Giovanni Termini. La promessa del vuoto
Dal 30 Gennaio 2025 al 15 Marzo 2025
Roma
Luogo: Fondazione Pastificio Cerere
Indirizzo: Via degli Ausoni 7
Orari: dal martedì al sabato, dalle ore 15:00 alle ore 19:00. Lunedì su appuntamento
Curatori: Simone Ciglia
Telefono per informazioni: +39 06 45422960
E-Mail info: info@pastificiocerere.it
Sito ufficiale: http://www.pastificiocerere.it
Giovedì 30 gennaio 2025 la Fondazione Pastificio Cerere presenta LA PROMESSA DEL VUOTO, mostra personale di Giovanni Termini a cura di Simone Ciglia.
La ricerca di Termini studia la relazione tra i materiali e lo spazio e formalmente si presenta con istallazioni in grado di sfidare equilibri, tensioni e forze. La sua poetica s’ispira ad un immaginario vicino al contesto dell’edilizia, della fabbrica e del cantiere. Usando tubi innocenti, parapetti, pedane, scale, spartitraffico in cemento, armature per la carpenteria rende ambiguo ciò che è comune ed altera la percezione degli ambienti espositivi. Le opere rimpiegano e rielaborano oggetti prelevati dalla realtà e il suo lavoro fermamente situato in uno spazio che si proietta nella dimensione temporale, aperto al processo che ne detta i materiali, si nutre – come dichiara l’artista stesso – “proprio dei conflitti che cerca, inutilmente, di sedare”.
Per la sua personale alla Fondazione Pastificio Cerere Giovanni Termini si propone di riflettere sul rapporto con la città di Roma. L’esposizione presenta una serie di lavori inediti concepiti per l’occasione insieme a una selezione di opere recenti. Roma occupa una posizione centrale nella personale geografia di Termini, che nella capitale ha trascorso gli anni della formazione, dalla fine degli anni Ottanta alla metà degli anni Novanta. Alla frequentazione dell’Accademia di Belle Arti, ha aggiunto la conoscenza degli artisti operanti in città, sia della generazione emergente in quel periodo (raccolta nella cosiddetta “Scuola di San Lorenzo”) sia delle generazioni precedenti. La lezione di questi artisti ha informato la concezione dell’arte che anima fino a oggi il lavoro di Giovanni Termini, che ha continuato a praticare Roma anche dopo il suo trasferimento, mantenendo un legame stretto con la città.
Giovanni Termini è nato ad Assoro (En) nel 1972, vive e lavora a Pesaro. Ha esposto in Italia e all’estero. Tra le mostre personali: Da quale pulpito, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia; Consuete attenzioni, Galleria Vannucci, Pistoia; L’umanità degli oggetti, Jason Dodge - Giovanni Termini, Kappa Noun, San Lazzaro di Savena, Bologna; (Criteri generali per la) messa in sicurezza, Otto Gallery, Bologna; Come la metti sta, Palazzo Tiranni - Castracane, Cagli (PU); In fondo a destra, Palazzo Filippo Mezzopreti, Pescara; Visioni d’insieme, Mac Museo di Lissone; Grado di tensione, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo; Pregressa, Galleria Renata Fabbri, Milano; Disarmata, Fondazione Pescheria, Pesaro; Zona franca, Galleria Pio Monti, Roma. Tra le collettive: Another world is possible, Centrul de Interes 4th, Cluj Napoca, Romania; Rifrazioni, Accademia Nazionale di San Luca, Roma; Per via del tutto eccezionale, Fondazione Filiberto Menna, Roma; Upcycle, Residenza dell’Ambasciata d’Italia, Berna, Svizzera; The new abnormal, Straperetana, Pereto (AQ); La forma della terra, Fondazione Menegaz, Castelbasso; Opera morta, Otto Gallery, Bologna; Arte e tecnologia, Museo di Lan Wan, Qingdao, Cina; DISIO - Nostalgia del futuro, Sala Tac, La Caja, Istituto Italiano di Cultura, Caracas, Venezuela; Rilevamenti #1, CAMUSAC, Cassino; Au Rendez-Vous des Amis, Palazzo Vitelli Fondazione Burri, Città di Castello; XV Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni; I Premio Internazionale Giovani Scultori, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano.
