Pierluigi Pompei. Ceramica & Suono
Dal 24 Ottobre 2023 al 02 Dicembre 2023
Roma
Luogo: L’Antica Fornace del Canova
Indirizzo: Via Antonio Canova 22
Orari: tutti i giorni dalle 16 alle 20
Sito ufficiale: http://www.canova22.com
È un viaggio di ritorno sulle ali dell’aria, sospinto da vibrazioni sonore e colorate, quello che Pierluigi Pompei ci racconta nella mostra “Ceramica & Suono” che si apre alla Fornace del Canova il 24 ottobre nell’ambito del Raw 2023 (Rome Art Week), fino al 2 dicembre.
Per la prima volta a Roma dopo trent’anni Pompei, artista e compositore nato a Frascati nel 1969 ma che vive e lavora ad Amsterdam, espone le sue sculture sonore in ceramica, concepite per lo spazio circolare della Fornace in una sinergia fra suono, colore e materia.
La mostra è anche un omaggio ad Antonio Canova, che in quel luogo cuoceva i suoi bozzetti in terracotta e del quale è ricorso il bicentenario della morte l’anno scorso: Pompei qui cerca un dialogo con lo scultore neoclassico, la sua storia, la tradizione e l'artigianato, per sperimentare come questi elementi risuonino nel presente, obiettivo che peraltro è il leit motiv dell’associazione Canova22.
Ceramica & Suono si sviluppa in un percorso suggestivo e intimo in cui il visitatore, spettatore e attore dell’evento di sound art, si può lasciare andare vivendo le proprie sinestesie, fenomeno di cui Pierluigi
Pompei è studioso dal 2016: "Si ode il colore e se ne vede il suo timbro sonoro” è la sua linea guida.
Le forme circolari in ceramica smaltata, i colori fusi con la materia, sono il canale attraverso cui si diffondono i suoni evocativi, composizioni in quadrifonia ideate dallo scultore per questo spazio: dalle melodie accennate all’eco armonica di trombe colorate, dal sussurro del vento alle voci casuali, come un pulviscolo che si solleva con il movimento dall’aria. L’intenzione, spiega l’artista, è proprio “una spazialità sonora in cui i suoni fanno parlare l’aria”.
La mostra è articolata in tre sculture sonore in ceramica, tre passaggi diversi acusticamente che suscitano emozionanti sinestesie cromatiche: all’ingresso il Vocum, due “bocche” smaltate che “cantano” dal muro, si passa al Rovesciamento, lunghe campane che alternano femminile e maschile in un equilibrio orientale, fino a Linea d’orizzonte, un diorama allestito nella cavità circolare della Fornace.
Questa è un’installazione esperienziale: un grande tavolo/atollo di legno nel quale si entra e si è avvolti dai suoni e dai colori; percezioni che avanzano e si allontanano come se fossero il respiro di una città, raccontata da un’illusoria prospettiva di 450 “mattonicini” blu cobalto che sfumano in una leonardesca evanescenza. Si vive cosi una situazione acustico-visiva autonoma e immersiva, in cui i suoni rimangono contenuti all'interno di un piccolo universo ideale dove il visitatore può guardare e ascoltare dal miglior punto possibile.
Questa mostra per Pierluigi Pompei è anche un racconto personale del ritorno in un luogo caro, a due passi dall’Accademia di Belle Arti in via Ripetta dove si è diplomato in Scultura nel 1993.
E’ poi volato verso i Paesi Bassi grazie a una borsa di studio vinta alla Royal Academy of Art dell’Aia e ha scelto di vivere e lavorare ad Amsterdam. Già scultore che forgiava il bronzo, ha voluto rompere con la tradizione accademica per diventare un artista interdisciplinare che, negli ultimi quindici anni, ha lavorato principalmente con la ceramica coinvolgendo il colore e il suono come elementi portanti; ha cercato nuove texture di superfici e smalti e ha portato avanti una ricerca musicale con compositori come Arnold Marinissen, Kees van Zelst e il duo Rob van Rijswijk & Jeroen Strijbos.
Ora il ritorno a Roma, volutamente progettato in occasione del Raw 2023, la prestigiosa e vitale piattaforma che apre le porte di tantissime gallerie. E la Fornace è il luogo in cui Pompei dialoga con Antonio Canova, trovando il “comune denominatore” nella creta. Se lo scultore neoclassico usava l’argilla in modo spontaneo, espressivo e diretto, l’artista contemporaneo si sente come il prosecutore ideale di quel processo concettuale, vicino ai marmi bianchi settecenteschi che però veste di colori, come in realtà erano le statue dell’antichità. Il motivo della mostra Ceramica & Suono, spiega, è “un faccia a faccia con le mie radici culturali con cui, dopo molti anni, mi trovo a confrontarmi e certamente con il contesto artistico della città di Roma”.
