Publia Cruciani. Fatti e ritratti
Dal 29 Maggio 2019 al 10 Settembre 2019
Roma
Luogo: Cappella Orsini
Indirizzo: via di Grotta Pinta 21
Orari: da lunedì a giovedì 12-18.30; venerdì, sabato e domenica 12-21.30
Curatori: Francesca Perti
Telefono per informazioni: +39 06 6877965
E-Mail info: cappellaorsini@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.cappellaorsini.net
Il giorno 29 maggio 2019 alle ore 18.30 inaugura presso la Cappella Orsini la mostra personale Fatti e ritratti di Publia Cruciani a cura di Francesca Perti.
In mostra sculture tattili realizzate con diversi materiali, legno, ferro, plastica e scarti industriali, che ritraggono e generano mondi dai quali si affacciano curiosi Leonardo, Boccaccio, Oscar Wilde, Lucida Mansi con il vestito di ceramica preziosa, re e regine dell’Africa, musicisti pop, scrittrici francesi.
“Publia Cruciani sa attendere, sa che quello che cerca “verrà a lei”. Il legno la chiama, il ferro la chiama, un’àncora o una rete sono lì per lei, sono i segni di cui ha bisogno per mostrare la genesi ideale della complessità delle cose attraverso la combinazione di questi elementi. I materiali usati, il legno, il ferro, la plastica e gli scarti industriali, diventano tessere di un mosaico cosmatesco, ridotti ai minimi termini sono restituiti ai loro archetipi. Cruciani costruisce sculture tattili, stravolge immaginari classici e compone il suo personale teatro, dove gioco e ironia si trasformano in occasione di profonda riflessione. L’artista ci impone di vedere oltre le convenzioni per scardinare pregiudizi. Il capovolgimento dei riferimenti diventa uno strumento raffinato per farci compiere il viaggio al cuore delle cose, offrendoci una via estetica all’esperienza della vita. L’opera è senza paludamenti né retorica, testimonianza della realtà che è davanti ai nostri occhi, ma che non è dato a tutti di vedere o comprendere appieno. “Arte è ciò che diventa mondo non ciò che è mondo” diceva Karl Kraus, e i ritratti di Cruciani di mondi ne creano tanti. Mondi dai quali si affacciano curiosi Leonardo, Boccaccio, Oscar Wilde, Lucida Mansi con il vestito di ceramica preziosa, re e regine dell’Africa, musicisti pop, scrittrici francesi. L’artista romana ce li presenta uno a uno, racconta la loro storia con un linguaggio teso ed elegante, a volte sintetico, a volte puramente immaginifico. Sono apparizioni che ci colgono all’improvviso e non possiamo che lasciarci soggiogare dalla loro forza vitale e irreverente. Siamo avvolti da una magia silenziosa che ci apre mondi fatti di stupore e meraviglia. Cruciani ci invita a frugare nella nostra memoria, come dei bambini in una soffitta, e a fantasticare, ad abbandonarci al gioco e così facendo ci emancipa e libera. Le sculture sembrano dirci di abbandonare il peso e concederci al piacere del vivere.
Basta avvicinarsi al Federico II dall’aria pensosa, con la corona di ferro portata sghemba come un vezzo, per ascoltare la sua saggezza: “Insensati come siamo noi vogliamo conquistare tutto come se avessimo il tempo di possedere tutto”. Oppure a Colette, avvolta nella camicia di pizzo francese, che, da sotto il suo cappello, ci ricorda che “l’ora della fine delle scoperte non suona mai”. (testo critico di Francesca Perti)
Publia Cruciani è nata a Roma, città dove attualmente risiede. Dopo il diploma al Liceo Artistico si laurea al quadriennale Istituto Europeo di Design. Scultrice, grafica, serigrafa. Costituisce la società “Interferenze Grafiche”, agenzia pubblicitaria dove svolge il ruolo di art director. Lavora nel sociale nelle carceri e con ragazzi disagiati fino a fondare la cooperativa sociale “Iranozoi”. Dal 2007 partecipa come scultrice a diverse esposizioni personali e collettive in Italia e in Francia. Sono stati realizzati anche tre Corti inerenti al suo lavoro: “Lighea” - di Fiorenza Ciotti; “Sulla spiaggia del Bambin Gesù” - di Morena Campani; “Sirenomania” - di Peter Alt. Tra le principali esposizioni personali: “Lo Zimbaro” - Eventiallarancia, Roma; “Albatros” - Premio per la letteratura di viaggio, Palestrina (Roma); “Volti e derive dello Zimbaro” - Isola di Ponza (LT); “Arte sotto i piedi” - Webgallery, Roma; “Sapori di mare” - Mezzo Marinaio, Montespertoli (FI); “L’Universo di Publia” - Hotel Universo, Lucca; “Anime di mare” - Palazzo Giannozzi, Certaldo (FI); “Une Sirène a Paris” - Galèrie des Editions Caractèrs, Parigi; “Publia Cruciani, la felliniana” - Tour de Babel/Centro d’Animazione Saint-Michel, Parigi; “Sei personaggi da Gildo” - Ponza (LT); “Materiali raccolti sulle spiagge...” Hotel Santa Domitilla, Ponza (LT); “Mediterraneo” - SpazioMa, Salerno; “Sirenomania” (Face a la mar) - Gallerie du Buisson, Parigi; “Recupero del sentiero di Punta d’Incenzo” – Isola di Ponza (LT).
All'interno della mostra venerdì 5 luglio alle ore 21.30 "Omaggio a Valentino Zeichen: Carmela Ricci legge Il testamento di Anita Garibaldi", con la partecipazione di Marta Zeichen.
Un omaggio d’eccezione alla donna che meglio ha saputo incarnare il sacrificio garibaldino. Il testamento di Anita Garibaldi è un monologo che il poeta Valentino Zeichen ha voluto dedicare alla compagna di vita dell’eroe dei due mondi, eroina a sua volta, immolatasi per la nostra patria. Nata in Brasile, e già impegnata nella difesa del suo paese, appena diciottenne e innamoratissima, aveva deciso di seguire Garibaldi in battaglia, diventando poi sua moglie e dandogli quattro figli. Un legame forte e indistruttibile che solo la morte poté spezzare. Nelle pagine di questo intenso e potente libretto, Zeichen ricostruisce gli ultimi momenti della vita di Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, detta Anita. Nel 1849, nelle valli di Comacchio, durante la marcia forzata in seguito alla caduta della Repubblica Romana, morì incinta di cinque mesi a soli ventotto anni, undici dei quali passati accanto a Garibaldi che, in fuga verso la salvezza, fu costretto ad abbandonarne il corpo vicino a Ravenna.
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