Nora Lux. Ubi Ibi - La grotta segreta

Nora Lux. La grotta segreta
Dal 06 Maggio 2020 al 06 Maggio 2020
Roma
Luogo: Canali social e Youtube
Indirizzo: online
Orari: ore 19
Il 6 maggio nell’ambito della rassegna “Signum”(Opera Unica) ideata e curata da Francesco Gallo Mazzeo, con il coordinamento di Enzo Barchi, Nora Lux presenta una sua inedita opera fotografica “la grotta segreta” con testo di Claudio Damiani e introduzione di Francesco Gallo Mazzeo.
Il ventesimo appuntamento della rassegna è caratterizzato dal periodo di lockdown covid 19, dunque Nora Lux mette in scena "Ubi Ibi" con testo “La grotta segreta” di Claudio Damiani e pre testo poetico “Vera Lux” di Francesco Gallo Mazzeo .
Il video ,si compone di tre momenti differenti, in 3 stanze diverse, si svolge nello spazio scenico di uno smartphone che nella sua verticalità diventa “antenna” in un continuo rapporto tra il tempo interiore e la connessione con l’altro, al di là di una diretta,piuttosto che di una videochat, la tecnologia diventa un mezzo nel reale oltre il visibile.
il video verrà divulgato sulla pagina fb Bibliothè, su you tube e altri social.
“(…) La grotta di Nora è molto diversa. Anzitutto il mare: qui lo vedi, anzi è il centro dell’immagine, l’origine della luce, e della vista. Non il mare grande, ma un punto, un fuoco, una pupilla azzurra. Come se il mare, e la luce, fossero non fuori, ma dentro.
Essendo una grotta marina dovrebbe risuonare del rumore del mare, e invece non senti niente, il mare non lo senti ma solo lo vedi, è pura immagine e non suono, è un mare tacito e fermo, una luce.
Tanto è aperta la grotta di San Cerbone, tanto è chiusa la Grotta Segreta di Nora. E’ come il seme tra le valve del guscio, come un fuoco chiuso tra le palme che si comunica, aprendo con le mani giunte altre palme chiuse, come nei giochi dei bambini. E’ vita segreta che si comunica, segretamente, in altra vita.
Se la grotta di San Cerbone non la vedevi, questa la puoi solo vedere. Non sei accolto dentro, ma, stando fuori, davanti, sei accolto nel suo segreto. Come davanti a un simbolo, a un quadro, ti viene confidato qualcosa che ti riguarda in prima persona.
C’è una luce dentro la vita, e nell’uomo (il corpo umano disteso ripiegato come un feto sembra originarsi dal mare luminoso, e da lui irradia una scia di luce verso chi guarda, chi riceve). Una luce segreta che riceviamo, che adesso, come naufraghi distesi sulla riva, ci indica la via.
Non siamo vigili, attenti, siamo accasciati, addormentati, prima di nascere e dopo la morte. Siamo come il nascente che viene spinto fuori, o dentro; come il morente che viene spinto fuori, o dentro, nella grotta materna.
Infantes sunt qui moriuntur, ut olim,/ et manci, linoque iterum, dum sidera surgunt, / vinctos in cunis deponit sedula mater. Sono bimbi tutti quelli che muoiono, come una volta, ma mutilati, e ancora li mette nella culla in fasce, al levarsi delle stelle, una madre attenta.”
(Dal testo di Claudio Damiani)
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