Germano Serafini. Laocoonte e i suoi figli

Germano Serafini. Laocoonte e i suoi figli
Dal 30 Settembre 2015 al 30 Ottobre 2015
Roma
Luogo: TRAleVOLTE
Indirizzo: piazza di Porta S. Giovanni, 10
Curatori: Giona Piacentini
Enti promotori:
- TRAleVOLTE
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 349 4945612
E-Mail info: info@tralevolte.org
Sito ufficiale: http://www.tralevolte.org
Il giorno 30 Settembre 2015 alle ore 18.30, negli spazi dell'Associazione Culturale TRAleVOLTE (Piazza di Porta S. Giovanni, 10 Roma), si inaugura "Laocoonte e i suoi figli" un progetto di Germano Serafini in collaborazione con Giona Piacentini, con un testo di Paolo Violini.
"Nel controllo misurato dei mezzi espressivi di Germano Serafini, lo 'stabilmente mobile' proprio della scultura rappresentata gravita centralmente all'interno dello 'spazio costruito' che si fa tholos, tempio, fortino, museo, casa, rifugio.
Trasposizione fotografica di tema squisitamente plastico, il progetto si dà in una visione sontuosa, distinta in contrastati inquadramenti lignei che permeano l'ambiente.
La magniloquenza enfatica del gruppo scultoreo in una selezione di dettagli fotografici viene attrezzata da Serafini per comporre un'installazione site specific di elementi visivi potenti e solidi: i tre personaggi in forzati primi piani rimandano mnemonicamente all'immagine totale, assente, enfatizzando l'immersione nel vuoto delle arcate e recuperando il gradiente carnale che si sviluppa in tensioni multiple del cui dramma siamo testimoni.
La feroce presa delle spire dei serpenti a breve avrà la meglio su Laocoonte e i suoi figli, inutilmente combattivi - già in balia di un tormento crescente." (Giona Piacentini)
"Il messaggio sempre attuale del Laocoonte, mitologico simbolo della lotta contro le avversità, fissato nel marmo bianco dagli scultori greci, viene recuperato in forma moderna dagli interventi artistici di Germano Serafini.
Nelle sue opere la materia statica delle statue si trasforma in conformazione animata, in un passaggio da forma scultorea a corpo umano, da pietra a carne, dove le venature del marmo sembrano riempirsi di sangue pulsante.
La bidimensionalità degli scatti di Serafini, vincolata dal punto di vista obbligato che la attuale disposizione della scultura impone, viene superata grazie all'intervento cromatico che permette di scoprire un rinnovato vigore volumetrico delle forme.
Attraverso tre diverse soluzioni espressive, la scultura come soggetto, la fotografia come mezzo e la pittura come obiettivo di resa estetica finale, l'artista crea opere originali che conservano il sapore dell'antico e una vitalità del tutto contemporanea." (Paolo Violini)
"Nel controllo misurato dei mezzi espressivi di Germano Serafini, lo 'stabilmente mobile' proprio della scultura rappresentata gravita centralmente all'interno dello 'spazio costruito' che si fa tholos, tempio, fortino, museo, casa, rifugio.
Trasposizione fotografica di tema squisitamente plastico, il progetto si dà in una visione sontuosa, distinta in contrastati inquadramenti lignei che permeano l'ambiente.
La magniloquenza enfatica del gruppo scultoreo in una selezione di dettagli fotografici viene attrezzata da Serafini per comporre un'installazione site specific di elementi visivi potenti e solidi: i tre personaggi in forzati primi piani rimandano mnemonicamente all'immagine totale, assente, enfatizzando l'immersione nel vuoto delle arcate e recuperando il gradiente carnale che si sviluppa in tensioni multiple del cui dramma siamo testimoni.
La feroce presa delle spire dei serpenti a breve avrà la meglio su Laocoonte e i suoi figli, inutilmente combattivi - già in balia di un tormento crescente." (Giona Piacentini)
"Il messaggio sempre attuale del Laocoonte, mitologico simbolo della lotta contro le avversità, fissato nel marmo bianco dagli scultori greci, viene recuperato in forma moderna dagli interventi artistici di Germano Serafini.
Nelle sue opere la materia statica delle statue si trasforma in conformazione animata, in un passaggio da forma scultorea a corpo umano, da pietra a carne, dove le venature del marmo sembrano riempirsi di sangue pulsante.
La bidimensionalità degli scatti di Serafini, vincolata dal punto di vista obbligato che la attuale disposizione della scultura impone, viene superata grazie all'intervento cromatico che permette di scoprire un rinnovato vigore volumetrico delle forme.
Attraverso tre diverse soluzioni espressive, la scultura come soggetto, la fotografia come mezzo e la pittura come obiettivo di resa estetica finale, l'artista crea opere originali che conservano il sapore dell'antico e una vitalità del tutto contemporanea." (Paolo Violini)
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