Giacomo Boni. L’alba della modernità
Dal 15 Dicembre 2021 al 30 Aprile 2022
Roma
Luogo: Parco archeologico del Colosseo
Indirizzo: Piazza S. Maria Nova 53
Orari: 9:00-16:00. Dal 27 marzo 9:00-18:30
Curatori: Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Andrea Paribeni
Enti promotori:
- Parco archeologico del Colosseo
- Electa
Sito ufficiale: http://parcocolosseo.it
Dal 15 dicembre 2021 al 30 aprile 2022 il Parco archeologico del Colosseo dedica una grande mostra alla figura di Giacomo Boni (Venezia, 1859 – Roma, 1925) nei luoghi in cui l’archeologo e architetto operò principalmente: il Foro Romano e il Palatino.
Curata da Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Andrea Paribeni con Patrizia Fortini, Alessio De Cristofaro e Anna De Santis, organizzazione e promozione di Electa, la mostra “Giacomo Boni. L’alba della modernità” si articola in quattro sezioni:
– l’attività archeologica e il museo forense, nel Complesso di Santa Maria Nova;
– la vita di Boni, al Tempio di Romolo;
– la scoperta della chiesa e del ciclo pittorico bizantino, a Santa Maria Antiqua e nella rampa domizianea;
– il contesto culturale e artistico del primo Novecento, nelle Uccelliere farnesiane.
Ne scaturisce la visione complessiva di un uomo che autodidatta, con una formazione di disegnatore nei cantieri veneziani, col tempo diviene archeologo e architetto sviluppando metodi innovativi di scavo – a cominciare da quello stratigrafico –, di restauro e di valorizzazione.
Attento divulgatore delle proprie scoperte archeologiche che rivelano una Roma prerepubblicana e medievale, si dimostra precursore anche nel campo della documentazione degli scavi e della comunicazione nell’utilizzo delle fotografie dall’alto, con l’uso del pallone aerostatico.
Curata da Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Andrea Paribeni con Patrizia Fortini, Alessio De Cristofaro e Anna De Santis, organizzazione e promozione di Electa, la mostra “Giacomo Boni. L’alba della modernità” si articola in quattro sezioni:
– l’attività archeologica e il museo forense, nel Complesso di Santa Maria Nova;
– la vita di Boni, al Tempio di Romolo;
– la scoperta della chiesa e del ciclo pittorico bizantino, a Santa Maria Antiqua e nella rampa domizianea;
– il contesto culturale e artistico del primo Novecento, nelle Uccelliere farnesiane.
Ne scaturisce la visione complessiva di un uomo che autodidatta, con una formazione di disegnatore nei cantieri veneziani, col tempo diviene archeologo e architetto sviluppando metodi innovativi di scavo – a cominciare da quello stratigrafico –, di restauro e di valorizzazione.
Attento divulgatore delle proprie scoperte archeologiche che rivelano una Roma prerepubblicana e medievale, si dimostra precursore anche nel campo della documentazione degli scavi e della comunicazione nell’utilizzo delle fotografie dall’alto, con l’uso del pallone aerostatico.
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