They sold us a dream then took away our sleep

They sold us a dream then took away our sleep, Fondazione, Roma

 

Dal 1 October 2025 al 22 November 2025

Roma

Luogo: Fondazione Pastificio Cerere

Indirizzo: Via degli Ausoni 7

Orari: dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle 19.00 e lunedì su appuntamento

Curatori: Vasco Forconi e Kasia Sobczak

Telefono per informazioni: +39 06 45422960

E-Mail info: info@pastificiocerere.it

Sito ufficiale: http://www.pastificiocerere.it


Mercoledì 1° ottobre 2025 la Fondazione Pastificio Cerere presenta They sold us a dream then took away our sleep, mostra collettiva degli artisti Veronica Bisesti, Danilo Correale, Jagoda Dobecka e Marta Krześlak, a cura di Vasco Forconi e Kasia Sobczak. 

Il progetto itinerante è stato realizzato in partnership con Goyki 3 Art Incubator a Sopot (sede della prima tappa espositiva, autunno 2024), con l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia (sede della seconda tappa, inverno 2024–25) e con l’Istituto Polacco di Roma.

Esistono ancora luoghi, rituali e tempi dedicati al riposo, al piacere e al benessere collettivo? Possiamo rintracciarne i residui nelle istituzioni del passato per progettarne e immaginarne di nuove? Mentre il tempo dedicato alla cura collettiva viene progressivamente eroso dalle nostre vite, diverse generazioni di artisti lo hanno ossessivamente riportato al centro delle loro pratiche.
Le opere in mostra – tutte commissioni esistenti rielaborate appositamente per la collettiva alla Fondazione Pastificio Cerere – tentano di raccontare questa pulsione, offrendo molteplici immaginari della cura ma attingendo dalle rovine di un passato recente. 

Il progetto nasce da una serie di conversazioni collettive svolte tra gli artisti e i curatori intorno alle nozioni di tempo libero, riposo, lavoro e piacere, inizialmente ispirate all'identità storica di Sopot, Polonia – sede del primo appuntamento della mostra – in quanto città termale, tradizionalmente dedicata alla cura del corpo e della mente. Partendo da questa idea, la ricerca si è concentrata sul parallelo tra due istituzioni emblematiche della storia del lavoro (italiana e polacca) del XX secolo: il dopolavoro – un insieme di istituzioni pubbliche e private che organizzavano le attività ricreative e culturali dei lavoratori durante il tempo libero – e i sanatori – strutture pubbliche che in epoca sovietica offrivano ai lavoratori riposo, cure mediche e terapie di benessere.

Da una prospettiva contemporanea, dopolavoro e sanatorio rappresentano due momenti all'interno di modelli strutturalmente secolari – l'Italia del dopoguerra e la Polonia comunista – in cui il tempo libero, l'evasione, il benessere fisico, mentale e forse anche spirituale trovavano spazio nella vita collettiva. Il vuoto lasciato dal parziale e progressivo crollo di queste strutture, insieme alla necessità di riarticolare la nostalgia associata a tale assenza, è servito da catalizzatore per gli artisti, invitati a proporre diversi approcci, visioni e immaginari di cura e benessere. 

Il titolo della mostra They sold us a dream then took away our sleep riprende una frase tracciata dall’artista Danilo Correale su un office divider dismesso, oggetto che inaugura il percorso espositivo: una traccia poetica, un gesto di denuncia dell'etica del lavoro che ha dominato gli ultimi trent'anni delle nostre vite.

