Little constellation
Dal 26 Ottobre 2020 al 28 Febbraio 2021
Roma
Luogo: Nomas Foundation
Indirizzo: viale Somalia 33
Sito ufficiale: http://nomasfoundation.com
In un’epoca che chiede a individuo, comunità, società di comprendere il senso delle restrizioni o della libertà, è possibile accedere al microcosmo del sistema dell’arte attraverso il tempo delle relazioni umane, professionali, estetiche piuttosto che del logos? Come costruire spazio sociale e istituzionale senza esercitare potere, potenza, egemonia? Quali scelte soggettive o collettive è necessario coltivare per essere autorevoli senza essere autoritari? Può la voce delle donne fornire una risposta estetica e politica a questi dubbi moderni? Abusi e crimini perpetrati attualmente in molte nazioni ai danni di diritti e libertà civili aprono un appello rivolto a quelle autorità determinate a sostenere svolte radicali per cancellare qualsiasi discriminazione di razza, genere, classe, età, abilità.
Per Giulio Delvè, prendere distanza dall’autorità laddove diventi dominio e al contempo nutrire verso essa una fiducia istintivamente familiare restituisce uno dei sintomi profondamente radicati nell’assetto socioculturale italiano. Per Maria Adele Del Vecchio, la riflessione femminista si offre come uno dei possibili antidoti al potere in chiave critica e autocritica.
Scrive Gigiotto Del Vecchio:
Una piccola costellazione di processi compositivi e di “vedute sul mondo reale”, si attiva all’interno di Nomas Foundation, laddove il rapporto personale stretto, prima ancora che professionale, fra me, Maria Adele, Giulio e la fondazione definisce una serie di congiunzioni astrali che il 26 ottobre termineranno una tappa del proprio percorso nella proposta culturale, poetica, politica di un approccio con questo momento storico così complesso, in cui comunità e individuo sono con forza invitati a confrontarsi. L’immagine che viene a formarsi è quella di una ragnatela di posizioni, di stati attivi e di macro aree di intervento. Giulio Delvè e Maria Adele Del Vecchio si muovono attraverso modalità differenti, ma partendo da posizioni geo culturali affini, procedendo nella direzione comune della rivendicazione. In entrambi urge la riscoperta umanista e umanitaria, la regola dell’intersezione e il rifiuto dell’esclusione, della superficialità. Il ragionamento sul concetto di comunità è al centro della rappresentazione di questa mostra, implicitando una critica attiva, positiva, alla micro comunità del sistema dell’arte, dei suoi ruoli – curatore, artista, collezionista – protraendosi verso realtà comunitarie più importanti, legate alla vita vera, all’evoluzione dei rapporti e al rispetto verso l’esterno. Il confronto, la messa in visione, non vogliono prescindere dalle tensioni che attraversano la società, né tradursi in formalizzazioni auto-riferite: ad esser messi in discussione saranno il potere e le sue rappresentazioni, il ruolo della donna nella storia, l’uso della lingua e della parola, nel tentativo di ridefinire in accezione inclusiva e di più ampia sensibilità, gli strumenti a nostra disposizione per migliorare la coscienza di sé e l’estensione delle nostre connessioni – politiche, poetiche, culturali.
Maria Adele Del Vecchio è nata a Caserta nel 1976. Vive e lavora fra Napoli e Caserta.
La sua pratica artistica include installazione, scultura, fotografia e video. Il lavoro di Maria Adele Del Vecchio è eterogeneo, così come i temi che tratta: dalla politica alla storia, dalla letteratura alla sociologia, ma tutti connessi a un principio comune: vincere la tendenza all'ipnosi di massa, cancellando quegli automatismi che alterano il comportamento umano. Ha frequentato la Staedelschule di Francoforte (2005-06). Nel 2017/2018 ha lavorato al progetto-scultura sociale BEAT MEIEREI.