La mostra Ceramica & Suono è realizzata con il contributo dello Stimuleringsfonds Creatieve Industrie (Fondo stimolo per industria creativa di Rotterdam), fondazione Stokroos e dell'EKWC (Centro Europeo della Ceramica in Oisterwijk) e del Mondriaan Fonds.
Vernissage martedì 24 ottobre dalle 18 alle 20,30
Per la prima volta a Roma dopo trent’anni Pompei, artista e compositore nato a Frascati nel 1969 ma che vive e lavora ad Amsterdam, espone le sue sculture sonore in ceramica, concepite per lo spazio circolare della Fornace in una sinergia fra suono, colore e materia.
La mostra è anche un omaggio ad Antonio Canova, che in quel luogo cuoceva i suoi bozzetti in terracotta e del quale è ricorso il bicentenario della morte l’anno scorso: Pompei qui cerca un dialogo con lo scultore neoclassico, la sua storia, la tradizione e l'artigianato, per sperimentare come questi elementi risuonino nel presente, obiettivo che peraltro è il leit motiv dell’associazione Canova22.
Ceramica & Suono si sviluppa in un percorso suggestivo e intimo in cui il visitatore, spettatore e attore dell’evento di sound art, si può lasciare andare vivendo le proprie sinestesie, fenomeno di cui Pierluigi
Pompei è studioso dal 2016: "Si ode il colore e se ne vede il suo timbro sonoro” è la sua linea guida.
Le forme circolari in ceramica smaltata, i colori fusi con la materia, sono il canale attraverso cui si diffondono i suoni evocativi, composizioni in quadrifonia ideate dallo scultore per questo spazio: dalle melodie accennate all’eco armonica di trombe colorate, dal sussurro del vento alle voci casuali, come un pulviscolo che si solleva con il movimento dall’aria. L’intenzione, spiega l’artista, è proprio “una spazialità sonora in cui i suoni fanno parlare l’aria”.
La mostra è articolata in tre sculture sonore in ceramica, tre passaggi diversi acusticamente che suscitano emozionanti sinestesie cromatiche: all’ingresso il Vocum, due “bocche” smaltate che “cantano” dal muro, si passa al Rovesciamento, lunghe campane che alternano femminile e maschile in un equilibrio orientale, fino a Linea d’orizzonte, un diorama allestito nella cavità circolare della Fornace.
Questa è un’installazione esperienziale: un grande tavolo/atollo di legno nel quale si entra e si è avvolti dai suoni e dai colori; percezioni che avanzano e si allontanano come se fossero il respiro di una città, raccontata da un’illusoria prospettiva di 450 “mattonicini” blu cobalto che sfumano in una leonardesca evanescenza. Si vive cosi una situazione acustico-visiva autonoma e immersiva, in cui i suoni rimangono contenuti all'interno di un piccolo universo ideale dove il visitatore può guardare e ascoltare dal miglior punto possibile.
Questa mostra per Pierluigi Pompei è anche un racconto personale del ritorno in un luogo caro, a due passi dall’Accademia di Belle Arti in via Ripetta dove si è diplomato in Scultura nel 1993.
E’ poi volato verso i Paesi Bassi grazie a una borsa di studio vinta alla Royal Academy of Art dell’Aia e ha scelto di vivere e lavorare ad Amsterdam. Già scultore che forgiava il bronzo, ha voluto rompere con la tradizione accademica per diventare un artista interdisciplinare che, negli ultimi quindici anni, ha lavorato principalmente con la ceramica coinvolgendo il colore e il suono come elementi portanti; ha cercato nuove texture di superfici e smalti e ha portato avanti una ricerca musicale con compositori come Arnold Marinissen, Kees van Zelst e il duo Rob van Rijswijk & Jeroen Strijbos.
Ora il ritorno a Roma, volutamente progettato in occasione del Raw 2023, la prestigiosa e vitale piattaforma che apre le porte di tantissime gallerie. E la Fornace è il luogo in cui Pompei dialoga con Antonio Canova, trovando il “comune denominatore” nella creta. Se lo scultore neoclassico usava l’argilla in modo spontaneo, espressivo e diretto, l’artista contemporaneo si sente come il prosecutore ideale di quel processo concettuale, vicino ai marmi bianchi settecenteschi che però veste di colori, come in realtà erano le statue dell’antichità. Il motivo della mostra Ceramica & Suono, spiega, è “un faccia a faccia con le mie radici culturali con cui, dopo molti anni, mi trovo a confrontarmi e certamente con il contesto artistico della città di Roma”.
La mostra Ceramica & Suono è realizzata con il contributo dello Stimuleringsfonds Creatieve Industrie (Fondo stimolo per industria creativa di Rotterdam), fondazione Stokroos e dell'EKWC (Centro Europeo della Ceramica in Oisterwijk) e del Mondriaan Fonds.
Vernissage martedì 24 ottobre dalle 18 alle 20,30
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