivi di uno dei principali testimoni dell'epoca: il fotografo di origine viennese e adozione bergamasca Riccardo Schwamenthal e sono selezionate con la consulenza di Rocco Pandiani, esperto di musica jazz e fondatore dell'etichetta Easy Tempo.
Un altro rapporto consolidato è quello tra Fotografia Europea e la Biblioteca Panizzi, che nel 2015 si rinnova anche attraverso Natura e paesaggio nelle collezioni della Fototeca della Biblioteca Panizzi, mostra di materiali conservati nella biblioteca, a cura di Laura Gasparini. Infine torna Circulation(s), festival de la jeune photographie européenne con la proiezione all’interno dei Chiostri di San Pietro dei progetti dei 45 fotografi selezionati dalla giuria del festival, promosso da Fetart. Circulation(s) mostra attraverso le immagini di fotografi giovani e talentuosi la diversità e la varietà della fotografia europea di oggi (15 maggio - 26 luglio, Chiostri di San Pietro) .
LE GIORNATE INAUGURALI (15-16-17 maggio 2015)
Come d'abitudine, il weekend di apertura delle mostre di Fotografia Europea 2015 è accompagnato da un ricco programma di incontri, conferenze, proiezioni, workshop, presentazioni di libri, visite guidate e spettacoli che dal 15 al 17 maggio coinvolgono gli artisti protagonisti delle mostre, assieme a critici, storici d'arte, dj, protagonisti del mondo della cultura e operatori del settore. La manifestazione prende il via ufficialmente venerdì 15 maggio alle ore 18, con una conferenza di inaugurazione ai Chiostri di San Pietro. A seguire l'apertura di tutte le sedi espositive, mentre la serata culmina con lo spettacolo di Benny Benassi (uno dei dj italiani più conosciuti al mondo, nato a Reggio Emilia e produttore per artisti come Madonna, Jovanotti e Mika). Benny Benassi & One Drop present: Zero - Evolution and Fragility Of The Earth.
Sound & Visual Experiment on the Teatro Valli: un progetto originale realizzato per Fotografia Europea, un mix di musica e video mapping legato al tema “Effetto Terra” con le immagini di Guy Laliberté (storico fondatore del Cirque du Soleil) e del progetto ONE DROP proiettate sulla facciata del Teatro Valli. In programma a partire dalle ore 21.30 in Piazza Martiri del 7 luglio. Ad aprire la giornata di sabato 16 maggio è l’incontro No Man Nature con gli artisti Enrico Bedolo, Pierluigi Fresia, Mishka Henner, Carlo Valsecchi, Helmut Völter in dialogo con Diane Dufour, Elio Grazioli e Walter Guadagnini (ore 11, Teatro Cavallerizza). Mentre alle 12 ai Chiostri di San Pietro la fotografa francese Sarah Moon presenta il suo libro Inverno a Reggio Emilia (Silvana Editoriale) con Laura Serani e Giovanna Calvenzi, con la conduzione di Elisabetta Farioli. Nel pomeriggio appuntamento con la presentazione della rivista “Mould” con Joan Fontcuberta, Nino Migliori, Alessio Cancellieri e Jonathan Pierini (Chiostri di San Pietro, ore 15). Si prosegue poi con l’incontro Unfinished Father e altre storie con il fotografo Erik Kessels che dialoga con Giovanna Calvenzi e Walter Guadagnini (ore 16, Teatro Cavallerizza). Alle 17 ai Chiostri di San Pietro è in programma la presentazione del libro Found Photos in Detroit (Cesura Publish, 2012) di Arianna Arcara e Luca Santese insieme alla giornalista Irene Alison e Claudio Corrivetti, con un contributo sulle nuove strategie per la produzione del libro fotografico e subito dopo alle 18, al Teatro Cavallerizza, la conferenza I linguaggi fotografici contemporanei - indagine sullagiovane scena italiana ed europea con Daniele De Luigi (curatore di Giovane Fotografia Italiana), Carine Dolek (curatrice del Festival de la Jeune Photographie Europeenne Circulations) e Luigi Ratclif (segretario del GAI – Associazione per il circuito dei Giovani Artisti Italiani). Domenica mattina al Teatro Cavallerizza si parte alle 10 con la conferenza Lo statuto di autore nella post-fotografia in occasione della quale il fotografo spagnolo Joan Fontcuberta dialoga con Elio Grazioli e il giornalista Michele Smargiassi, mentre alle 12 è in programma l’incontro Progettare un centro di fotografia con Lorenza Bravetta (Direttrice Camera Centro Italiano per la Fotografia, Torino), Diane Dufour (Direttrice Le Bal, Parigi) e Walter Guadagnini (in collaborazione con aBcM). Sempre alle 12, ma ai Chiostri di San Pietro, l’appuntamento è con Le cose che si vedono in cielo e per l’occasione vengono presentati i libri: Big Sky Hunting di Alberto Sinigaglia, Still di Kasia Klimpel, The Meteorite Hunter di Alexandra Lethbridge, conduce Ilaria Campioli. Si prosegue nel pomeriggio con la presentazione del libro Unfinished Father con il fotografo Erik Kessels e Michele Smargiassi (Chiostri di San Pietro, ore 15), l’incontro Ersazt Lights. Case study #1 east west con il fotografo Olivo Barbieri, Renata Ferri, Laura Gasparini, Antonio Giusa, Francesco Zanot (Teatro Cavallerizza, ore 16) e la presentazione del volume A drop in the ocean - Sergio Romagnoli (Édition du Lic, 2014) Milo Montelli e Alessandro Calabrese e un intervento Erik Kessels (Chiostri di San Pietro, ore 17). A chiudere la giornata ai Chiostri di San Pietro, alle 18.30, è la premiazione del Circuito OFF e a seguire (ore 19) il concerto Segnali e Rumori- Riti e gesti nel tempo e nello spazio, ensemble di percussioni a cura dell’Istituto Musicale Achille Peri di Reggio Emilia.
