Marco Angelini. Abstract Configurations

© Ph. Carolina Farina | Marco Angelini, Untitled, cm 70x70, mixed technique on canvas, 2015

 

Dal 07 Marzo 2017 al 26 Giugno 2017

Roma

Luogo: Relais Rione Ponte

Indirizzo: via Giuseppe Zanardelli 20

Orari: solo su appuntamento

Telefono per informazioni: +39 06 93576629

E-Mail info: info@relaisrioneponte.com

Sito ufficiale: http://www.relaisrioneponte.com



Relais Rione Ponte, in collaborazione con la galleria Emmeotto, è lieta di presentare il progetto espositivo dell’artista Marco Angelini intitolato Abstract Configurations.

La ricerca di Marco Angelini parte dalla materia, fulcro imprescindibile di infinite possibilità compositive la cui superficie cromatica, grazie all’accostamento di forme e colori, diviene il tessuto connettivo di eterogenee modalità espressive: l’obiettivo finale dell’opera è l’esemplificazione di un’idea, di un pensiero, di un sogno.

L’artista ripercorre in questa mostra dodici anni di carriera condotta tra New York, Varsavia e Roma, una selezione di trentotto opere, accuratamente allestite negli spazi del Relais, convoglierà lo spettatore in un universo cromatico che è, in prima istanza, audacia estetica al servizio della pittura.

Materia e colore si intrecciano nelle tele di Angelini, lo spazio acquisisce, attraverso la modalità del prelievo oggettuale, una terza dimensione che cattura lo sguardo e si afferma come continuità logica tra figurazione e astrazione, eterno conflitto che reca in sé ogni esplicita rappresentazione del mondo tangibile.

“L’opera d’arte non si definirà più come l’unica esaustiva fonte di diletto per pochi privilegiati, dotati di una sensibilità speciale, ma come onnipresenza di stimoli plastici sempre rinnovabili, quotidianamente indispensabili all’equilibrio collettivo”. Nelle parole di Vasarely ritroviamo un’idea secolare: la forma è una sostanzalizzazione di una realtà nascosta, di un visibile più forte delle apparenze. Le opere di Angelini si inseriscono sulla scia di un’avanguardia che non è più esclusivamente appannaggio dell’astrattismo, la sua ricerca affonda le radici in una visione estetica strettamente connessa al concetto di “pura visibilità” in cui la composizione è costruita attraverso forme significanti.

L’itinerario pittorico dell’artista è strettamente connesso allo studio della società, la seduzione del reale irrompe nelle tele di Angelini attraverso gli oggetti della nostro quotidiano, la cui funzione originaria diviene di volta in volta trasformata stravolgendone il significato e scaturendo un processo cognitivo che non è mai fine a se stesso, ma che si palesa come elemento cardine di un approccio intellettuale veicolo del nostro pensiero dominante.

La dicotomia tra astrazione e figurazione trova, nell’opera dell’artista, un punto di congiunzione, che possiede le caratteristiche di un’esperienza ottica ai confini tra sociologia ed azione estetica. Se il fine ultimo dell’arte è interrogare la collettività, il lavoro di Angelini assolve questo compito valorizzando la necessità di eludere la mera matrice decorativa del quadro e di lasciare che il contenuto abbia un peso specifico nella sua ricerca. “La forma della mia pittura è il contenuto” l’affermazione di Ellsworth Kelly è quanto mai attuale, indice di come un’opera d’arte possa generare un inedito punto di vista, laddove il visibile diviene prolungamento intangibile dell’esistenza.

MARCO ANGELINI
(1971, Roma) Studia il fenomeno metropolitano e il suo porci di fronte a processi di trasformazione costante. L’interpretazione sociologica costituisce il suo retroterra culturale e formativo di riferimento. Le città sono lo scenario in cui le pulsioni inconsce sopravvivono interagendo con le nuove possibilità offerte dalla tecnologia, per questo esse diventano il nucleo e l’habitat ideale di tutti i paradossi e le contraddizioni umane. Marco Angelini fa della superficie pittorica il luogo d’incontro di forme e materie, segni e significati. Una ricerca espressiva dominata, infatti, dalla materia e dai materiali più disparati, per lo più di riciclo: ferro, alluminio, carta, cellophane, polistirolo, chiodi, viti, nastri di registrazione, pellicole fotografiche, e altro ancora. Su questo strato materiale, l’Artista va poi ad intervenire con pigmenti, polveri, colle, metalli e plastiche per dar vita ad opere caratterizzate da un equilibrio sospeso, da un silenzio gravido e da rarefatte atmosfere, oltre che da uno stile immediatamente riconoscibile. La stessa materia, nella sua Arte, lungi dall’essere elemento carico di gravità diviene anzi cifra autentica e trasfigurata di leggerezza, trasparenza e sollevazione. Marco Angelini – lontano da critiche o posizioni ideologicizzate – crede con forza che l’arte abbia da svolgere un decisivo ruolo sociale: quello di ridonare visibilità alle cose, generare attenzione e creare così nuove possibilità di condivisione, comunicazione e interrogazione. Le opere di Marco Angelini sono state acquisite da diversi collezionisti a Roma, Milano, Londra, Varsavia, New York, Melbourne, Washington ed una di esse fa parte della prestigiosa collezione privata della Fondazione Roma (Palazzo Sciarra).
Opening 7 marzo ore 19


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