Ghosts: Memory Desire Power and Loss
Dal 03 Maggio 2017 al 30 Giugno 2017
Roma
Luogo: Galleria Rossmut
Indirizzo: Via dei Reti 29/b
Orari: Da martedì a sabato 16- 20
Curatori: Elisa Fulco, Antonio Leone
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 5803788
E-Mail info: info@rossmut.com
Sito ufficiale: http://www.rossmut.com
La Galleria Rossmut di Roma ospita dal 3 Maggio sino al 30 Giugno la collettiva GHOSTS: MEMORY DESIRE POWER AND LOSS, a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone, in cui le tre artiste invitate, Chiara Fumai, Agne Raceviciute e Anila Rubiku raccontano attraverso tre installazioni site specific il valore fantasmale delle loro opere, sospese tra memoria, sogno e discesa nell’inconscio.
I fantasmi che si aggirano tra le opere delle artiste in mostra, prendono la forma degli spiriti femminili evocati nelle sedute medianiche da Chiara Fumai nel video The Book of Evil Spirits; del personaggio immaginario creato da Agne Raceviciute, nel progetto per capitoli Schutriebe, sospeso tra realtà e finzione, tra scrittura conscia e inconscia; o ancora dei volti cancellati dei dittatori nelle incisioni e nel video di Anila Rubiku, Effacing Memory e delle maschere mortuarie nell’installazione This is the end… my Friends, in cui Ghost è anche il nome del monotipo utilizzato dall'artista, il disegno stampato come esemplare unico che si esaurisce man mano che viene meno l'inchiostro.
Le opere esposte funzionano come veri e propri dispositivi narrativi, in cui lo spettatore è invitato a ritrovare un senso e un significato a lavori che con linguaggi diversi (disegni, collage, incisioni, video e fotografie) affrontano il tema del potere e della memoria, del carattere illusorio di ciò che si tramanda e di tutto quello che, apparentemente cancellato, o non identificato, continua ad agire nel presente, sotto traccia.
Chiara Fumai presenta una videoinstallazione, The Book of Evil Spirits (2015), e due nuove opere su carta, in cui le medium incarnano la forza rivoluzionaria del potere femminile. In particolare, Eusapia Palladino, la più nota medium del Novecento, consultata da potenti e da intellettuali, è scelta dall’artista come musa, esempio di figura proto femminista in grado di mettere in scacco scienza e sopraffazione maschile attraverso le lettere e i messaggi dall’aldilà. Il video è una sorta di catalogo delle performance di Chiara Fumai, nonché un omaggio alle figure femminili marginali, che hanno segnato cambiamenti e rivoluzioni sociali, rendendo visibile e accettabile la loro diversità: dalla scrittrice e attivista Ulrike Meinhof, alla donna barbuta Annie Jones, alla filosofa Carla Lonzi.
Agne Raceviciute presenta il progetto in fieri Schautriebe, la cui parola usata per la prima volta da Freud mette insieme il voler vedere di SCHAU con l’istinto bestiale di TRIEBE, dalla cui unione deriva la pulsione scopica e la “vista inconscia” che ci rende attori inconsapevoli della nostra storia. Nata come performance per capitoli, Schautriebe racconta, attraverso disegni e fotografie, la discesa nelle tenebre del carattere/personaggio messo in scena dall’attrice Silvia Costa, sorta di figura totemica, i cui pensieri sono mostrati in disegni e fotografie in bianco e nero, cartografie di un mondo onirico di cui a tentoni si traccia l’iconografia.
Anila Rubiku presenta, per la prima volta in Italia, l’installazione Effacing Memory (2013) composta da 12 incisioni di ritratti di dittatori (Hitler, Stalin, Mussolini, Mao etc.), tutti accomunati dalla passione collezionistica per l’arte come garanzia di sopravvivenza e di memoria della propria storia. L’artista, attraverso la cancellazione dell’immagine del dittatore, documentata nell’omonimo video, mira a riusare l’arte come strategia per farne perdere la memoria, per togliere peso e valore a personalità da dimenticare, in linea con altre storie di cancellazioni che appartengono alla storia dell’arte. Inoltre, sono esposti in mostra 12 monotipi che compongono l’installazione This is the end…. my Friends del 2016, che reinterpreta le maschere mortuarie viste dall’artista al The Israel Museum di Gerusalemme nel 2013, risalenti a 9000 anni fa e provenienti dal deserto giudaico. Una riflessione sulla distorsione che il tempo opera nella visione, in cui le maschere sono ricostruite a memoria sull’onda emotiva generata dal ricordo e dall’incontro con le opere d’arte.
