Sana Kazi. The Sleepers series

Opera di Sana Kazi

 

Dal 26 Gennaio 2019 al 20 Febbraio 2019

Roma

Luogo: Acta International

Indirizzo: Via Panisperna 82-83

Orari: Mer - Sab 16 - 19.30

Curatori: Manuela De Leonardis

Telefono per informazioni: +39 06 4742005

E-Mail info: info@actainternational.it

Sito ufficiale: http://www.actainternational.it



Giovanna Pennacchi è lieta di presentare per la prima volta in Italia The Sleepers series di Sana Kazi, un lavoro incentrato sul rapporto tra fotografia e miniatura.   L’artista pakistana è partita dalla realizzazione di ritratti fotografici di giovani personaggi (donne e uomini) che ha trasferito su fogli di carta wasli, la tradizionale carta fatta a mano impiegata per le miniature, precedentemente preparata con uno strato di cenere.     I volti dei “dormienti”, dipinti con pigmenti naturali provenienti dalla miscela di vari minerali con sabbia e pietre macinate, riflettono un’idea di sospensione ed incompiuto che per l’artista è concettualmente significativa, in quanto permette l’interazione con il pubblico che ha la libertà di “ricostruire” quei volti attraverso la propria immaginazione, assecondando una propria idea di “veridicità”.  L’aspetto della ripetizione è altrettanto importante: introduce al tema della continuità, dell’armonia, del ritmo, della transitorietà del tempo. Elementi che sono associati alla ricerca spirituale dell’amore eterno e radicati nella memoria collettiva.    In particolare, hanno un legame profodo con la pratica sufi della ripetizione del nome di Dio e dei suoi attributi, conosciuta nella religione musulmana come Zikr. L’invocazione stessa con il ritmo della ripetizione e la sua sincronizzazione conduce in uno stato di trance che è al di là dello spazio e del tempo.   “Ogni singolo ritratto viene ripetuto quattro volte.” - afferma Sana Kazi - “Di passaggio in passaggio perde la sua consistenza formale. Queste quattro tappe del viaggio sono un’allegoria dell’inizio della vita, ancor prima che lo spirito venga soffiato nel grembo materno, seguito dalla nascita, dalla morte, e, infine, dalla vita eterna. L’alternanza nella ciclicità della vita è mostrata in un sereno stato transitorio di sonno.” (Manuela De Leonardis)
SANA KAZI 
(1983, Pakistan) vive lavora a Lahore in Pakistan. Ha conseguito il BFA in miniature specializzandosi in arti visuali presso il National College of Arts di Lahore (2006 e 2012). Alla carriera artistica è complementare l’attività di scrittrice e critica d’arte e di docente al National College of Arts di Lahore. Ha conseguito numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui Rockefellers Brother Fund Foundation che, in collaborazione con la New York Foundation of Arts (NYFA), ha organizzato una sua mostra a New York; la residenza di Art Hub a Abu Dhabi. 

Tra le mostre personali: 2017 - Respite, Satrang Gallery, Islamabad; A Secret, Sanat Gallery, Karachi; 2014 - Spatial Transcendence, Rohtas 2, Lahore; Cognitive Transcendence, Koel Art Gallery, Karachi; 2012 - Transition, Degree Show M.A (Honors) Visual Arts, National College of Arts, Zahoor-ul-Ahklaq Gallery, Lahore; 2006 - Happily Ever After, Zahoor-ul-Akhalq Gallery, National College of Arts, Lahore.

Tra le mostre collettive:
 2018 - Body Language (a cura di Quddus Mirza), Royaat Gallery, Lahore; I, too am part of this History (a cura di Zahra Khan), Fakhir Khana Museum, Lahore; 2016 - Narcissus Reborn, Karachi Sanat Art Initiative; 2015 – Doppelganger (a cura di Aasim Akhtar), Khaas Gallery Islamabad; 2014 - Patterns of Unity, Art Hub, Abu Dhabi; 2013 -In Transit, Chashama gallery, New York; In Transit” Rohtas Gallery, Lahore; 2012 - Pakistan Now, Resurgence and Subversion in Art, a cura di Ameena Chaudhry e Ali Adil Khan), Toronto, Canada; 2007 - The Art of Story Telling, New End Gallery, Londra. Nel 2009 il suo lavoro ha fatto parte del progetto di arte e musica Silent Decibels (Art of Music), curato da Aasim Akhtar (47 music paintings con 9 performance di danza) che da Lahore ha viaggiato per due anni ad Islamabad e Karachi per giungere negli Stati Uniti, dove è entrato a far parte della collezione  del Music Museum (Crispus Industries) di Washington.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI