Oscar Giaconia. Bhulk

© Oscar Giaconia / Monitor Rome - Lisbon - Pereto / Ph. Roberto Ferro | Oscar Giaconia, Mr. O., 2020, olio su fibra cellulosica alla gelatina plasticizzata e colla animale in teca di polizene, lattice e silicone / oil on cellulose fiber with plasticized gelatin and animal glue in a case of polizene, latex and silicone

 

Dal 21 Febbraio 2020 al 10 Aprile 2020

Roma

Luogo: Monitor

Indirizzo: via Sforza Cesarini 43A-44



Con un corpus di 7 opere inedite appositamente realizzato, Oscar Giaconia (Milano, 1978) fa il suo debutto a Monitor. BHULK, oltre ad essere il titolo della mostra, è anche il nome del nuovo riciclo di opere che si aggiunge alle aree principali e possibili derivazioni su cui si incentra la ricerca diversificata dell’artista: Hoysteria, The Grinder, Sexual Clumsiness, AYE-AYE, Calabiyau, Ginnungagap, Colon, Master-Mother, The Kitbasher, Unimog Painting Dystopia, Bhulk.

Un ambiente-set altera gli spazi della galleria che assume le sembianze di una sorta di laboratorio dove si fabbricano immagini in cattività, ibridi sacrificali in vitro, finzioni mitico-mimetiche.

La mostra porta in primo piano la ricerca di Giaconia che è da sempre sintesi di un lavoro denso e stratificato, ottenuto attraverso la decomposizione di pratiche e linguaggi - performance, fotografia, trucco prostetico, modellazione 3D, disegno - dis-funzionali sempre e comunque alla processazione pittorica.

Ogni opera - il cui dispositivo esterno è da intendersi come componente strutturale - passa attraverso dissezioni e sabotaggi che combinano polarità apparentemente inconciliabili (organico inorganico / matrice master / mistica mestica) che offrono all’artista la possibilità di dissimulare le diverse sorgenti di cui si alimenta.

In questa area di stoccaggio si innestano le sette opere del ciclo BHULK, che è una crasi di vari significati e significanti: un’assurda forma onomatopeica e glossolalica, un iperspazio di mondi brana, una consistenza viscosa, una materia granulare, un aumento di densità provocato dalla compressione, un progetto eugenetico fallito.

Il percorso espositivo dipana dall’opera BHULK (THE BULL-DOLL), una biopittura di grandi dimensioni, un frankenstein taurino composto da vari pezzami, costretto in cattività in quello che pare essere un acquario marcescente. A protezione di BHULK (THE BULL-DOLL) due specie di guardie del corpo, i gorilla taurini BHULK (THE BULL DOSE), mentre nella seconda ala della mostra il dittico BHULK (Mr. O) presenta dei ricettacoli di teste, forse manichini o protesi di scena inutilizzati, precipitati in dei forzieri, uno dei quali foderato di stoffa tartan, pattern-marker riemergente e virale nell’immaginario di Giaconia. Una colonna stilistica di musetti di maiale, U.P.D. CALABIYAU, e il gonfiabile di un teschio alieno immerso in un terrario, CALABIYAU (I-O I-O), accrescono la generale dimensione di incubazione, sopravvivenza e isolamento.

Con queste creature teriomorfe Oscar Giaconia propone la genesi di opere in cui “tutto sembra putrefatto, mentre tutto è rigenerato” (Michel Leiris).

La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue a cura di Claudia Santeroni edito da Lubrina Editore con contributi di Felice Cimatti, professore all’Università della Calabria, Federico Ferrari, filosofo, Andrea Zucchinali, dottorando in teoria e analisi dei processi artistico-letterali.

Openung 21 febbraio h 19-21

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