Marina Ballo Charmet. Sguardo terrestre
![Marina Ballo Charmet. Sguardo terrestre, MACRO, Roma Marina Ballo Charmet. Sguardo terrestre, MACRO, Roma](http://www.arte.it/foto/600x450/1e/17568-2013_MARINA_BALLO_CHARMET_02_d.jpg)
Marina Ballo Charmet. Sguardo terrestre, MACRO, Roma
Dal 05 Ottobre 2013 al 17 Novembre 2013
Roma
Luogo: MACRO
Indirizzo: via Nizza 138
Orari: da martedì a domenica 11-19; sabato 11-22
Curatori: Stefano Chiodi
Costo del biglietto: intero € 12.50, ridotto € 10.50; residenti intero € 11.50, ridotto € 9.50
Telefono per informazioni: +39 06 671070400
E-Mail info: macro@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museomacro.org/it/marina-ballo-charmet-sguardo-terrestre
Il MACRO presenta, dal 5 ottobre al 17 novembre 2013, Sguardo terrestre, prima retrospettiva in un museo pubblico di Marina Ballo Charmet, a cura di Stefano Chiodi.
L’esposizione raccoglie le esplorazioni fotografiche elaborate dall’artista – nello scenario urbano e in quello naturale –, presentando una selezione di circa venticinque opere, appartenenti alle serie più significative prodotte dagli anni Novanta a oggi.
Fin dagli esordi alla fine degli anni Ottanta, la sua ricerca rivela un particolare tipo di sguardo: la sua fotografia dichiara un’attenzione a dettagli sfuggenti, a forme e oggetti quotidiani colti nella loro solitudine imprevista, al silenzio e alla sorpresa che si condensano negli spazi attraversati ogni giorno, alle apparizioni inattese che l’obiettivo fotografico è in grado di cogliere negli ambienti familiari.
Marina Ballo Charmet realizza progetti video e serie fotografiche che hanno come soggetto la quotidianità, il banale, l’anonimo, le esperienze minime del rapporto con gli altri. Le sue immagini pongono in primo piano ciò che l’artista definisce “il rumore di fondo della nostra mente”, una “visione periferica” che si concentra sul vuoto, sugli elementi anonimi e inespressivi colti “con la coda dell’occhio”.
La mostra presenta una esauriente panoramica della sua produzione degli ultimi vent’anni: le serie di paesaggi fotografici Bretagne, Île de Ré e Pointe Saint Mathieu (Bretagne) – tratte dalla sua prima raccolta Il Limite (1990) –; l’immagine Nei pressi di Tavira (Portogallo), della serie Presenze (1990-93); la serie Con la coda dell'occhio (1993-94) dedicata all’esplorazione del paesaggio urbano.
Il percorso espositivo prosegue con tre fotografie della serie Rumore di fondo (1996) – in cui l’occhio dell’artista si concentra su elementi architettonici appartenenti a spazi esterni e interni – e con il grande trittico a colori, Paris, Les Buttes Chaumont, della serie Il Parco(2006), dedicata agli spazi pubblici in Europa e negli Stati Uniti. Chiude l’esposizione una selezione di immagini del recente progetto Nel Peloponneso (2012-13).
Il lavoro fotografico Marina Ballo Charmet adotta una visuale “fuori centro”, laterale, dal basso, capace di avvicinare e rendere immediatamente sensibile la materia dell’architettura, i materiali di cui sono composti gli elementi dell’ambiente urbano (aiuole, marciapiedi, spartitraffico), il groviglio dei vegetali, lo sporco e la polvere che invadono l’ambiente. Quello di Marina Ballo Charmet è uno sguardo che si affida, anziché al ragionamento, al caso e all’incognito, che si apre all’immediatezza, accetta l’errore e fa emergere le pause, le intermittenze, i salti.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano/inglese) e illustrato, che raccoglie un testo del curatore Stefano Chiodi, una sua conversazione con l’artista e un contributo critico di Jean-François Chevrier. Il volume fa parte della serie di pubblicazioni MACRO-Quodlibet.
La mostra è parte del circuito di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma.
Jean-François Chevrier, uno dei più autorevoli critici e storici della fotografia a livello internazionale, presenterà il lavoro di Marina Ballo Charmet in conversazione con Stefano Chiodi, curatore della mostra, e alla presenza dell’artista, sabato 5 ottobre alle ore 18.00nella Sala Cinema del Museo.
L’esposizione raccoglie le esplorazioni fotografiche elaborate dall’artista – nello scenario urbano e in quello naturale –, presentando una selezione di circa venticinque opere, appartenenti alle serie più significative prodotte dagli anni Novanta a oggi.
Fin dagli esordi alla fine degli anni Ottanta, la sua ricerca rivela un particolare tipo di sguardo: la sua fotografia dichiara un’attenzione a dettagli sfuggenti, a forme e oggetti quotidiani colti nella loro solitudine imprevista, al silenzio e alla sorpresa che si condensano negli spazi attraversati ogni giorno, alle apparizioni inattese che l’obiettivo fotografico è in grado di cogliere negli ambienti familiari.
Marina Ballo Charmet realizza progetti video e serie fotografiche che hanno come soggetto la quotidianità, il banale, l’anonimo, le esperienze minime del rapporto con gli altri. Le sue immagini pongono in primo piano ciò che l’artista definisce “il rumore di fondo della nostra mente”, una “visione periferica” che si concentra sul vuoto, sugli elementi anonimi e inespressivi colti “con la coda dell’occhio”.
La mostra presenta una esauriente panoramica della sua produzione degli ultimi vent’anni: le serie di paesaggi fotografici Bretagne, Île de Ré e Pointe Saint Mathieu (Bretagne) – tratte dalla sua prima raccolta Il Limite (1990) –; l’immagine Nei pressi di Tavira (Portogallo), della serie Presenze (1990-93); la serie Con la coda dell'occhio (1993-94) dedicata all’esplorazione del paesaggio urbano.
Il percorso espositivo prosegue con tre fotografie della serie Rumore di fondo (1996) – in cui l’occhio dell’artista si concentra su elementi architettonici appartenenti a spazi esterni e interni – e con il grande trittico a colori, Paris, Les Buttes Chaumont, della serie Il Parco(2006), dedicata agli spazi pubblici in Europa e negli Stati Uniti. Chiude l’esposizione una selezione di immagini del recente progetto Nel Peloponneso (2012-13).
Il lavoro fotografico Marina Ballo Charmet adotta una visuale “fuori centro”, laterale, dal basso, capace di avvicinare e rendere immediatamente sensibile la materia dell’architettura, i materiali di cui sono composti gli elementi dell’ambiente urbano (aiuole, marciapiedi, spartitraffico), il groviglio dei vegetali, lo sporco e la polvere che invadono l’ambiente. Quello di Marina Ballo Charmet è uno sguardo che si affida, anziché al ragionamento, al caso e all’incognito, che si apre all’immediatezza, accetta l’errore e fa emergere le pause, le intermittenze, i salti.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano/inglese) e illustrato, che raccoglie un testo del curatore Stefano Chiodi, una sua conversazione con l’artista e un contributo critico di Jean-François Chevrier. Il volume fa parte della serie di pubblicazioni MACRO-Quodlibet.
La mostra è parte del circuito di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma.
Jean-François Chevrier, uno dei più autorevoli critici e storici della fotografia a livello internazionale, presenterà il lavoro di Marina Ballo Charmet in conversazione con Stefano Chiodi, curatore della mostra, e alla presenza dell’artista, sabato 5 ottobre alle ore 18.00nella Sala Cinema del Museo.
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