Biografie
Chiara Fumai, nata a Roma nel 1978, vive e lavora a Milano. Conosciuta internazionalmente per i progetti artistici dalla valenza sociale e psicologica e per le sue provocatorie performance, in cui viene data centralità e potere a figure marginali della contro cultura femminile. In occasione di Documenta Kassel del 2012 e durante il progetto alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia ha reinterpretato la letteratura femminista, dando vita, successivamente, a partire dagli scritti di Valerie Solanas, a una propaganda politica ispirata dalla prima campagna di comunicazione di Silvio Berlusconi, con cui, nel 2013, ha vinto la IX edizione Premio Furla. In occasione di Contour 7, La Biennale dell’immagine in Movimento, ha riscritto la sua storia attraverso una seduta spiritica raccontata nel video The Book of Evil Spirits del 2015.
Agne Raceviciute, nata a Klaipeda (Lituania) nel 1988, vive e lavora tra Milano e Venezia. Nel 2009, anno in cui vince la residenza presso gli ateliers della fondazione Bevilacqua La Masa, inizia il suo percorso di ricerca artistica che spazia tra la fotografia, l'installazione e il video, in cui il tema del racconto, del corpo e della messa in scena diventa centrale, soprattutto nei progetti di lungo termine. Ha esposto in diverse istituzioni e fondazioni italiane, tra cui la Galleria Comunale d'arte Contemporanea di Monfalcone, la Fondazione Bevilacqua La Masa, la Marsèlleria, Cripta 747, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il MAN di Nuoro, Villa Manin, Viafarini, MART di Rovereto e in altrettante mostre collettive internazionali come al KCCC in Lituania, al Kunsthalle Goppingen in Germania e al Palais de Tokyo di Parigi in Francia.
Anila Rubiku, nata nel 1970 a Durazzo, Albania, vive e lavora tra Milano, Toronto e Tirana. Nel 1994 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Tirana e nel 2000 consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo lavoro, dalla forte valenza politica e sociale, affronta il tema della corruzione, della reclusione, dell’immigrazione e della democrazia, con progetti di grande impatto artistico e dall’approccio partecipativo che si esprime attraverso diversi media (disegni, incisioni, installazioni, video, fotografie). Nel 2014 è stata premiata dalla rivista Foreign Policy e dalla Human Right Fondation come Global Thinkers. Ha partecipato a numerose mostre internazionali (56th October Salon, Beograd 2016, 5th Thessaloniki Biennale, 2015, Tel Aviv Museum 2014, 54ª edizione della Biennale di Venezia nel 2011 etc) e i suoi lavori fanno parte di diverse collezioni private e pubbliche, tra le quali: The Israel Museum, Jerusalemme, Israele, National Gallery of Art, Washington DC, USA; The Mint Museum, Charlotte N.C, USA; Deutsche Bank Collection, Londra, UK; Edition5 Collection, Erstfeld, Switzerland; Collezione La Gaia, Cuneo, Italy, Piero Crommelynck Collection NY, USA.
I fantasmi che si aggirano tra le opere delle artiste in mostra, prendono la forma degli spiriti femminili evocati nelle sedute medianiche da Chiara Fumai nel video The Book of Evil Spirits; del personaggio immaginario creato da Agne Raceviciute, nel progetto per capitoli Schutriebe, sospeso tra realtà e finzione, tra scrittura conscia e inconscia; o ancora dei volti cancellati dei dittatori nelle incisioni e nel video di Anila Rubiku, Effacing Memory e delle maschere mortuarie nell’installazione This is the end… my Friends, in cui Ghost è anche il nome del monotipo utilizzato dall'artista, il disegno stampato come esemplare unico che si esaurisce man mano che viene meno l'inchiostro.
Le opere esposte funzionano come veri e propri dispositivi narrativi, in cui lo spettatore è invitato a ritrovare un senso e un significato a lavori che con linguaggi diversi (disegni, collage, incisioni, video e fotografie) affrontano il tema del potere e della memoria, del carattere illusorio di ciò che si tramanda e di tutto quello che, apparentemente cancellato, o non identificato, continua ad agire nel presente, sotto traccia.
Chiara Fumai presenta una videoinstallazione, The Book of Evil Spirits (2015), e due nuove opere su carta, in cui le medium incarnano la forza rivoluzionaria del potere femminile. In particolare, Eusapia Palladino, la più nota medium del Novecento, consultata da potenti e da intellettuali, è scelta dall’artista come musa, esempio di figura proto femminista in grado di mettere in scacco scienza e sopraffazione maschile attraverso le lettere e i messaggi dall’aldilà. Il video è una sorta di catalogo delle performance di Chiara Fumai, nonché un omaggio alle figure femminili marginali, che hanno segnato cambiamenti e rivoluzioni sociali, rendendo visibile e accettabile la loro diversità: dalla scrittrice e attivista Ulrike Meinhof, alla donna barbuta Annie Jones, alla filosofa Carla Lonzi.
