Cinque Mostre 2018: The Tesseract
Dal 14 Febbraio 2018 al 25 Marzo 2018
Roma
Luogo: American Academy in Rome
Indirizzo: via Angelo Masina 5
Orari: sabato e domenica dalle 16 alle 19
Curatori: Ilaria Gianni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 58461
E-Mail info: info@aarome.org
Sito ufficiale: http://www.aarome.org/
Torna l’appuntamento con Cinque Mostre, la mostra annuale dell’American Academy in Rome che vede protagoniste le opere dei Rome Prize Fellows, degli Italian Fellows e di altri artisti invitati a partecipare al progetto. Guest Curator per il 2018 è Ilaria Gianni, curatrice indipendente, che per il terzo anno ha concepito un percorso espositivo diffuso negli spazi della American Academy in Rome.
Il progetto, sotto il titolo collettivo di The Tesseract (Il tesseratto), raccoglie diverse attitudini e prospettive di ricerca, mettendo in relazione, con interventi site-specific, il lavoro dei residenti presso l’American Academy in Rome e di artisti italiani non residenti, valorizzando l’aspetto multidisciplinare e laboratoriale dell’Accademia, con il suo approccio che guarda ad arti visive, musica, letteratura, produzione audiovisiva, design, architettura, innovazione tecnologica.
The Tesseract (Il tesseratto) prende in prestito il titolo dall’omonima figura geometrica, un ipercubo quadrimensionale: termine coniato per la prima volta dallo scrittore britannico di fantascienza Charles Howard Hinton nel 1888 nel suo libro Una nuova era del pensiero, che affronta l’influenza della quarta dimensione sul pensiero umano.
Il tesseratto, un secolo dopo, diventa il trascendentale protagonista di A Wrinkle in Time / Nelle pieghe del tempo, il libro per ragazzi della scrittrice americana Madeleine L’Engle, pubblicato nel 1963. Nel romanzo, il tesseratto, capace di piegare il tessuto dello spazio e del tempo, permette ai protagonisti di viaggiare per dimensioni sconosciute. “Noi viaggiamo nelle pieghe del tempo e dello spazio. E’ una bazzecola, se sai come farlo”, dice la signora Cosé ai fratelli Meg Murray e Charles Wallace.
L’ipercubo n-dimensionale diventa così una metafora per presentare opere che testimoniano come il tempo e le sue tracce siano spesso fonte di ricerca e di ispirazione visionaria. I lavori in mostra, provenienti da diversi saperi, prendono in considerazione aspetti particolari del passato, del presente e del futuro, rimuovendoli da un sistema temporale lineare.
Facendo uso di alcune caratteristiche intrinseche alla quarta dimensione e alle sue potenziali estensioni, che mettono in discussione le nozioni di causalità, identità, percezione, cognizione, le opere offrono letture alternative e aperte di ciò che appare iconograficamente definito, re-immaginando il tempo attraverso una manipolazione formale. Alterando ciò che è stato, profetizzando ciò che potrebbe essere o creando un effetto farfalla, attraverso la rielaborazione di testimonianze simboliche, i partecipanti a Cinque Mostre: The Tesseract, ragionando fuori dagli schemi, si comportano come veri e propri viaggiatori nelle pieghe del tempo, rivelando frammenti di una dimensione resa astratta.
Trasformando il possibile in impossibile e attivando quella che Samuel Taylor Coleridge definiva una “volontaria sospensione dell’incredulità” - ingrediente essenziale della narrazione - i vari interventi trasportano il pubblico in un contesto che non mette in discussione solo l’approccio intellettuale diacronico al tempo, ma anche la coscienza stessa, così come il desiderio di fuggire dal presente. Muovendosi a diverse velocità, gli osservatori sono accompagnati in un viaggio oltre i limiti, là dove il tangibile è riconoscibile, eppure visibilmente dislocato e ri-collocato.
Josè Angelino, Sanford Biggers (in collaborazione con Michelle L. Berenfeld), Jennifer Birkeland + Jonathan Scelsa, Ulises Carrion, Brandon Clifford + Federico Gardella+ CEMEX Global R&D + Simone Conforti + Sean Gullette, Leslie Cozzi, Abigail DeVille, Alessandro Di Pietro, Rochelle Feinstein + Allen Frame + Ishion Hutchinson, Aroussiak Gabrielian + Alison Hirsch con Grant Calderwood (in collaborazione con il Rome Sustainable Food Project e Irene Tortora), Beverly McIver + Gaetano Castelli, Matteo Nasini, Marco Palmieri, Tricia Treacy*, Arnisa Zeqo**
* con la partecipazione di: Chiara Barzini, Sanford Biggers, Rossella Biscotti, Alessandro Cicoria, Brandon Clifford, Elizabeth Rae Cowan, Alessandro Di Pietro, Ashley Fure, Allen Frame, Aroussiak Gabrielian, Valeria Giampietro, Sean Gullette, Alison Hirsch, T. Geronimo Johnson, Antonella Lattanzi, Johanna Lobdell, Kevin Moch, Matteo Nucci, Arnisa Zeqo
** in collaborazione con Tiziana Del Grosso, Suzanne Farrin, Ashley Fure, T. Geronimo Johnson, Johanna Lobdell, Kevin Moch, Tricia Treacy, Joseph Williams e lo spirito di Ulises Carrion
Inaugurazione: 14 febbraio h 18-21
Eventi collaterali:
8 marzo, 15.00-18.00: Leslie Cozzi, Trans Bodies: Race, Gender, Myth, and Performance - una giornata di studio
15 marzo, 19.00: Arnisa Zeqo, Gossip, scandal and good manners revisited - una performance
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