Nell'ambito delle giornate inaugurali non può mancare il Circuito OFF, la sezione libera e indipendente di Fotografia Europea, che nasce dalla spontanea iniziativa degli artisti e dei cittadini e accompagna il percorso ufficiale del festival. Inaugurato nel 2007, il Circuito OFF si è progressivamente ampliato, arrivando a coinvolgere in profondità l'intero tessuto urbano e della provincia di Reggio Emilia con oltre 250 mostre in programma solo in città a cui si aggiunge un centinaio di portfoli fotografici on line. I protagonisti degli scatti dell’OFF sono privati cittadini, professionisti, semplici appassionati e studenti. Il circuito non presenta solo esposizioni, ma è arricchito da iniziative ospitate in biblioteche, teatri, atelier, aziende, esercizi commerciali, piazze e strade. Novità di questa edizione, il Circuito sarà accompagnato da una guida cartacea ricca di approfondimenti, segnalazioni dei progetti più interessanti e un programma suddiviso per sezioni (tra cui “food”, che raggruppa i bar e i ristoranti che ospiteranno mostre di OFF). Nel complesso, gli eventi delle giornate inaugurali sono tutti a ingresso gratuito (a eccezione di workshop e letture portfolio), in modo non solo da valorizzare lo spazio urbano e il patrimonio storico-architettonico di Reggio Emilia, ma anche di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini e visitatori.
HOST
Il Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con aBcM, rilancia il progetto HOST: la sezione del festival che prevede una partnership con i protagonisti principali della fotografia contemporanea internazionale per arricchire le giornate inaugurali di mostre, iniziative, incontri, proiezioni e workshop. Protagonista dell'edizione 2015 è l'agenzia NOOR, con sede ad Amsterdam, composta da dodici fotografi provenienti da nove Paesi diversi: Nina Berman, Andrea Bruce, Stanley Greene e Jon Lowenstein (USA), Pep Bonet e Sebastián Liste (Spagna), Bénédicte Kurzen (Francia), Yuri Kozyrev (Russia), Francesco Zizola (Italia), Alixandra Fazzina (UK), Kadir van Lohuizen (Paesi Bassi) e Asim Rafiqui (Svezia / Pakistan). Ai Chiostri di San Pietro è allestita la mostra collettiva, a cura di Laura Serani, dal titolo A NOOR journal on the changing planet, 2009 – 2015 dei fotografi dell’agenzia Nina Berman, Pep Bonet, Andrea Bruce, Alixandra Fazzina, Stanley Greene, Yuri Kozyrev, Kadir van Lohuizen, Jon Lowenstein, Francesco Zizola. La mostra si ispira a un progetto dedicato al cambiamento climatico ed è una sintesi delle due fasi di un lavoro intrapreso da NOOR nel 2009, Consequences e Solutions. Arricchita da lavori recenti e produzioniinedite, la mostra propone una visione globale delle gravi problematiche presenti in diverse regioni del pianeta e delle pratiche di risoluzione messe in opera. La storia dell'agenzia, della sua indipendenza e del modo in cui riesce a coniugare il talento e la visione dei suoi dodici fotografi non viene tuttavia raccontata solo attraverso gli scatti della mostra ma anche con i diversi appuntamenti in programma durante le giornate inaugurali di Fotografia Europea. È infatti possibile frequentare workshop o partecipare a “pranzi d’autore” con i fotografi dell'agenzia NOOR. Sabato 16 maggio, ai Chiostri di San Pietro alle 21.30, è in programma la NOOR Night: un’occasione di incontro dei fotografi con il pubblico e di presentazione dei loro lavori attraverso interventi e proiezioni. A fine serata saranno proiettati anche i lavori che gli studenti dei workshop hanno realizzato sotto la direzione dei fotografi master di NOOR. Quest’anno inoltre Reggio Emilia ospita nelle sale dell’Università l’AGM, Annual General Meeting di NOOR, appuntamento annuale, una quattro giorni di riunioni a porte chiuse per pianificare il futuro dell’agenzia.
LE NOVITÀ: IL COMITATO SCIENTIFICO E REGGIO EMILIA PER EXPO 2015
Da quest'anno, Fotografia Europea ha un comitato scientifico. Composto da due curatori già legati al festival da tempo (Elio Grazioli dell'Università degli Studi di Bergamo e Walter Guadagnini dell'Accademia di Belle Arti di Bologna) e dalla new entry Diane Dufour (Direttrice di Le Bal, nuovo spazio parigino nato su progetto dell'Associazione degli Amici di Magnum e dedicato alla rappresentazione del reale attraverso l'immagine in tutte le sue forme: fotografia, video, cinema, nuovi media), il comitato ha avuto innanzitutto il compito di valutare i 210 progetti fotografici ricevuti nella call pubblica dello scorso autunno. Sono otto i progetti selezionati per il circuito ufficiale di Fotografia Europea 2015: In viaggio con Darwin (Ákos Czigány), Asynchronous (Jules Spinatsch), Found Photos in Detroit (Arianna Arcara e Luca Santese), A Drop in the Ocean – Sergio Romagnoli (a cura di Alessandro Calabrese e Milo Montelli), St()ma (Bruno Pulici e Cristiano Calcagnile), Cluster | New Jersey Counties (Daniele Lisi), Blank (Luca Gilli) e Herculaneum (Marcello Grassi).
