Vicolo della Penitenza 11/A
Dal 09 Giugno 2023 al 14 Gennaio 2024
Roma
Luogo: MACRO - Museo di Arte Contemporanea
Indirizzo: Via Nizza 138
Curatori: Janice Guy
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura di Roma Capitale
- Azienda Speciale Palaexpo
Telefono per informazioni: +39 06 696271
E-Mail info: info@museomacro.it
Sito ufficiale: http://www.museomacro.it
Nel settembre del 1989, Cindy Sherman e Michel Auder arrivano a Roma per partecipare a un programma di residenza avviato dalla gallerista Barbara Gladstone e dalla consulente d’arte Thea Westreich, noto come The Rome Studio. Sono i primi di una serie di artisti che, nei due anni successivi, vivranno e lavoreranno in Vicolo della Penitenza 11/A a Trastevere per un periodo della durata di fino a due mesi ciascuno, sotto la guida dell’artista e curatrice Janice Guy. Nel novembre del 1989 arriva Richard Prince insieme alla sua assistente DW Fitzpatrick, seguito da Meyer Vaisman, Gary Hume (e la sua compagna di allora, Sarah Lucas), On Kawara e Thomas Struth nel corso del 1990, e da Franz West, Christopher Wool, Lawrence Weiner, Julian Lethbridge e Reinhard Mucha nel 1991.
La mostra comprende le opere realizzate dai dodici artisti invitati ufficialmente a partecipare al programma di residenza, e include anche lavori di DW Fitzpatrick e Sarah Lucas, nonché di Sarah Charlesworth, che ha visitato Cindy Sherman e ha utilizzato il suo tempo a Roma per fare ricerca per il suo successivo corpo di lavoro.
Le opere che hanno sviluppato presso The Rome Studio non sono presentate in modo isolato, ma piuttosto in relazione alla Roma dell’epoca, alle caratteristiche di un programma di residenza che ha trapiantato le pratiche individuali degli artisti in un contesto nuovo e sconosciuto, oltre che in relazione al lavoro di ciascun artista nel suo complesso. Molti degli artisti provenivano ed erano associati a specifici contesti geografici, sociali e stilistici i cui canoni erano intrecciati con l’identità nazionale, tra cui gli Young British Artists, la Pictures Generation statunitense e la Scuola di Düsseldorf. La mostra offre quindi un ulteriore punto di vista per guardare e interpretare una generazione di artisti, un ritratto attraverso il quale osservare il mondo dell’arte occidentale durante la caduta dell’Unione Sovietica, alla fine della Guerra Fredda e durante la Prima Guerra del Golfo. Roma, con la sua reputazione secolare di città in cui gli artisti potevano in qualche modo maturare la loro pratica, si trovava anch’essa a un bivio e stava vivendo un rapido cambiamento di sconvolgimenti politici che avrebbero portato alla caduta della Prima Repubblica italiana nel 1994. L’influenza della città è evidente soprattutto nei sovvertimenti della ritrattistica italiana antica di Cindy Sherman, nelle vedute in bianco e nero a prospettiva centrale delle strade della città di Thomas Struth e nel percorso fotografico di Reinhard Mucha attraverso le fermate dei treni. Altri artisti sono stati meno espliciti: Gary Hume ha realizzato i suoi caratteristici dipinti a muro di porte utilizzando una tecnica locale in uso fin dal Medioevo, Michel Auder e Christopher Wool sono stati entrambi attratti dal paesaggio italiano dei mass media e Lawrence Weiner dal “calore del sole”. Il video Sausage Film (1991) di Sarah Lucas dà inizio all’estetica punk femminista YBA.
La mostra presenta una panoramica della residenza partendo da Cindy Sherman nel 1989 e giungendo a Reinhard Mucha nel 1991 e comprende un epilogo ambientato a New York, dove Thomas Struth e Meyer Vaisman si sono incontrati e hanno collaborato alla serie Roma (1992), in cui Vaisman interpreta la gestualità romana delle mani, catturata da Struth.
La mostra comprende le opere realizzate dai dodici artisti invitati ufficialmente a partecipare al programma di residenza, e include anche lavori di DW Fitzpatrick e Sarah Lucas, nonché di Sarah Charlesworth, che ha visitato Cindy Sherman e ha utilizzato il suo tempo a Roma per fare ricerca per il suo successivo corpo di lavoro.
Le opere che hanno sviluppato presso The Rome Studio non sono presentate in modo isolato, ma piuttosto in relazione alla Roma dell’epoca, alle caratteristiche di un programma di residenza che ha trapiantato le pratiche individuali degli artisti in un contesto nuovo e sconosciuto, oltre che in relazione al lavoro di ciascun artista nel suo complesso. Molti degli artisti provenivano ed erano associati a specifici contesti geografici, sociali e stilistici i cui canoni erano intrecciati con l’identità nazionale, tra cui gli Young British Artists, la Pictures Generation statunitense e la Scuola di Düsseldorf. La mostra offre quindi un ulteriore punto di vista per guardare e interpretare una generazione di artisti, un ritratto attraverso il quale osservare il mondo dell’arte occidentale durante la caduta dell’Unione Sovietica, alla fine della Guerra Fredda e durante la Prima Guerra del Golfo. Roma, con la sua reputazione secolare di città in cui gli artisti potevano in qualche modo maturare la loro pratica, si trovava anch’essa a un bivio e stava vivendo un rapido cambiamento di sconvolgimenti politici che avrebbero portato alla caduta della Prima Repubblica italiana nel 1994. L’influenza della città è evidente soprattutto nei sovvertimenti della ritrattistica italiana antica di Cindy Sherman, nelle vedute in bianco e nero a prospettiva centrale delle strade della città di Thomas Struth e nel percorso fotografico di Reinhard Mucha attraverso le fermate dei treni. Altri artisti sono stati meno espliciti: Gary Hume ha realizzato i suoi caratteristici dipinti a muro di porte utilizzando una tecnica locale in uso fin dal Medioevo, Michel Auder e Christopher Wool sono stati entrambi attratti dal paesaggio italiano dei mass media e Lawrence Weiner dal “calore del sole”. Il video Sausage Film (1991) di Sarah Lucas dà inizio all’estetica punk femminista YBA.
La mostra presenta una panoramica della residenza partendo da Cindy Sherman nel 1989 e giungendo a Reinhard Mucha nel 1991 e comprende un epilogo ambientato a New York, dove Thomas Struth e Meyer Vaisman si sono incontrati e hanno collaborato alla serie Roma (1992), in cui Vaisman interpreta la gestualità romana delle mani, catturata da Struth.
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