Art Stop Monti
Dal 01 Dicembre 2020 al 31 Dicembre 2020
Roma
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: sedi varie
Enti promotori:
- Atac
In un momento estremamente difficile come quello che stiamo vivendo, l’arte e la creatività tornano far battere il cuore di Roma con ART STOP MONTI, un progetto promosso e sostenuto da Atac, prodotto da Nufactory e vincitore dell'Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022, che fa parte di ROMARAMA 2020, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale, e realizzato in collaborazione con SIAE.
Fino al 31 dicembre ART STOP MONTI ridefinisce in modo creativo gli spazi della metropolitana, attraverso l’esposizione di opere temporanee realizzate in modalità site specific su due grandi billboard nella stazione Cavour, oltre ad un’opera semi permanente realizzata sulla grande terrazza di via Urbana. La fermata della metro, dunque, cesserà di essere solo un luogo di passaggio, per diventare un luogo di espressione artistica e riflessione.
5 artisti (di cui 4 under 30) si alterneranno lungo il corso del progetto, per connotare lo spazio della metropolitana quale luogo di espressione creativa, attraverso una comunicazione civica che sensibilizzi il fruitore su tematiche etiche e che valorizzi il ruolo delle professionalità nel campo della comunicazione, dell’arte pubblica e della grafica.
La prima delle tre edizioni di ART STOP MONTI è dedicata al tema del PRESENTE, per offrire una risposta “a voce alta” alla crisi che stiamo vivendo, uno sguardo sul tempo attuale e un invito all’azione. Sui billboard all’interno della stazione si alterneranno le opere di: Michela Rossi (Sonno), Sibomana, Mosa one, Emanuele Olives; mentre,sulla terrazza sopra l’entrata della Metro lato via Urbana viene presentata l’opera semi permanente di Andreco.
“ART STOP MONTI – racconta Francesco Dobrovich, cofondatore di Nufactory e co-curatore della manifestazione – è un progetto di arte pubblica e comunicazione civica in cui le opere proposte divengono uno strumento di riflessione urbana e cittadina. ART STOP MONTI intende creare un cortocircuito virtuoso. Portando l’arte al di fuori dei luoghi deputati, al momento chiusi a causa della pandemia, infatti, accende un rapporto “obbligato” tra pubblico e contenuti. In questo modo – continua Dobrovich – ART STOP MONTI crea meccanismo di alfabetizzazione all’arte rivolto agli oltre 12.000 fruitori della metropolitana, un pubblico non necessariamente “critico” e preparato, con lo scopo di stimolare la riflessione su temi importanti, offrire momenti di evasione dal quotidiano e migliorare il rapporto tra cittadino e città.”
Ogni nuova installazione, a cura di uno dei 5 artisti coinvolti, sarà accompagnata da un talk virtuale di approfondimento, organizzato in collaborazione con The Walkman Magazine e curato da Nicola Aprile, visibile sulla piattaforma online: http://www.thewalkman.it/
Inoltre, durante il periodo di realizzazione del progetto, la stazione verrà sonorizzata attraverso diverse performance musicali realizzate in collaborazione con Visioni Parallele. Gli interventi, site specific, saranno fruibili attraverso la tecnologia QR code, per sorprendere il pubblico occasionale all’entrata e all’uscita della metro, sovvertendo la frenesia dell’ordinario oltre che con l’arte anche tramite le incursioni musicali. I primi artisti coinvolti sono Orion; Nesso e Vincenzo Pizzi.
A proposito dello sviluppo virtuale di ART STOP MONTI, Antonella Di Lullo, co-curatrice del progetto, ha aggiunto: “Il momento è decisamente critico ma noi abbiamo deciso di andare avanti ed essere presenti con ART STOP MONTI adeguando tutte le iniziative ai protocolli di sicurezza anti-covid. Abbiamo pertanto convertito in modalità virtuale i talk di approfondimento sui singoli artisti e le performance che erano state programmate per accompagnare il lancio delle opere. Perché il messaggio che vuole trasmettere ART STOP MONTI, non si evince solo dalle opere esposte ma anche dalle modalità scelte per la presentazione delle stesse. Una modalità caratterizzata dal senso civico, dal rispetto delle regole e dalla volontà di superare culturalmente uniti ma fisicamente distanziati questa crisi sanitaria.”
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