L'altra grande novità della decima edizione di Fotografia Europea è la sua partecipazione a WE A.RE \ Reggio Emilia per Expo 2015, il progetto territoriale che accompagna l'Esposizione Universale di Milano in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. Nata con l'intento di promuovere il sistema cittadino e valorizzare le eccellenze produttive del territorio, nonché le ricchezze storiche, artistiche e culturali, l'iniziativa prevede una serie di eventi legati alla tripla A (“agricoltura, alimentazione e ambiente”), che è filo conduttore di Expo 2015. Il calendario degli appuntamenti è stato strutturato in modo da rafforzare la collaborazione e la sinergia tra gli stessi: durante il weekend di Fotografia Europea (sabato 16 maggio) sarà dunque inaugurata anche la mostra NOI – Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane, curata da Luca Molinari, critico e curatore di eventi internazionali e coordinatore scientifico dei cluster di Expo 2015 e allestita al Palazzo dei Musei. Un'esposizione che coinvolgerà tutta la struttura dell'edificio e proporrà una narrazione trasversale della terra, della sua comunità, della capacità di dare forma a prodotti, idee, modi di essere, pensare e stare insieme. NOI, così come Fotografia Europea 2015, rientra in una più generale riflessione aperta sul nostro presente: complesso, stratificato, in cerca di strade che permettano di costruire e raggiungere un futuro sostenibile e attento ai cambiamenti in atto, senza mai dimenticare il patrimonio di storie e saperi che una terra come quella della provincia di Reggio Emilia ha saputo distillare nei secoli.
Anche quest'anno Fotografia Europea segue un approccio libero, interdisciplinare, coinvolgendo molteplici linguaggi tra loro diversi attorno al nucleo centrale delle grandi mostre fotografiche. I percorsi sono spesso anticonvenzionali e ricchi di sorprese, grazie alla fantasia, al talento e al genio di maestri italiani e internazionali: la dialettica tra uomo e natura – tema portante della manifestazione – viene esplorata attraverso punti di vista inediti, come quello delle lumache di campagna in Gastropoda del catalano Joan Fontcuberta, o raccontando il restauro incompiuto di una Fiat 500 Topolino in Unfinished Father dell'olandese Erik Kessels, ma anche in un alternarsi di esplorazioni individuali (la panoramica sulle luci artificiali in Ersatz Lights case study #1 east west di Olivo Barbieri) o nello sfaccettato caleidoscopio di imponenti esposizioni collettive (No Man Nature, a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini). Sguardi puntati dalla Terra verso il cielo (e viceversa), esplorando le nostre città, il progresso scientifico e il rapporto con la natura, ricostruendo il passato e rivelando il futuro, completano un programma espositivo ricco di suggestioni e riflessioni.
Le giornate inaugurali aprano la rassegna nel weekend dal 15 al 17 maggio, con un fitto calendario di incontri con gli artisti, conferenze, proiezioni, workshop, visite guidate e spettacoli. Ospite della sezione Host è quest'anno l'agenzia olandese NOOR, mentre la serata d'apertura è affidata a uno dei dj italiani più famosi nel mondo, Benny Benassi, impegnato in un set completamente inedito di musica e video mapping dedicato al tema della fragilità della natura e del nostro pianeta. La facciata del Teatro Valli, diventa superficie e scenario per un esperimento di video proiezione animato dalle sonorizzazioni del Dj reggiano. Le immagini sono di Guy Laliberté (storico fondatore del Cinque du Soleil) primo artista nello spazio, dalla cui insolita prospettiva ha tratto queste immagini straordinarie. Una “missione sociale e poetica” per sostenere ONE DROP,un progetto per sensibilizzare il mondo sui temi dell’emergenza idrica (venerdì 15 maggio, ore 21.30, Piazza Martiri del 7 luglio).
Nel 2015 si rinnova Speciale diciottoventicinque (curato da Alessandro Bartoli, Fabio Boni, Fabrizio Cicconi e Laura Sassi), progetto dedicato ai giovani appassionati di fotografia. Rafforzando lo stretto rapporto di simbiosi che lega Fotografia Europea a Reggio Emilia, la decima edizione del festival coinvolge nuovi spazi cittadini (come il rinascimentale Palazzo da Mosto, aperto in via straordinaria per ospitare la collettiva No Man Nature) e ha attivato nuove collaborazioni (come quella con l'Arcispedale Santa Maria Nuova, che per celebrare il suo cinquantesimo compleanno diventa partner e protagonista della produzione fotografica di Alessandra Calò Fotoscopia), in aggiunta alle location tradizionali della manifestazione (Chiostri di San Pietro, Chiostri di San Domenico, Palazzo dei Musei, Galleria Parmeggiani, Spazio Gerra, Sinagoga, Biblioteca Panizzi, Museo dei Cappuccini). Nelle giornate inaugurali, la mappa di Fotografia Europea è poi arricchita dagli oltre 200 luoghi che ospitano il Circuito OFF della manifestazione, con mostre, incontri e installazioni, trasformando la città in un'unica pulsante esposizione. Fotografia Europea è inoltre parte del programma di WE A.RE \ Reggio Emilia per Expo 2015, il progetto territoriale che accompagnerà l'Esposizione Universale di Milano con l'intento di promuovere il sistema Reggio Emilia e valorizzare le eccellenze di innovazione e produttive del territorio e le sue ricchezze storiche, artistiche e culturali. In quest'ambito, negli opening days di Fotografia Europea viene inaugurata la mostra NOI – Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane al Palazzo dei Musei (sabato 16 maggio, ore 24).
Organizzata dal Comune di Reggio Emilia, da quest'anno Fotografia Europea si avvale di un comitato scientifico costituito da Elio Grazioli e Walter Guadagnini (già abituali curatori della manifestazione) e da Diane Dufour (direttrice del prestigioso spazio parigino Le Bal), a cui è stato affidato il compito di selezionare le proposte espositive ricevute lo scorso autunno in una call pubblica. Per la natura speciale di questa edizione e per il legame con Expo 2015, il periodo d'apertura delle mostre è prolungato fino al 26 luglio 2015.
