Nicola Di Giorgio. La Deposizione del vuoto

Nicola Di Giorgio, Calcestruzzo, Vele di Scampia, Napoli, 2024

 

Dal 19 September 2025 al 9 November 2025

Roma

Luogo: MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Indirizzo: Via Guido Reni 4/a

Orari: da martedì a domenica 11 – 19 la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo

Curatori: Simona Antonacci

Costo del biglietto: intero € 15 in biglietteria - € 14 online ridotto € 12 in biglietteria - € 11 online open € 18

Telefono per informazioni: 800266300

Sito ufficiale: http://www.maxxi.art


Dal 19 settembre al 2 novembre 2025, il Centro Archivi Architettura del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo ospita la mostra La deposizione del vuoto di Nicola Di Giorgio, vincitore della VIII edizione del Premio Graziadei per la Fotografia, istituito da Graziadei Studio Legale nel 2012 e dal 2019 partner della programmazione del MAXXI, insieme a una sintesi dei progetti dei vincitori del Premio dal 2012 ad oggi e in seguito entrati a far parte della collezione del Museo.
 
Nicola Di Giorgio (Palermo, 1994) è un artista che vive tra Milano e Palermo.
Dopo il Diploma in Design Grafico (2019) all’Accademia di Belle Arti di Palermo, si specializza in Fotografia all’ISIA di Urbino (2022). Concentra la sua ricerca sul rapporto tra paesaggio urbano e abitare, analizzando le trasformazioni della sfera pubblica e privata, e parallelamente studia l’origine e l’evoluzione del concetto di paesaggio in relazione alla fotografia. Tra il 2020 e il 2023 realizza i progetti 1000008988 e Calcestruzzo. È vincitore del Premio Graziadei al MAXXI (2022), finalista al Premio Fabbri (2022) e selezionato per FUTURES (2023). Nel 2024 è in residenza a Villa Arson (Nizza) con il Nuovo Grand Tour e vince Strategia Fotografia. Insegna presso LABA Brescia e Spazio Labo’ a Bologna. Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private.
 
La deposizione del vuoto prosegue la ricerca avviata nel 2020 con Calcestruzzo, che valse per Di Giorgio nel 2022 la vittoria del Premio, in cui il fotografo si misura con il tema della cementificazione del paesaggio italiano. Guidata da un approccio scientifico e sostenuta dal confronto con la storia dell’arte, la ricerca genera una riflessione sul vissuto dell’autore e su quello collettivo, costruendo un discorso visivo in cui ogni immagine è legata all’altra da un filo rosso.
Il complesso di edilizia popolare delle “vele” di Scampia viene ripreso a ridosso della demolizione, nel 2024. Sulle pareti, i numeri sequenziali assegnati alle abitazioni prima che vengano murate, insieme a frasi d’amore che gli abitanti dedicano alle case che hanno appena abbandonato. I vuoti neri delle finestre smurate riecheggiano nelle tombe vuote dipinte da Beato Angelico nel Giudizio Universale, la cui immagine ritroviamo in uno degli assemblage composti da fotografie, ritagli di giornale e cartoline acquistate su ebay. Il pilastro di calcestruzzo armato, ricordo dei racconti che l’autore ascoltava da bambino di “morti ammazzati” nascosti nei muri delle nuove edificazioni fraudolente, si connette al test schelometrico per verificare se la miscela del calcestruzzo è depotenziata e, dunque, pericolosa. La fotografia di una strada interrotta richiama un sogno collettivo che si scontra oggi con la difficoltà ad avere una casa propria.
Al centro della sala Modulatore del pieno e del vuoto I, sorta di torre della conoscenza in cui si addensano i materiali dello studio dell’artista, rimanda all’idea di un archivio continuamente ambulante, mentre il film Ci interrompiamo in qualunque momento è dedicato all’incidente che ha colpito nel 2002 una delle più imponenti strutture in calcestruzzo armato al mondo, il grattacielo Pirelli. L’autore qui rielabora frammenti di una memoria collettiva in cui il cemento è emblema di un equilibrio instabile tra progetto e speranza, forza e vulnerabilità, restituendo una riflessione in cui alla fragilità del paesaggio costruito fa eco quella esistenziale.
 
Il Premio Graziadei per la Fotografia, istituito nel 2012 da Graziadei Studio Legale per sostenere e valorizzare i giovani autori italiani, dal 2019 è parte integrante della programmazione del MAXXI dedicata alla fotografia.
L’attuale struttura del Premio prevede la pubblicazione di un bando aperto a fotografi under 35 che sottopongono un progetto recente, valutato da una giuria composta da curatori e fotografi ed esposto in una mostra. Il vincitore viene invitato a utilizzare il Premio per la prosecuzione della propria ricerca e la produzione di un nuovo progetto che sarà esposto unitamente al progetto del vincitore dell’edizione successiva, creando una “staffetta” e un dialogo tra giovani fotografi.
Oltre al contributo alla produzione delle mostre ed all’attribuzione del Premio, grazie al sostegno di Graziadei Studio Legale la Collezione di Fotografia di MAXXI Architettura e Design contemporaneo si è arricchita di oltre 50 opere di 10 autori, sinteticamente documentate in mostra sulla parete d’ingresso: Andrea Botto, Francesco Neri, Luca Nostri, Luca Spano, Pietro Paolini, The Cool Couple, Alessandro Calabrese, Alba Zari, Rachele Maistrello, oltre a Nicola Di Giorgio.

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