Digitalife: Luminaria
Dal 10 Ottobre 2015 al 08 Dicembre 2015
Roma
Luogo: MACRO Testaccio - La Pelanda
Indirizzo: piazza Orazio Giustiniani 4
Orari: dal martedì al sabato 16-20; domenica 11-19
Enti promotori:
- Regione Lazio
- Assessorato Cultura e Sport di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
- Acea
Costo del biglietto: Mostra € 7 intero | € 5 ridotto. Performance € 10 intero | € 7 ridotto
Telefono per informazioni: +39 06 671070400
E-Mail info: promozione@romaeuropa.net
Sito ufficiale: http://www.romaeuropa.net/
Apre al pubblico il 10 Ottobre negli spazi de La Pelanda-MACRO a Roma Digitalife: LUMINARIA, sesta edizione della rassegna dedicata alle connessioni fra le nuove tecnologie e i linguaggi artistici contemporanei ideata e prodotta dalla Fondazione Romaeuropa grazie al sostegno di Regione Lazio, Assessorato Cultura e Sport di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Acea come sezione hi-tech del Romaeuropa Festival, quest’anno al suo trentesimo anniversario.
11 opere dedicate alla luce abiteranno fino all’8 Dicembre gli spazi de La Pelanda che si conferma anche quest’anno spazio ideale per un vero e proprio festival nel festival, affiancando al percorso espositivo un serrato calendario di eventi e performance di musica, danza, elettronica e video.
Novità di questa edizione è la collaborazione con Elektra–Festival D’Arte Digitale di Montréal (Quèbec), con il sostegno della Delegatio du Québec Italia – Conseil des Arts du Quèbec, e il patrocinio della Direzione generale Arte e architettura contemporanee e periferie urbane–MiBACT, mentre si consolida il partenariato con Le Fresnoy–Studio national des arts contemporains (Tourcoing, Francia), siglato nel 2014 con una convenzione quinquennale, e la media partnership con RAI Radio2 che seguirà il progetto attraverso una diretta e contenuti speciali su radio e web.
Il 10 Ottobre, per la prima volta a Roma Digitalife ospita inoltre l’IMDA, Il Mercato Internazionale per le Arti Digitali che dal 2007 si svolge regolarmente a Montréal.
DIGITALIFE | percorso espositivo e performance
Naturale o artificiale, riflessa o assorbita, la luce interroga differenti ambiti disciplinari, dalla fisica quantistica alla religione e fino all’arte visiva. Nell’Anno Internazionale della Luce indetto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con Digitalife–parte della programmazione del Light 2015– Romaeuropa esplora l’utilizzo della luce attraverso le arti digitali. Sperimentali, ludiche, interattive, capaci di produrre immagini e paesaggi sorprendenti, le 11 opere in mostra trasformano lo spazio espositivo in una vera e propria scatola nera plasmata e disegnata dalla materia luminosa.
In questo spazio tutto dedicato alle percezioni si collocano le 100 lastre di plexiglas attraversate da un fascio luminoso dell’opera di Nicolas Bernier, FREQUENCIES (LIGHT QUANTA), che grazie alla sua ritmica, sonora e luminosa, si fa lente di ingrandimento sulle particelle infinitesimali dei Quanti, e la teca di vetro sospesa a mezz’aria, riempita di fumo e attraversata da raggi luminosi, costruita da Martin Massier per la sua Boîte Noire: un tentativo di visualizzazione tridimensionale del suono attraverso l’interazione di luce ed elementi naturali primari.
Ci conducono in Giappone le proiezioni luminose di Joanie Lemarcier che in Fuji (??) costruisce un ambiente immersivo multisensoriale dove prende vita una visione poetica ispirata a una delle fiabe più rilevanti della cultura nipponica (Storia di un tagliabambù o Kaguya Hime no monagatari).