IL CONCEPT – EFFETTO TERRA
In concomitanza con Expo 2015, che invita a riflettere sulla salute del pianeta (territorio, cibo, radici, energia), Fotografia Europea si interroga sul rapporto tra uomo e natura, guardando non solo alla funzione di rappresentazione e documento della fotografia, quanto anche all’ambizione di originalità, rinnovamento, peculiarità. Con la consapevolezza di come mezzi, modi e iconografie siano cambiate enormemente negli ultimi decenni, e con essi gli immaginari e le riflessioni. Un primo aspetto riguarda la rappresentazione del pianeta. Quale nuova geografia ci consegna oggi la fotografia? Esiste ancora una contrapposizione tra natura e artificio, tra memoria e novità, tra tradizione e futuro? Nuovi luoghi, modi di rappresentare, immaginari e manipolazioni aprono non solo inedite prospettive ma anche una diversa considerazione del passato. A seconda della prospettiva che si adotta, dalla più interna alla più vertiginosamente esterna, cambia evidentemente il modo di sentire e di considerare. Quanto indecifrabili ci appaiono certe immagini prodotte dalla scienza e dalla tecnica, nel microscopico più infigurabile, nelle scoperte di invisibili lontananze o nel più incredibile immenso al di là di ogni nostra immaginazione; quanto lontano dal reale ci possono portare le rielaborazioni e invenzioni che la tecnologia permette oggi sull’immagine stessa; quanto vicino possiamo arrivare attraverso le simulazioni più precise e accurate.Mentre si denunciano i conflitti e si documentano le catastrofi, si cercano anche nuovi equilibri tra le ragioni della natura e l'intervento umano. L’arte non si limita a rappresentare, ma spesso sente di dover agire per innescare un cambiamento: dall'impegno a raffigurare il mondo e i suoi problemi, passa all'ideazione e realizzazione di interventi sul territorio e nelle comunità. È l'arte pubblica, che dell’immagine fa un uso attivo, performativo, spesso usando le nuove tecnologie in modo costruttivo e condiviso. Le tensioni si sono acuite, le problematiche si sono complicate: se da un lato si cercano equilibrio e interrelazione, rimane forte il rischio che ognuno vada per la propria strada, in una deriva che è anche dell'Immaginario (non più) collettivo. Esiste sia una natura che precede l’uomo – potente, sublime, ma anche vergine e calma – sia un uomo senza natura, grazie a tecnologie tanto avanzate da essere estranee alle immagini della natura. Le mostre della decima edizione di Fotografia Europea esplorano questi temi, rispetto ai quali la fotografia ha ancora un ruolo: di efficacia, ma anche di riflessione.
LE MOSTRE
1. UOMO / NATURA
Anche le lumache di campagna possono essere fonte d'ispirazione. Così è stato per Joan Fontcuberta, il grande artista catalano che al Palazzo dei Musei presenta due mostre frutto di un lavoro che l’artista ha svolto nei mesi scorsi presso gli stessi Musei. Si tratta di una nuova edizione di Gastropoda un progetto sul ciclo vitale delle immagini, sulla trasformazione e sul decadimento. L'idea nasce dall'osservazione di un fatto curioso: la sorte degli inviti recapitati nella cassetta della posta di Fontcuberta, destinati a essere distrutti dalla voracità delle lumache nelle settimane in cui l'artista è in trasferta. “Significa che anche le immagini, come tutti gli organismi viventi, nascono, si sviluppano, fanno il loro corso, per poi decadere e morire”, spiega Fontcuberta, fotografo ma anche saggista, critico, giornalista, Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia, oggetto di retrospettive al MoMA di New York e all'Art Institute di Chicago, con opere esposte al Metropolitan di New York e al Centre Georges Pompidou di Parigi. Inoltre Fontcuberta suggerisce un percorso nelle collezioni naturalistiche dei musei: Fauna Secreta. Carta bianca nella collezione di Lazzaro Spallanzani basato sulle suggestioni di alcune sue presunte scoperte tra gli archivi del Museo. Un modo diverso per inserire tra le meraviglie della natura interventi di riflessione artistica, nel continuo rimando fra vero e falso che caratterizza la sua poetica. Se la natura è al centro della riflessione di Fontcuberta, l'uomo è il protagonista di Unfinished Father di Erik Kessels. Un progetto toccante, dedicato al padre, appassionato restauratore di Fiat 500 Topolino e colpito pochi anni fa da un ictus. Quella Topolino incompiuta diventa l'oggetto dell'esposizione, nonché il simbolo di un uomo che – come la macchina – rimarrà non finito. Trasportata negli spazi della Sinagoga, l'automobile viene esposta assieme alle fotografie che documentano le fasi del restauro. Amara contrapposizione agli happy end dei film, diversi da una realtà in cui a un certo punto ogni cosa si interrompe brutalmente. Il direttore creativo dell'agenzia KesselsKramer di Amsterdam, Erik Kessels presenta, sempre negli spazi della Sinagoga, anche un altro progetto: La Topolino a Reggio Emilia per il quale sono stati invitati a partecipare i cittadini di Reggio Emilia con le proprie immagini di Fiat Topolino, ritrovate negli album di famiglia. E per l’occasione anche la città ha aperto il suo album grazie alla preziosa collaborazione della Fototeca della Biblioteca Panizzi: un nucleo di 12 fotografie si aggiunge al racconto della Topolino con scorci sulla città.