Inaugurazione: 30 gennaio 2025 dalle 18.00 alle 21:00
La ricerca di Termini studia la relazione tra i materiali e lo spazio e formalmente si presenta con istallazioni in grado di sfidare equilibri, tensioni e forze. La sua poetica s’ispira ad un immaginario vicino al contesto dell’edilizia, della fabbrica e del cantiere. Usando tubi innocenti, parapetti, pedane, scale, spartitraffico in cemento, armature per la carpenteria rende ambiguo ciò che è comune ed altera la percezione degli ambienti espositivi. Le opere rimpiegano e rielaborano oggetti prelevati dalla realtà e il suo lavoro fermamente situato in uno spazio che si proietta nella dimensione temporale, aperto al processo che ne detta i materiali, si nutre – come dichiara l’artista stesso – “proprio dei conflitti che cerca, inutilmente, di sedare”.
Per la sua personale alla Fondazione Pastificio Cerere Giovanni Termini si propone di riflettere sul rapporto con la città di Roma. L’esposizione presenta una serie di lavori inediti concepiti per l’occasione insieme a una selezione di opere recenti. Roma occupa una posizione centrale nella personale geografia di Termini, che nella capitale ha trascorso gli anni della formazione, dalla fine degli anni Ottanta alla metà degli anni Novanta. Alla frequentazione dell’Accademia di Belle Arti, ha aggiunto la conoscenza degli artisti operanti in città, sia della generazione emergente in quel periodo (raccolta nella cosiddetta “Scuola di San Lorenzo”) sia delle generazioni precedenti. La lezione di questi artisti ha informato la concezione dell’arte che anima fino a oggi il lavoro di Giovanni Termini, che ha continuato a praticare Roma anche dopo il suo trasferimento, mantenendo un legame stretto con la città.
Giovanni Termini è nato ad Assoro (En) nel 1972, vive e lavora a Pesaro. Ha esposto in Italia e all’estero. Tra le mostre personali: Da quale pulpito, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia; Consuete attenzioni, Galleria Vannucci, Pistoia; L’umanità degli oggetti, Jason Dodge - Giovanni Termini, Kappa Noun, San Lazzaro di Savena, Bologna; (Criteri generali per la) messa in sicurezza, Otto Gallery, Bologna; Come la metti sta, Palazzo Tiranni - Castracane, Cagli (PU); In fondo a destra, Palazzo Filippo Mezzopreti, Pescara; Visioni d’insieme, Mac Museo di Lissone; Grado di tensione, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo; Pregressa, Galleria Renata Fabbri, Milano; Disarmata, Fondazione Pescheria, Pesaro; Zona franca, Galleria Pio Monti, Roma. Tra le collettive: Another world is possible, Centrul de Interes 4th, Cluj Napoca, Romania; Rifrazioni, Accademia Nazionale di San Luca, Roma; Per via del tutto eccezionale, Fondazione Filiberto Menna, Roma; Upcycle, Residenza dell’Ambasciata d’Italia, Berna, Svizzera; The new abnormal, Straperetana, Pereto (AQ); La forma della terra, Fondazione Menegaz, Castelbasso; Opera morta, Otto Gallery, Bologna; Arte e tecnologia, Museo di Lan Wan, Qingdao, Cina; DISIO - Nostalgia del futuro, Sala Tac, La Caja, Istituto Italiano di Cultura, Caracas, Venezuela; Rilevamenti #1, CAMUSAC, Cassino; Au Rendez-Vous des Amis, Palazzo Vitelli Fondazione Burri, Città di Castello; XV Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni; I Premio Internazionale Giovani Scultori, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano.
Inaugurazione: 30 gennaio 2025 dalle 18.00 alle 21:00
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