É un paesaggio astratto quello creato da Pietro Pirelli (già a Digitalife 2014 con Arpa di Luce) per Idrofoni o Lampade Sensibili, fonti luminose che interagiscono con la limpidezza dell’acqua reagendo alla parola, al canto, al suono di uno strumento, oppure all’ambiente che le circonda, invece semplicemente respirando lo spettatore potrà alterare il processo di illuminazione delle tre gabbie in cui è invitato a entrare nell’opera di Alexandra Dementieva BREATHLESS.
Ancora il soffio dei passanti sul microfono del proprio cellulare genererà una “tormenta” in grado di modificare i lineamenti dei protagonisti dell’opera Tourmente di Jean Dubois, mentre Maxime Damecour nella sua opera TemporAIR simula sorprendentemente l’effetto visivo della tecnica di montaggio cinematografico chiamata“jump-cut”, qui generata da luci stroboscopiche e movimenti programmati.
Dal cinema espanso, ricostruito nello spazio attraverso la luce, all’arte video con la rassegna di video arte curata da Le Fresnoy, e il film The Lack di Masbedo, che racconta la condizione della donna nella contemporaneità.
Se Samuel St-Aubin con la serie di sculture cinetiche autonome De choses et d’autres riflette sull’imprevedibilità della natura, luce e robot diventano potentissimo connubio in Inferno, l’affascinante e oscura istallazione/performance robotica di Bill Vorn e Louis-Philippe Demers, coreografia di infernali esoscheletri che tra suoni e luci infliggono i loro movimenti agli spettatori invitati a indossarli. Sempre Demers è il creatore della performance The Blind Robot: due bracci meccanici, compresi di mani articolate, toccano delicatamente il volto del visitatore per restituirlo in forma di immagine.
Live set per trottole in plexiglass trasparente, infine, quello creato da Myriam Bleau nel suo Soft Revolvers: il giocattolo diviene vero e proprio strumento musicale per un concerto elettronico fuori dal comune.
DIGITALIFE – live musicali
La sperimentazione e il connubio di linguaggi artistici differenti che caratterizza Romaeuropa Festival e Digitalife si riflette in un calendario di concerti ed eventi che si affiancano al percorso espositivo: dalle sperimentazioni visive e musicali di The Italian New Wave, il progetto del prestigioso festival torinese CLUB TO CLUB dedicato alla nuova musica elettronica, all’affascinante concerto per luci The Enlightenment di Quiet Ensemble.
Avanguardie del Novecento con VoxNova Italia e il loro affondo nella musica di Karlheinz Stockhausen, e Tempo Reale Electroacoustic Ensemble con Acustica di Mauricio Kagel, per nastro preregistrato e una serie di strumenti acustici non tradizionali.
Nuove sperimentazioni tra musica pop, rock e tradizione africana pulsano nella seconda edizione di Afropolitan, rassegna realizzata in collaborazione con Afrodisia. Un mix di generi e sonorità differenti che caratterizza anche gli appuntamenti dedicati al rock e alla musica indipendente italiana: The Winstons (gruppo composto da alcuni dei membri delle più importanti band indie italiane) con Esecutori di metallo su carta lasciano incontrare elettronica, rock, videoarte e musica classica, tra Musorgskij e Emerson Lake and Palmer; Marok, Alessandra Celletti, Beppe Brotto e MASBEDO presentano Nulla è andato perso, Fabio Bonelli aka People From The Mountains si cimenta in un concerto per fogli e matite coinvolgendo il pubblico nella sua originale avventura, infine Rhò incontra Daniele Spanò e Luca Brinchi (Santasangre) in Across The Line per dare vita a un live sospeso tra video arte e nuovo cantautorato italiano.
DIGITALIFE – extra
L’associazione no-profit FabLab Roma Makers e il BASF Italia, in occasione della presentazione agli Istituti tecnici e Scientifici di Roma e del Lazio del progetto ChimicaMente–Smart Making: piccole idee per grandi soluzioni volto a diffondere la cultura della fabbricazione digitale, offrirà l’occasione per svelare tecnologie e backstage delle opere esposte.