2. NATURA SENZA L'UOMO / UOMO SENZA LA NATURA
Curata da Elio Grazioli e Walter Guadagnini, No Man Nature è una grande mostra collettiva, straordinaria fin dalla location: gli storici ed eleganti spazi di Palazzo da Mosto, concessi dalla Fondazione Manodori. L'esposizione raccoglie le opere di quattordici artisti (Darren Almond,Enrico Bedolo, Ricardo Cases, Pierluigi Fresia, Stephen Gill, Mishka Henner, Ange Leccia e Dominique Gonzalez-Foerster, Amedeo Martegani, Richard Mosse, Thomas Ruff, Batia Suter, Carlo Valsecchi, Helmut Völter), che spingono il pubblico a interrogarsi su temi e questioni legate al filo conduttore della manifestazione: Effetto Terra. Spesso dominate dall'euforia della tecnica, le immagini propongono in particolare due ipotetici scenari, opposti ma dai comuni connotati apocalittici: come si configura la natura senza l'uomo? E quale potrebbe essere un mondo in cui l'uomo rinuncia alla natura? Altre domande e riflessioni scaturiscono da un radicale cambiamento di prospettiva: lo sguardo verso il cielo. Il firmamento e il modo in cui l'uomo lo ha osservato e fotografato sono al centro di Le cose che si vedono in cielo. A cura di Ilaria Campioli, allestita nei cinquecenteschi Chiostri di San Pietro, la mostra indaga il rapporto fra uomo e universo – fin dall'antichità stimolo di confronto e serbatoio di cosmogonie. Proprio quando da luoghi sempre più remoti arrivano immagini sempre più dettagliate gli artisti sentono l’esigenza di riappropriarsi di questo spazio dell’immaginazione. Gli artisti in mostra si confrontano con gli archetipi delle immagini del cosmo reinventandole, scardinandole e portandoci a riflettere su come la visione della natura sia fortemente condizionata dalla nostra memoria visiva, accumulata nel corso degli anni. L'esposizione è basata su una selezione di recenti pubblicazioni editoriali, a conferma dell'attenzione che il festival dedica al formato del libro fotografico (già protagonista nel 2014 della mostra Senza meta. Il libro come pensiero fotografico).
3. REINVENTARE IL MONDO
199 fotografie a colori, raccolte in un arco di trent'anni, compongono il mosaico di Ersatz Lights. Case study #1 east west, la mostra di Olivo Barbieri allestita ai Chiostri di San Pietro, con il coordinamento scientifico di Laura Gasparini, prodotta dalla Biblioteca Panizzi in collaborazione con Regione Emilia Romagna, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Azienda Speciale Villa Manin – Udine e accompagnata dal catalogo pubblicato dall'editore tedesco Hatje Cantz. Con “ersatz lights” si intende tutto ciò che abbiamo inventato per sostituire l'illuminazione naturale: surrogati artificiali della luce solare che diventano elemento chiave delle immagini, permettendoci di scoprire aspetti inediti del reale. La mostra spazia tra megalopoli d'Oriente, periferie europee, paesaggi urbani e rurali italiani, mettendo in risalto il linguaggio di un autore che è sempre riuscito a personalizzare i suoi scatti attraverso il lavoro sulla messa a fuoco, sul bilanciamento cromatico, su tecniche inedite e innovative.
La “reinvenzione” del mondo passa anche attraverso le ricerche del celebre Charles Darwin che, dopo aver circumnavigato il globo sul veliero “Beagle”, scrisse L’origine della specie (1859). Un omaggio a questo grande scienziato, e a suo nonno Erasmus Darwin, arriva dal lavoro del giovane fotografo ungherese Ákos Czigány che con la mostra In viaggio con Darwin, a cura di Gigliola Foschi (Galleria Parmeggiani), riproduce in griglie le pagine, lasciate in bianco, delle prime edizioni dei libri scritti dai Darwin e che lui ha recuperato su internet. Da lontano queste pagine assomigliano a un quadro astratto ma da vicino raccontano le tracce lasciate dal tempo. Sono molti gli appuntamenti del festival in cui le nuove tecnologie diventano elementi chiave del racconto e del linguaggio fotografico. Tra questi c'è Cluster | New Jersey Counties di Daniele Lisi, la mostra ai Chiostri di San Domenico in cui le geometrie delle Meadowlands – area del New Jersey bonificata quasi un secolo fa e trasformata in zona residenziale – caratterizzano immagini satellitari prelevate da Internet per poi trasformarsi in “Spazio Vissuto” nel secondo capito del suo lavoro, in cui quelli stessi luoghi sono ritratti nelle ore notturne. Più astratta e giocata sull'illuminazione, quasi a chiudere il cerchio aperto dalle ersatz lights, è Blank di Luca Gilli: allestita ai Chiostri di San Pietro, una raccolta di immagini in cui la luce non si accende in opposizione al buio ma si diffonde quasi in eccesso, venendo a sconvolgere (reinventare) la percezione di forme, materiali e volumi degli oggetti rappresentati.4. RINARRARE L'UOMO Le storie dell'uomo possono essere raccontate attraverso le sue invenzioni, anche quelle più controverse. Combinando materiale esistente (prodotto a scopi educativi e promozionali) e video e fotografie realizzate da lui stesso, lo svizzero Jules Spinatsch ha composto una riflessione per immagini sulla tecnologia nucleare, dalla Guerra Fredda a oggi. Il risultato è Asynchronous, la mostra a cura di Daniele De Luigi, presso i Chiostri di San Domenico. Attorno a materiale di repertorio, in particolare gruppi di fotografie e documenti rinvenuti tra il 2009 e il 2010, è costruito anche Found Photos in Detroit, il progetto di Arianna Arcara e Luca Santese, sempre in esposizione ai Chiostri di San Domenico. Co-fondatori del Gruppo Cesura, i due giovani artisti raccontano la decadenza e l'abbandono della metropoli americana non limitandosi a una fotografia del presente ma ricostruendone il percorso e le dinamiche.