Mostre personali (selezione): Personne, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2019; Within, rather than above, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2015; Tonite let's all make love in London, Supportico Lopez, Berlino, 2014; Qui sembra ancora possibile, a cura di Maria Rosa Sossai, Parco del Pineto, Roma, 2011; No end is limited, a cura di Stefania Palumbo, Galleria Enrico Fornello, Prato, 2008.
Mostre collettive (selezione): Io dico Io – I say I, a cura di Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2021; Contemporanee/Contemporanei, a cura di Denis Isaia, Università di Verona, 2019; Per_formare una collezione: The Show Must GO_ON, Museo MADRE, Napoli, 2017; Viaggio al termine della parola/ Journey to the end of the word, a cura di Antonello Tolve, Galleria Tiziana Di Caro, Salerno, 2014; Se il dubbio nello spazio è dello spazio, a cura di Maria Adele Del Vecchio e Nemanja Cvijanovic, Museo MACRO, Roma, 2014; Die Dritte Dimension, Frutta Gallery, Roma, 2013; Door to Door, a cura di Maura Picciau (centro cittadino) Salerno, 2012; Badtime Stories, Bedtime stories, Supportico Lopez, Berlino, 2011; Classroom #1, a cura di Salvatore Lacagnina, Museo MADRE, Napoli, 2008; Sistema Binario, a cura di Adriana Rispoli e Eugenio Viola, stazione di Mergellina, Napoli, 2008; A long time ago, last night, a cura di Francesca Boenzi, Galerjia Kortil, Rijeka (Croazia), 2008; Falansterio, Supportico Lopez, Napoli, 2006.
Giulio Delvè nasce nel 1984 a Napoli, dove vive e lavora.
Si è laureato presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli e ha completato i suoi studi presso la Weißensee Kunsthochschule di Berlino.
Delvè ha ricevuto il Contemporary Generation International Prize I nel 2019, il Moroso Prize nel 2015, il Talent Prize nel 2011 e il Gallery Committee Special Award, Terna Prize 02 nel 2009.
Mostre personali (selezione): MONO 7 - UE e non UE, LocaleDue, Bologna, 2020; Parenti dormienti, a cura di Caroline Corbetta, Il Crepaccio Instagram Show, 2019; Pastocaldo, ADA, Roma, 2019; Condominium, Mendes Wood, Bruxelles, 2017; Muixeranga, a cura di Paolo Masi, Base progetti per l’arte, Firenze, 2017; Conspire means to breathe togheter, Supportico Lopez, Berlino, 2016.
Mostre collettive (selezione): #80 | #90, curata da Pier Paolo Pancotto, Villa Médicis Académie de France, Roma, 2019; Ritmo Bodoni, a cura di Claudia Borrelli e Mario Francesco Simeone, IGAV, Castiglia di Saluzzo (CN), 2019; Mare Mare, Hypemaremma, Palazzo Collacchioni, Capalbio (GR), 2019; That’s IT, a cura di Lorenzo Balbi, Museo MAMbo, Bologna, 2018; If I was your Girlfriend, Belmacz, Londra, 2018; Neither, a cura di Fernanda Brenner, Mendes Wood, Bruxelles, 2017; IN MOSTRA, corpo.gesto.postura, a cura di Simone Menegoi, Artissima, Oval, Torino, 2017; Mycorial Theatre, a cura di Paulina Olowska e Milovan Farronato con AVAF, Pivô, São Paulo, 2017; I Will Go Where I Don’t Belong, a cura di Camille Henrot, Fiorucci Art Trust, Stromboli, Isole Eolie, 2017; Par tibi, Roma, nihil, a cura di Raffaella Frascarelli, Colle Palatino Foro Romano, Roma, 2016; Wholetrain, Fondazione per l’Arte, a cura di Daniela Bigi, Roma, 2015; Per formare una collezione#3, a cura di Alessandro Rabottini e Eugenio Viola, Museo Madre, Napoli, 2014.
Opening: 26 ottobre ore 14.30 - 21
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