Intellégo. Ipotesi per una comprensione del reale
Dal 02 Dicembre 2012 al 13 Gennaio 2013
Roma
Luogo: Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese
Indirizzo: viale Fiorello la Guardia
Orari: da martedì a venerdì 10-16; sabato e domenica 10-19
Curatori: Roberto D'Onorio, Donatella Mezzotero
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 7; residenti € 7/ € 6
Telefono per informazioni: +39 06 0608
E-Mail info: museo.bilotti@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museocarlobilotti.it
Il 2 dicembre 2012 verrà inaugurata al Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese di Roma nello spazio della project room, la mostra Intellégo, ipotesi per una comprensione del reale, con opere di Silvia Giambrone, Filippo Riniolo, Vincenzo Rulli e Davide Sebastian, organizzata da GLORY ALL Contemporary Art Association, a cura di Roberto D'Onorio e Donatella Mezzotero.
Intellégo, ipotesi per una comprensione del reale
Intellégo nasce dalla volontà di comprendere, in una società capitalista costituita da tecnocrati e organi di controllo economico che determinano la misura della relazione con l’altro, la visione complessa del dove andiamo o a cosa abbiamo affidato le nostre speranze, il nostro futuro, la nostra integrità culturale. Questo è il punto d’avvio per una riflessione più ampia e articolata circa la necessità di appellarsi alla responsabilità sociale degli artisti che, attraverso l’impiego di diversi media, mirano alla produzione di un sentire comune. In questa prospettiva si è individuato un nucleo di pratiche che suggeriscano un particolare impegno nella generazione d’idee, pensiero critico e relazioni e che diano all’arte la possibilità di incidere sul valore del vivere presente, in cui non siano solo il linguaggio e la forma a determinare l’opera ma anche la cultura che la propaga.
La mostra
La collettiva ospita cinque opere, poste a riflettere sull'idea che gli artisti, oggi, subiscano una cultura globalizzata che dovrebbe essere utilizzata non per negare la loro individualità, ma per creare un nuovo fare contemporaneo fatto di apertura e scambio interculturale preservando entrambi. Il video The Gao Video Portrait (2012) di Davide Sebastian, in cui l’artista si fa testimone dell'abbraccio tra i Gao Brothers, apre la mostra e unisce due culture profondamente diverse in un sentire condiviso per cui la storia familiare e l’occorrenza di grandi eventi storici contribuiscono alle sfide per la creazione di una nuova identità, animata da un sentimento finalmente svincolato dalle forme di controllo attive a livello sociale e naturale. L’estrema fragilità della condizione umana viene compresa e svelata, così che l’individuo possa ottenere il diritto di essere altro rispetto al modello conforme a un tipo di ideale imposto.
Cinque esercizi per diventare un imperatore ideale (2011) è la serie di opere di Vincenzo Rulli che, attraverso ingegnosi meccanismi, riesce a suscitare stupore e meraviglia e, contemporaneamente, avviare una riflessione sull'uomo e la storia. Gli esercizi a cui rimanda l’artista altro non sono che azioni impossibili ed illogiche, che riescono ad affrontare con ironia impegnata tematiche come l’assolutismo e l’accentramento del potere tipici dei sistemi totalitari. In mostra dalla serie le sculture Apocrifo di Adriano e Occhiale per eclissi temporale.
Cassandra (2012) di Filippo Riniolo inscena l’avveramento di una possibilità attesa e temuta, la contaminazione – e quindi la perdita – dei costumi e della propria storia, con l’avvicinarsi tangibile e visibile di un potere finora rimasto estremamente lontano, sia culturalmente sia fisicamente.
Il concetto di distanza tra gli esseri umani viene completamente alterato, il senso della misura sovvertito, come indica il metro spezzato dell’installazione Ho distrutto tutto per farti respirare (2011) di Silvia Giambrone, in cui il terrore vive nella realtà di un’unità divisa che trae forza dalla consapevolezza della propria fragilità. Lo scopo è di trasmettere valori contraddittori: positivi, drammatici, condivisi e radicati abbattendo i confini culturali in un luogo comune esperenziale liberandoci da quella sabbia negli occhi che cristallizza qualsiasi volontà di movimento.
