Alessandro Papetti. Io abito qui

© Alessandro Papetti

 

Dal 19 Novembre 2015 al 10 Gennaio 2016

Roma

Luogo: Istituto centrale per la grafica

Indirizzo: via della Stamperia 6

Orari: da martedi a domenica 10-19

Enti promotori:

  • MiBACT

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 06 699801

Sito ufficiale: http://www.grafica.beniculturali.it/


L’Istituto centrale per la grafica, dal 19 novembre 2015 fino al 10 gennaio 2016, ospiterà, nelle sale di Palazzo Poli, una mostra di Alessandro Papetti. Io abito qui è il titolo scelto dall’artista per l’evento romano. L’Istituto ha dedicato negli ultimi anni diverse mostre ad artisti che hanno progettato opere site-specific per le collezioni. Tra essi ricordiamo: Mario Cresci (2011), Luca Pignatelli (2011), Antonio Biasiucci (2013), Marco Tirelli (2013), Pasquale Ninì Santoro (2014), Giuseppe Stampone (2014), e Carlo Lorenzetti nella primavera del 2015. La caratteristica delle produzioni di questi artisti è la realizzazione di opere su carta, peculiarità che da sempre contraddistingue l’Istituto centrale per la grafica. Papetti, in occasione della mostra Io abito qui, presenterà circa 40 opere: un ciclo di lavori inediti eseguiti su carta preparata, alcuni di grandissimo formato, a cui si aggiungono cinque grandi tele e alcuni lavori site-specific realizzati a Palazzo Poli, dove l’artista ha dipinto dal 21 al 25 settembre di quest’anno. La mostra avrà come tema l’interno, riproponendolo alla luce delle ultime ricerche e sperimentazioni messe a punto dall’artista. Si tratta di una vera e propria esplorazione tra contenuto e contenitore, quindi soggetto e spazio che lo contiene, cercando di andare oltre il concetto di conoscenza visiva per spostarsi verso un campo di conoscenza sensibile. “E’ questa, se si vuole, la sua cifra stilistica più specifica; frequentare la zona di confine, il crepaccio, il bordo che separa l’oblio dalla memoria. E questo non solo nel rapporto coi suoi maestri e con la memoria della storia dell’arte. Tutto il suo lavoro artistico parla del precario equilibrio che unisce e separa il tempo della memoria da quello dell’oblio”, scrive Massimo Recalcati nel saggio in catalogo. Papetti definisce in questo modo la sua attuale ricerca: “…. tutto quello che diventa soggetto pittorico, con la sua fisicità e il suo contenuto di dati, è ciò che solitamente viene restituito dall’archivio dalla memoria, perché la memoria storicizza la conoscenza. Cercare di anticiparla è difficile, ma posso avvicinarmi a questo concetto dipingendo al ritmo dei pensieri prima che questi si cristallizzino in oggetto e soggetto fatto e finito, stare al passo con l’evoluzione continua dei messaggi nella mia mente, adattando e modificando pittoricamente ritmo e modo. E’ come se lo spazio dipinto fosse l’interno della mente e gli oggetti contenuti, pensieri in divenire”. Il catalogo è edito da Electa e contiene un saggio di Massimo Recalcati e una conversazione di Pia Capelli, con Alessandro Papetti. L’esperienza di Papetti presso l’Istituto è presentata da una nota introduttiva di Maria Antonella Fusco, direttore dell’Istituto centrale per la grafica e da un testo di Fabio Fiorani, responsabile delle Collezioni del Gabinetto disegni e stampe, che descrive l’esperienza romana dell’artista negli spazi di Palazzo Poli. Un video realizzato da Francesco Papetti racconterà la genesi delle opere in mostra.

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