Un altro luogo, ben più vicino nel tempo e nello spazio, è il protagonista di Fotoscopia, progetto di Alessandra Calò, a cura di Irene Russo, realizzato per Fotografia Europea in collaborazione con l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Un'indagine fotografica che racconta i primi cinquant'anni di vita dell'ospedale, trasformandolo da teatro di visite ed esami a oggetto stesso destinato a essere visitato ed esaminato dal pubblico del festival, nell'esposizione ospitata nella Galleria Parmeggiani. Inoltre, in occasione di questo importante anniversario, tutti i dipendenti del Santa Maria Nuova sono stati invitati a raccontare con il proprio sguardo l’ospedale. L’obiettivo è quello di dar vita a una narrazione per immagini e le foto più rappresentative saranno esposte nella mostra Sguardi sul Santa Maria Nuova (Galleria Parmeggiani).
Non ha invece raggiunto il mezzo secolo, ma si è purtroppo fermata a soli 37 anni, la vita di Sergio Romagnoli, il professore di scienze naturali e geografia, naturalista e appassionato di fotografia ucciso nel 1994 – in circostanze ancora non chiarite – nell'isola africana di Sao Tomè. Curata da Alessandro Calabrese e Milo Montelli e allestita ai Chiostri di San Domenico, A Drop in the Ocean restituisce alla memoria il lavoro di Romagnoli tra gli anni Settanta e Ottanta. Trasversale e soggetto a mutazioni impreviste e imprevedibili, il percorso di Fotografia Europea si muove liberamente sull'asse del tempo e dello spazio. In Herculaneum (a cura di Massimo Mussini, Museo dei Cappuccini), Marcello Grassi conduce i visitatori alla scoperta della città romana sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Immagini di un mito rinnovato, ma anche monito di un futuro che potrebbe tornare a farsi minaccioso e invito alla riflessione sull'umiltà e la precarietà dell'uomo di fronte alla storia (e alla natura). Lo spazio, e in particolare la soglia intesa come luogo di passaggio e metamorfosi, è invece il punto di partenza di St()ma, un progetto multimediale che racconta i temi del cambiamento e della mutazione attraverso l'intreccio della musica composta da Cristiano Calcagnile e le immagini realizzate da Bruno Pulici.
Un'esperienza innovativa che potrà essere sperimentata ai Chiostri di San Domenico. Il racconto dell'uomo si fonde infine con quello della natura in Speciale diciottoventicinque, appuntamento ormai tradizionale di Fotografia Europea, rivolto ai ragazzi tra 18 e 25 anni. Suddivisi in quattro gruppi, oltre ottanta ragazzi presentano ai Chiostri di San Pietro i loro lavori, tutti legati al tema centrale della manifestazione: Effetto Terra. Attraverso le immagini scattate dai giovani fotografi si sviluppano quattro sezioni: La terra e le storie, La terra e l'uomo, La terra e il cibo e La terra e la terra. Itinerari d'indagine che non risultano isolati, bensì sempre intrecciati tra loro, grazie al coordinamento dei tutor/fotografi professionisti Alessandro Bartoli, Fabio Boni, Fabrizio Cicconi e Laura Sassi. Le immagini con un originale allestimento saranno ospitate inoltre nella galleria I Petali.
5. INVESTIGARE IL MONDO
Dopo le precedenti esposizioni dedicate alla Swinging London di Philip Townsend, al glamour di Mick Rock, alla Manchester di Kevin Cummins e al punk-rock dei CCCP, lo Spazio Gerra si conferma osservatorio specializzato nell'esplorazione tra musica e immagini. E lo chiamano jazz, il progetto proposto per la decima edizione di Fotografia Europea, è incentrato su un genere che affonda le proprie radici nel blues, scandito dai ritmi della terra e del lavoro. Ma l'obiettivo non è puntato verso l'America bensì su un particolare momento storico del nostro Paese, il decennio a cavallo del 1960, quando i big internazionali spopolavano nei club di Milano e fioriva una generazione di straordinari musicisti italiani. Le immagini – con video, grafiche, percorsi sonori e una sezione sul jazz a Reggio Emilia – provengono dagli archivi di uno dei principali testimoni dell'epoca: il fotografo di origine viennese e adozione bergamasca Riccardo Schwamenthal e sono selezionate con la consulenza di Rocco Pandiani, esperto di musica jazz e fondatore dell'etichetta Easy Tempo.
Un altro rapporto consolidato è quello tra Fotografia Europea e la Biblioteca Panizzi, che nel 2015 si rinnova anche attraverso Natura e paesaggio nelle collezioni della Fototeca della Biblioteca Panizzi, mostra di materiali conservati nella biblioteca, a cura di Laura Gasparini. Infine torna Circulation(s), festival de la jeune photographie européenne con la proiezione all’interno dei Chiostri di San Pietro dei progetti dei 45 fotografi selezionati dalla giuria del festival, promosso da Fetart. Circulation(s) mostra attraverso le immagini di fotografi giovani e talentuosi la diversità e la varietà della fotografia europea di oggi (15 maggio - 26 luglio, Chiostri di San Pietro) .