The open space portrait
La mostra sarà inoltre accompagnata dal video-catalogo The open space portrait, a cura di Roberto D'Onorio. Il progetto vuole raccontare il vissuto culturale, la storia e il percorso formativo dei quattro giovani artisti partendo da un luogo proprio e intimo. Non si mette in scena la storia di un personaggio ma si svela, si crea, l’uomo umano. Il risultato sarà la presentazione dell’artista in un conflitto tra desiderio e difesa, tra licenza e divieto, che si libera dal meccanismo di dipendenza che sussiste con l’immagine filtrata dall’opera.
Regia: Carlotta Capponi
Montaggio: Daniele Grillo
con la collaborazione di Angelica Lupi
Intellégo, ipotesi per una comprensione del reale
Intellégo nasce dalla volontà di comprendere, in una società capitalista costituita da tecnocrati e organi di controllo economico che determinano la misura della relazione con l’altro, la visione complessa del dove andiamo o a cosa abbiamo affidato le nostre speranze, il nostro futuro, la nostra integrità culturale. Questo è il punto d’avvio per una riflessione più ampia e articolata circa la necessità di appellarsi alla responsabilità sociale degli artisti che, attraverso l’impiego di diversi media, mirano alla produzione di un sentire comune. In questa prospettiva si è individuato un nucleo di pratiche che suggeriscano un particolare impegno nella generazione d’idee, pensiero critico e relazioni e che diano all’arte la possibilità di incidere sul valore del vivere presente, in cui non siano solo il linguaggio e la forma a determinare l’opera ma anche la cultura che la propaga.
La mostra
La collettiva ospita cinque opere, poste a riflettere sull'idea che gli artisti, oggi, subiscano una cultura globalizzata che dovrebbe essere utilizzata non per negare la loro individualità, ma per creare un nuovo fare contemporaneo fatto di apertura e scambio interculturale preservando entrambi. Il video The Gao Video Portrait (2012) di Davide Sebastian, in cui l’artista si fa testimone dell'abbraccio tra i Gao Brothers, apre la mostra e unisce due culture profondamente diverse in un sentire condiviso per cui la storia familiare e l’occorrenza di grandi eventi storici contribuiscono alle sfide per la creazione di una nuova identità, animata da un sentimento finalmente svincolato dalle forme di controllo attive a livello sociale e naturale. L’estrema fragilità della condizione umana viene compresa e svelata, così che l’individuo possa ottenere il diritto di essere altro rispetto al modello conforme a un tipo di ideale imposto.
Cinque esercizi per diventare un imperatore ideale (2011) è la serie di opere di Vincenzo Rulli che, attraverso ingegnosi meccanismi, riesce a suscitare stupore e meraviglia e, contemporaneamente, avviare una riflessione sull'uomo e la storia. Gli esercizi a cui rimanda l’artista altro non sono che azioni impossibili ed illogiche, che riescono ad affrontare con ironia impegnata tematiche come l’assolutismo e l’accentramento del potere tipici dei sistemi totalitari. In mostra dalla serie le sculture Apocrifo di Adriano e Occhiale per eclissi temporale.
Cassandra (2012) di Filippo Riniolo inscena l’avveramento di una possibilità attesa e temuta, la contaminazione – e quindi la perdita – dei costumi e della propria storia, con l’avvicinarsi tangibile e visibile di un potere finora rimasto estremamente lontano, sia culturalmente sia fisicamente.
Il concetto di distanza tra gli esseri umani viene completamente alterato, il senso della misura sovvertito, come indica il metro spezzato dell’installazione Ho distrutto tutto per farti respirare (2011) di Silvia Giambrone, in cui il terrore vive nella realtà di un’unità divisa che trae forza dalla consapevolezza della propria fragilità. Lo scopo è di trasmettere valori contraddittori: positivi, drammatici, condivisi e radicati abbattendo i confini culturali in un luogo comune esperenziale liberandoci da quella sabbia negli occhi che cristallizza qualsiasi volontà di movimento.
The open space portrait
La mostra sarà inoltre accompagnata dal video-catalogo The open space portrait, a cura di Roberto D'Onorio. Il progetto vuole raccontare il vissuto culturale, la storia e il percorso formativo dei quattro giovani artisti partendo da un luogo proprio e intimo. Non si mette in scena la storia di un personaggio ma si svela, si crea, l’uomo umano. Il risultato sarà la presentazione dell’artista in un conflitto tra desiderio e difesa, tra licenza e divieto, che si libera dal meccanismo di dipendenza che sussiste con l’immagine filtrata dall’opera.
Regia: Carlotta Capponi
Montaggio: Daniele Grillo
con la collaborazione di Angelica Lupi
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