Conversazioni di archeologia | Palazzo Altemps
Dal 07 Febbraio 2018 al 13 Giugno 2018
Roma
Luogo: Museo Nazionale Romano Palazzo Altemps
Indirizzo: via Sant'Apollinare 8
Orari: 17-19
Telefono per informazioni: +39 06.6848.51
Sito ufficiale: http://www.museonazionaleromano.beniculturali.it
In occasione della ricorrenza dei venti anni dall’apertura della sede di Palazzo Altemps, il Museo Nazionale Romano organizza, tra le altre iniziative, il ciclo di conferenze Conversazioni di archeologia, su temi sviluppati a partire dalle opere esposte a Palazzo Altemps.
➜ #PRIMACONFERENZA mercoledì 17 gennaio presso la Sala grande del Galata di Palazzo Altemps. La professoressa Silvia Orlandi (Sapienza - Università di Roma) presenta "What's in a Name?": osservazioni in margine all'iscrizione CIL, VI 1793 su una base onoraria in marmo conservata nel Museo di Palazzo Altemps. Riesaminare in dettaglio l'opera sarà l’occasione per riflettere su diversi aspetti dell’epigrafia tardoimperiale e sull’immagine che noi abbiamo della Roma tardoantica, a partire dalle vicende di un aristocratico romano anonimo ma non sconosciuto.
➜ #SECONDACONFERENZA 7 febbraio 2018
Alessandra Capodiferro Antinoo: ritratto in due parti.
È la storia di un ritratto di Antinoo, il giovane amato dall'imperatore Adriano, diviso tra due musei, il Museo Nazionale Romano a Palazzo Altemps, ospite della Collezione Boncompagni Ludovisi, e l'Art Institute di Chicago. A partire dall'intuizione dell'egittologo W. Raymond Johnson, nel 2013 le due metà sono state accostate ed è stato ricomposto il busto così come doveva apparire in età romana. Di questa ricomposizione si ripercorre la storia, con i suoi punti fermi e le sue incertezze.
➜ #TERZACONFERENZA 7 marzo 2018
Matilde De Angelis D’Ossat, Ulisse ed Euriclea.
Il rilievo raffigura Ulisse. Sebbene frammentario, dalla posizione del corpo come rappresentato e dagli elementi iconografici che lo caratterizzano, è possibile risalire a un famoso episodio dell’Odissea legato al ritorno dell’eroe a Itaca. La conferenza ripercorre lo studio attento del frammento che ha consentito di identificare in questa immagine il momento in cui la vecchia nutrice Euriclea riconosce Ulisse, il quale - secondo il poema - la zittirà dicendole: “Taci! Nessun altro in casa lo sappia” (Odissea XIX, 486).
➜ #QUARTACONFERENZA 11 aprile 2018
Lorenzo Calvelli (Università Ca Foscari – Venezia). Caccia al falso! Iscrizioni genuine e contraffazioni moderne tra Venezia, Firenze e Roma.
Su alcuni falsi epigrafici in circolazione nel Settecento. Una nutrita serie di Musei in Italia e in Europa, tra cui il Museo Nazionale Romano, conserva laminette in bronzo simili per tipo di testo e per la presenza di curiose abbreviazioni che non trovano altrove confronti. Il dubbio sulla loro genuinità è confortato
dalla presenza di numerose anomalie. È possibile che si tratti di contraffazioni realizzate a partire da iscrizioni autentiche e monete, e create in Toscana alla metà del 700.
➜ #QUINTACONFERENZA 2 maggio 2018
Alessandra Ten (Sapienza – Università di Roma). Iseo del Campo Marzio a partire dai frammenti di Palazzo Altemps.
Prendendo spunto dalla presenza a Palazzo Altemps di materiali provenienti dall'Iseo Campense, viene presentato uno studio, che, comparando le emergenze archeologiche sopravvissute e una serie di documenti storici e di archivio inediti riguardanti l'area interessata, riesamina in modo critico la tradizionale ricostruzione del contesto topografico antico per questo settore del Campo Marzio.
➜ #SESTACONFERENZA 13 giugno 2018
Domenico Palombi (Sapienza – Università di Roma), M. Claudius M. f. / consol / Hinnad cepit (CIL I2 608): Marcello e Cerere tra la Sicilia
e Roma.
Il ricco dossier storico ed epigrafico relativo alla carriera e agli onori tributati a M. Claudio Marcello - cinque volte console e artefice di memorabili imprese militari - sollecita riflessioni sulle strategie autocelebrative in ambito urbano, nel momento della svolta mediterranea della politica imperialistica di Roma. La restituzione della dedica (CIL I2 608 perduta) di Marcello - appartenente ad una statua che faceva parte del bottino della presa di Enna (214 a.C.) - al suo contesto topografico urbano (l’area del Colle Oppio), consente di formulare alcune ipotesi sulla politica religiosa del conquistatore di Siracusa: in relazione alla valorizzazione del culto di Cerere a Roma; sul significato e il destino dell’eccezionale preda bellica che accompagnò la conquista della Sicilia.
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