LE GIORNATE INAUGURALI (15-16-17 maggio 2015)
Come d'abitudine, il weekend di apertura delle mostre di Fotografia Europea 2015 è accompagnato da un ricco programma di incontri, conferenze, proiezioni, workshop, presentazioni di libri, visite guidate e spettacoli che dal 15 al 17 maggio coinvolgono gli artisti protagonisti delle mostre, assieme a critici, storici d'arte, dj, protagonisti del mondo della cultura e operatori del settore. La manifestazione prende il via ufficialmente venerdì 15 maggio alle ore 18, con una conferenza di inaugurazione ai Chiostri di San Pietro. A seguire l'apertura di tutte le sedi espositive, mentre la serata culmina con lo spettacolo di Benny Benassi (uno dei dj italiani più conosciuti al mondo, nato a Reggio Emilia e produttore per artisti come Madonna, Jovanotti e Mika). Benny Benassi & One Drop present: Zero - Evolution and Fragility Of The Earth.
Sound & Visual Experiment on the Teatro Valli: un progetto originale realizzato per Fotografia Europea, un mix di musica e video mapping legato al tema “Effetto Terra” con le immagini di Guy Laliberté (storico fondatore del Cirque du Soleil) e del progetto ONE DROP proiettate sulla facciata del Teatro Valli. In programma a partire dalle ore 21.30 in Piazza Martiri del 7 luglio. Ad aprire la giornata di sabato 16 maggio è l’incontro No Man Nature con gli artisti Enrico Bedolo, Pierluigi Fresia, Mishka Henner, Carlo Valsecchi, Helmut Völter in dialogo con Diane Dufour, Elio Grazioli e Walter Guadagnini (ore 11, Teatro Cavallerizza). Mentre alle 12 ai Chiostri di San Pietro la fotografa francese Sarah Moon presenta il suo libro Inverno a Reggio Emilia (Silvana Editoriale) con Laura Serani e Giovanna Calvenzi, con la conduzione di Elisabetta Farioli. Nel pomeriggio appuntamento con la presentazione della rivista “Mould” con Joan Fontcuberta, Nino Migliori, Alessio Cancellieri e Jonathan Pierini (Chiostri di San Pietro, ore 15). Si prosegue poi con l’incontro Unfinished Father e altre storie con il fotografo Erik Kessels che dialoga con Giovanna Calvenzi e Walter Guadagnini (ore 16, Teatro Cavallerizza). Alle 17 ai Chiostri di San Pietro è in programma la presentazione del libro Found Photos in Detroit (Cesura Publish, 2012) di Arianna Arcara e Luca Santese insieme alla giornalista Irene Alison e Claudio Corrivetti, con un contributo sulle nuove strategie per la produzione del libro fotografico e subito dopo alle 18, al Teatro Cavallerizza, la conferenza I linguaggi fotografici contemporanei - indagine sullagiovane scena italiana ed europea con Daniele De Luigi (curatore di Giovane Fotografia Italiana), Carine Dolek (curatrice del Festival de la Jeune Photographie Europeenne Circulations) e Luigi Ratclif (segretario del GAI – Associazione per il circuito dei Giovani Artisti Italiani). Domenica mattina al Teatro Cavallerizza si parte alle 10 con la conferenza Lo statuto di autore nella post-fotografia in occasione della quale il fotografo spagnolo Joan Fontcuberta dialoga con Elio Grazioli e il giornalista Michele Smargiassi, mentre alle 12 è in programma l’incontro Progettare un centro di fotografia con Lorenza Bravetta (Direttrice Camera Centro Italiano per la Fotografia, Torino), Diane Dufour (Direttrice Le Bal, Parigi) e Walter Guadagnini (in collaborazione con aBcM). Sempre alle 12, ma ai Chiostri di San Pietro, l’appuntamento è con Le cose che si vedono in cielo e per l’occasione vengono presentati i libri: Big Sky Hunting di Alberto Sinigaglia, Still di Kasia Klimpel, The Meteorite Hunter di Alexandra Lethbridge, conduce Ilaria Campioli. Si prosegue nel pomeriggio con la presentazione del libro Unfinished Father con il fotografo Erik Kessels e Michele Smargiassi (Chiostri di San Pietro, ore 15), l’incontro Ersazt Lights. Case study #1 east west con il fotografo Olivo Barbieri, Renata Ferri, Laura Gasparini, Antonio Giusa, Francesco Zanot (Teatro Cavallerizza, ore 16) e la presentazione del volume A drop in the ocean - Sergio Romagnoli (Édition du Lic, 2014) Milo Montelli e Alessandro Calabrese e un intervento Erik Kessels (Chiostri di San Pietro, ore 17). A chiudere la giornata ai Chiostri di San Pietro, alle 18.30, è la premiazione del Circuito OFF e a seguire (ore 19) il concerto Segnali e Rumori- Riti e gesti nel tempo e nello spazio, ensemble di percussioni a cura dell’Istituto Musicale Achille Peri di Reggio Emilia.
Nell'ambito delle giornate inaugurali non può mancare il Circuito OFF, la sezione libera e indipendente di Fotografia Europea, che nasce dalla spontanea iniziativa degli artisti e dei cittadini e accompagna il percorso ufficiale del festival. Inaugurato nel 2007, il Circuito OFF si è progressivamente ampliato, arrivando a coinvolgere in profondità l'intero tessuto urbano e della provincia di Reggio Emilia con oltre 250 mostre in programma solo in città a cui si aggiunge un centinaio di portfoli fotografici on line. I protagonisti degli scatti dell’OFF sono privati cittadini, professionisti, semplici appassionati e studenti. Il circuito non presenta solo esposizioni, ma è arricchito da iniziative ospitate in biblioteche, teatri, atelier, aziende, esercizi commerciali, piazze e strade. Novità di questa edizione, il Circuito sarà accompagnato da una guida cartacea ricca di approfondimenti, segnalazioni dei progetti più interessanti e un programma suddiviso per sezioni (tra cui “food”, che raggruppa i bar e i ristoranti che ospiteranno mostre di OFF). Nel complesso, gli eventi delle giornate inaugurali sono tutti a ingresso gratuito (a eccezione di workshop e letture portfolio), in modo non solo da valorizzare lo spazio urbano e il patrimonio storico-architettonico di Reggio Emilia, ma anche di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini e visitatori.