Infine, il progetto blind.wiki: la mappa di ciò che non si vede di Antoni Abad (realizzato in collaborazione con La Sapienza – Università di Roma) ci riconduce a una idea primaria di luce: il progetto da vita a una comunità interattiva basata sull’utilizzo di smartphone che invita le persone non vedenti e ipovedenti a condividere le esperienze e le difficoltà della loro vita quotidiana ma anche a un luogo di narrazione creato collettivamente, che ha come risultato un’inedita cartografia pubblica sensoriale disegnata dalla prospettiva dei non vedenti e di cui può beneficiare anche il resto della società. Per illuminare e conoscere tutto ciò che non si vede.
11 opere dedicate alla luce abiteranno fino all’8 Dicembre gli spazi de La Pelanda che si conferma anche quest’anno spazio ideale per un vero e proprio festival nel festival, affiancando al percorso espositivo un serrato calendario di eventi e performance di musica, danza, elettronica e video.
Novità di questa edizione è la collaborazione con Elektra–Festival D’Arte Digitale di Montréal (Quèbec), con il sostegno della Delegatio du Québec Italia – Conseil des Arts du Quèbec, e il patrocinio della Direzione generale Arte e architettura contemporanee e periferie urbane–MiBACT, mentre si consolida il partenariato con Le Fresnoy–Studio national des arts contemporains (Tourcoing, Francia), siglato nel 2014 con una convenzione quinquennale, e la media partnership con RAI Radio2 che seguirà il progetto attraverso una diretta e contenuti speciali su radio e web.
Il 10 Ottobre, per la prima volta a Roma Digitalife ospita inoltre l’IMDA, Il Mercato Internazionale per le Arti Digitali che dal 2007 si svolge regolarmente a Montréal.
DIGITALIFE | percorso espositivo e performance
Naturale o artificiale, riflessa o assorbita, la luce interroga differenti ambiti disciplinari, dalla fisica quantistica alla religione e fino all’arte visiva. Nell’Anno Internazionale della Luce indetto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con Digitalife–parte della programmazione del Light 2015– Romaeuropa esplora l’utilizzo della luce attraverso le arti digitali. Sperimentali, ludiche, interattive, capaci di produrre immagini e paesaggi sorprendenti, le 11 opere in mostra trasformano lo spazio espositivo in una vera e propria scatola nera plasmata e disegnata dalla materia luminosa.
In questo spazio tutto dedicato alle percezioni si collocano le 100 lastre di plexiglas attraversate da un fascio luminoso dell’opera di Nicolas Bernier, FREQUENCIES (LIGHT QUANTA), che grazie alla sua ritmica, sonora e luminosa, si fa lente di ingrandimento sulle particelle infinitesimali dei Quanti, e la teca di vetro sospesa a mezz’aria, riempita di fumo e attraversata da raggi luminosi, costruita da Martin Massier per la sua Boîte Noire: un tentativo di visualizzazione tridimensionale del suono attraverso l’interazione di luce ed elementi naturali primari.
Ci conducono in Giappone le proiezioni luminose di Joanie Lemarcier che in Fuji (??) costruisce un ambiente immersivo multisensoriale dove prende vita una visione poetica ispirata a una delle fiabe più rilevanti della cultura nipponica (Storia di un tagliabambù o Kaguya Hime no monagatari).
É un paesaggio astratto quello creato da Pietro Pirelli (già a Digitalife 2014 con Arpa di Luce) per Idrofoni o Lampade Sensibili, fonti luminose che interagiscono con la limpidezza dell’acqua reagendo alla parola, al canto, al suono di uno strumento, oppure all’ambiente che le circonda, invece semplicemente respirando lo spettatore potrà alterare il processo di illuminazione delle tre gabbie in cui è invitato a entrare nell’opera di Alexandra Dementieva BREATHLESS.
Ancora il soffio dei passanti sul microfono del proprio cellulare genererà una “tormenta” in grado di modificare i lineamenti dei protagonisti dell’opera Tourmente di Jean Dubois, mentre Maxime Damecour nella sua opera TemporAIR simula sorprendentemente l’effetto visivo della tecnica di montaggio cinematografico chiamata“jump-cut”, qui generata da luci stroboscopiche e movimenti programmati.