Veronica Bisesti vive e lavora a Napoli. La sua recente ricerca ruota attorno alla figura di Christine De Pizan (1364-1430), autrice all'inizio del XV secolo de La città delle dame, in cui descrive una società utopica e allegorica al cui centro c’è la donna “virtuosa” quale bene dell'intera comunità. Tra le sue mostre personali: Dove brulica l’altrove, Galleria Alfonso Artiaco, Napoli, (2023); Fulmini dame e altre storie, Museo MADRE, Napoli, (2022); Dalla nube sibila il canto, ArtVerona, Verona, (2022); Ruah, Macellum/Tempio di Serapide, Napoli, (2021). Tra le sue mostre collettive: E la mia terra è dove l'erba trema, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma, (2023); Rosa alchemico, Fondazione Miniartextil, Como, (2022); A cielo aperto in una stanza, Associazione Vincenzo De Luca, Latronico, (2022); Non c'è tempo per godersi il sole, Fondazione Morra Greco, Napoli, (2019); Essere qui e là, Forte di Montericco, Pieve Di Cadore, (2019); Sottobosco, Bànffy Palace National Art Museum, Cluj-Napoca (2018).

Danilo Correale è un artista e ricercatore italiano che vive e lavora a New York. La sua indagine si concentra sull'analisi di aspetti della vita umana come il lavoro, il tempo libero e il sonno nel tardo capitalismo. I suoi progetti impiegano un'ampia gamma di strategie visive e collaborative che enfatizzano la relazione tra tempo e corpo associata a disturbi della contemporaneità come la stanchezza, la letargia, la noia e l'immobilità. Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre collettive, tra cui: Broken Nature, Triennale Milano e Manifesta 10; alle Biennali di Mosca, Riga, Istanbul e Urali; in fondazioni private tra cui Rubin Foundation, New York, Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Magazzino Italian Art, New York; in musei italiani e internazionali tra cui: MAXXI, Madre, Museion, Z33 Hassel Museum, Wien Kunsthalle. Nel 2017 è stato vincitore del Premio New York e della prima edizione di Italian Council. Attualmente è docente di Video e Performance presso la New York University e lo IUAV di Venezia.

Jagoda Dobecka si è laureata all'Accademia di Belle Arti Eugeniusz Geppert, Breslavia. Attualmente è dottoranda presso la Scuola di Dottorato dell'Accademia di Belle Arti di Cracovia. Le sue opere sono state presentate in mostre personali e collettive in diverse istituzioni, tra cui: Museo d'Arte Moderna, Varsavia (2023); Kode, Bergen (2023); Museo Centrale del Tessile, Łódź (2023); Zachęta National Gallery of Art, 2022; Garage Gallery, Praga (2021); Łęctwo Gallery, Poznań (2021); Galerie hlavního města Prahy, Praga (2020). Ha partecipato ai programmi di residenza della Kem School MeetFactory a Praga, KAIR Košice Artist in Residence, Goyki3 a Sopot, ssesi.space a Brno. Nella sua pratica si dedica a creare occasioni di riflessione collettiva sul processo di perdita attraverso strategie partecipative. È interessata a metodi artistici di carattere utilitaristico, capaci di generare spazi in cui costruire e ampliare relazioni, oltre che ridefinire le gerarchie sociali.

Marta Krześlak realizza installazioni cinetiche, interventi site-specific e opere video basate sul collage. Nella sua pratica sperimenta spesso con materiali facilmente deperibili o trasforma un’installazione in un’altra, in un processo continuo di metamorfosi. Mettendo in movimento le sue opere, affronta e addomestica un punto di riferimento in costante mutamento. Al centro del suo lavoro vi è l’esperienza diretta, intesa come occasione per risvegliare memorie personali. Si è laureata presso lo Studio Multimediale dell’Accademia di Belle Arti di Łódź e ha conseguito il dottorato presso l’Accademia di Belle Arti di Cracovia. Le sue opere sono state presentate in mostre personali, tra cui quelle al Zachęta Project Place, al CCA Ujazdowski Castle, alla Gdańska Galeria Miejska e all’Industra Art di Brno; e in collettive presso istituzioni come il Museum of Modern Art di Varsavia, il MOCA di Hiroshima e il Kode di Bergen. Marta Krześlak ha partecipato a residenze artistiche presso la Kooshk Residency di Teheran, la MeetFactory di Praga e l’International Studio & Curatorial Program di New York. Le sue opere fanno parte della collezione del Museo d’Arte di Łódź. Vive tra Grabina, vicino a Łódź, e Bruxelles.

Inaugurazione: 1° ottobre 2025 dalle 18.00 alle 21.00

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