Laure Prouvost. Farfromwords: car mirrors eat raspberries when swimming through the sun, to swallow sweet smells
Dal 05 Maggio 2013 al 03 Novembre 2013
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Collezione Maramotti
Indirizzo: via Fratelli Cervi 66
Orari: giovedì e venerdì 14.30-18.30; sabato e domenica 10.30-18.30
Telefono per informazioni: +39 0522 382484
E-Mail info: info@collezionemaramotti.org
Sito ufficiale: http://www.collezionemaramotti.org
Laure Prouvost, vincitrice della quarta edizione del Max Mara Art Prize for Women, dopo la prima tappa londinese alla Whitechapel Gallery (20 marzo - 7 aprile 2013) presenta Farfromwords: car mirrors eat raspberries when swimming through the sun, to swallow sweet smells alla Collezione Maramotti, che ha acquisito il lavoro nella propria collezione permanente.
La nuova opera di Laure Prouvost si presenta come un ambiente che accoglie il visitatore. È una grande stanza circolare in cui una pluralità di media (stampe fotografiche, collage, immagini filmiche, graffiti) entrano in dialogo tra loro.
Il perimetro della tela, che ne costituisce le pareti, è saturo di immagini visionarie di sapore surrealista, con un’organizzazione policentrica di forme: oggetti, volti, corpi, paesaggi, in cui si inscrivono otto video che presentano alcuni estratti del film Swallow. Tutta l’iconografia che popola la stanza si ispira all’estetica e ai piaceri dell’Italia con una personalissima interpretazione dell’idea del Grand Tour nel nostro paese, in cui oggetti e persone sono portatori di storie di vita esperiti durante la sua residenza.
Al fondo della sala il visitatore è invitato a entrare in uno spazio scuro che accoglie la nuova produzione filmica Swallow, nella sua versione integrale. Il montato del film segue il ritmo del respiro di una grande bocca la cui immagine e il cui suono si inframmezzano
a visioni idilliache e sensuali, vivide e dense di vibrazioni luminose: cieli azzurri percorsi da nuvole bianche, refoli di vento e voli d’uccello, gelati, frutti maturi e fiori che si schiudono, abbracci e carezze, erba fresca, sorgenti, fontane.
Il ritmo del respiro viaggia all’unisono con quello del visitatore che tende ad evocare le proprie percezioni sensoriali su ciò che sta osservando e udendo: questo è il senso di piacere giocoso e profondo che il suo lavoro trasmette con immediatezza.
L’artista stessa compare nel girato insieme ad altre giovani donne in gioiosi e sensuali giochi nell’acqua con precisi riferimenti a eventi e incontri vissuti durante la sua residenza di sei mesi a Roma e a Biella.
Questa esperienza è ampiamente e riccamente documentata nel libro che accompagna la mostra che ha il sapore di un diario, ricco di notazioni visive e scritte. Il volume contiene inoltre un'intervista con l'artista di Bina von Stauffenberg e contributi di Daniel F. Herrmann (curatore di Whitechapel Gallery) e di Melissa Gronlund (redattrice di Afterall), che saranno tutti presenti il 4 maggio durante la private view.
È con Melissa Gronlund che Laure Prouvost il 4 maggio, durante l’opening, converserà sul tema della relazione tra arte/rappresentazione e vita reale che l’artista affronta in quest’opera e sul confronto tra “banale” e “drammatico” nella sua esperienza della realtà italiana. Il dialogo, dal titolo Competition with Real Life, è arricchito da una drammatizzazione della cantante d’opera e performer Cristina Zavalloni, che contribuirà a questa visione/interpretazione, tutta al femminile, che non si concentra solo sulle grandi idee, ma su altri elementi essenziali della vita.
Il premio biennale Max Mara Art Prize for Women promuove e sostiene artiste che lavorano nel Regno Unito, offrendo alle vincitrici l'opportunità di sviluppare il proprio potenziale producendo nuove opere artistiche durante una residenza di sei mesi in Italia. La giuria di questa quarta edizione del Premio era composta da: Iwona Blazwick, in qualità di presidente; Lisa Milroy, artista; Muriel Salem, collezionista d'arte; Amanda Wilkinson, gallerista; Gilda Williams, scrittrice e critica d'arte.
La nuova opera di Laure Prouvost si presenta come un ambiente che accoglie il visitatore. È una grande stanza circolare in cui una pluralità di media (stampe fotografiche, collage, immagini filmiche, graffiti) entrano in dialogo tra loro.
Il perimetro della tela, che ne costituisce le pareti, è saturo di immagini visionarie di sapore surrealista, con un’organizzazione policentrica di forme: oggetti, volti, corpi, paesaggi, in cui si inscrivono otto video che presentano alcuni estratti del film Swallow. Tutta l’iconografia che popola la stanza si ispira all’estetica e ai piaceri dell’Italia con una personalissima interpretazione dell’idea del Grand Tour nel nostro paese, in cui oggetti e persone sono portatori di storie di vita esperiti durante la sua residenza.
Al fondo della sala il visitatore è invitato a entrare in uno spazio scuro che accoglie la nuova produzione filmica Swallow, nella sua versione integrale. Il montato del film segue il ritmo del respiro di una grande bocca la cui immagine e il cui suono si inframmezzano
a visioni idilliache e sensuali, vivide e dense di vibrazioni luminose: cieli azzurri percorsi da nuvole bianche, refoli di vento e voli d’uccello, gelati, frutti maturi e fiori che si schiudono, abbracci e carezze, erba fresca, sorgenti, fontane.
Il ritmo del respiro viaggia all’unisono con quello del visitatore che tende ad evocare le proprie percezioni sensoriali su ciò che sta osservando e udendo: questo è il senso di piacere giocoso e profondo che il suo lavoro trasmette con immediatezza.
L’artista stessa compare nel girato insieme ad altre giovani donne in gioiosi e sensuali giochi nell’acqua con precisi riferimenti a eventi e incontri vissuti durante la sua residenza di sei mesi a Roma e a Biella.
Questa esperienza è ampiamente e riccamente documentata nel libro che accompagna la mostra che ha il sapore di un diario, ricco di notazioni visive e scritte. Il volume contiene inoltre un'intervista con l'artista di Bina von Stauffenberg e contributi di Daniel F. Herrmann (curatore di Whitechapel Gallery) e di Melissa Gronlund (redattrice di Afterall), che saranno tutti presenti il 4 maggio durante la private view.
È con Melissa Gronlund che Laure Prouvost il 4 maggio, durante l’opening, converserà sul tema della relazione tra arte/rappresentazione e vita reale che l’artista affronta in quest’opera e sul confronto tra “banale” e “drammatico” nella sua esperienza della realtà italiana. Il dialogo, dal titolo Competition with Real Life, è arricchito da una drammatizzazione della cantante d’opera e performer Cristina Zavalloni, che contribuirà a questa visione/interpretazione, tutta al femminile, che non si concentra solo sulle grandi idee, ma su altri elementi essenziali della vita.
Il premio biennale Max Mara Art Prize for Women promuove e sostiene artiste che lavorano nel Regno Unito, offrendo alle vincitrici l'opportunità di sviluppare il proprio potenziale producendo nuove opere artistiche durante una residenza di sei mesi in Italia. La giuria di questa quarta edizione del Premio era composta da: Iwona Blazwick, in qualità di presidente; Lisa Milroy, artista; Muriel Salem, collezionista d'arte; Amanda Wilkinson, gallerista; Gilda Williams, scrittrice e critica d'arte.
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