Dal cinema espanso, ricostruito nello spazio attraverso la luce, all’arte video con la rassegna di video arte curata da Le Fresnoy, e il film The Lack di Masbedo, che racconta la condizione della donna nella contemporaneità.
Se Samuel St-Aubin con la serie di sculture cinetiche autonome De choses et d’autres riflette sull’imprevedibilità della natura, luce e robot diventano potentissimo connubio in Inferno, l’affascinante e oscura istallazione/performance robotica di Bill Vorn e Louis-Philippe Demers, coreografia di infernali esoscheletri che tra suoni e luci infliggono i loro movimenti agli spettatori invitati a indossarli. Sempre Demers è il creatore della performance The Blind Robot: due bracci meccanici, compresi di mani articolate, toccano delicatamente il volto del visitatore per restituirlo in forma di immagine.
Live set per trottole in plexiglass trasparente, infine, quello creato da Myriam Bleau nel suo Soft Revolvers: il giocattolo diviene vero e proprio strumento musicale per un concerto elettronico fuori dal comune.
DIGITALIFE – live musicali
La sperimentazione e il connubio di linguaggi artistici differenti che caratterizza Romaeuropa Festival e Digitalife si riflette in un calendario di concerti ed eventi che si affiancano al percorso espositivo: dalle sperimentazioni visive e musicali di The Italian New Wave, il progetto del prestigioso festival torinese CLUB TO CLUB dedicato alla nuova musica elettronica, all’affascinante concerto per luci The Enlightenment di Quiet Ensemble.
Avanguardie del Novecento con VoxNova Italia e il loro affondo nella musica di Karlheinz Stockhausen, e Tempo Reale Electroacoustic Ensemble con Acustica di Mauricio Kagel, per nastro preregistrato e una serie di strumenti acustici non tradizionali.
Nuove sperimentazioni tra musica pop, rock e tradizione africana pulsano nella seconda edizione di Afropolitan, rassegna realizzata in collaborazione con Afrodisia. Un mix di generi e sonorità differenti che caratterizza anche gli appuntamenti dedicati al rock e alla musica indipendente italiana: The Winstons (gruppo composto da alcuni dei membri delle più importanti band indie italiane) con Esecutori di metallo su carta lasciano incontrare elettronica, rock, videoarte e musica classica, tra Musorgskij e Emerson Lake and Palmer; Marok, Alessandra Celletti, Beppe Brotto e MASBEDO presentano Nulla è andato perso, Fabio Bonelli aka People From The Mountains si cimenta in un concerto per fogli e matite coinvolgendo il pubblico nella sua originale avventura, infine Rhò incontra Daniele Spanò e Luca Brinchi (Santasangre) in Across The Line per dare vita a un live sospeso tra video arte e nuovo cantautorato italiano.
DIGITALIFE – extra
L’associazione no-profit FabLab Roma Makers e il BASF Italia, in occasione della presentazione agli Istituti tecnici e Scientifici di Roma e del Lazio del progetto ChimicaMente–Smart Making: piccole idee per grandi soluzioni volto a diffondere la cultura della fabbricazione digitale, offrirà l’occasione per svelare tecnologie e backstage delle opere esposte.
Infine, il progetto blind.wiki: la mappa di ciò che non si vede di Antoni Abad (realizzato in collaborazione con La Sapienza – Università di Roma) ci riconduce a una idea primaria di luce: il progetto da vita a una comunità interattiva basata sull’utilizzo di smartphone che invita le persone non vedenti e ipovedenti a condividere le esperienze e le difficoltà della loro vita quotidiana ma anche a un luogo di narrazione creato collettivamente, che ha come risultato un’inedita cartografia pubblica sensoriale disegnata dalla prospettiva dei non vedenti e di cui può beneficiare anche il resto della società. Per illuminare e conoscere tutto ciò che non si vede.
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