HOST
Il Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con aBcM, rilancia il progetto HOST: la sezione del festival che prevede una partnership con i protagonisti principali della fotografia contemporanea internazionale per arricchire le giornate inaugurali di mostre, iniziative, incontri, proiezioni e workshop. Protagonista dell'edizione 2015 è l'agenzia NOOR, con sede ad Amsterdam, composta da dodici fotografi provenienti da nove Paesi diversi: Nina Berman, Andrea Bruce, Stanley Greene e Jon Lowenstein (USA), Pep Bonet e Sebastián Liste (Spagna), Bénédicte Kurzen (Francia), Yuri Kozyrev (Russia), Francesco Zizola (Italia), Alixandra Fazzina (UK), Kadir van Lohuizen (Paesi Bassi) e Asim Rafiqui (Svezia / Pakistan). Ai Chiostri di San Pietro è allestita la mostra collettiva, a cura di Laura Serani, dal titolo A NOOR journal on the changing planet, 2009 – 2015 dei fotografi dell’agenzia Nina Berman, Pep Bonet, Andrea Bruce, Alixandra Fazzina, Stanley Greene, Yuri Kozyrev, Kadir van Lohuizen, Jon Lowenstein, Francesco Zizola. La mostra si ispira a un progetto dedicato al cambiamento climatico ed è una sintesi delle due fasi di un lavoro intrapreso da NOOR nel 2009, Consequences e Solutions. Arricchita da lavori recenti e produzioniinedite, la mostra propone una visione globale delle gravi problematiche presenti in diverse regioni del pianeta e delle pratiche di risoluzione messe in opera. La storia dell'agenzia, della sua indipendenza e del modo in cui riesce a coniugare il talento e la visione dei suoi dodici fotografi non viene tuttavia raccontata solo attraverso gli scatti della mostra ma anche con i diversi appuntamenti in programma durante le giornate inaugurali di Fotografia Europea. È infatti possibile frequentare workshop o partecipare a “pranzi d’autore” con i fotografi dell'agenzia NOOR. Sabato 16 maggio, ai Chiostri di San Pietro alle 21.30, è in programma la NOOR Night: un’occasione di incontro dei fotografi con il pubblico e di presentazione dei loro lavori attraverso interventi e proiezioni. A fine serata saranno proiettati anche i lavori che gli studenti dei workshop hanno realizzato sotto la direzione dei fotografi master di NOOR. Quest’anno inoltre Reggio Emilia ospita nelle sale dell’Università l’AGM, Annual General Meeting di NOOR, appuntamento annuale, una quattro giorni di riunioni a porte chiuse per pianificare il futuro dell’agenzia.
LE NOVITÀ: IL COMITATO SCIENTIFICO E REGGIO EMILIA PER EXPO 2015
Da quest'anno, Fotografia Europea ha un comitato scientifico. Composto da due curatori già legati al festival da tempo (Elio Grazioli dell'Università degli Studi di Bergamo e Walter Guadagnini dell'Accademia di Belle Arti di Bologna) e dalla new entry Diane Dufour (Direttrice di Le Bal, nuovo spazio parigino nato su progetto dell'Associazione degli Amici di Magnum e dedicato alla rappresentazione del reale attraverso l'immagine in tutte le sue forme: fotografia, video, cinema, nuovi media), il comitato ha avuto innanzitutto il compito di valutare i 210 progetti fotografici ricevuti nella call pubblica dello scorso autunno. Sono otto i progetti selezionati per il circuito ufficiale di Fotografia Europea 2015: In viaggio con Darwin (Ákos Czigány), Asynchronous (Jules Spinatsch), Found Photos in Detroit (Arianna Arcara e Luca Santese), A Drop in the Ocean – Sergio Romagnoli (a cura di Alessandro Calabrese e Milo Montelli), St()ma (Bruno Pulici e Cristiano Calcagnile), Cluster | New Jersey Counties (Daniele Lisi), Blank (Luca Gilli) e Herculaneum (Marcello Grassi).
L'altra grande novità della decima edizione di Fotografia Europea è la sua partecipazione a WE A.RE \ Reggio Emilia per Expo 2015, il progetto territoriale che accompagna l'Esposizione Universale di Milano in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. Nata con l'intento di promuovere il sistema cittadino e valorizzare le eccellenze produttive del territorio, nonché le ricchezze storiche, artistiche e culturali, l'iniziativa prevede una serie di eventi legati alla tripla A (“agricoltura, alimentazione e ambiente”), che è filo conduttore di Expo 2015. Il calendario degli appuntamenti è stato strutturato in modo da rafforzare la collaborazione e la sinergia tra gli stessi: durante il weekend di Fotografia Europea (sabato 16 maggio) sarà dunque inaugurata anche la mostra NOI – Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane, curata da Luca Molinari, critico e curatore di eventi internazionali e coordinatore scientifico dei cluster di Expo 2015 e allestita al Palazzo dei Musei. Un'esposizione che coinvolgerà tutta la struttura dell'edificio e proporrà una narrazione trasversale della terra, della sua comunità, della capacità di dare forma a prodotti, idee, modi di essere, pensare e stare insieme. NOI, così come Fotografia Europea 2015, rientra in una più generale riflessione aperta sul nostro presente: complesso, stratificato, in cerca di strade che permettano di costruire e raggiungere un futuro sostenibile e attento ai cambiamenti in atto, senza mai dimenticare il patrimonio di storie e saperi che una terra come quella della provincia di Reggio Emilia ha saputo distillare nei secoli.
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