Agne Raceviciute presenta il progetto in fieri Schautriebe, la cui parola usata per la prima volta da Freud mette insieme il voler vedere di SCHAU con l’istinto bestiale di TRIEBE, dalla cui unione deriva la pulsione scopica e la “vista inconscia” che ci rende attori inconsapevoli della nostra storia. Nata come performance per capitoli, Schautriebe racconta, attraverso disegni e fotografie, la discesa nelle tenebre del carattere/personaggio messo in scena dall’attrice Silvia Costa, sorta di figura totemica, i cui pensieri sono mostrati in disegni e fotografie in bianco e nero, cartografie di un mondo onirico di cui a tentoni si traccia l’iconografia.
Anila Rubiku presenta, per la prima volta in Italia, l’installazione Effacing Memory (2013) composta da 12 incisioni di ritratti di dittatori (Hitler, Stalin, Mussolini, Mao etc.), tutti accomunati dalla passione collezionistica per l’arte come garanzia di sopravvivenza e di memoria della propria storia. L’artista, attraverso la cancellazione dell’immagine del dittatore, documentata nell’omonimo video, mira a riusare l’arte come strategia per farne perdere la memoria, per togliere peso e valore a personalità da dimenticare, in linea con altre storie di cancellazioni che appartengono alla storia dell’arte. Inoltre, sono esposti in mostra 12 monotipi che compongono l’installazione This is the end…. my Friends del 2016, che reinterpreta le maschere mortuarie viste dall’artista al The Israel Museum di Gerusalemme nel 2013, risalenti a 9000 anni fa e provenienti dal deserto giudaico. Una riflessione sulla distorsione che il tempo opera nella visione, in cui le maschere sono ricostruite a memoria sull’onda emotiva generata dal ricordo e dall’incontro con le opere d’arte.
Biografie
Chiara Fumai, nata a Roma nel 1978, vive e lavora a Milano. Conosciuta internazionalmente per i progetti artistici dalla valenza sociale e psicologica e per le sue provocatorie performance, in cui viene data centralità e potere a figure marginali della contro cultura femminile. In occasione di Documenta Kassel del 2012 e durante il progetto alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia ha reinterpretato la letteratura femminista, dando vita, successivamente, a partire dagli scritti di Valerie Solanas, a una propaganda politica ispirata dalla prima campagna di comunicazione di Silvio Berlusconi, con cui, nel 2013, ha vinto la IX edizione Premio Furla. In occasione di Contour 7, La Biennale dell’immagine in Movimento, ha riscritto la sua storia attraverso una seduta spiritica raccontata nel video The Book of Evil Spirits del 2015.
Agne Raceviciute, nata a Klaipeda (Lituania) nel 1988, vive e lavora tra Milano e Venezia. Nel 2009, anno in cui vince la residenza presso gli ateliers della fondazione Bevilacqua La Masa, inizia il suo percorso di ricerca artistica che spazia tra la fotografia, l'installazione e il video, in cui il tema del racconto, del corpo e della messa in scena diventa centrale, soprattutto nei progetti di lungo termine. Ha esposto in diverse istituzioni e fondazioni italiane, tra cui la Galleria Comunale d'arte Contemporanea di Monfalcone, la Fondazione Bevilacqua La Masa, la Marsèlleria, Cripta 747, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il MAN di Nuoro, Villa Manin, Viafarini, MART di Rovereto e in altrettante mostre collettive internazionali come al KCCC in Lituania, al Kunsthalle Goppingen in Germania e al Palais de Tokyo di Parigi in Francia.
Anila Rubiku, nata nel 1970 a Durazzo, Albania, vive e lavora tra Milano, Toronto e Tirana. Nel 1994 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Tirana e nel 2000 consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo lavoro, dalla forte valenza politica e sociale, affronta il tema della corruzione, della reclusione, dell’immigrazione e della democrazia, con progetti di grande impatto artistico e dall’approccio partecipativo che si esprime attraverso diversi media (disegni, incisioni, installazioni, video, fotografie). Nel 2014 è stata premiata dalla rivista Foreign Policy e dalla Human Right Fondation come Global Thinkers. Ha partecipato a numerose mostre internazionali (56th October Salon, Beograd 2016, 5th Thessaloniki Biennale, 2015, Tel Aviv Museum 2014, 54ª edizione della Biennale di Venezia nel 2011 etc) e i suoi lavori fanno parte di diverse collezioni private e pubbliche, tra le quali: The Israel Museum, Jerusalemme, Israele, National Gallery of Art, Washington DC, USA; The Mint Museum, Charlotte N.C, USA; Deutsche Bank Collection, Londra, UK; Edition5 Collection, Erstfeld, Switzerland; Collezione La Gaia, Cuneo, Italy, Piero Crommelynck Collection NY, USA.
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