Gianfranco Baruchello. Mondi Possibili
Dal 25 Gennaio 2025 al 03 Maggio 2025
Roma
Luogo: Villa Farnesina
Indirizzo: Via della Lungara 230
Orari: tutti i giorni dal martedì alla domenica ore 10:00 -17:00 (ultimo ingresso ore 16). Lunedì chiuso
Curatori: Carla Subrizi
Enti promotori:
- Accademia Nazionale dei Lincei
Costo del biglietto: intero € 15, ridotto € 12, studenti € 7, scuole € 5. Gratuito Bambini fino ai 10 anni accompagnati dai genitori Visitatori con disabilità con accompagnatore Giornalisti con tesserino di riconoscimento
Telefono per informazioni: +39 06 680 272 68
E-Mail info: farnesina@lincei.it
Sito ufficiale: http://www.villafarnesina.it
Gianfranco Baruchello con il suo lavoro radicale e indipendente, che ha attraversato sette decenni tra XX e XXI secolo, ha spesso affermato che tutta la sua opera sia stata il tentativo di costruire “piccoli sistemi” in grado di contrastare i grandi sistemi della storia, della politica e dell’ideologia. Artista tra i più significativi e importanti nel panorama dell’arte italiana e internazionale del Secondo dopoguerra, ha attraversato con indipendenza le principali tendenze dell’arte del XX secolo.
La storia, l’inconscio, il sogno e l’ambiente, temi tutti presenti nei cicli degli affreschi della Villa Farnesina, sono stati continuamente indagati da Baruchello e tornano in questa mostra attraverso una molteplicità di media differenti, tra cui la pittura, l’oggetto, l’installazione, l’immagine in movimento. Cosa dunque avviene se un’opera di Baruchello si trova a dialogare con un’opera di Raffaello? Se la ninfa Galatea, presente negli affreschi della Loggia omonima, trova dinanzi a sé il tragitto di un fiume (Il Fiume, 1982-1983) pensato da un artista vissuto 500 anni dopo, come un percorso tortuoso, pieno di ostacoli? Se Raffaello pensa Galatea attraverso le Metamorfosi di Ovidio, Baruchello si identifica nel corso di un fiume che nel suo articolarsi, scopre la difficoltà a fluire, a essere quel che dovrebbe, a causa di alterazioni degli equilibri sia naturali (ambientali, geografici, sociali) sia dell’esperienza vissuta. Politica e poetica arrivano così a conciliarsi per raccontare la storia di una questione cruciale, quanto mai attuale, e che interroga l’umanità tutta sul già fatto e sui possibili interventi necessari da intraprendere. Continueranno a fluire i fiumi o si arresteranno in una foce piena di ostacoli e impedimenti, come nell’opera di Baruchello? L’opera, con un nuovo allestimento, si sviluppa in parallelo sul lato lungo della Loggia di Galatea.
Anche le altre opere della mostra dialogano con gli ambienti di Villa Farnesina. Case nomadi e fragili (Una Casa in fil di ferro, 1975 nella Sala del Fregio); monumenti ai non eroi ovvero a coloro che sono stati dimenticati dalla storia (il Monumento ai non eroi, 1962, nella Sala delle Nozze di Alessandro Magno e Roxane); stratificazioni sia temporali che spaziali della complessità dei cicli pittorici della villa colte nella misura ridotta di uno spazio non grande (Oh, Rocky Mountains Columbine, 1966 nella Saletta pompeiana); sguardi che dalla storia continuano a guardarci e a interrogarci in un montaggio fotografico (La storia ci guarda, 1972-2018); teste apribili che mostrano l’inconscio, la memoria e territori delle psiche ancora da esplorare (la serie Murmur, 2015 nella Loggia di Amore e Psiche) un giardino nel parco storico della villa (Giftpflanzen, Gefahr! (Piante velenose, Pericolo!), 2009) di piante molto belle e seducenti, che si rivelano in grado di costituire un pericolo; una scultura che mostra la cartografia di un territorio intimo e sensibile nella Sala 5 della Villa Farnesina, dove le pareti sono in restauro per far riemergere le stratificazioni pittoriche (Rilievo ideale, 1965).
La mostra attraversa, dunque, l’esperienza della storia, il suo racconto, in un dialogo tra modi lontani di vedere e percepire gli stessi soggetti: la casa e l’architettura, la psiche, il fiume e il paesaggio, la geografia, la storia e i suoi protagonisti.
I Mondi possibili si configurano quando il tempo perde la sua articolazione: le sequenze si interrompono, il passato torna ad agire nella contemporaneità e il presente si realizza come incursione nel già stato.
In questa mostra, lo sguardo sul passato, verso un’opera o un’esperienza di questo, è uno sguardo che indaga e che prova a osservare ciò che non era stato ancora visto.
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